IV

La neve aveva attecchito quella mattina. Fresca,bianca e soffice, tipica di quelle parti.
Un bambino dal viso arrossato e coperto da una giacca pesante ,appartenente alla sua famiglia da generazioni, era appena uscito.
Il capellino grigio fatto a maglia gli copriva la testolina bionda, ereditata da un lontano parente.

Con la sua piccola manina si aggrappava alla pesante gonna della nonna che non faceva altro che parlare di cose che per lui erano incomprensibili.
I 'néos' ,diceva la vecchia,erano persone inutili di cui non ne capiva l'esistenza.
Questi pensavano di poter essere pari a loro, cacciatori sin dall'alba dei tempi!
Poi parlava delle Ombre.
Le Ombre terrorizzavano tutti, erano esseri cattivi che mangiavano i bambini, spiegava.

Il bambino cercando di ascoltare la nonna non si accorse di un ramo e cadde.
Visto che era molto sensibile scoppiò a piangere e la nonna provò in tutti i modi a farlo smettere, ma niente!
La porta di casa si aprì.
Un ragazzo molto alto e muscoloso si avvicinò ai due.
Moro, occhi verdi e pelle bianca: bellissimo.
Il bambino si accorse di lui solo quando si trovò tra le sue braccia.
<<Fammi vedere>>
Il bambino piangendo si alzò i pantaloni e gli mostrò la sbucciatura.
Il ragazzo dopo aver sospirato constatando che non fosse niente di grave lo guardò e gli disse <<Non sapevo fossi una femminuccia!>>
Il bimbo rosso per la rabbia gli urlò contro di non esserlo.
<<Sicuro? Non ho mai visto un bambino piangere il quel modo!!>>
Il bimbo offeso mise il broncio ma sentendosi sicuro tra le braccia del ragazzo si strinse a lui, <<Non sono una femminuccia>> brontolò.
<<Allora dimostramelo,Stefan>> sussurrò il moro accarezzando la schiena del più piccolo .
Il bambino chiese al ragazzo di poter scendere e di essere seguito.
Entrarono nella stalla della famiglia.
Lì tenevano tutti i loro animali e le armi.
Armi di tutti i tipi; il padre del bimbo era un collezionista e stava trasmettendo questa passione al bambino che sapeva già usare la maggior parte selle armi.

<<Che vuoi fare qui, piccolo Stefan?>> chiese non capendo il ragazzo.
Il bimbo afferrò un arco e delle frecce e si mise subito in posizione.
Puntò al cuore del bersaglio; uno schiocco e una freccia era esattamente al centro.
Due frecce, tre frecce ed erano finite.
Si girò verso il più grande che lo guardava stupito. <<Sono una femminuccia?>> appoggiò l'arco al bancone e poi allungò le braccia verso di lui per essere preso in braccio.
Il ragazzo sorridendo fiero lo prese in braccio e gli lasciò un bacio a stampo sulle labbra, che come sempre fece arrossire il piccolo.
<<Stefan... Sei bravissimo>> gli mormorò il moro accarezzandogli il viso.
Il bimbo gli mostro tutti i ventotto denti che aveva in bocca ,sorridendo; non si sentiva affatto a disagio per il tocco del più grande, era abituato.

Il ragazzo lo guardava con un pizzico di amore ma anche con tanta preoccupazione.
Era preoccupato da quello che si diceva in giro sui suoi capelli biondi e gli occhi blu: era preoccupato per la sua incolumità.
Sapeva che fosse strano quel che provava per il più piccolo ma non ci poteva fare niente, era stato amore dal primo sguardo.

Amava alla follia quel biondino maledetto!

Ricordi su ricordi tornavano a galla durante quella straziante e interminabile morte.

Ciao!
Spero che la storia stia piacendo a voi lettori come sta piacendo a me ._.
E boh, quindi lasciate una stellina e qualche commento a random se vi va....
Addio e scusate per eventuali errori!!! >~<

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