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Senza rendermene conto, vengo strattonata all'indietro e portata qualche passo più lontano dal burrone.
"Cosa intendevi fare, ammazzarti? Ma cosa ti dice il cervello?" Mi grida colui che poco prima mi ha fermato.
La sua presa è salda e forte sul mio braccio e il calore di questo gesto mi fa rabbrividire.
Non so chi sia né come abbia fatto a trovarmi, eppure, in questo istante, non esiste nient'altro al di fuori lui.
Guardandolo, inizio a tremare. Con il buio non riesco a vederlo bene, l'unico particolare è la sua stazza, imponente e singolare.
Non ho paura di lui, la mia pelle non trema per questo. È più un sentirsi protette dal lupo cattivo. Quel sentimento di essere al sicuro nonostante sia tutto sbagliato.
Cercando di prendermi l'altro braccio, il suo viso si avvicina e così, riesco a distinguere il suo sguardo.
Il mio cuore si ferma per un istante.
I suoi occhi neri mi penetrano l'anima e non riuscendo più a ragionare, lo avvicino a me.
"Mi senti? Cazzo, mi senti?" Dice quasi urlando, spostandomi sempre più lontano da quel buco oscuro.
Non riesco a formulare nulla che abbia senso, così, gli stringo più forte la giacca. Cerco in tutti i modi di lasciarlo: non voglio che resti qui, deve andarsene subito, vattene, ma le mie mani non vogliono capire nient'altro, stringono solo più forte.
Devi lasciarmi andare, vattene, cerco di dire con le poche forze che mi restano, ma prima che possa anche solo proferire parola, mi prende il viso tra le mani e, inchiodando i suoi occhi nei miei, mi sussurra:
"Non ti preoccupare, ok? Ci sono io, Ci sono io! Adesso ce ne andiamo da qui" trascinandomi sempre più lontano.
Ritrovando la ragione, lascio a fatica la sua giacca e fermo il passo. Non posso andarmene, anche il solo pensiero di ritornare in quella casa mi fa gridare. Meglio morire che ritornare. Non dopo quello che le hanno fatto. Non dopo quello che ho fatto.
"Lasciami andare, vattene" dissi, distogliendo lo sguardo. Sentire il suo calore mi fa male, non posso sporcare anche lui di tutto quello che ho dentro, così mi scanso.
"Cosa stai dicendo? Non puoi fare quella fine cazzo. Che ti dice il cervello?" Mi urla, prendendomi di nuovo il braccio.
"Tu non capisci... Non puoi capire, vattene, ti prego" gli rispondo, togliendo la sua mano e sussurrando l'ultima parte con un groppo alla gola.
Invece di allontanarsi e mandarmi al diavolo, mi riprende il viso tra le mani e asciuga le lacrime che, inconsapevolmente, sono iniziate a scendere. Le sue dita sono delicate e calde sulle mie guance e trovando in quel gesto la serenità di un tempo, chiudo per un istante gli occhi.
"Non vuoi davvero farlo, lo sai, ti prego, lascia che ti porti via da qui. Ti prego non farti questo... Non tu!"
Se avessi di nuovo aperto gli occhi, avrei trovato il suo sguardo scrutare la mia anima, nel più profondo abisso che ho, quindi li tengo ancora un po' chiusi, non volendo rovinare quel momento.
Deve aver capito che non sarei più riuscita a farlo. Ora che c'è lui, come avrei, anche solo potuto, ritornare davanti a quel burrone?
Il disgusto che provo per me stessa non può contaminare la vita di questo ragazzo. Non posso perdere un'altra vita. Non in questo in modo.
Il terrore regna in ogni parte di me, ma, le sue carezze riescono a placarlo e a cullarlo come una ninna nanna. Aprendo gli occhi, mi prende delicatamente una mano e stringendola mi trascina verso gli alberi, con l'obiettivo di raggiungere la strada più vicina.
Non ragiono ancora lucidamente, le grida di quel giorno mi bombardano la testa e, anche se cerco in ogni modo di evitarlo, il ricordo di Gregor mi invade. Se non fosse per quella presa, forte e stabile, non riuscirei neanche a fare un passo quindi, mentalmente, mi aggrappo a quella sensazione non lasciandola scappare.
Fermandosi di colpo, mi spinge dietro di sé cercando di nascondermi. Non capisco subito cosa sta succedendo e prima di poter chiedere una spiegazione, mi mette una mano sulle labbra, fermando le parole che stavano per uscire.
D'un tratto, la sua reazione viene velocemente dimenticata. Il rumore delle macchine e l'abbaiare dei cani si avvicina sempre di più: le guardie di Gregor mi stanno cercando con ogni mezzo possibile. Hanno scoperto che sono scappata.
Il panico che prima sentivo si moltiplicò d'un botto e senza riuscire a calmarmi, stringo con forza la giaccia del ragazzo davanti a me, supplicandolo con gli occhi di non muoversi.
Capendo la mia reazione, toglie la mano dalla bocca e mi sussurra vicino all'orecchio: "Sei al sicuro con me, stai tranquilla, non ti prenderanno di nuovo"
Aspettammo ancora qualche minuto, nascosti tra gli alberi fitti e il buio della notte, fino a quando, sentendo le macchine e l'abbaiare dei cani lontani, mi riprese la mano e, con più cautela, mi portò verso un sentiero che portava a una macchina.
In quel momento, vedendo l'auto, mi fermo scrutandolo: come posso fidarmi di lui? Chi è, dopotutto?
"Non posso fidarmi di te" dico facendo un passo indietro.
Il silenzio che prosegue mi mette un po' di paura e il cuore sembra uscirmi dal petto. Non posso sapere cosa avrebbe fatto dopo essere entrata in macchina.
"Se avessi voluto farti del male, ti avrei lasciato su quel burrone, lo sai bene. Non voglio farti nulla." Risponde qualche minuto dopo. "Lascia che ti porti in un posto sicuro e poi, prometto, di lasciarti stare. Non mi vedrai più"
Osservo il suo viso, esamino ogni suo tratto e cerco in lui una possibile menzogna ma non percepisco nulla.
"Va bene" dico avvicinandomi piano. "Mi lascerai in un posto sicuro e dopo te ne andrai per sempre. Lo devo sentire"
Non posso lasciarlo avvicinare più di quanto ha già fatto. Andarsene è la soluzione migliore.
"Te lo prometto, a una sola condizione" dice avvicinandosi alla macchina e tirando fuori dalla tasca le chiavi.
"Quale?" Chiedo incuriosita, camminando verso di lui.
"Non proverai più a fare quello che hai fatto. Mai più. Anche se i demoni ti riempiono la testa e non ce la fai più, anche se pensi di meritartelo. Non farlo. Mai più."
Mi blocco sentendo la sua condizione e fermandomi, ripenso a quello che avevo provato e pensato sul burrone poco prima. L'avrei fatto davvero? Avrei saltato?
Non riesco a dare una risposta in questo momento. Eppure, l'unica cosa chiara e limpida che mi rimane è l'idea di essere in debito con lui.
"Va bene" dico alla fine.
"Devi promettermelo, giurarmelo" risponde facendo un passo verso di me e porgendomi la sua giacca.
Il freddo si è fatto più fitto e, avendo indosso una maglia leggera, avrà senza dubbio sentito i miei denti digrignare. La prendo e la metto, sentendo il suo odore impregnarmi i vestiti e i sensi.
Il mio "te lo giuro" è solo un sussurro ma gli basta. Insieme entriamo in macchina, lasciando dietro di noi, il ricordo di questa notte.
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Ebbene si, ecco la seconda parte del primo capitolo.Mi era dispiaciuto lasciarvi così quindi, ho deciso di pubblicarlo tutto e aspettare i vostri commenti o critiche per vedere o fare i cambiamenti proposti.
Spero davvero che vi stia piacendo e anche se siamo ancora pochi, non fate i timidi, i vostri commenti cambierebbero tante cose e mi farebbe molto felice.
Grazie a tutte/i,
La vostra @sprovveduta
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