capitolo uno ❄️

«Rose, cos'è questa puzza?» La voce di papà mi fece alzare lo sguardo dalla pagina ingiallita che stavo per sfogliare. Annusai l'aria come un cane da tartufo e mi ritrovai a correre verso la cucina. «Non vorrei buttarti giù, ma è il terzo che bruci oggi» sottolineò, guardandomi indaffarata nel togliere la teglia dal forno. Si trattava di un semplice ciambellone. La preparazione era andata bene, ma era stata la cottura ad avermi fregata. Sbuffai mostrando l'impasto bruciato. Papà si limitò a guardarlo da lontano, poggiato allo stipite della porta con il giornale sotto l'ascella.
«Stasera niente dolce.»
«Potresti nasconderlo con lo zucchero a velo, l'anno scorso ha funzionato.» Si avvicinò studiando il danno.
«E che mi dici delle facce disgustate dello zio e dei miei cugini?»
«Lo zio si lamenta sempre per tutto, lo sai.»
«Papà, neanche tu hai voluto assaggiarlo.»
«Ero... sazio. Lo sai, Rose, la cena era stata abbondante.»
Aprii la pattumiera e buttai quel pezzo di carbone.
«La vigilia di Natale senza dolce» realizzai delusa, per poi iniziare a lavare le stoviglie. «Su, non preoccuparti. Sono sicuro che zia Mara porterà la sua crostata alla frutta, o quei biscotti...» Mi guardò con una smorfia, facendomi spuntare un sorriso al solo ricordo di quanto fossero orribili.Ritornai sul divano con l'intenzione di continuare la lettura, ma mi accorsi di aver dimenticato di mettere il segnalibro. Gli occhi iniziarono a pizzicare dal nervoso, ma bastò un lungo respiro per ritrovare la pagina senza difficoltà. Sentii la macchina posteggiare davanti a casa e, poco dopo, le chiavi scattarono nella serratura. Alzai il capo e la prima cosa che notai furono le numerose borse di plastica.
«Ho comprato le ultime cose per questa sera, mi aiuti a preparare la cena?» Mia mamma chiuse la porta con il piede, poggiò le chiavi sul mobiletto e si sfilò il giubbotto prima di raggiungere la cucina.
«Ho bruciato tre ciambelloni» alzai il tono della voce e la vidi spuntare dalla porta.
«Almeno prepara gli antipasti, se oggi proprio non sei in forma.»
«Ci provo.» La raggiunsi e presi gli ingredienti.
«Appena finisci, ti consiglio di cambiarti. Sono già le sei» mi informò controllando il pollo in forno.
«Non va bene il pigiama? Tanto siamo in famiglia.» Pulii il bancone di marmo e risciacquai la spugna sotto l'acqua.
«Ti ricordo che a cena ci sarà anche Klara con la sua famiglia.» Lo avevo dimenticato o, forse, non avevo dato la giusta attenzione alla questione.
«Te ne ho parlato una settimana fa, quando l'ho incontrata dopo quasi dieci anni. È una mia vecchia amica.»
La guardai assottigliando gli occhi e mi sforzai di ricordare.Il vuoto.
«Senti, Rose, sei incredibile... Va' a cambiarti, è tardi» mi incitò notando che avevo bisogno di una doccia. Ascoltai il suo consiglio, ricordando l'abitudine di zia Mara di arrivare molto in anticipo. Dopo aver trascorso una decina di minuti sotto il getto caldo, indossai un semplice vestitino nero stretto in vita e gli scarponcini dello stesso colore. Seduta sul bordo del letto, mi preparai psicologicamente alla serata mentre ascoltavo i miei zii al piano di sotto. Mio padre e mio zio Greg stavano parlando e la piccola Sophia correva a destra e a manca, con chissà quale giocattolo. Ispirai prima di lasciare la stanza, pronta - ma non tanto convinta - ad affrontare la cena.
«Eccola!» Zia Mara mi venne incontro accogliendomi tra le sue braccia.
«Sei sempre più bella!» Mi indicò con un cenno della testa, guardando mamma ancora occupata in cucina. «Greg, forza, vieni a salutare la piccola Rose.»
«La piccola ha ventiquattro anni» precisò mia mamma con un sorriso. Poi spense finalmente l'ultimo fornello. «Non importa, è sempre la mia nipotina preferita.» La barba dello zio mi sfiorò la guancia.
«Ovvio, sono l'unica.» Risi e mi avvicinai ai miei cugini, Theo e Jill, seduti sul divano. Sophia prese posto sulle mie ginocchia.
«Klara... Klara...», udii la zia pensare a voce alta, «la bambina che viveva accanto casa nostra quando eravamo piccole?»
«Sì, ci siamo incontrate qualche giorno fa. È in vacanza con la sua famiglia.»
«La bambina che ha rotto tutte le nostre bambole?»
«Dai, Mara, sono trascorsi molti anni. Era solo una bambina.»
«Io non dimentico! Comunque... ho portato i biscotti» annunciò estasiata, attirando l'attenzione di tutti. Papà sforzò le labbra in un sorriso.


❄️ Buon pomeriggio lettori, ecco il primo capitolo di Sfiga sotto l'albero.
Una commedia natalizia/romance di 82 pagine. 🎄

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