III
Tornai sotto le scale ma a differenza di prima non c'era nessuno.
Iniziai a salire velocemente.
Salvare Jake era l'unico pensiero che avrei voluto avere in testa in quel momento. Io, però, stavo pensando a quel ragazzo/demone, come se fosse l'unica cosa importante in quel momento.
Così rallentai il passo, quasi fermandomi ma me ne pentii amaramente quando un essere viscido dietro di me si accorse della mia presenza e, vista la mia fortuna, decise di saltarmi addosso per fare uno spuntino con la mia pregiata carne.
Ah, carne da maledetto.
Mi sfiorò solamente visto che me ne ero accorto in tempo ed ero partito in prima verso il piano superiore, verso Jake, mi dicevo.
La pelle mi bruciava e la testa mi girava, colpa del veleno del demone, che sfiorandomi mi aveva lasciato della sua bava sul braccio contenente ,appunto, veleno.
Quinto giorno, seconda ora, lezione sui veleni demoniaci.
L'avevo classificato immediatamente quello: mortale.
Molto utile quella lezione, il problema è che nessuno conosceva antidoto al loro veleno se non proprio i demoni.
Ormai correre era diventata una cosa quasi impossibile e se non fosse stato per quel demone che continuava a seguirmi mi sarei accasciato al suolo.
Arrivai così, non so come, al piano di Jake e raccogliendo le mie ultime forze corsi in camera sua.
La mia sorpresa nel trovare la camera vuota fu spazzata via dal sibilo del demone che mi stava ancora inseguendo.
<<Merda..>> dove cazzo era? Sicuramente era scappato quel codardo!
Chiusi velocemente la porta, anche se ero cosciente che nulla avrebbe fermato quella cosa se non delle armi benedette.
Sotto il letto, nell'armadio, sotto le assi di legno..cercai ovunque ma ovviamente niente, non era così scemo dopotutto, si era portato via tutto.
Mi accasciai per terra ormai privo di forze per colpa del veleno e guardai la porta che stava per cedere.
Ero fregato.
Certo, non mi potevo lamentare, rispetto gli altri sarei morto lottando cosa che per molti di noi cacciatori sarebbe stato un onore, ma non per me.
Io volevo vivere e niente o nessuno mi avrebbe fermato, credevo.
Presi la mia giacca che era rimasta sul letto di Jake e me la misi avendo freddo.
Riguardai la porta, era la fine, riuscivo a pensare.
Abbassai lo sguardo sulle mie mani che avevo messo sul ventre e notai un rigonfiamento nella tasca della giacca.
Tirai fuori l'oggetto che c'era dentro.
<<La pietra...>> mormorai. Luccicava tanto, non avevo mai visto nulla del genere.
Accadde tutto troppo velocemente. La porta che cade, il demone che entra, la luce blu accecante, delle braccia e il buio.
Si nasce per morire, mi dicevano.
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