10.|Face to face.

Song: Take You
Fort Lauderdale ha delle spiagge fantastiche e ad essere sincera non avrei mai pensato di poter rimanere così meravigliata alla vista di questo oro che si protende verso il mare cristallino.

Il volto di Juss illuminato dallo scoppiettare continuo della brace è divino: ogni smorfia assume una sfumatura diversa.
C'è armonia nella compagnia e si nota a primo impatto, ci avviciniamo molto velocemente scansando l'ultimo nugolo di persone alzate.
Non pensavo vi fosse così tanta gente qui, sembra quasi essere un raduno.

Lo sciabordio delle onde mi rapisce, mi ritrovo a fissare la luna sferica specchiarsi nel mare.

Deglutisco appena gli occhi di Justin si alzano su di noi, in quel mare nocciola ci vedo una strana luce.
Ha le mani che scivolano lente sulle corde consumate di una vecchia chitarra.
Provo a distogliere lo sguardo ma sembro essere entrata in un campo magnetico, tutti i miei sensi stanno vertendo in quella direzione.

"So lost, I'm faded." conclude la strofa leccandosi le labbra con i suoi occhi grandi e rossi ancora su di me.

Vengo tirata via con forza da Lena tuttavia i miei occhi non si staccano minimamente da quelli di lui.
La musica viene interrotta, veniemo assalite dai ragazzi esuneranti i quali provano ad afferrare i panini da sbocconcellare.

<<Mi servi, Belle.>> Il tono sufficiente di Justin mi sorprende all' altezza del collo, tra sangue e brividi.

Con il nervosismo a fior di pelle tento di restare il più possibile al passo, non vorrei doverlo ammettere ma è un appiglio in questa calca anonima e non è facile scansare ragazzi già ubriachi intenti ad allungare le mani e ad agitarsi intorno privi di lucidità.

La luce dei fuochi scoppiettanti rimanda immagini di gente di cui non conosco l'identità e che illimitata da bagliori fiochi sembra inquietare.

<<Cosa devo fare?>>
È chino di fronte a me, si muove agile in quel costume blu capace di far risaltare la sua figura snella imperlata di sudore nel mentre l'oscurità lo inghiotte.

I muscoli guizzano sotto sforzo,nello smuovere alcuni oggetti e nel sollevare scatoloni.

<<Nulla, seguimi.>>

è calmo, non lo comprendo come del resto sempre.

Noto qualcosa di diverso nei suoi tratti, come se finalmente qualche brutto pensiero lo abbia lasciato respirare a fondo.

Faccio per prendere uno scatolone ma di tutta risposta ricevo un'occhiata truce.

Vorrei solo rompere questo muro di solitudine che lo divide dal mondo.

Solchiamo la spiaggia bianca via via sempre più deserta, le urla dei gabbiani, l'oceano che borbotta...

<<Justin, lasciati aiutare.>> azzardo nuovamente.

La sua smorfia di dolore muove in me qualcosa che pensavo fosse sepolto ed è proprio questo che mi manda in bestia: dopo tutto il male reciproco dovrei solo gioirne invece del suo dolore me ne faccio carico inconsciamente, cosa che evidentemente lo disturba come anche le mie premure.



<<Lascia stare.>>
Impila gli scatoloni gli uni sopra gli altri poi ,con un gesto filmineo, asciuga il sudore che dalla fronte scivola verso le guance rosso fuoco.

<<Perché mi hai chiamata?>>

I suoi occhi sfuggono il mio sguardo profondo mentre scartati gli involucri della tenda incomincia a sistemare in un angolo i paletti.
Si è ridotto all'ultimo nel montare la sua.

<<Nulla.>>

Mi domando perché, perché continuare a volermi accanto per poi spegnermi.

Non riesco a dare un senso ai suoi modi di fare, non ci riuscirò mai ma ancor di più sono in dubbio su di me.

Io che ,sempre e ripetutamente, mi ostino a ripartire da zero quando potrei lasciarlo ai suoi cruccii, le sue insoddisfazioni.

<<Perché?>> bisbiglio.
Sorride alla mia ennesima domanda.

<<Lo posso sopportare, mi sei odiosa ma lo posso sopportare...>>
Mi sfugge dalle mani dopo aver dato il sacro responso, cosa significano quelle parole? Cosa nascondono?
È tutto così complicato fra di noi, un gioco d'azzardo perenne e pertanto fino a che non si sia lasciata cadere l'ultima carta sul tavolo non vi è risultato o calcolo delle probabilità che tenga, finché la fortuna gira sei salvo ma poi?

<<Mi puoi sopportare?>>
Perché è così complicato dialogare con lui?

<<Sta zitta ed aiutami.>>

<<Oh, no.>> faccio posando quegli strani strumenti sul tessuto della tenda da montare, non mi piace essere zittita.

<<Smettila, Lil Stubborn.>>
Mi prende di sorpresa con del solletico, finisco per rimanere intrappolata nelle sue forti braccia e ridere a crepapelle: abbronzatura e tatuaggi, la mia prigione.
Con uno strattone cadiamo entrambi a terra, ho solo il tempo di chiudere gli occhi ed incrociare i suoi limpidi prima di essere risucchiata dalla sabbia. Buio.

<<Apri gli occhi.>>
fa carezzandomi con il pollice, il tocco è delicato e un po' incerto come se stesse per toccare del fuoco e avesse paura di scottarsi o meglio bruciare.

<<No, ho paura.>> Stringo più forte gli occhi, se la sabbia vi andasse dentro?
Di certo non riuscirei a non arrossire sotto il suo sguardo inquisitore.



<<Dai, Lil Stubborn!>>

<<È bellissimo..>> mi lascio sfuggire in un sussurro, oh di nuovo quel suo sorriso.

<<Lo so già, so di esserlo.>> Non fa ridere, io mi riferivo a tutta questa situazione a quello che avremmo potuto costruire in questi giorni se fosse stato sempre così.

<<Justin...>> mi lamento, posso immaginarmelo mentre aggrotta la fronte e si porta la mano lunga e affusolata fra i capelli ordinandoseli con tanta cura e da questo deduco che sia insicuro anche lui, anzi non lo deduco, lo so per certo.

<<Sei così cattivo con me.>> sussurro con il respiro mozzato, spezzato a metà della gabbia toracica, non so che espressione abbia assunto al momento ma percepisco una risatina in sottofondo.

<<Sei così ingenua, con tutti ma così vera con me.>>
Si tira a sedere lo sento affianco a me, sento quel profumo ancor prima della sabbia che crolla in piccole frane, la sua mano che accarezza i miei capelli per scuotere un po' di sabbia è un contatto inaspettato.

Ricordarmi il suo profumo, come lo senta e lo riconosca subito mi manda su tutte le furie eppure so quanto sia qualcosa di irremovibile: le persone le associ sempre a qualcosa.

<<Vera?>>

<<Libera dagli schemi sociali, forte e sicura di te al punto da diventare una testarda orgogliosa che riesce sempre a trovare il modo per farmi innervosire.>> sussurra lasciando che il suo caldo alito mi accarezzi la pelle.

<<È un male?>>.

<<È strano... Tu sei...non lo so mi irriti.>> continua poi, avverto una voragine divorami tutta, un vuoto.

<< Questo l'ho capito.>>
Guardo lontano, incontro l'oceano calmo che sbuffa a riva è stato fatto per incorniciare tutto, noi.

<<Beh, per quanto tu possa risultarmi antipatica hai comunque voce in capitolo nella mia vita vedila così.>>
L'onestà che arriva e rovina tutto, la realtà delle cose che mi delude ancora una volta, mi colpisce ancora come il primo giorno e come il primo giorno mi allontana ancora.

<<Deve essere difficile...>> dico d'un soffio mentre si passa la mano fra i capelli, è tranquillo e forse pensieroso lo vedo da quella sua espressione crucciata.
<<Cosa?>>

I suoi occhi sono nei miei, pronti a sembrarmi.

<<Odiare chi non ti ha mai fatto niente, allontanare chi vorrebbe starti accanto, vivere di solitudine però avere tanto dentro, perdersi nei propri pensieri e poi accusare altri. Non ti capisco, Justin, ma il vero male sta nel fatto che mi ostini a volerti capire.>>
Arrossisco violentemente ma ecco il mio lato della medaglia, come io vedo lui, come lui influenza il mio umore.

<<Non mi conosci...>>

<<Justin, neanche tu conosci me e ,credimi, è inutile ripetere sempre "tu sei" perché con te sono solo ciò che voglio essere, non puoi basarti sulla prima impressione. Non sono in un catalogo, sei tu che mi hai catalogato.>> lo interrompo, ho alzato esponenzialmente la voce ma lui è ancora affianco a me, impassibile, impercettibile.

<<Quindi non ci conosciamo? Siamo estranei?>> chiede mordendosi il labbro lentamente e giocandovi un po' , mi ritrovo a fissare spudoratamente quelle labbra carnose e rosee.

<<Non lo so, non siamo compatibili sarebbe meglio se ci ignorassimo, tu non vuoi che io mi ostini a provare ad essere amici.>> confesso.

Mi alzo pronta a buttarmi a mare, pronta a lasciarmelo dietro ma ad ogni mio orma sulla battigia ne corrisponde una sua: ripercorre i miei stessi passi, mi guarda camminare, sento il suo sguardo fisso su me e brucia più dei falò li infondo, e dona sicurezza ed innesca reazioni violente in me senza neanche chiedere il permesso, come sempre.

Il mare è così piatto che viene naturale entrarci dentro e nuotare.
Decido di fare alcuni passettini in avanti, lascio che il mio corpo scivoli nell'acqua calda bagnandomi totalmente le gambe.

Il pareo si alza fin sopra la vita e ondeggia, mi ritrovo a fissare la luna quasi incantata: i suoi tratti perfettamente valorizzati dalla luce, la scia del suo abito sul mare rende tutto così meraviglioso.

Sciolgo i boccoli sulle spalle e lascio che la brezza me li pettini a modo suo, che questo senso di pace mi pervada.

<< E se fossimo solo molto simili?>> si tuffa cosicché gli schizzi mi inondino facendomi rabbrividire.

<<Non cambia molto, siamo sempre in lotta non vedi? >> mi sfilo il pareo sotto il suo sguardo attento, sono già molto rossa per l'imbarazzo e non potrei sentirmi più timida di ora mentre i suoi occhi ripercorrono spudoratamente il mio corpo senza ombra di giudizio ma solo voglia di scoprire.

Faccio un passo verso lui, teoricamente mi sto fidando.
Non dovrei, non dovremmo essere di nuovo qui.
Mi guarda con quegli occhi calamitali, sorridendo appena qualcosa in tutto ciò mi dice che ci siamo mancati.

<<Che fai?>> chiede.
Sono pericolosamente vicina a lui, le sue mani si posano esitanti sui miei fianchi, poi li afferrano decisi, la sua calda voce mista alla sua fragranza mi accarezzano il lobo dell'orecchio.
Poggio la testa sulla sua spalla.

<< Scusa.>>
Il suo corpo sembra chiamarmi, il modo in cui l'acqua si smuove intorno a lui giocando con l'inchiostro dei tatuaggi mi manda in confusione.

<< Sei come le altre Lil Stubborn, ritorni sempre da me, ti attraggo per quanto possa ferirti.>>

<<No, non contarci. Resti antipatico ma io sono stanca, sto solo cercando un po' di pace, un armistizio. Ti prego, dopo questo momento ignoriamoci, facciamo la pace ed ignoriamoci.>>
Avverto il mio corpo cosparso di brividi e pelle d'oca fra le sue forti braccia, il nero dei suoi tatuaggi si confonde al nero dell'acqua e tutto, tutto intorno a noi sa di oscurità.

<<Non posso ignorarti, Belle.>> mi attira ancora di più a sé senza distogliere le sue pupille dalle mie, sono nella sua morsa.
Mi irrigidisco tutta mentre mi abbraccia, mi irrigidisco perché non lo voglio: io voglio chiarire dubbi, voglio avere il tempo per riflettere ma soprattutto voglio stargli lontana perché mi influenza fin troppo.
Non voglio questo, non più perché ne ho paura.

<<Perché? Cosa significa Justin, perché mi vuoi torturare così? Tutte le mie insicurezze prendono vita con te e tu lo sai.>> Poggio le mie mani sulle sue, lo sento rabbrividire schiavo di questo contatto inaspettato.

<< Ti ho odiata a pelle, devo scoprire cosa in te non va.>>
Nonostante la durezza di queste parole si stringe ancora di più al mio corpo in un saldo abbraccio, perché il cuore batte così forte? Sto per andare a fondo con i pensieri, con le emozioni mentre mi possiede nelle sue braccia eppure non capisco il perché, come siamo arrivati a questo come io possa essere tanto tesa per qualcuno che non è niente per me.

<< Justin, ti prego.>> gli lascio un bacio bagnato sul collo, sento la sua pelle diventare d'oca sotto un brivido poi un mugugno.

<<Belle...>> sospira cingendomi ancora più saldamente mentre io avvolgo le gambe intorno alla sua vita lasciando che il suo naso solletichi la mia pelle.
Ritorno di fronte a lui, non riesco a sostenere il suo sguardo ma non perché sia timida o altro ma per via delle sue labbra: le inumidisce passandovi la lingua, poi le morde di scatto, è una tortura senza fine.

<<Cosa c'è Belle?>> mi ha colta in flagrante, non posso negarlo ma l'istinto prevarica nuovamente sul buon senso ed io appoggio le dita su di esse.

<<Belle...>> Mi piace vederlo perso, mi piace vederlo al limite, alle strette come me che ogni giorno vivo al suo fianco l'ansia di averci a che fare.

Stampo un bacio all'angolo della bocca, vi indugio senza ritegno ma del resto lui non mi allontana anzi i suoi occhi rispondono subito al mio comando e si chiudono delicatamente appena la mia bocca entra in contatto con la sua pelle.

Sembra arreso, sembro vincere.
Le sue mani mi accarezzano la pelle, la sua voce così arresa e mentre ho io controllo sulla sua mente è irresistibile, le labbra sfiorano il mio lobo e potrei giurare di aver sentito un bacio: è tutto così intimo.

<<Cos'era?>> la sua voce è roca, interrotta mentre mi stringe più forte, sempre più forte a lui appoggiando la mole tagliente al mio capo, lascio scivolare una mano fra i suoi capelli oro e ci giocherello.

<<Un bacio che racchiude la mia voglia di pace, di tranquillità, di sentirmi abbastanza per chiunque intorno a me.>> sorride leggermente, lo noto.

<<Non sono male, vero?>> Dico lasciando un altro bacio sul collo.
Lo vedo in estasi.
Lo sento dal suo cuore, lui sta provando un po' di ansia, voglia di andare oltre eppure insicurezza.

<< Non ti serve fare questo per conquistare la mia stima, Belle.>>
Accarezza la mia schiena, cosa è questa dolcezza? Pura attrazione? Le sue pupille dilatate e le labbra socchiuse miun po' di ragione, che mi stia trovando irresistibile.

<< Tu dici?>>
Traccio con i pollici i suoi lineamenti mentre mi guarda con quel suo mezzo sorriso furbo.

<< Ho io in mano il gioco, allora...>> ci immerge entrambi tenendomi ancora saldamente in braccio, l'acqua mi fa rabbrividire e mugolare indispettita.
Sento un bacio sulla fronte umido ma non costretto mentre la sua mano giocherella con i miei fianchi pizzicandoli e facendomi rabbrividire ogni secondo di più.
Non dovrei dirlo ma adoro questo momento di complicità, di pace, di noi così come siamo senza muri.

<<Allora cosa? Sono stanca di litigare, ti prego!>> risfioro la sua bocca con l'indice ma lui lo morde divertito.

<<Sei un bimbo.>> lo rimprovero scompigliandogli i capelli dorati, gli piace questo contatto lo avverto.

<< Nah, tu lo sei e non toccare i capelli!!!>> mi sculaccia facendomi sentire a disagio quando la sua mano rimane lì immobile, lo nota subito, lo so ma vuole mettermi alla prova.

<<Ti vedo tesa...>>

Andiamo Justin, lo sai bene perché.
Deglutisco lasciando vagare lo sguardo sulla battigia, sulle ombre che ci fissano.

<<Siamo osservati.>>

<< Merda.>> esclama allontanandosi veloce, lasciandomi lì così: nei polmoni il suo profumo, sulla pelle il suo respiro.

<< Ah, Belle?>>.

<<Cosa Justin?>> chiedo esasperata.

<< Non è stato nulla.>> mi ammonisce ma sappiamo entrambi di star tradendo reciprocamente la nostra coscienza.

Cosa ho combinato? Un disastro che fa venire il batticuore e le lacrime agli occhi, siamo entrambi senza dignità ora? Sarà, però ora siamo entrambi nudi, le sue ombre le conosco, lui le mie ci resta solo decidere se fare guerra o cedere con armistizio volontario.

Esco veloce dall'acqua lasciandomi dietro la scia del suo profumo, il suo contatto malato, tutto quello che mi ha ferito da primo giorno che ho toccato, ciò che non è mio e che non sento appartenermi, ciò che dovrebbe essermi estraneo.
Mi muovo tra i ragazzi scansando mani, afferrando sorrisi con la stessa paura che avevo da bimba quando spegnevo la luce e dovevo correre a letto: mi guardano tutti, scavano in questo corpo bagnato, trovano tracce di coscienza mai svelate... mi sento completamente nuda.

Raggiungo gli altri e lascio il fupco illuminarmi il volto e riscaldarmi queste gambe tremanti: l'acqua è gelida al contatto con la notte.
Chad sorride e allarga le braccia per accogliermici dentro come se ci conoscessimo da tempo, come se capisse sempre tutto: deve essere un ragazzo buono, spigliato abbastanza naturale, uno di quelli che hanno bisogno di uno sguardo per penetrarti dentro che sono ,probabilmente, l'incarnazione della sensibilità.
Mi ci butto dentro lasciandomi cadere completamente sulla sabbia che mi striscia i ginocchi, mi graffia, sevizie di pensieri.

"So, so che tu mi vuoi... affianco a te." Sussurro, anche le acque ora sanno.
"Chi sono io per te?". vuoto.

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Spazio Autrice:
Mi scuso se in seguito a questo capitolo gli ospedali abbiano ricevuto molteplici casi di emergenza, spero solo che non sia stato coinvolto anche il reparto neurologia e che non sia invaso da gente soggetta a scleri su personaggi, fatti e azioni. 😂
Ammetto che scrivere questo capitolo sia stato meraviglioso e che tutta questa atmosfera mi abbia fatto sclerare molto, abbiamo notevolmente diminuito le distanze tra questi due.
Scusate, ho pubblicato il capitolo in anticipo ma sarò occupata e stasera non riuscirei.😔

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