E ora?
Bene e ora?
Ho consegnato le lettere, una in più di quelle previste.
Ho ricevuto le lettere e gli abbracci.
Sono diventata una scolta, una scolta semplice certo ma non sono più una guida.
Non è più la caccia che mi augurano sia buona ma una strada.
Quel sentiero in ombra, coperto dalla nebbia, di cui intravedo qualche sassolino dell' inizio ma non la fine.
E non ho una mappa.
Non voglio essere fraintesa, ho adorato ogni singolo istante di quella uscita e non mi sono sentita mai a disagio come mi capitava a volte ad attività.
La tristezza e la malinconia sono sparite nell'esatto momento in cui abbiamo messo gli zaini in spalla e sotto alla pioggia ci siamo dirette verso la capo fuoco.
Non erano lacrime che mi solcano il viso ma solo gocce.
Poi, distesa dentro al mio sacco a pelo, sopra ad un tavolo e con la luce delle uscite antincendio che illuminavano a giorno mi sono resa conto che ero finalmente al mio posto.
Ed è stata una sensazione bellissima.
Perché dopo anni a girovagare cercando un perché mi sono trovata lì dove c'è un posto anche per me ed è quello giusto. Mi sono sentita a casa.
Una casa che in reparto non ho mai davvero sentito così stabile.
E mi sono detta: bene e ora?
E ora che me ne faccio di quello che ho imparato, di quello che ho sopportato e di quello che ho fatto.
Quando sarò capo, se mai deciderò di esserlo, potrò trasmettere tutte le mie conoscenze.
Ma che me ne faccio di aver vinto il campo? Che me ne faccio della prima classe, delle specialità e di tutte le cose su cui ho investito tempo ma che ora non significano niente?
E ora?
E ora cosa devo fare o meglio, cosa posso fare, con il mio zaino di esperienza sulle spalle?
E ora cosa mi aspetta da scolta semplice?
E ora deciderò che le Scolte fanno davvero per me?
"Ora" fra poco sarà già "ieri"
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