VII
Finite le scale, mi ritrovai davanti una maestosa porta.
Era di un nero molto lucido e solo in un secondo momento mi resi conto che era leggermente trasparente e che si potevano vedere delle figure danzare.
Sorpreso poggiai la mano su di essa: stranamente era calda, come se possedesse un cuore e delle vene in cui il sangue caldo faceva avanti e indietro nel strano corpo.
La porta fu aperta da due demoni che avevo identificato come guardie reali: non avrei avuto nessuna possibilità di riuscire scappare in quel momento.
Indossavano una tuta di pelle aderente ed un mantello nero. Se facevi attenzione -cosa che a me usciva naturale- potevi notare che indossavano una cintura piena di armi e non : da una corda, fino ad arrivare a due spade nere che davano l'impressione di essere molto pesanti.
Uno dei due accorgendosi di come li guardavo -vorrei non dirlo, ma ero terrorizzato- mi sorrise e notai un pizzico di divertimento nei suoi occhi.
Che bastardo.
"Divertente, eh?" pensai cambiando espressione.
Il maggiordomo che aveva continuato a camminare ,verso una meta a me sconosciuta, mi sbraitò contro quando si accorse che non lo stavo seguendo.
Lanciai uno sguardo pieno di odio alla guardia prima di raggiungere la lucertola e seguirla in mezzo alla folla.
La sala da ballo era molto grande e il fatto che il soffitto non si vedesse le dava un senso di antico ed eterno. I colori dominanti erano gli stessi, ma ogni tanto si notavano dei fiori argentati sui muri o addirittura scendere giù come la neve.
Dei archi enormi percorrevano il contorno della sala e salivano anch'essi verso il buio più totale; Sembrava quasi che tutto lì non avesse una fine, nemmeno quei balli.
Cercavo di essere tranquillo e di distrarmi con la musica ,ma a dirla tutta mi sentivo parecchio a disagio: c'erano migliaia di occhi puntati su di me,lucette rosse bramose del mio sangue ..."e io ho solo quella sottospecie di paletto ricavato dal piede della sedia! "pensai.
La pelle mi iniziò a bruciare , non era doloroso, era quasi piacevole. Sembrava che delle mani calde mI stessero accarezzando le braccia, per poi passare al petto e infine sui fianchi e sembrava che esse mi volessero tirare verso qualcosa, verso lui.
Alzando lo sguardo incrociai il cielo. Quel cielo che aveva caratterizzato la mia infanzia e quel cielo che ora era racchiuso in quei due bellissimi occhi.
Aveva i capelli neri, leggermente lunghi, tirati indietro con del gel, era vestito in modo opposto al mio- completamente nero- ed aveva una posizione dritta e fiera, da vero comandante.
La prima volta non me ne ero accorto, ma aveva un viso perfetto: sembrava scolpito nel marmo e non aveva imperfezioni, tutto aveva un proprio equilibrio.
Il mio sguardo si posò un attimo sulle labbra che erano una linea leggermente curvata verso l'alto , molto fine, ma allo stesso tempo era come una trappola:t'incantava.
Mi stava studiando da lontano come stavo facendo io con lui.
Non riuscivo a decifrare il suo sguardo, ma sembrava molto concentrato.
Ero sicuro stesse pensando a come liberarsi di me o se utilizzare la mia pelle per un tappeto o per farci dei bei cuscini .
"sono un pessimista di merda" ,pensavo.
infondo ,i nostri insegnanti ci avevano avvertiti: i demoni sono sadici, in modo malato.
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