SECONDA PROVA - The darkness of his Kiss

"Sei la luce, Sei la notte.
Tu sei il colore del mio sangue!
Sei la cura, sei il dolore.
Tu sei l'unica cosa che voglio toccare!"
Rimasi impietrito. Lei non poteva continuare! Non doveva assolutamente continuare! Se lo avesse detto sarebbe stata la fine di tutto!
"Silenzio Armida!"
Le appoggiai dolcemente il mio indice sulle sue labbra carnose e scuotei piano la testa. Mi prese il dito e lo portò sul suo cuore.
"Louis io voglio baciarti! Voglio appoggiare le mie piccole labbra sulle tue e dirti quanto io..."
"No! Amore mio non farlo! Parlami di tutto ciò che provi per me, ma non ti azzardare a dire quelle due parole maledette, intesi?"
Le dissi con un tono amorevole che però non ammetteva repliche.
"Tu sei la luce perchè mi fai star bene, ma il fatto di non poter essere me stessa con te mi fa ricordare la notte che avvolge e nasconde ogni cosa! Sei l'unica persona che in tutta la mia vita mi abbia mai fatto sentire viva! Non sai quanto mi fai soffrire, ma allo stesso tempo sei il solo che riesce a strapparmi un sorriso, a farmi ridere, a farmi stare bene... Sono così presa da te Louis che... voglio baciarti! È dalla prima volta che ho visto i tuoi smeraldi incastonati nel tuo viso perfetto che voglio toccarti! Sei sicuro che non ci sia una strega capace di spezzare la nostra dannazione? So che ti ho posto questa domanda innumerevoli volte però non so per quanto ancora potrò reggere questa situazione!"
"Basta con questa domanda! Ti ho già spiegato che quella strega che ho ucciso era l'ultima della sua stirpe e la sovrana di tutte le gilde. Sembra quasi che nel profondo io sia solo un peso per te... sembra quasi che tu non mi ami!" Le ultime frasi furono un sussurro.
"No! Non puoi pensare questo di me! Non ti permetto di ferirmi in questo modo! Non mi hai sentita prima?" Urla con le lacrime agli occhi.
"Sono solo parole, Armida!"
I suoi occhi color nocciola erano così lucidi e le sue gote così rosse. I capelli scuri svolazzavano leggermente a causa di alcune folate di vento improvvise. A volte le coprivano il volto e lei, con gesti spazientiti, li spostava dietro le orecchie per continuare a fissarmi. Com'era bella!
Volevo ardentemente quelle labbra schiuse e gonfie sulle mie.
Volevo fondere i nostri respiri in uno solo.
Volevo sentire il suo cuore impazzire al mio tocco.
Mi immaginai quanto sarebbe stato eccitante morderle il labbro inferiore e sentire i suoi gemiti attutiti dalle mie parole che le avrei detto dopo averla baciata.
La tortura poteva bastare. Non ce l'avrei fatta a resistere oltre. Non volevo resistere oltre!
Armida non accennava minimamente a smettere di piangere. Forse avevo esagerato, ma sapevo che ce l'avrei fatta. Il contesto era molto difficile e delicato, ma io ero sempre stato un amante delle sfide.
"Non piangere, Mid!" Dissi con un tono gentile "Scusami! Non volevo essere così duro e offensivo. La verità è che sono stanco di tutta questa merda che mi porto da duemilaequindinci anni!"
"Mi dispiace davvero, Louis! Mi dispiace che tu abbia dovuto soffrire per tutta la tua vita, però anch'io sono dentro a tutto questo! Come faccio a farti capire quanto è forte?"
"Qual è il soggetto?" Chiesi con un sorriso storto.
"Lo sai benissimo qual è!" Rispose lei.
"Certo che lo so, tranquilla!" Feci una breve pausa poi ripresi "Se ti chiedessi di fare una cosa, acceteresti per dimostrarmi che mi ami?" Abbassai lo sguardo attendendo con ansia la sua risposta.
"Farei qualsiasi cosa per te!"
"Lasciati mordere! Fidati di me e lascia che io mi nutra del tuo sangue!"
"Mi stai chiedendo tantissimo! Posso sperare almeno che in questo modo tu non dubiterai mai più di me?"
"Mai più!"
Armida mi guardò piena di paura mascherata da una linea dura delle sue labbra. Si avvicinò a me lentamente e mi circondò con le sue esili braccia appoggiando la fronte sulla mia spalla destra. Era dannatamente eccitante vederla presa da me. Adoravo la sua ingenuità, la sua bellezza e la sua arrendevolezza.
"Fa di me ciò che vuoi! Sono tua!" Quando la sentii pronunciare queste parole impazzii e mi fiondai sulla sua gola. Lasciai umidi baci sulla base del collo, avevo bisogno di prendere i miei tempi e di agire con calma. Questi propositi sfumarono all'udire un suo gemito. Affondai con forza i canini nella sua gola iniziando a succhiarle il sangue. Com'era buono!
Ero ebbro del suo respiro, della sua pelle, di lei... Non avevo minimamente intenzione di fermarmi! Il suo sapore era una fottuta droga che mi stava destabilizzando! Non mi era mai successo di perdere il controllo in questo modo! Continuai a prosciugarla fino a che Armida sussurrò il mio nome.
Mi staccai di colpo spaventato! La guardai negli occhi chiedendole se si sentiva bene o se le avevo prosciugato tutto il sangue che aveva. Ovviamente mi disse di stare tranquillo, che era tutto a posto, ma io sapevo di aver esagerato.
"Scusami un'altra volta, Armida! Il tuo sangue è dolce e io..."
"Shhhh!" Sussurrò premendo l'indice sulle mie labbra come avevo fatto io poco prima. "È tutto a posto!"
Era arrivato il momento, tutto questo poteva avere finalmente una fine!
"Puoi dirlo!" Dissi.
"Cosa?" Chiese confusa.
"Se e quanto mi ami!" Risposi con un sorriso strafottente.
"Perchè?"
"Perchè la maledizione è stata sciolta dal tuo nobile gesto! Avrei potuto avere una relazione quasi normale, sono pur sempre un vampiro, con qualunque donna a patto che accettasse di farsi mordere da me senza sapere nulla di questa parte della maledizione! Ti amo! Armida, io ti amo e puoi dirmelo anche tu, ora!"
Il suo viso si illuminò di gioia e si scaraventò sulla mia bocca. L'accettai di buon grado e le nostre lingue incominciarono a danzare insieme. Quando si staccò riuscì a dirmi che mi amava per poi stramazzare al suolo. Finalmente ce l'avevo fatta! Finalmente era morta! La verità è che non c'era nessun sortilegio, che io non l'amavo e che non ero un vampiro! Io ero e sono un Esper, creatura millenaria che si ciba di sangue per continuare a vivere e di emozioni umane per accrescere i suoi poteri psichici. Era tutta una fottuta recita e lei era stata la mia ennesima vittima!
Adoravo prosciugare le mie vittime e ucciderle: era una sorta di sfida malata tra me e il mio amico. Chi uccideva più persone nell'arco di un mese aveva il diritto di scegliere le prossime vittime di tutti e due. Appoggiai svogliatamente la fronte al muro della scuola e aspettai l'energia che avrei ottenuto di lì a poco.
"Sei un fottuto bastardo!" Mi girai di scatto ritrovandomi difronte il ghigno di Dimitri.
"Non è vero! Io sono un Esper!"
"Ciò non toglie che tu sia un fottuto bastardo! Potevi succhiarle il sangue e farla finita invece sei andato avanti!"
"È questa la differenza sostanziale tra me e te! Io premedito e cerco di ottenere il massimo potere da ogni mia vittima! Tu sei quasi arrivato a centomilioni di morti, ma io sono molto più forte dal punto di vista mentale!"
"Questo lo pensi tu, stronzo sadico!"
"Smettila di insultarmi, coglione!"
"Altrimenti? Vuoi dimostrarmi la tua fantomatica forza?"
"Non provocarmi!" Ringhiai.
"Siamo agitati, eh? L'anima della morta non ha avuto effetto?"
Lo odiavo! Capiva sempre l'emozioni, i pensieri e le intenzioni di chiunque avesse davanti seppur non si allenasse o si nutrisse dei sentimenti umani! In quel momento però non era solo quella la ragione del mio nervosismo! Avevo grandi aspettative dalla morte di Armida che non erano state soddisfatte! Non sentivo la testa leggera, non sentivo scorrere dentro di me l'afflusso di energia, era come se non fossi riuscito ad acquisire le sue emozioni. Il tempo di acquisizione, ormai, era trascorso e non riuscivo a capire perchè non mi sentissi più forte.
"Non è successo nulla! L'ho baciata, lei si è accasciata a terra, ma non penso che sia morta!"
"Cazzate!" Dimitri avanzò verso il corpo apparentemente privo di vita e si chinò "Non respira! È morta!"
Tirai un sospiro di frustrazione voltandomi. Due settimane buttate nel cesso a rincorrere questa preda che alla fine non mi aveva lasciato nulla!
"Louis vieni a casa e per una volta lascia che sia il tuo istinto materiale a guidarti!"
Odiavo perdere il controllo! Episodi come quelli con Armida mi erano capitati molto raramente! In quel momento però non riuscivo a darmi una fottuta calmata così accettai l'offerta del mio amico.
"Vedrai! Gemma non vede l'ora di farsi una bella bevuta con te!" Ammiccò Dimitri con un sorriso trionfante.
"Taci e andiamo! Voglio sangue fresco!"
"Tutto quello che vuoi, ti sarà dato!"
Ci incamminammo verso la nostra villa, non curandoci minimamente del corpo della ragazza morta.

~~~

Il sole stava tramontando dietro le montagne mentre il vento spostava tutte le foglie cadute dagli alberi. Il corpo di Armida era accasciato sul terreno umido. I capelli le coprivano il volto. Gli occhi chiusi, la bocca muta, nessun respiro, nessun suono! La sua vita era terminata in una squallida giornata d'autunno. Il tempo passava. Purtroppo la scuola era chiusa dal pomeriggio e le persone che camminavano erano troppo prese da loro stesse per accorgersi di lei. Il sole era calato lasciando il posto alla luna e alle stelle. All'improvviso una sagoma scura si avvicinò al corpo inerme, aspettò e così com'era arrivato scomparve.
I lampioni accesi conferivano un tonalità surreale alla pelle di Armida. Le palpebre si alzarono di scatto rivelando le due pozze azzurre. Chiunque avesse visto quelle iridi si sarebbe sicuramente perso nella loro bellezza, ma in quel momento quella smarrita era lei.

***

Angolo Autrice
Eccomi qua, pronta, ma molto insicura (come sempre!) della mia nuova one shot! Se vi piace potete mettermi una stellina e soprattutto potete lasciare un commento! Grazie mille in anticipo! Probabilmente questa storiella si trasformerà in una trilogia quindi se vi interessa: stay tuned!

DornANna-LlorentIan

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