1.|Nightmares.


In sogno:

"Nero, nero che mi inghiotte.

Cammino in questa natura morta che assomiglia tanto ad un bosco o almeno questo posso intuire volgendo lo sguardo verso l'alto dove rami spogli, grigi e freddi si chiudono scheletrici su di me.
Le foglie secche scricchiolano sotto i miei passi.
Sono scalza, ho le gambe piene di graffi e sangue tuttavia stasera il sapore metallico in bocca è più forte, viene accentuato dai lunghi brividi che pizzicano la schiena.

Ecco, arriva.

Il vento incomincia a soffiare forte, le gambe corrono incontrollate: evito gli ostacoli come guidata da una forza misteriosa.
Sto cercando di raggiungere qualcosa, lo sento tuttavia non so molto bene cosa.
Ho un presentimento, porto qualcosa di ansioso dentro, qualcosa di inspiegabile.

Urla.
Urla sempre più forti, sono dei miei come sempre.

Incomincio a singhiozzare, le lacrime scendono calde, sciolgono il sangue delle ferite aperte.

"BELLE!" Il grido di mia madre è sovrumano, ansimo sentendo una fitta al cuore: sono stanca eppure sto correndo.
Corro, corro.
Sulla pelle bianca spine che seviziano, in mente pensieri accalcati.

"Oh, ci sono non di nuovo ti prego....no!"

Scivolo sul pendio di una collina fangoso quindi mi sporco subito, tento di arrestare la corsa ma è come se volessero spingermi più giù, affogarmi in questa melma.

"Belle."
Stavolta fra le urla dei miei si distingue un sussurro, mia sorella Tiffany.

"Cosa volete da me?!" Grido.
Le vene del collo si ingrossano e sento il volto diventare freddo come il marmo.
Il fango mi schiaffeggia, respiro terra.

Ecco: la fine del precipizio, il capolinea.
Guardo sotto di me mentre imbocco la strada della mia fine: ombre che si accalcano, figure indistinte che si muovono di scatto, fantasmi del passato o del presente?

Chiudo gli occhi, mi arrendo.

Le dita cedono, non mantengono più la presa: la terra brulla ha la meglio, sono pronta a precipitare.
Vuoto, resto sospesa e con me i battiti.
Un mugugno maschile mi sorprende come la prima sera, un braccio su cui si affollano tatuaggi ha la mano intrecciata nella mia.

La perfezione dell'attimo come ,del resto, sempre.

Le nocche bianche per lo sforzo, il suo respiro caldo e affannato, i tendini rialzati per mantenere la presa, per mantenere me.

Non ci riuscirò, non stasera ma tento: alzo lo sguardo pronta a incontrare il suo, pronta a riconoscerlo.

"Chi sei?" Sussurro flebilmente.
"Non preoccuparti, ci sono io."

La voce è distorta, non riconoscerei quel tono facilmente.
Quel timbro di voce che mi propone di giocare l'ultima carta, la fiducia, è ancora una macchia indistinta all'orizzonte: non ha volto, non lo avrà forse mai.
Tremo e poi sfinita svengo."

Fine sogno.

Mi sveglio di soprassalto in un bagno di sudore sposto le lenzuola e lascio che il corpo si raffreddi, mi specchio nel riflesso del balcone sulla destra del letto: ho il terrore e la curiosità negli occhi mentre smetto di allungare il braccio verso qualcosa che tanto da sveglia non c'è.

Osservo le mie mani tremanti e rosse ma lui non è qui, "Ci sono io."
Un brivido mi attraversa la schiena al suono della eco di quelle parole.

Sono le 4.00 di notte qui a Miami, ed il letto è vuoto come la mia mente dopo ogni singola notte all'insegna di questo sogno, tiro un sospiro e nascondo il viso nel cuscino.
Buonanotte anche a te che sei inconsciamente parte di me, ovunque tu sia vorrei solo darti il benvenuto nella mia Neverland: se non ti dispiace il fatto che sia inospitale accomodati, prendiamo qualcosa parliamo un po' di noi.
Vorrei tanto tu fossi qua, parte più che di un sogno della mia monotona realtà.
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Ragazze, questo è il primo capitolo spero che vi sia piaciuto! Non è un romanzo di fantascienza ma un po' di suspense ci sta! Cosa succederà la mattina seguente?

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