Capitolo Diciannovesimo

Per essere oscuri oggetti del desiderio,
non basta spegnere la luce.
Eros Drusiani


Harry appoggia sopra a un ampio vassoio di legno, una tazzina colma di caffè, una bella spremuta d'arancia fresca e un toast ancora caldo.
Si sistema meglio la camicia nei pantaloni, prima di stringere il cabaret per bene tra le mani, e di portarlo verso la sua camera da letto.

Lo abbandona velocemente sul comodino, per poi passare rapidamente ad aprire le tende. I primi raggi del sole che attraversano la finestra, illuminano il viso ancora addormentato e la chioma biondissima di Draco. Il Serpeverde sbatte alcune volte le ciglia dorate e mugugna infastidito, dimostrando la sua totale contrarietà. Con le dita afferra le coperte e se le porta fin sopra alla testa.

-Per la barba di Merlino! Ma che diavolo di ore sono?- Borbotta, cercando in tutti i modi possibili di appallattolarsi meglio sotto alle lenzuola.

-Molto presto, in realtà. Ma devo andare al lavoro, e voglio arrivarci prima degli altri. Oggi sia io, che Hermione, che il nostro superiore, valuteremo insieme le ultime circostante relative al caso.-

Draco non ribatte e non si muove. Se ne rimane ben nascosto e in silenzio. Harry si avvicina alla sponda del letto in cui lui è più vicino, e afferra un lato della coperta tirandola verso il basso. Un viso imbronciato appare alla sua vista.

-Dopo ci raggiungi al Ministero?- Domanda, cercando di trattenersi e non scoppiare a ridere di fronte all'espressione seccata dell'altro.

-No, oggi mi sono preso la totale giornata libera. Non ho voglia di vedere quegli idioti che hanno incriminato la persona sbagliata.-

Il naso di Harry freme nervoso. Si porta una mano sugli occhiali, rimettendoli indietro, sul naso.
-Guarda che in mezzo a quegli idioti ci sono anche io!-

Il viso di Draco finalmente esce totalmente allo scoperto, da in mezzo ai cuscini.
Il Serpeverde si alza leggermente con il busto: piega il braccio mettendosi su un gomito e appoggia la guancia sul palmo della mano. Poi lo fissa maliziosamente, sorridendogli con fare sfrontato.
-Lo so perfettamente.- Ribatte ironico, alzando in un gesto velocissimo le sopracciglia e riabassandole verso il basso, subito dopo.

Harry si morde il labbro inferiore, immediatamente già pentito per essersi preso la briga di alzarsi prima e avergli addirittura portato la colazione a letto.

-Ma loro non sono neppure lontanamente carini come te.-

L'espressione stralunata di Harry, si trasforma all'istante in un tenero sorrisino. Scuote la testa, indicandolo con leggerezza.
-Sei solamente un perfido serpente lusingatore. Pensi seriamente che questa sviolinata che mi hai fatto, serva a farmi dimenticare il fatto che tu mi abbia definito "idiota".-

Nuovamente il sorriso di Draco si allarga a dismisura. Si sporge leggermente, facendo intravedere da in mezzo alle lenzuola, il petto nudo e candido. Con una mano si aggrappa alla camicia dell'altro, tirandolo in basso.
Harry atterra con le ginocchia sul materasso, e con il corpo vicinissimo al suo.
-Magari quello che ho detto prima no, ma quello che farò ora, si.-

E poi si sporge e lo bacia. Lo bacia come non aveva ancora mai fatto fin ora. Con la mente e con il cuore. Non muove solamente le labbra o la lingua, trasporta nell'azione tutta la sua anima, che si riversa attraverso il contatto fisico, dentro al suo corpo. E Harry la sente perfettamente, una corrente impetuosa di emozioni che lo oltrepassa e lo disintegra. Il Serpeverde lo sta divorando selvaggiamente, scomponendolo in minuscoli atomi. E poi allo stesso tempo, lo edifica trasformandolo in tutt'altro.

Le sue mani calde si strusciano sul suo corpo, e lo accarezzano e strizzano con feroce bramosia. Rovescia su di lui un desiderio talmente tanto inumano, che non pensava neppure lontaneamente potesse esistere.

Allo stesso modo, si sente ebbro anche lui.
Ubriaco fradicio di Draco Malfoy.
-Devo... uhm, ora devo proprio andare.- Soffia sulle labbra, cercando di placare il giramento di testa che sente pervaderlo, allontanandosi.

-Devi proprio?-

-Si. Devo proprio... visto che qualcuno di nostra conoscenza mi ha messo la pulce nell'orecchio, sull'arresto sbagliato di Astoria. Voglio controllare alcune informazioni e parlare con Hermione lontano da persone indiscrete. Anzi, al tal proposito avrei un'idea. Stasera potremmo andare a cena da lei e Ron...-

L'espressione distaccata di Draco, si trasforma all'istante in una sorprendente maschera colma di disgusto.
-Non penso che sia una buona idea. -

Harry si tira indietro. Si rimette in piedi, sistemandosi con le mani la camicia spiegazzata. 
-Infatti lo è molto di più: è un ottima idea. La mia migliore amica è una delle persone più intelligenti che io conosca. Se c'è una falla nel percorso, vedrai che lei lo capirà subito. E Ron.. beh, lui è semplicemente Ron. Voglio che ti conosca meglio, e che impari ad apprezzarti. Fidati di me una volta ogni tanto. Non avrai mica paura di quello che pensano quei due, no?-



La situazione già di per sé assurda, adesso si è trasformata in un contesto strano e alquanto bizzarro.
Seduti attorno a una tavola riccamente apparecchiata con pietanze di ogni genere, i quattro personaggi si stanno osservando a vicenda, da vari minuti.

Draco ha mantenuto la stessa espressione nauseata di quando è entrato alla "Tana". Ha guardato preoccupato la casa spoglia, si è lavato ripugnato le mani varie volte, e non si è trattenuto dallo sminuire ogni oggetto magico usurato. Hermione stasera è più agitata del solito e si continua a lisciare i capelli cespugliosi, strattonandoseli bruscamente con le dita, in basso. Harry invece, continua a cercare di trattenere le risate di fronte all'espressione estremamente sconvolta di Ron.
L'amico è sicuramente quello messo peggio di tutti: se ne sta seduto sulla seggiola, rigido e composto e con lo sguardo perso, senza neppure toccare il cibo.

Il Serpeverde stufo del momento lunghissimo di fermo, sbuffando si serve da solo una generosa porzione di pasta al sugo. Al primo boccone che inghiotte, alza un sopracciglio meravigliato guardando ammirato in viso Hermione.
-I miei complimenti, Granger. Devo ammettere che i tuoi spaghetti sono straordinariamente ottimi.- 

La donna sorride contenta, entusiasta dell'apprezzamento appena ricevuto. Fa la stessa cosa anche per lei e Ron, riempiendo entrambi i piatti.
-Lo so. Sono un'ottima cuoca.-

-Potresti pensare seriamente di lasciare il lavoro da Auror e dedicarti solamente a questo tuo passatempo. Sono certo che ti riuscirebbe meglio di quello che fai ora.-

Il gomito di Harry gli si conficca svelto tra le costole del fianco. Draco alza la testa, guardandolo storto.
-Che c'è?Hai detto tu che devo essere me stesso!-

Il Grifondoro alza gli occhi al soffitto, borbottando sonoramente. Inforca degli spaghetti e se li caccia in bocca, masticandoli lentamente. Deve ammettere però, che Draco ha ragione. Hermione è diventata una vera maga in cucina. Sbatte le palpebre scrutando la figura di Ron, che continua a non toccare nulla di tutto quello che ha nel piatto.
-Non mangi? Stai forse male?-

-Un pochino.- Dichiara lui a bassa voce, guardando di sottecchi Draco che nel frattempo si è già spolverato tutto il cibo nel piatto. Si pulisce lentamente la bocca appena rossa di sugo, riappoggiando in modo aristocratico il tovagliolo bianco sulle gambe.

Ron emette una risatina strozzata, inforcando la pasta e spruzzando ovunque il pomodoro.
-Io non capisco come diavolo faccia quello. Si è mangiato tutta la sua porzione di cibo in pochissimo tempo senza macchiarsi per nulla. Per tutte le mandragole! Non è giusto!-

Il Serpeverde fissa l'alone rosso sul tavolo vicino a Ron, arricciando il naso inorridito.
-Non tutti sono degli zotichi incivili come te, Weasley.-

-Già. E non tutti sono degli snob elitari come te, Malfoy.-

Il Serpeverde ridacchia sinceramente divertito dalla battuta, scuotendo la testa e appoggiando la schiena meglio alla seggiola.
-Touchè. Non me l'aspettavo. Questa tua risposta sarcastica mi ha veramente sorpreso. Allora in famiglia quella con le palle non è solamente tua sorella.-

-Va bene, adesso basta.- dichiara in fretta Hermione, notando l'esplosione di rabbia sulle guance rossissime del suo ragazzo.
-Cerchiamo di comportarci tutti educatamente, come se fossimo degli esseri intelligenti e senza pregiudizi. Dunque Malfoy, avresti voglia di spiegare cosa non ti torna sulla colpevolezza della Greengrass?-

Draco si rilassa. Si sposta dalla fronte il lungo ciuffo biondo di capelli, rivelando delle iridi brillanti e risolute.
-Astoria non è la persona adatta a intraprendere un percorso del genere. Che voi ci crediate o meno, ho stilato insieme a dei maghi professionisti un profilo del pazzo che potrebbe essere coinvolto.
Cerchiamo un probabile uomo, o in percentuale minore una donna, che sappia muoversi di nascosto. Qualcuno che ha potere, ma che non ne possiede comunque abbastanza. Qualcuno che non potremmo mai neppure lontanamente immaginare che sia implicato. Ma soprattutto... qualcuno che abbia a che fare con uno di noi tre.-

Harry sospira tristemente, prima di prendere parola.
-Dopo l'ultimo sogno in cui siamo stati, questo pensiero lo avevo avuto anche io. Però un profilo, seppur stilato da professionisti, può sempre essere sbagliato. Magari la persona coinvolta ci sta sviando verso un altra... oppure è imprevedibile.-

-Non posso certamente dire che hai torto, ma io non credo comunque alle coincidenze. Quel cappello... Chi sapeva che genere di ornamento portava Astoria proprio la sera in cui l'abbiamo vista entrambi? Chi l'ha seguita? E' stato per caso qualcuno che era fuori con me... o era con te, Potter?-

-Non penserai che sia stata Ginny, vero? C'erano altre mille persone oltre a noi, presenti al pub quel giorno!-

-Io non ho detto nulla, il suo nome lo hai tirato fuori tu.-

Ron lascia cadere di getto la forchetta sul piatto, producendo un tintinnare forte e rumoroso.
-Oh, andiamo! Hermione non crederai veramente a queste assurde cavolate. Mia sorella la conoscete tutti molto bene, e non è sicuramente la persona psicopatica che cercate. Tu vuoi semplicemente trovare una veloce scappatoia, che ti aiuti a proteggere la tua amica!-

Gli occhi di ghiaccio, si posano sopra al suo viso, e ardono come se fossero tizzoni di fuoco.
-Io cerco soltanto la verità. Non credere neppure per un istante di conoscermi, Weasley. Il fatto che io sia qui seduto al tuo stesso tavolo, a cenare a casa tua, non significa per me proprio nulla. Io sarei disposto a calpestare qualsiasi cosa o persona che si interpongono sul mio cammino, se questi dovessero intralciare in qualche modo, il mio fine a raggiungerla.-

Le ultime parole aleggiano minacciose nella stanza. Harry si schiarisce la gola, prima di appoggiare una mano sulla coscia di Draco. Lo richiama silenziosamente alla calma, prima di servirsi delle patate arrosto nel piatto.
-Devo confessarvi che il dubbio che sia stato tutto fin troppo facile, è venuto anche a me. Perchè la piuma era proprio lì, ferma ad aspettarci?-

Si porta il cibo alla bocca, restando con la forchetta fermo a mezz'aria.
Draco lo sta guardando allibito, a occhi totalmente sgranati. Gli indica la stoviglia sporca, scuotendo la testa nervoso.
Gli amici si guardano tra di loro confusi, senza riuscire a capire.

-Potter... non cambi il piatto?-

I grandi occhi verdi, si assottigliano preoccupati.
-No, perchè? Non... ehm, dovrei farlo?-

I capelli biondissimi si scuotono impazziti. Il Serpeverde estrae la propria bacchetta dalla tasca, e con la magia trasporta le sue stoviglie usate al lavello. Con un altro rapito movimento di polso, se ne fa portare di nuove e pulite.

Ron scrolla le spalle, ignorando il gesto maleducato e si versa un altra dose massiccia di pasta.
-Bifffognerebbe caffffffffire con chi altro ne affffffete parlato.- Dice a bocca piena, ignorando lo sguardo schifato del Serpeverde.

-Con nessuno in realtà.-
Risponde subito Harry. -A parte noi quattro, Ginny, gli Auror che lavorano con noi, Percy e altri del Ministero...direi nessun'altro. E tra di loro, soltanto in pochi sapevano di tutto il contorno magico restante.-

-Già, come dell'incantesimo strambo che ti tiene legato a questo tizio.- Ribatte Ron, sorridendo a Draco in modo sfrontato.

-Ma certo! La pozione!- Urla Hermione di scatto, alzandosi dalla seggiola.
-Non ci avevo pensato. E' tutto legato al primo sogno. Ah! Io devo andare immediatamente a controllare una cosa!-

Ron sbuffa rassegnato. Si lancia in bocca un'altra generosa cucchiaiata di patate, prima di alzarsi e seguire la sua ragazza nell'altra stanza. Harry percepisce un leggero raschiare di gola di fianco a lui. Volta il viso verso il rumore, osservando stupito Draco che sta ridacchiando apertamente.

-Ti stai divertendo?- gli domanda.

-Molto. Il cibo è veramente ottimo e il tuo amico Ron è uno totale spasso. A saperlo prima, stamattina non avrei fatto tutte quelle storie per accompagnarti.-

La mano di Harry si muove e va ad appoggiarsi sopra a quella dell'altro. La sfiora, accarezzandone il dorso con lenti movimenti concentrici delle dita.
-Beh, ora puoi farlo quando vuoi. Puoi venirci... con me.-

-Non essere cosi smielato, Golden Boy. Mi stai facendo venire la nausea. Oltretutto, spero tu non creda che questo tuo tentare di abbonirmi in modo così sfacciatamente gentile, mi possa far dimenticare di questa mattina. Mi sei scappato prima che io potessi farti... altro.-

Harry sposta la seggiola in avanti, per avvicinarsi meglio a Draco. Si sporge, mettendo le labbra attaccate al suo orecchio.
-Io ho una fantastica idea che potrebbe soddisfare entrambi. Rimani di nuovo da me, stanotte. Reclama il tuo contratto... mmm, puniscimi.-

Al sentire l'ultima parola, le palpebre di Draco si chiudono e un lungo brivido di eccitazione gli attraversa la schiena.
-Devi stare attento a quello che dici. Stai seriamente giocando con il fuoco.-

Riapre di scatto le iridi glaciali e lo afferra per i capelli, strattonandolo malamente all'indietro.
Dallo stupore del gesto, Harry apre la bocca per lamentarsi, ma qualsiasi suono gli viene azzerato dalle labbra del Serpeverde che sono sopra alle sue. La lingua e i denti si scontrano producendo un'accozzaglia sconclusionata di suoni bagnati ma anche terribilmente erotici.

-Scu... ehm. Scusate, ma.. Miseriaccia! Siete proprio strani da vedere insieme, voi due!- 

Ron è di fronte a loro. Li guarda imbarazzato e con le gote completamente rosse. Draco si rimette in posizione seduta, pulendosi il mento umido di saliva con l'indice.
-Stai tranquillo. Appena la tua ragazza troverà la contro pozione corretta, non dovrai più sopportarmi. Tutto tornerà a essere noioso come prima. Peccato...- Mormora, sorridendo a Hermione che è rientrata e sta guardando Harry intensamente negli occhi. Lo cerca prepotentemente con lo sguardo, come se volesse comunicargli silenziosamente qualcosa.
-Peccato dicevo... Penso che un pochino mi mancherà la tua cucina Granger, e anche il poter riversare tutta la mia smania di controllo sul prescelto. Mi mancherà proprio tutto, tranne la tua faccia.-
Dichiara sereno, accennando verso Ron.
-Quella proprio no. Per la barba di Merlino! E' proprio brutta.-

Scoppia nuovamente a ridere di fronte alla reazione stizzita dell'altro, ma zittendosi all'istante appena pero' comprende come Hermione sia rimasta in assoluto silenzio.

-Penso di aver trovato una falla.- Dichiara secca, sferzando l'aria.
-C'era un piccolo particolare che non mi era del tutto chiaro. Ma prima di parlarvene e mettere in moto tutto l'ambaradan del caso, ho bisogno di recarmi al "Ghirigoro" a Diagon Alley. Lo farò subito domani. Pensate che possiamo rivederci qui, soltanto noi quattro, subito domani sera?-

Harry annuisce svelto e si volta con la stessa rapidità, verso la figura di Draco, attendendo un suo riscontro.
Il Serpeverde però, non lo sta calcolando affatto. Tutta la sua attenzione è concentrata verso Hermione. La sta fissando in un modo ostinato e crudele.
Rivolge poi il suo sguardo infastidito verso Harry, che sobbalza di fronte alla sua espressione cruda e decisa.

Scioglie poi il ghigno, rilassando il viso e producendosi in un finto sorriso sereno.
-Va bene, io ci sarò. Sono proprio curioso di sapere ora, cos'ha trovato.-

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Questo capitolino mi piace molto.
Ma bando alle ciance e facciamoci le giuste domande.

Draco, tesoro mio, perchè dal nulla ti sei innervosito?

Hermione, maga splendida, quale diavolo di indizio hai trovato stavolta?

Harry, uomo innamorato, vuoi dirglielo a questo poveretto che la pozione ha funzionato?

E tu Ron, mio intrepido uccisore di ragni, ammetti che il Serpeverde un pò inizia a garbarti?

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