34.| Cherries, Baby.
La luce mi abbaglia nuovamente, cerco di posare il più meticolosamente possibile seguendo le istruzioni del fotografo.
<<Inclina leggermente il viso sulla destra.>> ordina puntandomi nuovamente quella macchinetta addosso, parte il flash ed io finisco con l'essere un'altra versione di me.
Sto incominciando a trovare un lato poetico in tutte le cose e posare è un po' come recitare.
Devi ostentare un personaggio nuovo ogni singolo shooting: una donna seduttrice, una ragazza spavalda, una bimba ingenua.
Sei tutto meno che te stessa.
Scooter sorride dal fondo della sala, è visibilmente agitato per via del gran debutto: oggi è una giornata complicata e produttiva per entrambi.
Quello per cui sto posando è un brand di intimi abbastanza famoso quanto alla portata di tutti, nulla a che vedere con le grandi marche.
È però un buon inizio e quell'uomo lo sa, quindi non fa che incitarmi nel continuare saettandomi con lo sguardo.
Credo di essere un asso nella manica, sono ancora molto insicura del mio percorso ma ho del potenziale e nessuno me lo nasconde.
Vogliono che mi monti la testa per spingermi sempre più in là, per cercare di abbattere nuove frontiere ed essere un personaggio indipendente.
Le luci sono molto potenti, sento i chili di trucco sciogliersi su di me ed i glitter cadere di tanto in tanto sulle guance.
Ruoto su me stessa avvolgendomi nelle mie insicurezze, sorrido falsamente fino ad avvertire il click del successo.
<<Qualche posa sul divanetto!>> il tono autoritario del fotografo è seccante, sembra essere qui per fare un favore a chissà chi piuttosto che per passione.
Il set è stato montato alla perfezione, riproduce una scenetta anni cinquanta ed il divanetto imbottito ne è sicuramente il portavoce.
Nel complesso mi sento fortemente a disagio, indossare una brasiliana e delle giarrettiere davanti ad un uomo attempato non è il minimo ma è la realtà povera che c'è dietro questo lavoro.
Ho sempre visto le modelle come gli esseri più felici a questo mondo: i soldi, la fama ed i bei vestiti.
Vanità non è poi un gran problema se ci aggiungi due gocce di Chanel n• 5.
Secondo questa ottica tutto passa in secondo piano.
Eppure ora incontro così tante difficoltà nell'essere sempre sotto gli occhi di qualcuno ed è ancora difficile per me svestirmi.
"Non mi importa chi sei, mi importa quanto puoi cambiare con uno schiocco di dita."
Questo mi è stato riferito da Scooter durante il nostro primo colloquio di lavoro, da allora queste parole sono la mia ossessione.
Per una ragazza timida come me non è stato facile eppure il tempo e le esperienze mi hanno modellata dentro, ho smesso di avvertire la pressione scendere giù ed abbattermi.
Mi stiracchio nuovamente sul tessuto ruvido, gli occhi avidi del fotografo esplorano la mia figura per cercare l'angolazione migliore.
Arrossisco ancora, dicono sia carino altri invece inveiscono dandomi della esagerata.
Chad dice che è carino, dice di perdersi nella mia innocenza.
<<Ritoccatele questo trucco, sta sbavando ovunque.>> sbotta scuotendo il capo brizzolato, si allontana chiedendo a gran voce un caffè.
Raggiungo il camerino in fretta e furia, devo cambiarmi e cercare di placare il nervosismo di questo omone.
Sarah accorre subito con la sua palette multicolore e tutti quei tubetti di plastica in grembo, ha un visino grazioso che si differenza evidenziato dal trucco sempre impeccabile.
Sorrido nel vedere la sua chioma viola fare su e giù a pochi centimetri da me, quegli occhi da cerbiatta sono di un grigio spento che io personalmente ritengo meraviglioso.
<<Sta andando bene, sei molto spontanea!>> è una ragazza molto gentile, sa sempre come farti tornare il sorriso.
I mille pennelli mi solleticano il viso simultaneamente, nel complesso il make-up non è molto pesante eppure è una vera e propria composizione.
<<Lo spero, questo è l'ultimo cambio e deve andare bene.>> aggiungo cercando di farmi passare uno specchietto.
Il lato che più odio di questo lavoro è il dover essere sempre perfetta ed impeccabile, non puoi essere sbagliata o umana devi semplicemente apparire.
Devi sempre essere la luce che sorge a levante e allo stesso modo, nel caso tu volessi cadere dovresti farlo con la luce rossa e mozzafiato di ponente.
In poche parole devi brillare, sempre.
La mia coda castana è alta e termina in un mare di onde dorate, ripasso nuovamente la lacca con le mani che tremano per l'impazienza.
I boccoli sono perfettamente tenuti su dalla sostanza chimica, sarà una tortura sbrogliarli e dargli una forma normale una volta sciolti.
La mia immagine riflessa è provocante ed inesistente: sembro più grande, gli zigomi sono ben accentuati e le labbra piene son così rosse da creare una combo meravigliosa con gli occhi verdi, contornati a loro volta da lunghissime ciglia.
<<Quel sedere è oro, lo sai vero? Dovremmo fare del workout insieme.>> esclama guardando senza troppi problemi il mio fondoschiena, ritocca il rossetto imprecando ogni qual volta è sul punto di sbagliare.
Arrossisco tutta ridendo di gusto, è una delle amicizie che più sento mie negli ultimi giorni nonostante la differenza di età che ci divide.
Sebbene sia una ventunenne oramai incallita, Sarah non smette mai di credere e quel sorriso un po' sgangherato ma caloroso lo evidenzia.
Ritorno alla mia postazione, come una scolaretta alla quale sono stati imposti degli ordini.
Non c'è spazio per risate o scherzetti, il tempo stringe ed ansia è il mio secondo nome quindi devo spicciarmi.
Ho una sete incredibile ma devo resistere, non avanzo molte pretese qui sul lavoro.
Per loro sono una ragazza alle prese con gavette e possibilità abbastanza precarie, devo combattere altrimenti potrei essere rimpiazzata.
"La vita è una giungla, se scappi finisci ammazzato." Ripeteva papà, io ci credo fermamente.
Comincio a giocare con i cuscini e ad assecondare tutti gli ordini che mi vengono posti, trovo sia impossibile scappare allo sguardo vigile di Scooter.
Si è dimostrato essere una persona completamente diversa sul lavoro, per quanto sia sensibile talvolta sa essere davvero spietato, ama avere la situazione sotto controllo e dettare leggi.
<<voltati di spalle e cerca di lanciarmi uno sguardo di fuoco, da sopra la spalla.>> avverto il tono irrisorio nella sua voce ma non controbatto.
Mi sottovalutano per via dell'età ed io non sono autorizzata a lamentarmi, in questa realtà non esiste libertà di parola immediata: devi ubbidire, hai un corpo e devi farlo funzionare.
Mi sforzo di prendere una posa il più naturale e sexy possibile, Scooter ripone grandi speranze in me ed io non voglio deluderlo.
Ho sempre odiato deludere le persone.
<<Yessa.>> grugnisce soddisfatto lasciando che il flash mi bagni con la sua luce travolgente.
Sbatto gli occhi a più riprese immobile nella mia posizione, non sono ancora abituata allo stress che apporta quel fatidico "click" e all'abbaglio dell'attimo dopo.
In realtà si è sempre tesi perché non si conosce mai l'esito della foto o della posa, si ci sente continuamente sotto esame e mai abbastanza.
Nel mettere a fuoco avvampo tutta, non riesco a controllarmi ed il fotografo non lascia passare l'attimo.
<<Conserva questa espressione innocente, mi piace.>> il vocione è estasiato e a me non mi viene difficile eseguire quanto richiesto.
Sono sicura di aver visto qualcosa che non mi piace, ciononostante devo scacciare l'ansia e cercare di distendere i lineamenti.
Mi muovo con più cautela possibile, cercando di ricondurre lo sguardo nello stesso punto in cui lo avevo lasciato poco tempo fa.
Il mio cuore si arresta ed il rossore viene a galla prendendomi alla sprovvista, il fiato mi si mozza in gola e finisco con il non controllarmi.
In fondo alla stanza, con gli occhi addosso al mio corpo e la bocca appena schiusa se ne sta Justin Bieber.
Ci siamo incrociati alcune volte dopo la cena al ristorante, non abbiamo realmente parlato e ci siamo limitati a divorarci con gli occhi.
Odio questa situazione ma tempo al tempo, si risolverà tutto o almeno spero.
<<Su quel divanetto, abbassa la spallina e gioca con le gambe.>> mi ordina nuovamente il fotografo, assecondo la sua volontà sentendomi doppiamente osservata.
Mi hanno sempre lodato le gambe, dicono siano slanciate, da pantera ed io ne ho sempre fatto il mio punto forte.
Lo notano tutti, persino Scooter sorride trionfante ed il ragazzo al suo fianco finisce con l'imitarlo.
Sono molto nervosa, non amo posare di fronte a persone estranee al contesto lavorativo perché tutto ciò influisce sulla mia concentrazione.
Starò facendo la cosa giusta? Che impressione avrà di me? Un miliardo di domande mi si accalcano in mente, vorrei fuggire ma non posso.
Deglutisco il peso dei pensieri e mi lascio andare, non pensavo di dovermi offrire a lui così.
Flash.
Gli occhi di Bieber entrano in me mentre Scooter incomincia un discorso a vuoto accanto a lui, è buffo vedere come il biondo sia completamente preso da me.
Più il quarantenne si agita più quello fa saettare lo sguardo verso me, ha il suo solito mezzo sorriso in bocca e gioca con le mani in modo seducente.
Flash.
Si inumidisce le labbra e prende a sfregarsi il mento, assottiglia gli occhi concentrato mentre la mascella si muove su e giù per la tensione.
Flash.
Il fotografo gioca con pose molto appariscenti, smuovo i capelli oramai sciolti e ribelli.
Justin mi lancia un occhiolino, finisco con l'arrossire tutta ed andare in confusione.
Mi basta uno sguardo per perdere percezione delle cose, di ciò che è intorno a me in quanto è vivo.
Tutto si congela, tutto si arresta e brucia di luce e calore umano.
Macchina fotografica ad un passo da me e sguardo perso nel vuoto, schiudo le labbra sempre più pronta a strafare.
Sono magiche le labbra, giocare con il frutto della passione può scottare ma vale la pena torturarlo.
Bieber tossisce da fondo sala e si avvicina al luogo del delitto, mi sento nuda e senza dignità mentre percorre i pochi metri che ci separano con la sua camminata sicura.
<<Abbiamo finito, sarà uno spettacolo vedrai!>> conclude l'uomo con la voce grezza ed una strana luce negli occhi.
<<È stato un piacere.>> rispondo tendendogli la mano, non sono avvezza all'ambiente e sono abbastanza diretta.
Sarah mi raggiunge trotterellando, ha sotto il braccio uno strano tessuto rosa pallido ed in mano un caffè fumante.
<<Sai sempre come farmi felice!>> esclamo buttandole le braccia al collo.
Vorrei tanto passare una serata con lei, chissà un giorno di questi la invito.
Mi lancia una pacca sul sedere come è solita fare, me lo invidia senza un apparente senso: se io fossi una qualsiasi persona penserei che lei sia la modella, non io.
Mi avvolgo nel lungo accappatoio di raso cercando di smuovere un po' i capelli, ignorare Justin mi viene difficile e so che tra non molto dovrò fare i conti con lui.
Avverto subito la sua presenza dietro me, non so perché o se sia possibile ma è come se l'aria cambiasse, come se qualcosa di invisibile dentro me toccasse una parte di lui nel profondo prima ancora di vederlo.
Si muove dietro me facendo baccano assurdo, qui e lì rotolano degli obbiettivi e la polvere si alza finissima.
So quanto è sicuro: fa parte del suo carattere, della sua voglia di giocare con me.
Adora tenermi sulle spine.
<<Posso scattarle una foto, signorina?>> Il biondo cerca di fare la voce grossa fallendo miseramente, avverto l'accappatoio crollare in terra sotto il suo tocco.
Rimango di spalle a lui ancora per un po', giusto quanto basta per sentire il suo respiro regolare lungo il collo.
Finiamo sempre così io e lui, a giocherellare con la voglia dell'altro e a farci i dispetti per far battere il cuore.
<<Non hai nulla di meglio da fare?>> sorrido sarcastica entrando in collisione con i suoi occhi color nocciola.
Percorre ogni centimetro della mia pelle senza ritegno, quelle pupille sono così dilatate dal somigliare ad un buco nero, mi attrae a sé accarezzando la vita con dolcezza.
Come buchi neri i suoi occhi mi attraggono sempre più nella loro orbita.
<<Sdraiati sul divano e porta le mani al viso con delicatezza, con una delle due smuovi qualche ciocca.>> sussurra, sfiorandomi appena il braccio con la punta delle dita, sento il suo alito caldo ad un passo dalle mie labbra desiderose d'affetto.
Mi viene su la pelle d'oca ma decido di obbedire, mi allontano il più tranquillamente possibile mentre gioca con l'attrezzatura.
<< Sei sempre il solito invadente.>> scuoto il capo lasciandomi andare sulla stoffa ruvida, il cuore scalcia in petto tuttavia so come comandarlo.
In pochi minuti sono in posizione e con i brividi sotto pelle lo assecondo mentre lui si muove d'avanti a me.
Il suo sguardo cerca il mio in continuazione, puoi capire quanto sia estasiata dal riflesso verde intenso che il mio acquista sotto l'influenza di queste mille luci.
Cosa è lui?
Il viso illuminato dal sorriso, gli occhi che cercano l'obbiettivo e quei capelli biondi come raggi di sole che inquadrano il viso perfettamente scolpito.
All'angolo della bocca se ne sta la soddisfazione.
Morde un labbro ed io lo imito senza volerlo tanto sono presa dal fissarlo.
È solo allora che parte il flash.
Non mi lascia molto tempo, non permette che io faccia mossa alcuna lanciandosi a capofitto verso me.
In pochi minuti il suo capo è sul mio grembo, il petto che freme lentamente e le labbra così intende a costruire ponti tra noi due.
Mi mostra il primo piano che ha scattato, si scorge appena il resto del corpo ed io ne sono felice.
Ne sono felice perché ha puntato al volto, all'espressività e alla vera me.
Perché solo io e lui sappiamo leggere la timidezza nei miei occhi color dei prati, solo noi possiamo leggere nel lento movimento delle mie mani l'insicurezza che mi caratterizza, solo noi leggiamo tutto questo nel mio volto.
Lui ama questo, non altro il resto è superficiale.
<<È stupendo.>> finalmente le parole mi escono di bocca, non esistono modi per esprimere questa sensazione di complicità.
Non riesco a resistergli, non ora che si avvicina a me con il volto estasiato e sempre più concentrato a perdersi tra le pieghe dei miei pensieri.
Le sue labbra chiamano le mie, un attimo prima dell'estasi.
<<Ragazzo, che fai?>> urla qualcuno dal fondo della sala, Scooter tuttavia lascia che gli animi si plachino intervenendo con prontezza.
Bieber finisce con l'arrossire a pochi passi da me, oramai disteso sulla mia pelle nuda.
E che importa se gli altri ci guardano?
Ci separiamo come sempre, con molto di incompiuto.
Scoprire Braun come manager di entrambi e di come Justin fosse venuto qui per parlargli di qualcosa di urgente, mi meraviglia.
Scooter tuttavia sostiene che il biondino non abbia fatto altro che lanciarmi occhiate piuttosto che ascoltarlo.
Esplodo in una fragorosa risata.
È collettiva perché nessuno , incluso il fotografo, si fa da parte.
<<Ti piace questo lavoro?>> sussurra Justin, noto una nota di preoccupazione in quella sua voce così familiare.
<<Devo ancora abituarmi ad essere senza pudore, a rinunciare ad alcune piccole cose che davo per scontato.>> sono un po' soprappensiero, essere insicura è all'ordine del giorno oramai.
<<Sei bellissima.>> fa Juss facendomi fare un giretto su me stessa per poi attrarmi al suo petto.
Sento i battiti del suo cuore accelerare e sfumare, comporre melodie perfette e percepisco come una nuova energia prendere man mano possesso di me.
Non sono più nuda nel momento in cui le sue mani sono su di me, mi copre di attenzioni e di dolcezza cosa che sembra sempre più rara ai giorni d'oggi.
<<Ti porto a bere qualcosa?>> domanda dondolandosi sulle converse nere, ha le scocche rosse di bimbo e le mani nascoste dietro la schiena.
Posso forse desiderare altro alla fine del giorno?
Da Alicia:
Ti aspetto sotto, non mi hanno fatta salire.
Grazie al cielo ho milioni di persone speciali nella mia vita in questo momento, non sarà rosa e fiori ma almeno c'è il firmamento.
<<Bimbo, non starai correndo troppo?>> faccio sarcastica scoccandogli un'occhiata di rimprovero.
Per un momento i suoi occhi diventano vuoti, mi ci perdo per qualche secondo sempre più preoccupata.
<<Sissignora.>> esclama finalmente sorridente, alza le mani in segno di resa.
È impressionante come si sacrifichi per me.
Si allontana trascinato da Braun e da chissà quale affare, ha messo su il broncio perché non mi ha potuta salutare.
Più la sua voce si fa lontana più i dubbi mi hanno in pugno, quante volte ancora dovremmo separarci per poter essere una coppia?
"Solo amici." grida la coscienza ed io l'ascolto.
Fosse per lui saremo già sulla luna in un hotel vista universo, sai cosa?
Non mi serve tutto questo, ho solo bisogno che mi stia accanto e che mi scocchi un bacio sulla guancia, un bacio al gusto di ciliegia.
Da Justin:
Giuro che dopo ti vengo a cercare, quando me lo darai un bacio?
Da Justin:
Ho capito, ci vogliono le maniere forti con te piccola!
Da Justin:
Ti amo, non lo scordare mai.
E chi ti scorda? Tu sei sempre lì e non te ne vai.
La verità è che io non posso lasciarti andare, dimenticarti mi viene difficile ed è per questo che ci sottopongo a prove dolorosissime.
Sorrideremo un giorno, io e te.
Solo io e te.
Da Alicia:
Non puoi immaginare chi ho incontrato!!!
"She don't like the flash
Wanna keep us in the dark."
- She don't like the lights .
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