22.| Lucifer.
Song: Love me like you do.
<<Fatto!>>
Trillo indossando finalmente l'abito rosa da me scelto per la serata.
Guardo attraverso il riflesso dello specchio il risultato: la schiena è totalmente scoperta mentre una scollatura profonda si insinua sul davanti, il tessuto dell'abito lungo è leggero tanto da non avvertire peso alcuno sui tacchi vertiginosi che mi ritrovo ad indossare.
Justin ha insistito tanto affinché comprassi qualcosa di viola, ma il viola è un colore difficile da portare e quindi ci siamo ritrovati a patteggiare per un colore più delicato.
Non scorderò mai il suo volto annoiato diventato acceso nel vedermi uscire trionfante dal camerino: cercavamo entrambi qualcosa di elegante ma allo stesso tempo semplice, il riflesso della mia personalità.
Sento bussare flebilmente alla porta, una scossa mi percuote tutta: Justin dovrebbe essere qui a momenti e con lui anche Chad.
<<Zia!>>
Esclamo sorpresa, indossa un tailleur color panna delizioso e lo sguardo non può non cadere sul girocollo di perle.
<<Scendiamo di sotto?>>
Do una rapida occhiata alle pieghe dell'abito ritoccandomi leggermente il rossetto dai toni delicati, non vorrei essere in ansia ma le mani tremano oramai da sole.
<<Sei stupenda.>>
Fa tirando su la lampo posteriore del mio vestito, vedo i suoi occhi brillare pieni di gioia: è come se fossi sua figlia, me lo ha sempre detto sin da piccina.
Decido di lasciare la mia stanzetta senza volgermi a guardarla, giurerei di vedere Bieber steso sul letto con il bocca il suo solito mezzo sorriso.
Non appena arriviamo in sala da pranzo non posso trattenere lo stupore: candele rosa cipria, rose bianche in stravaganti vasi e argenteria sembrano rendere tutto così intimo, persino il tavolo di cristallo da me tanto odiato per l'estrema inutilità, viste le attenzioni che apporta, sembra ora essere perfetto.
<<Alla mia principessa!>>
Zia alza il proprio calice porgendomene un altro, colmo di champagne.
Bevo un sorso gustandomi tutta la tranquillità che in questi anni non ho mai avuto: finalmente mi accetto, finalmente sono fiera di me stessa ed ho tutto ciò che un essere umano possa desiderare.
<<Miss Margaret, due ragazzi attendono all'entrata. Li faccio accomodare?>>
Micheal il portiere, che di tanto in tanto fa da comparsa nel suo vecchio frack, annuncia la venuta dei miei amici.
Sento il liquido fresco andare di traverso, sono costretta ad alcuni colpi di tosse per rinvenire dalla situazione scomoda.
Ma il punto della situazione è: e ora?
Cerco di mantenere la calma nel momento in cui gli occhi di zia mi invitano a riceverli.
Attraversare gli ampi spazi di questa villa non è mai stato più stressante: l'ansia che viene man mano a galla con la stessa forza della pressione è mortale.
<<Li ho condotti nel guardaroba presso l'entrata per liberarsi degli oggetti di frivola importanza.>>
A Micheal vorrei gridare di parlare come mamma lo ha fatto, però per l'amore della mia dignità resto in silenzio incrociando appena i suoi occhi color pece.
Incontrare Justin è per me un'emozione forte, lo è sempre forse perché in fondo qualcosa mi turba ovvero la paura che egli possa cambiare.
Il rapporto di fiducia instaurato in questa seconda settimana passata insieme attimo per attimo dona pace ed equilibrio a noi quanto al gruppo.
<<Chad!>>
Il rosso mi si fionda letteralmente addosso stringendomi in un abbraccio, per quanto non mi ci sia soffermata molto e non ci pensi spesso con lui ho condiviso molti dubbi ed è stato sempre un punto di partenza.
Quando finalmente si fa da parte noto come sia diventato arancione, forse per l'imbarazzo della reazione avuta.
<<Sei stupenda!>> dice in un sussurro flebile.
Arrossisco lievemente, schioccandogli un bacio sulla guancia: è il fratello maggiore che non ho mai potuto avere.
<<Il blu ti dona!>> indico il suo completo ed ho ragione, il suo corpo slanciato ne giova.
Justin invece non mi ha ancora degnata di uno sguardo preso come è dal sistemarsi la giacca allo specchio.
Ho percepito la sua ansia nel ricevere la mia famiglia sin da subito, non appena ho lasciato scivolare i miei occhi attenti sulle sue iridi aspre.
non capisco il perché: al contrario mio è sempre perfetto, sa sempre quale maschera si addica meglio al contesto e alla persona che si ci ritrova davanti.
Decido di avvicinarmici sebbene le mani mi tremino.
Lentamente posando le mie mani sulle sue do gli ultimi colpi di grazia alla stoffa.
<<Così dovrebbe andare meglio.>>
Sussurro, noto subito come non si scomponga e come ancora quegli occhi profondi entrino nei miei accompagnati da un mezzo sorriso.
<<Buonasera, Lil Stubborn.>>
Ho un brivido, quella voce calda e bassa non è alla portata di tutti i giorni.
Appoggia appena le sue mani sui miei fianchi per poi lasciare un bacetto sulla guancia.
Noto lo sguardo orgoglioso di Chad che di tanto in tanto si alza furbetti dallo schermo del cellulare, segno di fiducia piena in ciò che Justin compie.
Questa sintonia, qesta pace: l'aspettavo da così tanto.
<<Sei bellissima.>>
Justin mi coglie alla sprovvista sussurrando questo fatidico complimento da me segretamente aspettato.
Faccio scivolare gli occhi sulla sua figura riprodotta dallo specchio e il respiro mi si mozza in gola, è meraviglioso in tutta la sua figura.
I capelli oro tirati indietro, il portamento fiero avvolto nel completo nero ed il petto tatuato celato dalla camicia bianca che cancella ogni traccia dei più svariati tatuaggi ma non quel "Patience" che rimane fermo lì a chiedere mille baci.
Con qualche frase di circostanza, con delle presentazioni al volo ci liberiamo di mia zia per poi correre subito in camera mia.
<<Senza di me, uscite senza di me.>>
Chad ci fulmina con lo sguardo.
Li guardo entrambi appoggiata allo stipite della finestra mentre fumano beatamente sul mio terrazzino.
Il cielo è nuvoloso, come se quelle nubi abbiano deciso di oscurare tutta la bellezza presente nella volta celeste.
<<Quando la piantate di fumare?>>
Evado la conversazione perché noto già un sorrisetto sarcastico affiorare sulla bocca di Justin: sarebbe capace di spiattellare tutti i nostri baci e vantarsi spudoratamente solo per il gusto di vedermi arrossire e completamente presa da lui.
<<Va bene, questa me la segno.>>
Il rosso si disfa del mozzicone mettendo su il broncio, mi fa tenerezza: metà ragazzo, metà uomo con le spalle rivolte al mare e una sensibilità sproporzionata per un cuore solo.
Lo raggiungo per abbracciarlo forte.
Justin sembra avere un fremito eppure noto come una scintilla di orgoglio farsi strada in quegli occhioni color caramello: se oggi siamo qui e possiamo vivere serenamente assieme è in parte grazie al suo cambiamento.
<<Non sciupare il mio migliore amico.>>
Sbuffa rivolto a me, lasciando andare una nuvoletta di fumo: guardo quelle labbra come una dannata.
Come sempre se ne accorge, ma davanti a Chad ci sentiamo entrambi molto frenati.
Non è solo la mia impressione.
<<Che c'è ho qualcosa qui?>> dice passandosi le dita sulle labbra soffici.
Il suo sguardo diventa birichino, vuole provocarmi ed io non sono qui per accettare.
<<Oh Bieber, le tue labbra sono una favola!>> commenta Chad in falsetto.
Ridiamo di gusto, così che le nostre risate si mescolino ben presto al canto senza fine delle cicale.
Spintono entrambi, per poi rientrare e dare gli ultimi colpi al mio outfit.
Mi improfumo alla perfezione, guardando a malapena la palette che mi invita a ritoccare il trucco: sono sempre stata una persona incline al perfezionismo, odio essere impresentabile e questo porta ad un eccessivo stress durante i preparativi.
Uno, due e tre.
Tre piccoli baci lungo il collo mentre delle braccia tatuate mi stringono forte, forte tra di loro.
I muscoli si sciolgono totalmente, quindi ne approfitto per reclinare il capo sul spalla di Justin guardandoci attraverso lo specchio: i suoi capelli nell'incavo del collo e il mio volto estasiato, seguo il movimento delle labbra rapita.
<<Tua zia ci ha chiamati.>>
Annuisco, preparandomi psicologicamente a una serata movimentata e per nulla facile.
Nel momento in cui varco la soglia della sala da pranzo ,in realtà, penso a due sole cose: come mettere Ko i discorsi invadenti e soprattutto a come difendere il più possibile i miei due amici.
<<La nostra bambina!!!>>
Un urlo in francese mi sorprende in fallo, è stato zio Matthew.
Zia Anne mi viene subito incontro nel suo abito nero, accollato quanto basta e decorato , ovviamente, in pizzo.
Il naso a patata, gli occhi piccoli e i lineamenti mascolini sono coronati da un ammasso di boccoli nero corvino che la rendono riconoscibile a miglia di distanza.
Sento la mia mano venire stretta da Bieber, probabilmente in fase di catalessi.
Zio, al contrario, è un uomo meraviglioso.
I lisci capelli biondi, gli occhi verdi e la bocca carnosa l'hanno reso preda di molte in età oramai passata.
<<Petit Belle!>>
Mia cugina Ophelia ha sempre voluto marcare sulla differenza di età che ci divide.
È sì, leggermente più grande di me avendo 18 anni ma cerebralmente meno attiva: snob, bruttina dal padre ha preso gli occhi e il colore stupendo dei capelli ma i lineamenti son tutti della madre.
Tra di noi non il feeling è finito all'età di 7 anni quando si divertì a buttare nel caminetto i vestiti delle mie bambole perché oramai "fuori moda".
<<Ophelia! Quanto tempo.>>
Mia cugina tuttavia punta subito gli occhi vispi sui due accompagnatori ed in particolare su Chad le cui lentiggini sono diventate un tutt'uno con il rosso della sua faccia imbarazzata.
<<Justin Bieber e Chad Scott, alcuni dei miei amici.>>
L'entrata degli antipasti ci fa subito accomodare a tavola, fortunatamente.
Justin siede affianco a me, alla mia sinistra mentre Chad alla mia destra e difronte a quest'ultimo Ophelia.
Durante le prime due portate i discorsi tra noi giovani vertono su sentieri battuti del tipo la scuola, l'età...
Sebbene Justin abbia una parlantina sciolta, noto da subito come cerchi di evitare qualsiasi contatto visivo con mia cugina e come si nascosto rotei gli occhi durante i suoi interventi in un inglese un po' stentato.
Più volte durante le discussioni Justin ha cercato la mia mano e più volte si è ritrovato a sbuffare nel fazzoletto chiedendomi insistentemente di sgattaiolare via con la scusa del bagno o meglio andare in qualsiasi altro posto.
Ophelia dal canto suo non ha mai riposto speranze in Justin, ciò non toglie che lo abbia guardato ed anche tanto: piegatasi per riprendere il tovagliolo cadutole ha probabilmente notato la mano di Justin adagiata sulla mia gamba e quindi una volta rialzatasi mi ha subito dedicato uno sguardo malizioso.
Ho cercato di ignorare il modo impaziente in cui si gongolava nel vestito verde acqua nel momento in cui Justin si piegava al mio orecchio per sussurrarmi qualcosa ed ancora mi sono sentita terribilmente in colpa dal momento che ben presto il fulcro delle sue attenzioni sia diventato Chad.
<<Dille si smetterla!>>
Justin sussurra l'ennesima frase lamentosa al mio orecchio nel momento in cui Ophelia serve dell'altro vino a Chad.
Il rosso ha gli occhi lucidi e già da un pezzo trascina le vocali e la riempie di complimenti, giocherellando con i capelli a caschetto di lei.
<<Non credi sia troppo?>>
Azzardo rivolta a lei, di tutta risposta assume un'espressione da angioletto e nasconde il trionfo dietro un sorso di vino rosso.
<<Tua cugina è tres Jolie...>>
Chad alza il calice in un altro dei suoi pseudo brindisi in onore dell'ospite.
<<Come apprendi in frettaaaa.>>
Cigola lei, stampandole un bacio sulla guancia per poi guadagnarsi un'occhiata torva di Justin.
<<Suvvia pensavo fossi il fidanzato di mia cugina, non il guardiano di questo bel garçon.>>
Gli occhi le brillano, mi chiedo come i genitori possano lasciarla fare ma ricordo quanto siano incentrati su di loro, sui loro affari motivo per il quale ora stanno assillando zia Margaret anche lei brilla a furia di dover mandare giù assieme al vino grosse stronzate sparate da zia Anne.
Sento la dita di Justin affondare nella carne della mia coscia, segno di nervosismo e ovviamente di autocontrollo.
Poso la mia mano sulla sua, cercando di rassicurarlo ma sono subito presa alla sprovvista da zio Matthew:
<<E così tu sei il ragazzo di Belle?>>
Che sciocchezza, ma da dove salta fuori?
Non hanno mai saputo farsi gli affari loro, bramano questo giorno da secoli al fine di poter poi criticare indisturbati le mie scelte.
<< Sì, si tengono per mano!>>
Continua a pigolare mia cugina battendo le mani contenta, è insopportabile vorrei tanto tapparle quell grossa bocca sgraziata e visto lo sguardo di fuoco di Justin capisco di non esse l'unica.
Chad è un po' spaesato, lo noto tuttavia riesce a dare forza all'amico attraverso un linguaggio non verbale.
<<Sono solo un amico, davvero.>> risponde quindi Juss.
Noto le sue guance colorirsi sotto lo sguardo insistente di mio zio, uno sguardo perso e incolore dovuto dal troppo alcol ingerito.
<<Sei un bel ragazzo, come del resto il tuo compagno.>>
La conversazione ricade nuovamente su Chad che di tutta risposta ha una parlantina vivace, talvolta ci lancia degli sguardi ma percependo il nostro stato d'ansia si limita a richiamare Ophelia ogni qual volta voglia ,anche solo minimamente, conversare con noi.
<<Ti vedo taciturna, Belle.>>
Osserva lei facendo saettare lo sguardo tra me e il biondo al mio fianco, vorrei che quegli occhi verdi si fermassero perché Justin li ha già captati: non passa inosservata.
<<Lei è molto riservata.>>
La voce di Justin è leggermente irritata e non lo nasconde, con le unghia ancora conficcate nella mia pelle e lo sguardo minaccioso la inchioda al suo posto o almeno così pensa.
<<Credi di conoscerla, eh? Una scemenza che dite voi uomini!
È una tipetta particolare, sinceramente è molto cambiata da qualche anno fa: sapete era timidissima.>>
Il sorrisetto di Ophelia è sbieco come sempre.
Rabbrividisco.
Non ho granché da nascondere se non le mie debolezze, noto lo sguardo invidioso e maligno di mia cugina posarsi su di me pronto a portare a galla vecchie situazioni, aneddoti sepolti negli angoli più bui della mia memoria.
<< Non vedo cosa me ne possa...>>
La rabbia monta negli occhi di Justin, la mia mano sopra la sua lo frena assieme all'istinto protettivo di Chad.
<< Justin ha ragione, noi non vogliamo sapere di lei, piuttosto di te...>>
Il rosso riesce a salvarci tutti in calcio d'angolo, creando una specie di bolla che risucchia lui e Ophelia in discussioni a noi inaccessibili.
<<Non li finisci?>> domando rivolta a Juss intento a guardare imbronciato i calamari nel piatto, gioca con il sughetto disegnando qua e là dei cerchietti con la forchetta ancora immacolata.
Scuote il capo evitando il contatto visivo proprio come un bimbo capriccioso.
Di nascosto scambiamo i piatti e divoro la sua razione.
<<Hai appetito, noto!>>
Mi punzecchia lungo il fianco, per poi giocare con la mano lungo la mia schiena al fine di regalarmi piccoli brividi.
Non posso ignorarlo un secondo, non appena mi chiamano dall'altro lato della tavolata lui cominci a lanciare frecciatine ad Ophelia oppure giocherella invano con i miei capelli sfinendomi.
<<Che caldo!>>
Esclamo nel momento in cui mia cugina mi serve l'ennesimo bicchiere di vino rosso.
<<Ti farò divertire come non mai stasera, aspetta! Ci libereremo di questi vecchietti e poi, ah...! Sai dovresti venire a Marsiglia ad Agosto, almeno per due settimane.. Ma forse mia madre c'ha già pensato... Mamma hai i biglietti in borsa?>>
Sento Justin irrigidirsi nel preciso istante in cui viene nominata l'ipotesi di un futuro viaggio, o forse è quello che il mio subconscio vuole credere.
Lascio cadere la discussione concentrandomi sul vino rosso, tuttavia dopo un primo lungo sorso Juss strappa il calice dalle mie mani bevendone il contenuto.
Metto su il broncio, ignorandolo.
Saranno passati 15 minuti da quando presto attenzione ai discorsi senza senso di Chad ed Ophelia piuttosto che alle marachelle di Justin.
Ho persino scacciato la sua mano dalla mia coscia riprendendo quella che era la facoltà di muovermi liberamente.
Non so perché ma amo stuzzicarlo, è imprevedibile e fa parte del nostro gioco.
<<Hai ancora caldo?>>
Sento un flebile sussurro appena sopra il collo, mentre la sua mano scende lungo la schiena disegnando scie di gelo con un cubetto di ghiaccio rubato dal secchiello per il vino.
<<Justin!>>
Strillo facendo si che tutti si girino in nostra direzione, sono tutti lì a guardarci con sguardi interrogativi soffermandosi per qualche istante con bocche spalancate sul mio vestito.
<<Ti accompagno alla toilette, Chad aspettami.>>
Ophelia si alza di scatto come se a chiamarla fosse stato il dovere femminile, la vedo barcollare sui tacchi a spillo ma tralascio senza commentare sapendo che la renderei solo isterica.
Il bagno a pian terreno non è molto spazioso quindi ci ritroviamo spiaccicate l'una addosso all'altra mentre Ophelia tenta, perché son più le volte che scoppia a ridere piuttosto che rendersi utile, di ripulirmi con un asciugamano.
<< Che peccato il vestito si è un po' sporcato.>>
So che si asciugherà, non mi interessa granché del vestito.
<<Tra te e il biondino?>>
Domanda maliziosa, la vedo barcollare nel tentativo di appoggiare una gamba sulla tazza del water.
La mantengo in equilibrio, la vedo molto fragile e soprattutto vuota, come se le mancasse qualcosa e quel qualcosa lo ricercasse in un bicchiere di vino rosso, in un atteggiamento da donna matura che non può avere.
Sistema le calze autoreggenti, ed il rossetto rosso provocante guardandomi con una smorfia di malinconia.
<<Ti chiedi come sono arrivata qua? Come Ophelia viziata sia arrivata qua? Lo vedo questo tuo sguardo asettico.
Mi sono sempre domandata quali problemi ti ti facessi quando scappavi dalle persone: come me stavi bene economicamente, eri una bella ragazza ma soprattutto avevi ed hai tutt'oggi una famiglia alle spalle di quelle che non ti comprano una bambola ogni giorno per supplire ad una mancanza di affetto.>>
Aspetto che scoppi a piangere invece apre la borsetta e ne estrae del fard o terra o qualcosa del genere.
<<Da piccola ti ho odiata per le trecce sempre ordinate fatte da tua madre e non dalla baby sitter, per i baci ogni due per tre e la ninna nanna assicurata.
Ora mi sei indifferente, ti vedo sempre più persa mentre io gioco a fare la donna.
E ci riesco.>>
Finisce di ritoccare la maschera che indossa dall'età di tredici anni quando la madre le diede libero accesso al mondo della vanità.
<<Detto ciò non prendertela, ho da dirti due cose: il rosso è mio, cercherò di appartarmici, e riguardo al biondo non mi fiderei se fossi in te.>>
Esce barcollante, lasciandomi sola con mille interrogativi: credo che questa sia stata la prima vera conversazione avuta con mia cugina, la mia cuginetta tutta strilli e lamenti.
<<E qui aveva quattro anni, era fissata con questo vestitino me lo ricordo ancora oggi.>>
Mia zia Margaret urla su di giri.
Nel momento in cui varco la porta sento il respiro mozzarmisi in gola e con lui i pensieri svanire.
Trovo Justin circondato da tutti i commensali con in braccio un grosso album fotografico, che ricordo essere l'album che mia madre regalò a zia Margaret il giorno del mio decimo compleanno.
Credo che mai più scorderò il suo volto: il modo in cui le guance sono colorite, le ciglia che fremono, le sopracciglia unite in un'espressione concentrata eppure quei polpastrelli che accarezzano le foto e i miei lineamenti di tenera bimba rimandano a un momento di intimità con il passato che va oltre agli schiamazzi dei miei familiari.
<<Che succede qui?>> domando imbarazzata.
Non credevo fosse così pericoloso portare degli amici a cena con me, ma ho come l'impressione che dovrò farci l'abitudine.
<<Ti stanno sputtanando..>> strilla Ophelia, brandendo in aria il suo bicchiere.
<<Sta zitta, sciocca.>> l'apostrofa la madre concentrata al pari di Juss sulle mie foto, a suo modo infatti deve giudicare silenziosamente quanto fossero stati brutti i vestiti da me indossati.
<<Qui invece mangiava lo zucchero filato per la prima volta.>>
Sbianco al ricordo della mia faccia immersa in quella montagna rosa, eppure arrossisco nel momento in cui noto Justin sorridere e poi alzare piano lo sguardo in mia direzione.
L'attimo che si ferma.
"Sei bellissima", mima con le labbra.
Credo sia stato un abbaglio, posso essermi sbagliata ma c'è sempre uno spiraglio di luce nella mia vita e quello ,che compare sempre quando il cielo è in burrasca, sono solita chiamarlo zia Margaret.
<<Puoi dirlo ad alta voce, è ed era stupenda.>>
Trilla per poi smontare il teatrino creatosi strappandogli l'album dalle mani di Juss.
<<E ora il dessert.>> acclama zia Anne.
Mi avvicino lentamente a Justin, sento sguardi furtivi di tutti, di troppi puntati addosso eppure mi va.
Non appena mi vede a pochi centimetri dal suo corpo s'alza di scatto per abbracciarmi, ed io finisco con lo scordare tutto in quelle braccia forti.
Il discorso senza senso di mia cugina, il ghiaccio nel vestito, il dessert... insomma tutto persino di respirare presa come sono dal trattenere il più possibile dentro me il suo profumo.
<<Noi usciamo!>> mia cugina afferra entrambi, trascinadoci in giardino sotto un bagno di luce lunare.
Chad è completamente preso da Ophelia: scherzano, ridono e si divertono a bordo piscina svestendosi.
Sono due personaggi con molto dentro e poche persone con cui parlare.
<<Ma che combinano?>> fa Justin stendendosi pensieroso affianco a me, su questa sedia a sdraio sufficientemente grande per chi come noi piace restare avvinghiati.
<<Chi se ne frega, sono liberi!>>
Sento a malapena gli schizzi d'acqua, le urla e gli schiamazzi e poi le risa.
Sono troppo concentrata in quegli occhi ambra, in questo respiro regolare che sembra essere sincronizzato al mio e sono completamente presa dal suo labbro inferiore che mordicchia in continuazione.
Smette finalmente di guardarli e si concentra su me, sembra che abbia capito il significato delle mie parole: sono loro, con l'alcol nelle vene e la testa tutt'altra parte ma sono loro e solo loro così come noi ora.
Siamo tutti e quattro isolati ma allo stesso tempo un po' meno soli.
Posa una mano sul mio volto accarezzando le guance con quei pollici che osano appena sfiorarmi.
<<Sai, le nuvole si sono diradate.>>
Fa osservando il cielo appena sopra noi, è combattuto sul se guardare i miei occhi e condurli fino in alto o semplicemente ammirare le stelle.
<<È stupendo.>>
Con una mano scende lungo la mia vita, poi più giù lungo la mia gamba fino al lembo del vestito che afferra con delicatezza.
Lo tira su piano cercando di adattare a quella agonia le parole di un suo ipotetico discorso.
<<E pensare che sono stati compiuti mille viaggi seguendo le stelle, si ci affidava a loro perché erano belle e misteriose, tutto e niente.
Maestre di vita lungimiranti, compagne quando tutto intorno era un interrogativo, fatte della nostra materia anche solo inconsciamente.>>
Traccia ipotetiche rotte di navigazione sulla pelle nuda della mia gamba, guardando rapito il gioco di luce che la luna compie con maestria mescolando l'abbronzatura ad ombre appena bianche.
<<Così io penso che la cosa più bella da dire ad una persona sia "sei il mio Lucifero."
No, non Lucifero quello che intendi tu.
Lucifero era Venere, il pianeta più splendente quello che guidava i marinai quando le acque erano serena così come quando il mare era in tempesta, quello che svegliava di mattina gli uomini sulla terra e avvisava che ci fosse un nuovo giorno da vivere, con il nome Stella del Mattino, e una nuova notte in cui sperare, assumendo il nome di Stella della Sera.>>
Sorride della mia espressione un po' contraddetta, eppure so già dove vuole arrivare avendo intrapreso studi classici.
<<Lucifero significa...>>
Lo interrompo subito per poi procedere assieme a lui nello scandire la fatidica sentenza.
<<Portatore di luce.>>
Lascia cadere la sua fronte contro la mia mentre io vengo man mano tirata nel sonno.
Sento le sue mani vellutate lasciar andare la stoffa e i centimetri di pelle scoperta perché tutto il corpo ora verte con un unico grande slancio alle mie labbra.
Mi bacia con passione, con violenza, qualsiasi cosa che non sia paragonabile a qualcosa di umano.
Lontano sento gli spruzzi, i tonfi di corpi che cadono in acqua e le grida di voci che hanno preso a vivere.
E noi? Nella mia testa è tutto un altro film.
Noi sperduti chissà su quale collina di ciliegi, magari a marzo con Lucio Battisti che canta a ripetizione continua: cos'è rimasto infondo agli occhi tuoi? La fiamma è spenta o è accesa?
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Spazio Autrice:
Scusate la lunghezza! Spero il capitolo vi sia piaciuto.
Cosa pensate della figura di Ophelia? Perché Ophelia ritiene Justin pericoloso?
Troverete la foto del vestito di Belle su Instagram (page shadows._wattpad) poiché per motivi di estetica ho preferito non inserire la foto qui.
Un bacio tesoriiii e soprattutto spero di essere di compagnia a tutti voi sotto l'ombrellone.🌸
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