IX

Mi svegliai in piena notte ,grondante di sudore e con il battito come non mai.
Mi tastai il collo cercando un possibile morso, ma niente.

Il principe aveva posato lo sguardo sul mio collo per qualche secondo ,prima di affondare i suoi denti nella mia carne.. almeno era quello che mi ricordavo.
Era stato solo un sogno?
Mi avevano drogato...? Okay, stavo esagerando... ma...
Era impossibile che fossi guarito così subito.. o no?

Sbuffai uscendo dalle pesanti, ben ricamate e bianche coperte.
Notai solo in quel momento che non ero nella mia stanza.
Infatti questa era molto più grande, anzi, appariva enorme e i suoi colori chiari aumentavano questa sensazione.

Sedendomi ,sfiorai il pavimento con le dita dei piedi. Era caldo.
Facendomi forza mi alzai e poggiai una mano al muro per non cadere. Stranamente ero molto stanco.
Con la mano sul muro mi avvicinai al bagno.
Aprii la porta e mi spogliai lentamente per fare una doccia.

Mettendomi sotto il getto d'acqua iniziai a rilassarmi veramente. Sentivo il mio battito rallentare e i miei occhi si lasciarono chiudere da quelle gocce di pura vita.

I miei pensieri andarono alla mia infanzia, quando credevo ancora in qualcosa.

Credevo in quel qualcosa che era uguale all'amore, alla speranza e al 'vissero tutti felici e contenti'.
Come biasimarmi? Ero un bambino e come tutti i bambini amavo le favole. Non leggevo quelle con le principesse che aspettavano di essere salvate dai loro principi, ma quelle in cui i protagonisti lottavano per la loro libertà e per quella dei loro cari.
Anche se mio padre non era il massimo e se mia madre non viveva con noi e mio fratello era un tipo molto evasivo, io amavo la mia famiglia e mi ritenevo fortunato a non dover lottare per la nostra libertà.

Non sapevo che un giorno , però,avrei lottato per la mia vita e che non mi sarebbe più importato della loro sorte ,come a loro della mia.

Aprii gli occhi e ripresi a respirare: avevo trattenuto il respiro. Poggiai una mano sul muro sentendo le gambe cedere e mugolai sbattendo abbastanza forte le ginocchia per terra.
Iniziai a tremare guardando l'acqua tingersi del mio colore: del mio sangue.
<<Voglio tornare a casa..>> poggiai la fronte al muro e non trattenni più le lacrime. Stavo impazzendo.
Ero abituato alla tranquillità e all'avere tutto sotto controllo, ma ora non controllavo più i miei sentimenti e i miei pensieri.
La stanchezza mi stava uccidendo e gli incubi mi stavano devastando l'intestino.
Non sapevo perché stessi così e in quel momento nemmeno me lo chiesi, stavo rinunciando a tutto.
<<b-basta..>> dissi con voce incrinata.

Mi rannicchiai e per la prima volta sperai di morire.

Volevo correre, correre via dalle mie paure e da tutto, erano cose nuove con le cui non avevo mai lottato.

Volevo correre su quella distesa di fiori rossi e sotto a quel cielo tipico dell'inverno russo ,che ora era rinchiuso in quei due occhi che mi stavano guardando dall'alto.

Dannato inferno.

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