Uscita ( quarto anno)

Una nuova uscita, due giorni che a volte rimpiango ma a volte mi chiedo "perchè lo faccio?"

Torno a casa stanca, dopo che provo, anche se non riesco, a prendere su di me più cose possibili e alleggerire le altre, dopo che mi faccio mille paranoie inutili, dopo che mi prendo la pioggia e il fumo negli occhi, dopo che le vecchiette ci vengono a parlare mentre cuciniamo per gara cucina e mi sto scottando.
Mi chiedo il perchè lo faccio anche dopo di dover tenere il sorriso davanti alle più piccole anche quando le cose non vanno, di dover tranquillizzare la mia capo che non sta bene, di prendermi il freddo durante la notte.
Mi chiedo perchè continuo a farlo anche se a volte sembra che ci siano più cose brutte che belle.

Ma poi riguardo indietro.

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Un anno fa ho scritto la parte sopra, un anno e mi chiedo cosa sia cambiato, ora sono capo squadriglia ed è il mio ultimo anno.
Non voglio essere felice solo guardando indietro, non voglio pensare solo alle altre senza mai pensare a me.
Non voglio passare tutto il tempo a lavorare per poi cosa? Vincere?
È vero, questo è l'obiettivo di un campo o di un'uscita, ma ne vale la pena?
Legare tutti i ricordi di un ultimo anno al lavoro e non alle risate, ai paesaggi, ai sorrisi delle più piccole?

Non è un pensiero profondo, lo capisco. Non è neanche espresso bene, lo so, eppure mi sento così a volte. Sperduta

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