28.| Till the death do us part.

Parigi 12 Agosto, ore 12.30

Solco il cielo con gli occhi, un verde spento ed insipido.
La giornata è di quelle uggiose, si intona alla perfezione con il mio umore ed io ne traggo conforto.
Mia sorella sgambetta di qua e di là alla ricerca di margherite, ha detto di voler fare due coroncine: una per mamma ed una per papà.

<<Perché qui c'è questa grande buca?>>
I suoi occhioni blu mare mi lanciano un'occhiata profonda alla quale non mi posso sottrarre.
Passo una mano fra i suoi ricci dorati mossi di tanto in tanto da sferzate di vento.

<<Qui saranno calate le bare ma tu non preoccuparti, mamma e papà son da qualche altra parte sù in cielo intendi a proteggerci.>> rispondo con voce tremula.

Rimane lì, soprappensiero intenda a vagare con lo sguardo tra le tombe grigie ed abbandonate.
I miei hanno scelto la terra fredda al marmo sterile della cappelletti di famiglia, ho dovuto difendere il loro volere: la mia famiglia si è opposta seppure fosse scritto su testamento.

Tiffany rincorre una farfalla, ha gli occhi gonfi e spenti e sulle guance un colorito rosa pesca.
L'ho sentita singhiozzare tutta la notte, abbiamo dormito abbracciate in casa dei miei nonni, nella camera del mio papà.

Non avrei voluto che assistesse a questa scena, dopotutto è solo una bambina, ma mi son ben presto accorta di non aver voce in capitolo: i miei parenti hanno infatti deciso per me.

<<Non mi piace questa felpa!>> sbraita cercando invano di strappare via la felpa di Juss.
Le sta effettivamente un po' grande ma non aveva altro per coprirsi e tenersi al caldo in una giornata come questa dalle temperature strane e varie.

<<È un portafortuna, prenditene cura.>>
Sussurro, cercando di sistemarla.
Mi porge una margherita in segno di scuse ed io non posso che ringraziarla con un sorriso sincero.

Corre incontro a mia zia, scalciando le zolle di terra ai nostri piedi.

Mamma, come stai? Ti trovi bene? Riesci a stare senza caffè macchiato?
E papà? Ti disturba ancora con la sua sbadataggine? Russa ancora insistentemente?
Oh papà, sii lucido e ricorda di comprare i fiori per la mamma: il 25 Agosto festeggerete 20 anni di matrimonio, son tanti!

Lascio una carezza sul legno freddo della bara di mio padre, mai avrei pensato che questa fosse l'ultima carezza che gli avrei rivolto.
Mai.

Una piccola manina imita il mio stesso gesto, sorrido mentre la vista si appanna.
La mia famiglia, la mia famiglia è stata violentata a tal modo, la mia famiglia è stata così violentemente spezzata in due.
Quanta rabbia ho dentro, è come se tutto il mio orgoglio stesse accrescendo a dismisura.

<<Hey tu, smettila di abbracciare mia sorella!>>
Tiffany mi raggiunge ammonendo qualcuno affianco a me, brandisce i fiorellini in aria come se fossero spade.

<<Non c'è nessuno, tesoro.>> sorrido imbarazzata sentendomi gli occhi di tutti addosso.

La vedo arrossire e poi raggiungermi di corsa nascondendo il viso fra le pieghe del mio vestito, le sue belle guance rosse scompaiono nel tessuto.

<<Mi riferivo al mio amico immaginario, si chiama Jay ed è sempre con me! L'ho incontrato in sogno e da allora mi viene sempre a trovare.>>
La osservo mentre tormenta un'ennesima margherita privandola dei petali, cadono uno ad uno ai suoi piedini.

<<Diventerò amica di questo Jay anche io, allora.>> la canzono facendo sì che il broncio scompaia dal suo bel visino.

Capto un'occhiata complice che viene scoccata dal becchino in direzione di miA zia Margaret: sono pronti.

Mia sorella corre a nascondersi dietro me con occhi grandi e lucidi: se noti bene si ci vede dentro il mondo.
Mi volto anche io, ancora non pronta al distacco.
Sì perché ora non si torna più indietro.

Gettano la prima manciata di terra sul legno immacolato della bara, il rumore sordo sembra addirittura coprire il canto funebre dei corvi.
La prima lacrima cade giù, non vorrei, dovrei trattenermi ma non posso: è contro cuore, l'ho fatto per così tanto tempo.

Mio nonno Francesco si getta in ginocchio incominciando una filippica soffocata dalle lacrime: è forse naturale sopravvivere alla propria figlia?
Avverto mia sorella stringere nelle piccole manine un lembo del mio vestito ed abbracciare se stessa con forza.
La proteggerò, sempre.
Qualsiasi cosa accada, qualsiasi vento spiri io sarò qui ve lo prometto genitori mei adorati.
I singhiozzi si fanno insistenti sebbene falsi: loro scorderanno tutto tra un po' ma noi? Noi, mai ce lo porteremo dentro come un feto mai nato e morto nel labirinto del nostro cuore.

<<Sì, Jay so che andrà tutto bene.>> il sussurro di Tiffany è flebile, quasi impercettibile ma dentro vi trovo la forza di mille titani.
Sorrido, accarezzo quei capelli con una delicatezza impensabile, come se si potessero disgregare sotto il mio tatto.
La mia bimba, ti crescerò su a dovere te lo prometto! Avrai tutto quello che ti è stato tolto, te lo prometto.

<<Belle>> tira il lembo del vestito con forza, insistentemente.
Mi chino ad osservare quegli occhi blu spauriti che sembrano aggrapparsi ai miei.

<<Ho paura di rimanere sola. Moriremo anche noi, ora?>>
L'ennesimo manciata di terra rotola sulla cassa di mia madre facendo si che le parole di mia sorella sembrino ovattate, faccio fatica a trattenere un singhiozzo ma mando giù ogni istinto primordiale e mi dedico completamente a lei.

<<No tesoro mio, non pensare a tutto ciò!!!>> si accoccola docile sempre più vicino a me, oramai avverto il respiro calmo sulla mia pelle e ciò mi rincuora.

Dovremmo andarcene per ricominciare, devo portarla lontana dalle ombre: ci inseguiranno ma io le combatterò per entrambe.
Vincerò? Chi lo sa, potrei scivolare rovinosamente.

La trascino via, lontana dal cuore pulsante del dolore, lontana da quella scena che nessun ricordo potrà rimpiazzare, la trascino via sfruttando la sottile linea di confine tra presente e passato.

<< Puoi aprire gli occhi, è passato.>> esordisco tirando un sospiro di sollievo, sarà molto difficile devo ammetterlo.

Afferra la mia mano, tenendo passo svelto senza alcuna difficoltà.
La testa ciondola di lato, mentre osserva le mattonelle del sentiero che scricchiolano sotto le nostre suole.
Una distesa di desolazione ci saluta e si piega alla forza del vento, incominciano a cadere le prime goccioline di pioggia.
Sento alcuni signori accennare a qualche nuvola di passaggio, a nulla di cui preoccuparsi.
La vita in se passa, tutto passa dovremmo vivere sempre con la stessa filosofia: prima o poi passerà.

<<Qui ci sono tante margherite!>> le faccio notare indicando il ciglio della stradina, vi corre subito con un sorriso a quattro denti.

Il mio sguardo si sofferma sulle figure oramai lontane dei nostri parenti, l'esasperazione ha oramai raggiunto il culmine e c'è chi addirittura si tira i capelli e grida ma mia sorella, lei non deve ricordare tutto ciò.

Riprende la mia mano con fiducia sproporzionata ed io mi faccio coraggio, tento di instaurare un discorso.

<<Tiffany, c'è qualcosa di cui mi vuoi parlare?>> butto fuori d'un fiato.
Storce il naso, sembra rifletterci un po' su intenda come è nel frattempo a calarsi il cappuccio sulla fronte.

<<Sì, dove andremo ora? Ho sentito dire che cambieremo casa, ma io non voglio! Non voglio perdere i miei giocattoli.>>
Le lacrime mi salgono agli occhi, so quanto significhi per lei la nostra casetta eppure non oso immaginare quanto vuota e priva di vita possa sembrare ora.

Mi piego alla sua altezza prendendo quel grazioso e minuscolo visetto fra le miei mani, facendomi carica di tutta la sua fragilità,
<<Non ti devi preoccupare, andrà tutto bene! Ci sono io qui con te.>>

Una scossa si fa strada in me nel momento in cui la prima lacrima le sfugge.
Ho paura, paura delle pieghe che in futuro questo trauma possa prendere ed ho paura di perderla in qualche abisso.

<<Parli proprio come Jay, sai? Sarà per questo che non si scolla mai da te!>>
Fa indicando un punto indefinito alle mie spalle, sorridiamo entrambe.

Una risata cristallina che coincide perfettamente con il ritorno del sole.
Tutto intorno a noi rivive di luce, la rugiada splende ed il vento si ritira diventando sempre più lieve.

Facciamo altri cinque metri mano nella mano, fermandoci di tanto in tanto ai piedi di qualche lapide per cogliere qualche fiorellino.

Mi lascia finalmente andare sicura di se, corre ridacchiando fino alla fine del viale dove si erge una statuetta della madonnina.

<<Vinto!>> esclama un secondo prima di incominciare a fare il girotondo attorno alla statuetta.

<<Hey tu, guarda che ci sono i miei genitori con te! Non raccontare mai delle mie marachelle perché si dispiacciono ma soprattutto tienili sempre con te.>>
Fa sistematicamente il segno della croce per poi lanciare in aria le margherite, zampettando felice sotto la pioggia di petali e steli.
Qualcuno rimane incastrato tra le braccia delicate della vergine, le lancio un'occhiata interrogativa.

Ed ora?

Questa bambina dalle guance paffutelle, dai capelli d'oro e gli occhi color zaffiro sarà mai felice? Sarò mai io abbastanza per lei?

<<Belle, non preoccuparti non ti farò mai arrabbiare come con mamma.>> sussurra vedendomi concentrata.

Afferra la mia mano e vi infila un anello fatto con le margherite, successivamente ne indossa uno lei.

<<Finché morte non ci separi.>> esordisce.

Rimango spiazzata, se ne accorge ma non dice nulla, si limita a crollare tra le mie braccia.
Finiamo con il piangere insieme, in ginocchio su di un tappeto di margherite bianche un ricordo si insinua funebre dentro me: mia madre sposa ora donna dal completo nero sottobraccio l'uomo della sua vita.

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Spazio Autrice:
Amori miei, eccomi tornata!
Questo è un capitolo che andava scritto, spero vi sia piaciuto e vi abbia trasmesso qualche emozione.
Ho preferito non dedicare questo capitolo ad un lettore per i contenuti sensibili trattati all'interno.
Con tutto l'amore che sapete al prossimo, dove vi aspetterà UN COLPO DI SCENA!!
Passate se volete a dare un'occhiata a Bieber's Diary di cui mi occuperò attivamente dopo aver finto la stesura di Shadows e fatemi sapere qua sotto cosa pensate della nuova canzone di Juss: NO BRAINER!
Un bacione grandissimo ragazzi! 🌸

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