8 dicembre - prima parte
1974
Per gli Shadowhunters 8 dicembre era il giorno che portavano i loro bambini che avevano compiuto 9 anni a scegliere il loro nascosto.
I nascosti erano ridotti a servitori o peggio a schiavi e dovevano fare tutto quello che ordinavano gli shadowhunters. Un tempo erano liberi e usavano la loro magia o poteri. Adesso avevano un braccialetto che non gli permetteva di usarli, solo gli shadowhunters potevano dargli il permesso.
Gli shadowhunters che proteggevano tutti non erano cosi buoni come si pensava. C'erano stati casi in cui shadowhunters si erano affezionati al loro nascosto e lo trattava alla pari o addirittura innamorati e il conclave aveva punito gravemente gli shadowhunters che avevano infranto la legge e nessuno ci aveva più provato.
Questa storia inizia ad Idris precisamente al mercato delle ombre in cui Robert lightwood era arrivato in carrozza con i suoi genitori. I suoi genitori avevano deciso di fargli un regalo.
Il mercato delle ombre era una grande piazza dove esposti in gabbie come animali c'erano vari nascosti: stregoni, vampiri, licantropi e fate.
I nascosti servivano gli shadowhunters e in casi peggiori venivano torturati, picchiati e abusati. Per i figli dei nephlim, loro erano inferiori e dovevano servirli senza ribellarsi mentre altri li trattavano bene come sempre c'era una divisione.
- su, Robert, non stare immobile. Scegli pure il tuo regalo - disse sua madre spingendolo verso la gabbia. - quale ti piace? -
- non saprei, madre - disse lui timido.
- perché lo facciamo? -
- perché sono inferiori e sono nati per servirci - rispose il padre duramente e con disprezzo. - pensano di essere speciali per la loro magia e poteri ma non é cosi. Gli shadowhunters sono speciale e superiori a tutti. Adesso scegli così tornare a casa. Odio la puzza di questi nascosti -
Robert si guardò intorno, c'erano moltissimi e lui non sapeva chi scegliere. Per lui andava bene chiunque.
Facendo il giro tra le gabbia, all'improvviso fu colpito da un bambino della sua stessa età con i capelli biondi e gli occhi azzurri. Era veramente carino. Dalle orecchi capì che era una fata.
- come ti chiami? - chiese Robert timido avvicinandosi alle sbarre.
Il bambino stava per rispondere ma la signora lightwood si avvicinò al figlio.
- caro, devi dargli il nome che preferisci. Loro non hanno nomi. Ricorda, devi comandarlo tu. Non devi diventargli amico. É un schiavo ,- disse sua madre. - vado a parlare con Alan per prendertelo -
Sua madre si allontanò e Robert riguardò il bambino.
- sono Michael - rispose il bambino biondo avvicinandosi. - tu non sei come loro -
- che vuoi dire? - chiese Robert confuso.
- sei diverso. Tu mi hai chiesto il nome. Gli altri shadowhunters non lo fanno mai. Almeno quelli che ho incontrato erano tutti snob e arroganti - disse Michael. - sei interessante... -
- Robert. Mi chiamo Robert - disse Robert presentandosi.
Michael sorrise e Robert fece a suo volta. Sua madre tornò e lui tornò come prima, il commerciante apri la gabbia e fece uscire Michael.
- ora, giovane Lightwood, prenda il suo stilo e incida sul braccialetto questa runa per il legame. Lui sarà vostro - disse il commerciante mostrandogli la runa.
Robert aveva la mano che gli tremava e, non riusciva a fare la runa.
- Robert, cosa diavolo fai? - chiese la madre contrariata. - sei così incapace da non saper fare una runa. Mi vergogno di te! A casa faremo i conti -
Sua madre si allontanò e Michael si avvicinò a lui.
Lei aveva ragione, non faceva altre che metterli in imbarazzo e non era neanche in grado di fare una cosa cosi semplice. Era solo un incapace. Non meritava di essere amato.
Ma una voce lo sorprese.
- non ascoltarla - disse Michael mettendogli una mano sulla sua per fermare il tremore. - sei un po agitato. Non tutti reagiscono lo stesso e poi questo mercato é orribile -
- non ho chiesto l'opinione di nascosto - disse Robert d'impulso.
Si rese conto di quella frase e subito rimedio.
- scusami, tu non c'entri. Io non valgo a nulla... Non so neanche tracciare o sopportare le rune... -
Michael prese il viso tra le sue mani.
- non dire così. Ognuno ha i suoi tempi - disse il biondino senza mai smettere di sorridere. - non devi essere troppo duro con te stesso -
Robert non aveva mai incontrato una persona così. Stava per essere comprato come schiavo e lo incoraggiava. Quel bambino fata andava protetto.
- come osi toccare così, mio figlio!!!! Sei un lurido nascosto e non devi prenderti certe libertà - disse suo padre uscendo un frustino dalla tasca. - ora ti insegno io -
Robert non voleva che Michael venisse picchiato.
- padre, lui é mio. Non puoi farlo. Solo io posso decidere cosa merita - disse Robert mettendosi in mezzo.
- suo figlio ha ragione - disse il commerciante. - é il suo nascosto -
- bravo, Robert. Tiri fuori il carattere da Lightwood - disse la madre felice. - ora marchialo -
Robert guardò Michael che gli sorrise e gli disse grazie con gli occhi. Lui si avvicinò, sentì la voce dell'altro che lo incoraggiava e lui fece la runa sul braccialetto.
- ora tu fata, fai la runa sul braccio del tuo padrone - disse il commerciante.
Michael prese lo stilo da Robert e lo fece sul polso del cuore. Robert vide i movimenti precisi dell'altro, era sicuro e perfetto quando tracciava le linea ma anche prima mentre gli parlava. Michael era diverso.
- ora prendetevi per mano così che le rune e il vostro legame si intreccino per sempre - disse il commerciante guidandoli passo dopo passo nel rituale. - questo legame si spezzerà solo quando uno dei due morirà -
-
Robert tremava a quella frase, Michael era invece tranquillo e l'altro non capiva come faceva. Pensò per un momento che fosse matto.
I due portarono in avanti le loro mani sinistre e le intrecciarono. Sentirono come un laccio che li legò. Era una cosa incredibile. Durò qualche minuto.
Robert era sicuro che qualcosa era cambiato per sempre.
Qualche minuto dopo, Michael si ritrovò nella carrozza accanto a Robert, aveva anche un collare e di fronte i genitori di lui che lo guardavano con disprezzo. Robert non guardava i suoi ma a terra. Teneva la catena agganciata al suo collare ma si vergognava molto.
- Robert, quella schiena mettila dritta.
Non abbassare mai lo sguardo - disse la madre. - non sei un bambino qualunque. Sei un lightwood e uno shadowhunters. Devi essere impeccabile -
Michael guardava Robert mettersi come diceva sua madre. Aveva una faccia cosi triste. Si vedeva che i suoi pretendevano molto da lui.
Arrivarono al loro maniero e nuova casa di Michael, i suoi genitori scesero per prima e poi lo guardarono.
- su Robert, farlo mettere in ginocchio. Tira la catena - disse sua madre.
Robert non voleva farlo.
- é mio. Decido io cosa fare - disse Robert duro.
I suoi genitori apprezzavano che stava tirando fuori il carattere.
- bravo, non permettere a nessuno di dirti cosa fare al tuo nascosto - disse il padre prima di allontanarsi con sua madre.
Michael lo sorrise.
- che sorridi? Sei uno schiavo e tu sorridi? - chiese Robert confuso.
- mi hai difeso due volte, Robert - rispose Michael felice.
Una scarica potente colpi Michael dal braccialetto e cadde a terra.
- che succede? - chiese Robert confuso.
- Michael! -
Non gli piace tutto questo. Michael stava soffrendo e moltissimo a causa di quelle scariche. Si abbasso su di lui. Non aveva mai visto prima d'ora una cosa del genere.
- ti ha chiamato con il nome - disse il nascosto al servizio di suo padre. - un nascosto non può farlo. Deve chiamarti padroncino o padrone -
- é orribile - disse Robert a ciò.
Prese lo stilo e mise sul braccialetto per annullare ciò. Le scariche cessarono ma il corpo di Michael era scosso ancora.
- Michael, parlami - disse Robert.
- sono felice che mi hai preso tu - disse Michael sorridendo.
Robert rimase sconvolto da ciò. Quello gli fece capire che Michael non era come tutti gli altri. Era speciale.
- mi puoi chiamare come vuoi, Michael. Niente scariche elettriche - disse Robert subito.
Il braccialetto reagì a quelle parole come un desiderio e lo registro.
- certo, Robert - disse Michael alzandosi.
Nessuna scarica elettrica e Robert fece vedere tutto il maniero a Michael ma prima gli tolse il collare e la catene.
- così stai meglio - disse Robert mettendoli via.
Michael trovò il maniero molto lugubre ma quello che gli piacque di più furono una serra con i fiori, il giardino e la grande biblioteca.
- ma voi non fate l'albero o non mettete le decorazioni per la casa? - chiese Michael curioso.
- albero? Decorazioni? Per cosa? - chiese Robert confuso.
- per il natale. Oggi é l'8 dicembre e si fa l'albero. Io fino a quando non sono stato separato dai miei lo facevamo sempre e si aspettava il 25 per festeggiare, scambiarsi i regali e stare con la famiglia e gli amici - rispose lui stupito. - il natale é magico -
Robert non aveva mai sentito parlare di questo natale.
- il 25 i miei mi lasciano sempre solo - disse Robert. - loro hanno impegni con persone facoltose. Il 24 invece andiamo ad una cena noiosissima dove tutti esibiscono i loro nascosti. Ho visto solo una parte perché il resto era solo per gli adulti -
- immagino che sia qualcosa di brutto ma io ti farò vedere la magia del natale. Da oggi fino a Natale vivrai qualcosa di diverso - disse Michael con sorriso. - renderti felice sarà il mio obiettivo -
Nessuno si era mai importato della sua felicità.
Gli veniva da piangere a quelle parole dalla contentezza ma non lo fece. Un lightwood non piangeva mai neanche per commissione.
Gli sorrise. Solo Michael lo avrebbe portato a sorridere.
Lo portò in camera sua.
- com'è fatto questo albero? - chiese Robert stranamente curioso.
Michael gli mostrò tramite un disegno dell'albero e le varie decorazioni.
- sei molto bravo. Io non so bravo in nulla - disse Robert colpito.
- forse non hai ancora scoperto il tuo talento. Tutti ne abbiamo uno - disse Michael guardandolo. - con il tempo lo scoprirai -
Robert lo guardava sempre più stupito. Aveva solo 9 anni ma era molto maturo e intelligente di molti bambini o adulti Shadowhunters che aveva conosciuto.
- comunque a casa io e la mia famiglia lo facevamo con decorazioni sia mondane che fatate come ghiande, pietre, piume e cose così. Ogni cosa potrebbe essere una decorazione -
Robert andò nel comodino e prese qualcosa.
- questo potrebbe essere buono per il tuo albero? - chiese Robert mostrando un angelo di cristallo.
- é perfetto - rispose Michael prendendolo in mano. - da qui partiremo con il nostro albero -
Il primo giorno con Michael fu una continua scoperta. Sapeva molto cose e fecero il piccolo alberello di natale. Robert si divertiti per la prima volta in vita sua e Michael aveva reso possibile ciò.
Solo che i suoi genitori scoprirono la cosa e Robert vide l'alberello distrutto come angelo di cristallo.
- perché? - chiese Robert ai suoi.
- questa cosa non é da shadowhunters. Non dovevi ascoltare quel nascosto. Non farlo più - disse sua madre severa. - lui adesso sarà punito perché tu non sei riuscito a tenerlo a bada -
- ho voluto farlo io. Non fargli del male - disse Robert proteggendo il suo nuovo amico.
- ma non sarò io a farlo o tuo padre. Sarai tu - disse sua madre dandogli il frustino. - puniscilo -
Robert non voleva farlo.
- Robert, puniscilo - disse sua madre ancora arrabbiata, dandogli uno schiaffo. - non sei buono neanche a questo. Che ho fatto di male per meritarmi un essere come te? Visto che non ci riesci, nessuno dei due mangerà e lui non dormirà neanche in un letto -
Fu cosi che Michael venne messo a terra nella sua stanza come un animale, aveva il collare e le catene di nuovo messe dalla madre. Il pavimento era freddo come quella casa, Robert soffriva a vederlo cosi.
- scusami, Michael - disse Robert dispiaciuto. - per il tuo bel albero e il resto -
- il nostro albero. Tranquillo, lo rifaremo e poi sto bene - disse Michael non facendosi demolire da nessuno.
Robert prese le coperte e il cuscino. Raggiunse Michael, mise il cuscino a terra e copri entrambi con la coperta.
Michael era stupito ma sorrise, le loro mani erano intrecciate e si addormentarono.
1980
Robert era rientrato al maniero, aveva una scatola in mano e salì le scale e subito bussò alla porta della stanza di Michael. Non sentendo risposta apri la porta ma lui non c'era. Lo cerco nelle serre e in biblioteca ma nulla.
Andò dai suoi genitori.
- dov'è Michael? - chiese Robert serio.
- é nella camera delle punizioni. Ha poltrito tutto il tempo invece di fare il suo lavoro e ho punito quel nascosto - rispose suo padre senza smettere di leggere una pergamena.
Robert si arrabbiò.
- non avevate il diritto. Sono io che gli detto che poteva prendersi la giornata libera. Era un mio d... Ordine - disse Robert spiegandosi. - Michael é mio quindi non dovevate punirlo -
Uscì come una furia di là e raggiunse la camera delle punizione. Quello che vide lo agghiaccio. Michael era nudo, legato al muro e il corpo era pieno di segni rossi. Aveva la mascherina anche sugli occhi. Provava rabbia e sensi di colpa. Non avrebbe dovuto lasciarlo.
Robert corse da lui, gli slegò le mani e gli tolse il collare e la mascherina. Adesso Michael era tra le sue braccia.
- mi dispiace, Michael - disse Robert stringendolo. - non dovevo lasciarti solo con loro. É colpa mia se stai male -
Michael gli sorrise.
- non dire così. Ora che sono tra le tue braccia sto bene - disse lui portando una mano al suo viso.
Robert lo portò via di lì e lo mise nel suo letto, prendendo una speciale crema e glielo spalmò per tutti i segni.
- ero uscito perché ti ho preso una cosa - disse Robert una volta finito.
Uscì la scatola e la mise sul letto. Michael non riusciva ad aprirla e lo fece al suo posto.
Dentro due cose: una decorazione per l'albero e anche un anello particolare e speciale con sfera in vetro e al suo interno c'era un frammento di natura.
- Robert, sono bellissimi - disse lui portandoselo vicino al cuore. - grazie -
Robert lo vedeva che si era commosso e poi si era alzato giusto per dargli un bacio sulla guancia.
- sono felice - disse lui come un bambino.
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