Chapter 3
—ho una question per voi nell'angolo autrice—
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Mi infilai alla svelta il vestito e il cappotto, con i tacchi ancora in mano scesi le scale delicatamente cercando di non svegliare il compagno della notte appena passata.
Appena arrivò il taxi salii e mi feci portare a casa, avevo bisogno di una doccia calda e rilassante.
Durante il tragitto sbirciai l'agenda e gli impegni del giorno scoprendo di avere un appuntamento dall'estetista verso le tre del pomeriggio e successivamente la parrucchiera per l'evento che si sarebbe tenuto la sera stessa.
Arrivai a casa, sfilai le scarpe alte e mi spogliai infilandomi lesta sotto il getto ancora tiepido della doccia.
Strofinai con cura il corpo, ogni centimetro, amavo il sesso, ma il sudore e l'odore che lasciava sulla mia pelle erano insopportabili.
Tutta profumata, o almeno speravo che lo fossi, uscii dal bagno dopo una lunga skin-care con ancora un asciugamano messo a turbante sulla testa.
Mi fiondai sul letto, presi il cellulare e sbirciai una delle mie tante app che io chiamavo "carnali", sperando di trovare qualche nuovo bel bocconcino.
Potete pure pensare che io sia una poco di buono o robe simili, ma ricordate, la vita va vissuta e io non posso stare a pensare alle critiche antiquate e maschiliste, detto questo rotolai verso il lato destro del letto e presi dal comodino un intimo colorato e spaiato.
Passai tutta la mattina a girare come una trottola da un appuntamento ad un altro, tra il nuovo progetto aziendale da portare avanti e i preparativi beauty per il Gala di beneficenza di quella sera, rimisi piede in casa verso le sei e mezza del pomeriggio.
Ero psicologicamente distrutta, anche fisicamente non stavo messa bene, ma non me ne lamentai perché infondo la ginnastica serale era stata appagante e soddisfacente.
Con una serie di preparativi infiniti riuscii finalmente ad indossare l'abito lungo verde bosco, semplice, con la gonna lunga a pieghe, l'allacciatura al collo ed una sensuale apertura a goccia sulla schiena, con un ciondolo sottile e luminoso che ad ogni mio passo oscillava, sfiorandomi la pelle.
Misi un semplice sandalo alto nero, un make-up sfumato, concentrando l'attenzione sulle labbra piene dipinte di rosso bordò.
Quando l'autista mi lasció difronte l'ingresso dell'edificio addobbato con decori sul verde, percorsi da sola i mentori che mi separavano dalla porta di vetro.
Afferrai una maschera nera con intarsi oro e la misi, era obbligatorio portare una maschera almeno finché mio padre non avrebbe presentato il nuovo programma e svolto l'asta sui pezzi di arte contemporanea, il cui ricavato sarebbe andato in beneficenza ad un'associazione per combattere il tumore alle ovaie, il male che aveva portato via mia madre.
Riconobbi soltanto cinque persone, quelle che lavoravano con me a stretto contatto e avevo imparato a riconoscere anche dal modo di camminare. Li salutai velocemente e mi diressi verso un cameriere che portava un vassoio pieno di calici con all'interno un liquido ambrato e frizzante, ne afferrai uno e lo sorseggiai guardandomi intorno alla ricerca di mio padre.
Lo trovai a parlare con un uomo abbastanza alto, sui 35 anni e con un fisico pressoché perfetto, almeno con lo smoking.
Mi avvicinai cauta e mi intromisi nella conversazione presentandomi e lasciando un bacio sulla guancia ruvida di mio padre.
Volsi nuovamente lo sguardo allo sconosciuto per osservarlo meglio, lo sorpresi a fissarmi con quei due occhi castani chiaro, che riflettevano le luci della stanza e prendevano le sembianze di due perfette piscine di miele.
"Il piacere è tutto mio, Artemisia o forse preferisce signorina Pellei?"
Il tono provocatorio con cui mi rivolse la domanda mi fece innervosire, sembrava volesse sfidarmi.
Ebbene giochiamo.
"Signorina Pellei per gli sconosciuti, grazie. E lei è?"
" Travis Bones"
Notai un sorriso prepotente fare capolino tra le labbra, che però venne soppresso all'istante.
Mi girai verso mio padre, sussurrandogli che appena finita l'asta sarei andata via, avevo un impegno importante, mi scusai con Bones, mi voltai e spedita afferrai una tartina dal vassoio del cameriere.
Sentivo i suoi occhi addosso, li sentii finché non andai via, mi tormentarono la notte, ma non in modo cattivo, avevo il presentimento che li avrei rivisti prima o poi.
E non mi sbagliai.
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Hey guys!
I'm back...mi voglio scusare per tutta questa assenza, ma ne avevo bisogno.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lasciate like e commentino se vi va.
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Question for you: secondo voi dopo quanto tempo Travis farà la sua seconda apparizione?
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