21.| Cuddles.
<<Muovetevi.>>
Urla mia zia mentre corriamo su per le scale ridendo a crepapelle.
Sento le braccia di Juss intorno alla vita, mi volto di scatto giusto in tempo per sentire un bacio schioccarsi sulla mia guancia.
Ci precipitiamo a rotta di collo verso la camera da letto, appena dentro richiudo il passaggio alle mie spalle accasciandomi a terra ancora addossata alla porta.
Justin completamente sdraiato a terra ride come un pazzo, è bagnatissimo e le goccioline si divertono a tracciare qua e là lunghe scie sul volto.
Striscia in mia direzione con quegli occhi calamitali, pronti ad attrarre sempre di più.
<<Ancora ridi?>> chiede ansimando.
Ridacchio annuendo senza staccare gli occhi dai suoi accesi da una scintilla di infantilismo.
Raggiungendomi si lascia cadere affianco a me con il fiatone, reclina la testa e resta così con gli occhi arrossati e la bocca schiusa cercando di ritornare in sè.
Dei colpi improvvisi alla porta mi fanno sobbalzare provocando una risata isterica di Juss.
<<Aprite.>>
La voce di zia si incrina: il tono autoritario non è il suo forte.
Una volta tiratici su la porta si spalanca, zia Margaret con volto tirato mi porge un telo da doccia.
Justin è totalmente in imbarazzo, tira subito via le mani appoggiate sui miei fianchi cercando di decifrare lo sguardo inespressivo di zia.
Si passa una mano fra i capelli noncurante del fatto che questo gesto sia per me una tortura, sempre.
<<Se fossi in te mi farei un bagno caldo.>> zia Margaret è chiaramente rivolta a Justin, il suo dito è fermo a mezz'aria e lo condanna mentre lui arrossisce.
<<Non datemi più problemi per favore.>>
Conclude trucidandomi con uno sguardo.
Corre a badare i fornelli lasciando che la porta si richiuda con violenza dietro sè, Justin butta fuori tutta l'aria fino ad ora trattenuta con ansia.
<<Sono uno stupido.>>
Mi abbraccia forte, affondando il volto nei miei capelli per nascondere la vergogna.
Al contatto avverto un brivido un po' per il solletico dei suoi capelli bagnati lungo il mio collo un po' per una strana emozione che si articola lungo la schiena.
<<È stato carino.>>
Lo rassicuro, riesco a malapena a lasciare un bacetto sul collo per via della posizione scomoda ma non mi lascio sfuggire la pelle d'oca che subito affiora e che lo scuote di brividi.
Lo sento sorridere e finisco con il sorriso stampato in faccia anche io.
<<Dove è il bagno? Chiederò a James di portarmi vestiti poi andremo assieme al cento commerciale avevamo promesso di stare con lui e Lena oggi pomeriggio, concilieremo tutto.
Promesso.>>
Justin è una pila elettrica, quel promesso detto con tanta decisione mi fa sentire estremamente amata.
Smanetta con il cellulare, avviando la chiamata mentre siamo intendi ad affacciarci in corridoio.
Lascia andare la mia mano cosicché possa finalmente indicargli la strada, sembra aver afferrato quindi mi schiocca un bacio distratto sulla fronte e si avvia a passo svelto.
Anche io mi rifugio in doccia rimanendovi circa un quarto d'ora non riuscendo a smettere di pensare a tutti quei baci fantasma che ci siamo scambiati.
Continuiamo a baciarci senza neanche essere certi di ciò che siamo e questo è eccitante e spaventoso insieme.
Eccitante perché nel momento in cui accade tutto il resto sfuma ma al contempo stesso spaventoso perché un sentimento non chiaro non apporta responsabilità da ambo le parti.
Appena il vapore rende inagibile l'abitacolo, mi precipito in camera da letto tra un colpo di tosse e l'altro avvolta nel mio accappatoio morbidoso.
Mi sento estremamente a disagio con questo coso ingombrante e per giunta viola indosso mentre nell'altra stanza potrebbe esserci uno dei ragazzi più carini di tutta America.
La mia cabina armadio è un casino, zia è passata e ha lasciato un disordine tale da rendere difficile il ritrovamento di qualsiasi cosa che non siano gonne o vestitini.
Afferro un paio di shorts ed un body rosso, di quelli che si portano molto ultimamente e con su scritto Bae Watch.
<<Belle?>>
La voce di Justin arriva forte e chiara, deve essere entrato in camera poiché sento la porta richiudersi lentamente con un tonfo.
<<Sono in cabina armadio!>> grido di rimando con il dubbio che sia in imbarazzo
ma lui, lui mi ha già trovato.
Sporge il capo dalla porta semiaperta, resta un po' lì a guardarmi con uno strano sorriso stampato in faccia.
È stupendo: le goccioline che gli tracciano il volto e si incastrano nelle lunghe e folte ciglia, i capelli tirati all'indietro dalle mille sfumature di biondo e la pelle abbronzata che accentua quegli zigomi e poi le labbra, due ciliegie rosse...
<<Devi asciugarmi i capelli, ti prego.>>
Mi implora letteralmente con gli occhi, cosa devo fare? Non posso che annuire.
<<Sì, va bene.>>
Continuo a rigirarmi fra le mani i capi da me scelti in attesa che la porta venga richiusa e che Justin se ne vada, ma evidentemente non sono questi i suoi piani.
<<Justin, potresti andare di là?>>
Mi volto in sua direzione, continua a starsene lì inebetito.
<<Mi scoccio.>> fa con tono lamentoso.
<<Aspetta.>> ordino.
Sbuffa, richiudendo la porta alle spalle ma un attimo dopo è già riaperta e i suoi occhioni sono fissi su di me con fare birichino.
<<Cosa c'è?>>
brandisco una gruccia in sua direzione con fare meschino.
<<Bel colore.>>
Indica il mio accappatoio ed io prendo letteralmente fuoco, noto come una sua semplice risatina possa illuminargli il volto e finire con il corrompere i miei pensieri.
<<Fammi indovinare, il tuo preferito?>>
Domando esasperata e lui dal suo canto fa subito cenno di sì.
<<Non mi interessa, lasciami vestireeee.>>
Rotea gli occhi, per poi fare la linguaccia ma il mio sguardo in tutto ciò non vede altro che labbra rosso sangue e occhi color caramello.
È il mio bimbo preferito, non si discute.
Indosso velocemente i vestiti prescelti, preparandomi psicologicamente a sopportare Juss.
Nel momento in cui esco viene difficile non avvampare: se ne sta lì, sdraiato sul mio letto abbracciato ai cuscini con l'asciugamano stretto in vita e il busto dorato impreziosito da tatuaggi, scolpito da quegli addominali perfetti.
Intendo a fare zapping fra canali a caso non appena nota la mia presenza allarga le braccia e spara un sorriso smagliante.
<<Vieni qui.>>
Quel sorriso è tutto, davvero.
Accarezzo i suoi capelli con tocco leggero, tuttavia non mi sdraio accanto a lui.
Si lamenta infastidito provando ad attrarmi verso lui, lo schiaffeggio ammonendolo mentre nasconde il viso fra i cuscini per nascondere un sorriso di soddisfazione.
<<James arriva tra poco.>> mi informa con il broncio, si percepisce il suo essere stanco: nel momento in cui gli sfioro le palpebre e si richiudono delicate.
Spegne la televisione per poi sollevarsi e restare in piedi, ritto di fronte a me.
Deglutisco più volte scappando al vaglio di quegli occhi ambra pericolosamente vicini.
Un sorrisetto malefico gli compare sul volto, posso solo immaginare cosa gli possa passare per la testa.
Mi solleva di peso, ridendo di gusto non mi lamento perché devo ammettere c'è dell' intimità in questo nostro eterno giocherellare.
<<Che fai?! Ci stai prendendo l'abitudine.>>
Scuote il capo divertito facendo finta di farmi cadere.
<<Non ci provare!>>
Lo ammonisco affondando le unghia nelle sue braccia forti, di tutta risposta mi becco un bacio tenero tenero sulla clavicola è un piccolo vizio che ha o un nostro piccolo segreto: adora lasciare baci in quel posto, credo lo trovi tenero e irresistibile.
Non appena entriamo nel bagno annesso alla mia cameretta siede paziente sulla tazza del water guardandomi con occhioni di bimbo.
<<Il succhiotto, quello che ti ho fatto, c'è ancora?>> chiede un po' titubante.
Scosto i capelli bagnati mentre mi osservo allo specchio, me ne ero completamente scordata.
Sì, è ancora là ed è stupendo.
Sorridiamo entrambi, lascio scivolare lo sguardo su di lui che mi guarda orgoglioso: tramite il riflesso degli specchi si parla un linguaggio non verbale e si acquista la capacità di godere di piccoli momenti speciali.
Sistemo tutto l'occorrente, avvio il phone e lascio che anche i miei capelli prendano un po' di calore.
Justin si alza di scatto, lo accompagno con lo sguardo finché le sue mani non sono completamente attorno alla mia vita.
È un abbraccio molto carino, tenero.
Mi rigiro nelle sue braccia, trovandomi di fronte a lui.
"State correndo" grida il mio subconscio, ma io preferisco accantonarlo.
Comincio a passare il phone su di lui ma l'operazione "asciuga i capelli di Justin" diventa man mano impossibile.
Intendo a farmi i grattini lungo la schiena mi fa completamente scordare cosa stia facendo tipo mille volte e mille volte ancora vengo scossa da brividi.
Impieghiamo una marea di tempo perché è tutto un lamentarsi dei nodi, di come asciugare il ciuffo e non smette mai ma proprio mai di muoversi e provocarmi o giocherellare con me.
<<Grazie, Lil Stubborn.>>
Lascia un bacio sulla fronte per poi correre via a sdraiarsi sul mio letto.
<<Prego, bimbo!>>
<<Cosa hai detto?!>> chiede mandandomi in confusione.
Nota il mio stato ansioso quindi sorride passandosi la mano tra i capelli.
<<Non arrossire, è tenerissimo.>> ammette.
<<Dai, smettilaaaaa.>>
Lo spingo fuori chiudendo a chiave la porta mentre mi godo la sua risata dall'altro lato sorridendo anche io della situazione creatasi.
<<Guarda che sono ancora qui.>>
Fa bussando con foga, lo lascio fare mentre faccio mente locale per quanto riguarda la mia attuale condizione.
Decido di cambiare qualcosa: asciugo i capelli molto velocemente per poi raccoglierli in trecce alla francese.
Il risultato finale non è affatto male, sicuramente stasera avrò dei capelli mossi molto ordinati senza neanche dovermi sforzare più di tanto.
<<Allora, tra quanto arriva James?>>
Chiedo distrattamente aprendo la porta e oltrepassandolo per intrufolarmi nella cabina armadio alla ricerca di una qualsiasi tracolla.
Mi accovaccio per frugare meglio fra gli scaffali eppure non ho la minima idea di dove possa essere finita la borsetta marroncina che di solito porto di qua e di la.
<<Uffa!>> sbuffo talmente forte dal far ridacchiare Justin che segue praticamente ogni mio passo e sarà ora immobile come un allocco davanti all'entrata.
Continuo le mie ricerche fin quando non vengo bruscamente interrotta, sento infatti qualcosa o meglio qualcuno tirarmi per le trecce.
In pochi minuti mi ritrovo con la testa costretta verso l'alto e due occhi nocciola che mi divorano con quelle pupille dilatate.
Lascio scivolare lo sguardo sul pomo d'adamo e i tatuaggi che si estendono come lingue di fuoco sul petto.
<<Justinnn, mi fai male.>>
Sorride, sinceramente non c'è nulla da sorridere.
Sbuffo e roteo gli occhi al cielo, buon Gesù non farmi sclerare.
<<Smettila di fare il bimbo!>> mi lamento, il collo fa un male cane in questa posizione.
<<Sei molto carina.>>
Mi lascia un bacio sulle labbra, è a stampo ed è semplice ma il suo profumo è forte e deciso e annebbia la vista per qualche istante.
Sorrido contro le sue labbra, se ne accorge quindi decide io premiarmi lasciando un altro piccolo bacetto all'angolo della bocca prima di sparire nuovamente.
<<Cerchi una borsetta?>> domanda dall'altro lato.
<< Sì!!!!>>
Mi precipito da lui, la tiene sollevata in aria con il braccio destro mentre sul viso compare una mezza beffa.
<<Non ci passiamo molti centimetri.>>
Faccio afferrandola, sistemo tutto dentro soprattutto la carta di credito di zia.
<<che peccato.>>
Si ributta sul letto curiosando fra i cassetti, i miei cassetti.
Decido di ignorarlo concentrandomi sulle notifiche di WhatsApp che arrivano a raffica.
Mi butto sul letto, annoiatissima.
Tra i tanti amici che si sono ricordati di me anche un ragazzo, con il quale mi stavo sentendo prima di partire, sembra in vena di coversare.
Nel momento in cui controllo la sua foto WhatsApp mi accorgo quanto lo stare perennemente affianco a Justin mi abbia cambiata: noto subito i piccoli difetti, le cose che non mi attraggono più e sono straordinariamente in conflitto con me stessa come se gli occhi blu del ragazzo perdessero valore paragonati a degli occhi ambra.
<<Chi è?>> fa avvicinandosi.
<<Nessuno.>>
Chiudo la chat, ma al suo occhio di falco non sfuggono i cuoricini e le faccine sebbene non possa capire nulla di quello che c'è scritto.
<<Davide?>>
Il suo italiano mi strappa un sorriso, è così strano sentirlo pronunciare questo nome.
Faccio per aprire bocca ma vengo interrotta, probabilmente ha notato il mio stato ansioso.
<<Non importa, tranquilla.>>
Cala un silenzio imbarazzante, eppure fa ridere. Questa situazione è ilare.
È lui quello che è in una situazione di stallo con Janet, non viceversa.
Zia🌸:
Ragazzi, vi ho fatto io tè!
<<Scendiamo.>> dico, soprappensiero.
Di tutta risposta annuisce, sento il clima più rigido e naturalmente questo non aiuta.
Una volta in salotto troviamo il servizio da te sul tavolino e una coperta sul divano.
Mi ci butto completamente presa da un eccesso di pigrizia, Justin invece sì confina più lontano possibile da me.
<<Potresti venire qui?>> sussurro.
<<Jusss...>>
Mi guarda distrattamente concentrato come è a bere il tè.
<<Chi è Davide?>> si inceppa ancora sul nome, lascio correre.
<<Un ragazzo con cui prima mi frequentavo, nulla di che.>>
Cerco di affogare l'imbarazzo in una tazza di tè.
<<Ora tornerai in Italia quindi probabilmente ti ci vedrai...>>
Ma a cosa pensa? Mi mette malinconia, eppure seguendo questa logica anche lui una volta ripresa la scuola rivedrà Janet e probabilmente ci sarà qualcosa ma non voglio tirarla in ballo.
<<Non so, dipende da tante cose.>>
Vorrei evadere da questa situazione, perché dobbiamo parlarne ora?
<<Ad esempio?>> domanda ancora sulle sue.
<<Sono cambiata molto da quando sto qua.>>
Butto lì, buttando giù un altro sorso.
<<Mi hai cambiata molto anche tu.>>
Ammetto nel preciso istante in cui i suoi occhi si fanno strada in me.
<<È un bene?>> domanda timoroso, vedo il rossore pervaderlo.
<<Chi lo sa, qualcuno una volta mi ha detto di cogliere l'attimo...Staremo a vedere.>>
Finalmente si lascia scorrere affianco a me, avvolgendo entrambi nel plaid.
<<Già, staremo a vedere.>>
Questo discorso mette addosso un sacco d'ansia, come se un pericoloso fosse in agguato dietro l'angolo, celato nell'oscurità, nel nostro eterno incespicare.
Ma Justin è Justin e ricoprendomi di baci su tutto il viso fa passare qualsiasi pensiero.
Come sempre antidoto e veleno.
Spazio Autrice:
Ragazze, scusate l'assenza sono stata una settimana all'estero! Eccomi tornata con questo nuovo capitolo, i due si stanno conoscendo sempre di più condividendo quanto più possibile e tutto sembra cambiato da quell notte a Fort Lauderdale.
Cosa succederà alla cena? Sarà tutto rosa e fiori? Cosa sta maturando tra Justin e Belle?
Nel frattempo potete seguirci sulla nostra page Instagram shadows._wattpad ricca contenuti extra inerenti alla storia!❤️❤️
Un bacio tesoriii!!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top