Mi inginocchio e apro il cassetto pieno di cose.
Sotto ai mazzi di carte trovo due buste bianche e perfettamente conservate.
Ma in realtà sono più di due buste con dentro dei fogli di carta.
Sono alcuni fra i miei ricordi più importanti.
Il più vecchio foglio conservato là dentro non è neanche così antico.
"gentile e sempre disponibile" recita una parte, "piena di gentilezza, talento e molte passioni" ne recita un'altra, "mi dispiace di non essere stata una capo perfetta" avrei voluto dirti che per me sei stata, e sei ancora, un punto di riferimento.
Poi c'è una lettera molto corta dello stesso anno da parte di una aiuto capo e per ultima, nella busta, c'è una lettera che non avevo mai letto a fondo.
Era una mia vecchia aiuto capo ora la mia capo reparto.

Non ci avevo più pensato, rileggevo spesso la prima lettera ma ora capisco questa.
Aveva capito le cose prima di me, molto prima di me.
E forse fa un po' di paura.

E poi l'ultima busta, la più controversa per me, mi ricorda tutte le risate dell'ultimo campo ma anche tutti i dubbi, quelle parole alle spalle che ho ascoltato, la consapevolezza che, forse, era solo per la tensione.
Gli abbracci che nonostante tutto erano sinceri.
E i ricordi non so gestirli.