Capitolo 4

Qualche sera dopo James mi invito ad uscire con lui per accordarci sul compleanno con la scusa di andare al cinema, ovviamente accettai, ma dopo il film decidemmo di andare a bere qualcosa così scegliemmo il locale dove lo avevo rivisto troppo poco tempo fa e fortuna volle che fosse lì di nuovo, questa volta c'erano tutti però. Feci un respiro profondo ed entrai dopo James, subito mi notarono e vollero che mi sedessi con loro e così feci solo per non essere infantile. Carlos era al mio fianco e continuava a chiedermi di Lucas, voleva sapere tutto età, colore dei capelli, supereroe preferito, gusto di gelato che odiava, allergie... tra un po' anche il modo in cui respirava! mi faceva piacere sapere che ai ragazzi ero mancata e che comunque a loro interessava la mia vita. Dopo un po' Logan si sedette vicino a me e mi iniziò a chiedere le stesse cose che Carlos poco prima mi stava chiedendo e gli raccontai tutto sin dalla prima pedalata al il primo dente da latte, al primo taglio di capelli... lui ascoltava esterrefatto quasi fosse la più bella storia del mondo e voleva sempre sapere di più, mi rendevo conto che lui si era pentito (probabilmente) di quello che era successo, di come le cose erano andate, ma non volevo dargli la possibilità di credere di cambiare le cose nonostante i brividi al solo sfiorare della sua giacca contro la mia pelle o del suo sorriso di fronte a me. Vero, mi manca mi mancava e mi mancherà, ma non per questo dovevo cedere infatti non gli permisi di capire di poter ripetere quello che avevamo, almeno ci provavi solo che poi arrivò il secondo drink, il terzo, il quarto e così via fino al decimo. Sinceramente nemmeno io mi resi conto di essere arrivata a tanto, beh in realtà me ne accorsi quando la sagoma di Logan sostituiva la sua immagine e praticamente non riuscivo a dire qualcosa di più sensato di un sì o un no. Mi accompagnò lui in bagno nel momento in cui il mio corpo decise che avevo esagerato e dovevo liberarmi di quello che era di troppo. Mi tenne i capelli e mi aiutò a lavarmi e fortuna volle che avesse uno spazzolino dietro e me lo imprestò, anche perché mi spiegò che quella sera non sarebbe andato in albergo o altro dato che erano già tutti occupati. Dopo qualche risata per le nostre condizioni essendo entrambi comunque troppo ubriachi, ci ritrovammo ad accorgerci della vicinanza dei nostri visi dato che il bagno era molto molto piccolo e noi due occupavamo tutto quello spazio con qualcosa che andava oltre i nostri corpi, c'era qualcosa che rendeva l'aria pesante e rarefatta, eravamo a pochi millimetri che si annullarono in un istante e negli istanti dopo le sue mani percorsero il mio corpo, ogni suo angolo si ricordava ancora i miei punti deboli, ciò che mi piaceva, ciò che non mi piaceva... mi sentivo come quella volta in cui lo facemmo nel bagno del cinema, in cui eravamo due ragazzini stupidi ma che avevano appena scoperto qualcosa che solo si erano immaginati. Sentivo le sue labbra sul mio collo, sul mio seno... sentivo il caldo del mio corpo e quello delle sue mani... sentivo i brividi che erano qualcosa di ancora più potente dei brividi stessi perché il mio corpo letteralmente tremava tra le sue braccia. Probabilmente ci sentì tutto il locale, ma questo lo ricordo bene perché usciti di lì salimmo su un taxi di corsa e andammo a casa mia. Lucas dormiva e dopo aver pagato la babysitter, lo portai in salotto e gli diedi una coperta e un cuscino di modo che potesse dormire lì. Mi infilai in camera mia dopo aver dato un bacio sulla fronte di mio figlio e quella notte per me fini lì, almeno così ricordo e voglio ricordare.

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