3. Labbra e cosce
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Sesso esplicito, linguaggio scurrile!
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«A questo punto Mikey, devi fottertelo.»
Mikey deglutì, sentendo il respiro andare in frantumi. Il suo corpo prese a surriscaldarsi quasi aspettasse quel momento dall'intera giornata.
Quei giochini poco innocenti lo facevano fremere di aspettativa.
Teneva ancora le dita dentro Chifuyu, la sua carne rovente gli avvolgeva ogni nervo, la sua voce era un frastuono sfocato. Gli occhi di Baji due fari colmi di ardore.
«Mikey-san, io…»
Chifuyu aveva il tono simile ad un gonfiare di vele, una barca contro le onde del mare. Un mare di lussuria che si agitava nei suoi occhi come una mareggiata.
Non lo stette a sentire. Quei gemiti gli avevano fottuto da tempo la ragione, non riusciva a sentire nulla, neanche quelle solite vocine che gli sussurravano nella testa, quelle che gli dicevano di smettere, quelle che lo punivano perché era felice.
Prese Chifuyu dal retro delle cosce e lo capovolse sul letto.
Un sospiro frammentato sfuggì dalle labbra del biondino.
Baji sbuffò una risatina sadonica.
«Uh-uh!» gli fece il verso Keisuke, mordendosi il labbro inferiore.
Mikey lo ignorò.
Prese a perlustrare la pelle del corpo di Chifuyu, sotto di lui a cosce spalancate, gli occhi due lapislazzuli chiari erano pozze di perdizione e dannazione eterna. Scese a studiare il collo marchiato dai denti aguzzi di Baji, i segni rossastri che gli sporcavano l'epidermide parevano marchi di proprietà che il suo migliore amico aveva imposto su quel ragazzo.
Discese ancora, le gambe lunghe, le cosce larghe e spesse come immense dune di sabbia bianca, il membro rigido tra di esse, le sue natiche schiuse.
Pareva un fiore da cogliere.
«Va bene? Posso farlo?» chiese, la voce che gli tremava come colta da fremiti sempre più forti. Guardava Baji, ma aspettò comunque la riposta di Chifuyu.
«Puoi. Avanti, verginello» lo prese in giro Keisuke, sventolandogli la lingua in faccia.
Mikey gli gettò un'occhiataccia. Chifuyu sotto di lui gli regalò un sorrisetto incoraggiante. Era tutto arrossato e ansimante come dopo una corsa, in attesa di qualcosa di cui cibarsi.
Scaricò la tensione con un morso sulle labbra e prese a posizionarsi tra le sue cosce. Il suo olezzo di rose selvatiche gli fece correre un brivido tra le gambe.
Non sapeva cosa e come farlo, ma Chifuyu lo aiutò. Gli prese il viso tra le mani e si avvicinò alle sue labbra.
Si baciarono lentamente, la lingua di Mikey che premeva per assaggiare ancora una volta la bocca e il sapore dell'altro, Chifuyu che gli tirava i ciuffi dei capelli color grano.
Si toccarono con inerzia, gli mancava il fiato a sentire il suo corpo soffice premere completamente contro di sé, ma al tempo stesso non desiderava altro. Prese a far strusciare le loro intimità le une sulle altre, lo sfregare dei loro corpi era un fuoco che cresceva fino a diventare un incendio. Chifuyu si lasciò andare contro la sua bocca.
Quando si staccarono avevano entrambi il respiro corto. Mikey scese quasi istintivamente a leccargli il collo, la lingua che saettava contro quel lembo di carne sottile, percorrendo la curva sensuale della sua gola.
Il biondino emise un gemito più acuto, le sue dita si avvinghiarono sulla schiena del biondo, gli toccava la pelle lentamente, gli sfiorò le scapole facendogli cacciare un sospiro. Pareva il solleticare del vento estivo, caldo e suadente come un bacio, uno sfarfallio di ali.
«Mikey…» ansimò il ragazzo, le dita corsero a carpirgli i capelli, facendogli sollevare lo sguardo intrecciandolo al suo. Qualcosa nei suoi occhi lo pregava di non indulgiare, di dargli ciò che desiderava che a malapena riusciva a tenere a bada.
«Avanti, daglielo» lo spronò Keisuke, confermando le sue teorie.
Deglutì, mettendosi in ginocchio sul letto; gli tremavano le gambe. Non lo aveva mai fatto prima, il timore di non essere abbastanza bravo, di non sapere cosa fare e di farlo male lo assaliva, sommergendolo. Sentiva di poter affogare tra quelle onde, tra quella corrente che lo spingeva nel verso opposto alla spiaggia, che lo allontanava dalla sola realtà che conosceva. Temeva di perdersi in quel mare fatto di dubbi e incertezze che con le loro dita affilate provano ad infiltrarsi nelle sue vene come aghi.
Chifuyu gli prese la mano. Il suo tocco era morbido come seta.
«Vuoi farlo col preservativo o senza?» soffiò, giocando con le sue dita. Mikey sgranò i suoi occhi azzurri; cosa?
Si guardò attorno, non riuscendo a sbiaccicare verbo, le labbra parevano incollate tra di loro, quell'orifizio che usava per emettere suoni e proferire la sua volontà, ora non era altro che una parte di pelle, una parte di corpo.
«Piccolo…» mormorò Baji, come fosse un velato avvertimento, una premonizione. Chifuyu non sembrò sentirlo, continuava a guardarlo come se si aspettasse una risposta sincera da un momento all'altro, come se lui potesse decidere una cosa del genere.
«Io…non so che differenza ci sia Chifuyu-san» ammise, guardando in basso.
Si sentiva in imbarazzo nel mormorare certe cose, soprattutto dinanzi a Baji che sapeva lo avrebbe preso in giro a vita se avesse detto la cosa sbagliata.
Lo sorprese Chifuyu, il modo sicuro in cui si muoveva, l'apparente disinteresse che mostrava per i suoi modi impacciati. La gentilezza intriseca in ogni sua movenza pareva un marchio di fabbrica, un tratto genetico di cui non voleva liberarsi. Il suo tono era una caramella dolce, un biscotto al cioccolato che si scioglieva sulla lingua e ti riempieva la bocca con il suo sapore.
«Non preoccuparti. È normale» asserì Chifuyu. Gli aveva preso ancora la mano, lo guardava dal basso. Si era messo a sedere e sotto lo sguardo attento di Keisuke era andato verso cassetto. Aveva tirato fuori dei profilattici dalla bustina argentata.
«Ecco, col preservativo siamo protetti. Io sono pulito ma ecco…» Chifuyu era arrossito mentre cercava di spiegare meglio il concetto.
Mikey lo osservò inarcando un sopracciglio.
«Baji-san…» lo richiamò il biondino. Il suo fidanzato emise un mugugno facendo capire che lo stava ascoltando. «Potresti… ehm, aiutarmi?».
Baji latrò una risata roca. Se ne stava a braccia incrociate, sbuffando un risolino da quelle labbra tremule, lo sguardo serioso rivolto al suo ragazzo aveva una nota di ilarità come se quell'immagine lo stesse divertendo un mondo.
«Assolutamente no, piccolo. Sei così eccitante quando arrossisci perciò non dirò neppure una parola» sancì, con un ghigno strafottente a ornargli le labbra rosse.
Chifuyu gonfiò le guance.
«Stronzo» lo rimbeccò. Il ghigno di Keisuke si estese. Si fece più vicino, le ginocchia piantate ai lati del corpo di Chifuyu.
Si piegò verso di lui, sussurrando: «Lo stesso stronzo che preghi di fotterti ogni sera.»
Il biondino se possibile divenne ancora più rosso, un cremisi intenso che pareva che qualcuno gli avesse dipinto le guance con una fragola o con della tempera.
«Baji-san…».
Aveva stretto le cosce, i muscoli scossi da tremori sempre più intensi. Mikey gli posò il palmo libero su una gamba.
Chifuyu indirizzò lo sguardo su di lui.
«Se non ti sbrighi si ammoscerà tutto» gli sbuffò contro Keisuke, ritornando a sdraiarsi contro la parte superiore del letto matrimoniale. Le sue spalle larghe riempivano per metà il materasso, risaltava sulle lenzuola candide come un dio.
Chifuyu lo guardava dal basso, le sue lunghe ciglia inchiostrate parevano fatte di ebano tanto erano scure. Gli ombreggiavano le iridi color cielo, le sfumature cerulee in quegli occhi erano svariate e trasparenti come quelle delle bamboline.
«Vieni qui, Mikey-san» farfugliò il più piccolo, allargando le gambe per farcelo accomodare per bene. Il suo petto sottile si alzava e abbassava irregolarmente, la bocca rossa era schiusa.
Il ragazzo lo fece. Si inserì tra le sue cosce e si chinò nuovamente verso di lui.
Chifuyu tornò a baciarlo, la bocca più vogliosa, le dita che tiravano ancora. Stavolta però, fu il biondino a condurre la mano libera contro la sua e la chiuse tra quelle di lui, facendo intrecciare le loro dita.
«D-dentro di me, Mikey-san…» sussurrò, le labbra umide. Piccole ombre scure gli conferivano un aspetto più morbido, i tratti efebici parevano fatti di petali.
Gli accarezzò una guancia, poi si puntellò sulle ginocchia e fece pressione contro l'orifizio di Chifuyu. Sollevò lo sguardo su di lui, osservando il suo viso contrarsi.
«Ti…fa male?» soffiò, la voce era un sussurro strozzato. La sua punta premeva contro quella fessura e lui già si sentiva morire.
Chifuyu scosse la testa, gli prese ancora una volta le labbra, tornando ad assaporarlo. Lo lasciò fare, l'erezione che entrava in lui piano piano strappava ad entrambi gemiti sempre più assidui. La carne lo strizzava come se stesse per assorbirlo, un abbraccio bollente e umido. Gettò la testa all'indietro, respirando dal naso, il fiato corto.
Ad un certo punto, quando la sua erezione era quasi per metà dentro l'altro, Chifuyu lo aveva preso dalle spalle e gli era salito a cavalcioni, invertendo prepotentemente le loro posizioni. Con le ginocchia piegate accanto ai suoi fianchi, le caviglie incrociate sotto il retro delle sue ginocchia e le mani che come trappole erano scattate a catturargli la pelle della schiena, graffiandolo con le unghie.
Si era seduto d'un botto sulla sua erezione, strappandogli un gemito acuto. Il suo membro era avvolto dalla carne rovente di Chifuyu e gli pareva che lo stesse strittolando come le spire di un serpente. Un languido vortice che gli faceva vedere sfocato come se gli avessero messo un filtro davanti agli occhi.
Era caldo come un fuoco, un arrendevole languore che gli arrovvelava le membra e la testa, i neuroni parevano in fiamme.
«Ah!»
«Uhm…cazzo!»
Baji seduto dietro di loro aveva emesso un leggero ringhio. Non lo aveva sentito emettere neppure un lamento, neppure una protesta e lo trovava strano considerata la gelosia "avventata" del suo migliore amico.
Non aveva saputo trattenersi. Si era spinto ancora più in profondità, riempendo Chifuyu fino allo stomaco. Si era sentito affogare e tornare su, la pelle che lo invadeva e lo rendeva proprio, un marchio indelebile nella genetica che restava impresso dal momento in cui lo aveva violato fino a quel punto. Come faceva la gente a dire che il sesso era qualcosa di puramente carnale? Mikey trovava che fosse un'esplosione di sentimenti, un vivace incontro d'anime. La sua anima che incontrava quella di Chifuyu e insieme si scambiavano e coloravano a vicenda, s'invadevano negli occhi e battagliavano come stessero in un campo. Era ossigeno scambiato e dita intrecciate, era gemere assieme e toccarsi nei punti che più rendono vulnerabili. Come poteva essere solo corpo? Questo era un miscuglio di anime, un intrinseco piacere della mente. Era orgasmo del corpo e dell'essenza. Lo aveva osservato stringere i denti e rivoltare la testa all'indietro, scoprendo la sensuale curva della gola, una vallata da scoprire e scalare come una montagna vergine dagli esploratori.
Tutto in lui pareva un'opera d'arte, dal modo in cui si sorreggeva, affondando le unghie nelle sue spalle alle sue ginocchia strette contro le sue cosce.
Lo sentiva contro di sé in ogni forma, i muscoli che lo avvolgevano come un guanto, lo trattenevano a loro come se avessero potuto legarlo e spedirlo in un angolino di sé.
«Ah! Ah…» gli sfuggì dalla bocca, un latrato che non riusciva a soffocare, la bocca che si schiudeva. Le sue dita affondarono nella carne dei fianchi di Chifuyu, spingendoselo contro fino a fargli toccare il suo inguine.
Era rovente come fuoco Chifuyu, nel toccarlo lo avvertì rovesciare gli occhi all'indietro. Il suo interno lo stringeva, risucchiandolo dentro di sé.
Baji a pochi metri da loro, sogghignava, lo sguardo fisso su di lui.
Ti piace? Mimò con le labbra.
Un sogghigno divertito stampato in volto.
Di tutta risposta, attanagliò le cosce di Chifuyu tra le dita e prese a spingersi in lui con più ardore. Gli mozzava il respiro quel calore, gli sembrava di potersi sciogliere come burro fuso da un momento all'altro. Chifuyu lo rendeva ceramica liquida, latte e miele che scivolava lungo le sue pareti imbrattandolo.
«Ah! Mikey-san…s-si…».
Il biondino gli si era aggrappato addosso come se potesse respirare solo stringendolo completamente contro di sé. La sua stretta era un avvinghiarsi di anime, braccia e gambe, di respiri e cuori.
Allora era così Chifuyu a letto; bisognoso e voglioso, lento e malizioso. Un uragano che dovette ammettere con una nota di rammarico, andava d'accordissimo con il suo migliore amico Keisuke.
Si muoveva dentro di lui, possedendogli il corpo con ogni spinta, inducendolo a reclinare il capo all'indietro ad ogni affondo. Lo toccava e riempiva fino allo stomaco, gemevano e si aggrappavano l'uno all'altro, sospirando.
Chifuyu teneva gli occhi chiusi mentre ansimava il suo piacere nel suo orecchio, lui gli regolava i fianchi toccandolo e spingendo ogni volta ad un ritmo differente. Non riusciva a ragionare per nulla in modo normale, ogni suo incubo pareva essere stato preso dai gemiti di Chifuyu e lanciato fuori dalle sue orecchie, cadendo a terra con un tonfo.
«Ah…s-si…Mikey-san…»
Chifuyu gli conficcò le unghie nella schiena e prese a muoversi a sua volta. Il suo bacino ruotava contro la sua erezione, gli si arcuava contro come una corda, la schiena sospesa come una collina d'erba. Era bianco come il latte e liscio come un lenzuolo stirato.
Mikey non resistette molto. Gli prese ancora una volta le cosce tra i palmi e lo tirò di schiena contro il materasso. Lo rimbaltò su quel terreno di battaglia, gli prese le dita tra le sue. Non conosceva quel senso di onnipotenza che stava provando, non lo aveva mai neppure sperimentato durante le lotte.
Strappò a Chifuyu un gemito roco mentre prendeva a muoversi con più enfasi, ogni spinta simile a un ruggito. Il letto scricchiolava sotto quelle spinte simili all'ondeggiare di una crociera contro l'acqua del mare.
«Ah! Si…ancora, di più» sciorinò Chifuyu, il tono mieloso. Teneva gli occhi chiusi, le palpebre calavano ad ombreggiare quelle belle iridi chiare, i tratti distorti dal piacere che come un filtro saliva ad increspargli i tratti limpidi.
Lo accontentò prendendo a dare stoccate più profonde. I loro occhi si cercarono. Mikey riaddentò la sua bocca, gli strappò il fiato e ingoiò i suoi gemiti sempre più acuti, spalancandogli un altro po' le cosce e prendendo a compiere rotazioni più complete. Il suo membro entrava e usciva da lui come se stesse navigando in acque straniere, come se volesse ad ogni costo trovare il tesoro perduto. Era una divinità Chifuyu sotto di lui, bello e intoccabile come un dio.
Ogni colpo faceva mugolare soddisfatto Chifuyu, ogni colpo lo portava a schiudere le labbra, a sputare qualche imprecazione mentre colto dalla passione andava incontro a quelle spinte che lo riempivano fino all'anima.
Non gli sarebbe bastato così poco per venire e Mikey lo intuì. Gettò un'occhiata a Baji, lo invogliò ad avvicinarsi.
Affondò ancora una volta in Chifuyu, quelle pareti gli strappavano ogni razionalità poco a poco, ogni briciola di preoccupazione se ne andava assieme a quelle morbide onde.
«Spingiti più affondo».
La voce di Baji era un fremito nel buio.
Mikey lo seguì senza obiettare, navigò più infondo, si inarcò un poco. Chifuyu spalancò gli occhioni azzurri e cacciò un gemito acuto.
Le sue unghie gli graffiarono la schiena, quella strana forma di masochismo lo portò a gemere a sua volta mentre rovesciava la testa all'indietro e si lasciava toccare dalle dita di Keisuke.
Gli strinse i fianchi, toccandolo lungo gli addominali. Affondò con le unghie un poco sotto l'addome, aumentando quella passione che lo travolgeva come un terremoto. Le sue dita erano diverse da quelle di Chifuyu, più rudi, meno femminili. Gli piaceva lo stesso, un piacere diverso e distopico come un frusciare di una tempesta.
Gli tremavano le gambe. Ci vedeva a tratti e il sangue tutto concentrato nella parte inferiore del corpo lo rendeva una facile preda di quei giramenti, una granita di emozioni spremute come un'arancia nella sua gola. Le sputava fuori assieme ai gemiti, tutti annodati in un solo pacchetto.
Socchiuse gli occhi, rovesciando la testa in direzione di Baji. Lo accolse sulla sua spalla senza obiezioni nonostante si stesse scopando il suo fidanzato. Non sembrava adirato come al suo solito, più che altro non riusciva a percepire per bene ciò che lo circondava e magari sbagliava credendo ciò, ma Baji non sembrava scorbutico anzi, sembrava godere di quello spettacolino messo su in quattro e quattr'otto.
Diede un altro affondo, un susseguirsi di tocchi e sospiri. La carne che lo stringeva era un tunnel di lussuria che lo portava sempre più sull'orlo della perdizione.
Chifuyu gemeva a bocca aperta, ogni ansimo era un ablazione dei suoi mostri. Li inabissava come se avesse in mano un martello per spiaccicarli lungo il suolo della sua mente. Li sentiva sparire ogni volta che aveva libero accesso a quella bocca, a quel corpo. Era veleno e antidoto, quel sesso che premeva e lo rendeva preda e cacciatore, un susseguirsi di tocchi fatti di seta e carbone. Mikey pensò che sarebbero rimaste le impronte dei suoi polpastrelli sui fianchi arrovellati di Chifuyu, la sua carne era troppo bianca per nasconderli. Lo stava macchiando del suo dolore e lo sporcava come fosse stato fatto di petrolio.
Lo sentiva scottare contro di sé, bollente come un fuoco che dirompava.
«M-Mikey…» ansimò, la voce più acuta. Non riusciva a far altro. Si era stretto a lui, le unghie che affondavano nella carne, la testa vuota come un deserto.
Mikey rovesciò gli occhi all'indietro.
«Chifuyu-san…» lo chiamava come fosse un mantra, si aggrappava a lui e lo svezzzava dai suoi capezzoli come fosse stata la sua nutrice, lo abbeverava con le sue leccornie, quel corpo raffinato come tulle, quel tocco accennato come un bacio vergine. Continuava a colpirlo in quel punto che aveva capito gli piaceva da impazzire e gli fotteva il respiro e la razionalità. Ogni volta che gli sfiorava la carne lo avvertiva sussultare, l'anima che spingeva per uscire da quella gabbia di ossa e muscoli e riversarsi in forma liquida dal suo corpo.
«Di più…» gemette ancora Chifuyu, gli occhi schiusi ora inchiodavano il viso di Mikey contro il suo. Le sue dita erano come ganci che lo trattenevano nel suo mondo, che gli impedivano di volare assieme alle foglie.
Poi tutto finì. Si sentì spostare, un paio di braccia forti che lo tiravano indietro e lo privavano di quel piacere.
Baji gli arrestò i movimenti spingendolo ad uscire dal biondo. Non capì appieno quello che stava accadendo, ma si lasciò cadere all'indietro, un grugnito insoddisfatto gli lasciò la bocca.
Chifuyu gemette, schiudendo gli occhi. Il suo fiato bollente avvolgeva la stanza, impregandola della sua essenza dolce.
Keisuke non gli diede modo di pensare a molto. Afferrò Chifuyu dai polsi e lo strattonò contro le sue labbra, portandoselo contro la bocca e baciandolo con la lingua.
Gli strappò dalle labbra un gemito acuto che raschiò contro le pareti, le loro bocche creavano un rumore di saliva e denti, una colluttazione di sapori e malizia. Un alternarsi di gemiti e latrati, ringhi e sospiri.
Baji era rude, a tratti aggressivo ma Chifuyu sembrava andar matto per quel trattamento. Gli strappava ogni parte d'anima e se lo mischiava alla sua, appiccicandoselo contro come un adesivo. Lo afferrò con uno scatto felino e lo trasportò sulle ginocchia di Mikey.
Senza aspettare una sua conferma lo spinse sul membro di quest'ultimo, il suo gemito roco si mischiò a quello di Chifuyu che al contrario emise un piccolo lamento compiaciuto. Baji gli morse il collo, lo trascinò contro i fianchi del biondo. Le sue dita ampie gli affondavano nella carne dei fianchi con violenza, la possessività intriseca nel suo essere lo arcuiva in quella maniera. Lo piegava sotto la morsa di quel piacere che induceva entrambi a spezzarsi come fuscelli.
Mikey come incitato da un ordine, prese a spingere in lui, invogliato da quei gemiti acuti, a malapena trattenuti. Non si diede modo di obbedire ai comandi di Keisuke, piuttosto avrebbe chiuso gli occhi. Scandì il suo ritmo, simile a un naufragare di un marinaio, approdò nuovamente in quell'isola di piacere.
Era Calipso Chifuyu e stava giocando con i suoi più reconditi desideri, ridendogli in faccia con quel suo tono divino.
Gli conficcò le unghie nei fianchi, calando su di sé e lasciando che il suo sangue tornasse ad affluire tutto verso il suo membro tirato. Quel calore arrendevole prese a riprenderlo a sé, lo avvinghiò nella sua pelle e lo trattenne fino a farlo tornare in quella selva. Buio e luce in un marasma di sensazioni e percezioni.
«Baji-san, cosa…?»
Non ebbe il tempo di cacciare fuori il resto della frase perché Baji gli aveva ficcato la lingua in bocca e aveva iniziato a premersi contro la sua apertura già forzata dall'altro.
Mikey li studiò smarrito. Chifuyu aveva il volto contorto da un piacere che si'inaspriva nel dolore, il suo corpo bruciava, la sua entrata stringeva.
Non sarebbe durato a lungo se continuavano a quel ritmo e temeva che Baji lo sapesse bene, tuttavia, non solo stava penetrando Chifuyu strappandogli gemiti sempre più alti, ma continuava a sfregare il membro contro il suo, facendogli correre un brivido lungo la schiena ad ogni nuovo sfioramento.
«B-Baji-san…è…troppo» piagnucolò Chifuyu in direzione del suo ragazzo. Baji gli prese il mento e prese a mordergli le labbra, distraendolo. Quella visione rapì il suo sguardo come una sirena incantatrice, se ne sentì attratto come fosse stato fatto di rugiada e lui fosse un grado di tenerlo integro.
«So che puoi farcela, bimbo» lo rassicurò, prendendo a giocare con il lobo del suo orecchio. Sembrava sapere benissimo in quali direzioni toccarlo e come, tanto da causargli quei singulti sempre più simili a lamenti di piacere più che di sofferenza. Il solo pensiero che fosse Baji, che fosse la voce di Baji quella che gli sfiorava l'orecchio e le dita che gli raschiavano le cosce pareva bastare a Chifuyu che gemeva estasiato.
Mikey prese iniziativa spostandosi lungo il petto del biondo. Gli scoccò umidi baci qua e là, succhiò con dovizia il suo collo pallido, fino a strappargli di bocca versi alti e spessi.
Lo possedevano allo stesso ritmo ora. Mikey gli stava dentro, condividendo quelle carni con il suo migliore amico, i loro respiri parevano suoni di orgasmi rallentati.
Le loro erezioni strusciavano tra di loro amplificando il piacere che sciorinava nelle vene come sangue.
L'intera stanza sapeva di sesso, ne era certo. Quel penetrare Chifuyu, fotterlo fino alla pancia, scrutare il suo viso in quel vouyerismo che gli si addiceva da poco. Fu costretto a piantare le unghie in quella carne, il calore lo induceva a scaricare la tensione in qualche modo, gli storpiava il respiro e lo rimbaltava nello stomaco.
Non riusciva a pensare ad altro. Spinse più affondo, cacciò un gemito, schiuse la bocca liberando il respiro.
Chifuyu pretese la sua bocca, gli avvinghiò le dita al mento e prese a succhiargli le labbra come si fa con le caramelle. Gli lasciò passare un braccio lungo le reni, lo inclinò a sé.
Prese a colpirlo in quel posto che ogni volta gli causava quegli ansimi soddisfatti, quella voce simile a burro che si scioglieva.
«Da bravo, 'Fuyu.»
Baji aveva fatto scattare la mano in avanti, colpendolo con il palmo alla natica. Il rimbombò risuonò contro le pareti come una sinfonia.
Chifuyu tremò.
«Baji-san!» aveva strillato, la voce che oscillava tra le note più alte. Il tono perso verso la cognizione del piacere. Era un crescendo di sussulti e sospiri, un marasma di gemiti che uscivano fuori e li svuotavano come un'emoraggia.
Mikey aveva preso a dettare un ritmo più serrato, le labbra completamente schiuse a singultare sul collo soffice di Chifuyu, Baji dietro di lui che gli strattonava i capelli e lo possedeva come con un premio da caccia.
Le gambe di Chifuyu tremavano scosse da sussulti sempre più potenti, la voce gli si frammentava ogni volta che cacciava fuori uno di quei suoi versi rumorosi e sonori.
«Uhm…a-ancora…Baji-san» mugolò il biondino, lasciandosi cadere contro il petto di Mikey. Gli aveva conficcato le unghie nelle spalle, inducendolo a gemere sempre più forte.
Gli piaceva quando Chifuyu gli graffiava la schiena, quando le sue unghie in preda al piacere affondavano nella sua carne senza curarsi di essere gentile o attento.
Gli piaceva il modo rozzo in cui esalava la sua goduria contro quei due corpi muscolosi e statuari che lo stavano possedendo, come si lasciasse facilmente maneggiare e sbattere su e giù, come se la sua intera anima non desiderasse altro.
Non era questo che aveva immaginato quando gli avevano parlato di sesso, ma certamente non chiedeva di meglio.
Chifuyu e Baji lo facevano in modo selvaggio, animalesco quasi. C'era a malapena il tempo di riprendere fiato mentre le loro carni cozzavano contro come se fossero state barche alla deriva.
Tre continenti diversi dapprima uniti in un'unica Pangea che diventavano tante piccole caselle di un puzzle, un mappamondo a sfera con le nazioni in risalto. Tre pianti allineati sulla stessa orbita, in direzione del sole che brillava tra di loro e scopriva nuovi universi.
Per Mikey quello era qualcosa che andava oltre l'atto carnale. Era piacere dell'anima e della sua essenza che come linfa fluiva nelle sue vene e scorreva fino alle profondità del suo membro che tirava e sfregava contro quello di Baji, nelle carni ardenti del biondino che li accoglieva come due ospiti.
Non era concepibile smettere.
Malleabili sensazioni che gli trafuggavano dinanzi agli occhi e morivano quando Chifuyu apriva la bocca e lasciava uscire qualche nota. Era sinfonia, musica e lamenti Chifuyu Matsuno.
Un'armonia musicale che Mikey non conosceva ed esprimeva la sua forma più pura quando Baji lo maneggiava sui tasti giusti, suonando a memoria il suo spartito personalizzato.
Troppi “si” e pochi “la” che come ladri si introfulavano nel suo cervello e portavano via un pezzo del suo vissuto.
Era davvero questo il sesso?
Una scarica di adrenalina simile a un trip, una striscia di coca sniffata in un autogrill, una serata a ballare lontano da tutti. Però, la danza che era intento a ballare Chifuyu sulle sue ginocchia non aveva nulla a che fare con ciò che intendeva lui, non era salsa, era una baciata, un latino americano lento e suadente come un biscotto al burro.
Lo assaggiava a tratti e lo inebriava con la sua dolcezza che si raggrumava sulla punta della sua lingua e gli impregnava tutta la bocca quando Chifuyu lo baciava.
Gli sembrava di affondare in acque troppo alte, di stare a mollo con i piedi in un fondale senza fine. Nuotava e nuotava, ma la fine pareva allontanarsi sempre di più. Era una sirena Chifuyu, una maledetta sirena ammaliatrice che col suo canto lo aveva attratto nella sua trappola, lo aveva spogliato e lo stava divorando con quelle labbra di rugiada.
Come si faceva a tornare indietro? Cos'è che aveva fatto quell'Ulisse? Non lo sapeva e poco ci teneva a farlo. Le redini di Chifuyu lo tenevano incastrato così bene che si sarebbe lasciato divorare se fosse servito a sentire quella nenia in eterno.
Era la sua Emma Bovary, il suo canto personale.
Chifuyu gemeva e gli spramaccava i pensieri contro il cranio, facendoglieli andare a mille pezzi come vetro infranto.
Ad un certo punto mentre continuava ad affondare in lui, con il membro sempre più avvinghiato alle sue carni e le urla che si trasformavano in strilli senza voce, Baji aveva preso a scandire un ritmo ancora più assiduo, un traballare del letto alle loro spalle, il muro che si frantumava sotto quelle spinte.
Chifuyu si era morso le labbra a sangue. Il loro modo di amarsi non conosceva limiti e Mikey li osservava incapace di trattenere a sua volta la voce, il corpo sempre più teso.
«Ah…B-Baji-san…a-ancora…» strillava, il tono asciutto dalla saliva, la bocca completamente aperta.
Baji gli aveva strattonato il collo all'indietro, ci aveva chiuso contro il suo palmo grande e Chifuyu era sbiancato. Mikey aveva sbarrato gli occhi, spaventato, ma la reazione di Chifuyu lo aveva tranquillizzato.
Gli aveva preso la mano e se lo era avvicinato alla bocca.
Avevano ripreso a scambiarsi baci furiosi, staccandosi ogni due secondi, il respiro di lui si era fatto rapido e affannato quasi inesistente sotto la morsa di quella forza regolatrice, ma il tutto sembrava far scaldare Chifuyu come un vero e proprio atto sessuale.
Schiudeva le labbra e prendeva a imprecare, il capo rovesciato all'indietro e le dita avvinghiate alle sue spalle. Mikey aveva preso a baciargli il collo, vezzeggiandolo come meglio riusciva. La lingua gli accarezzava ogni muscolo, la saliva gli impregnava la pelle.
Sapeva di fiori, spezie e sudore.
Un mix che portò Mikey a trattenere quei lembi di carne tra i denti, imprimendo anche il suo nome su quella tela già scolpita.
«M-Mikey-san…»
Aveva toccato un punto nel suo corpo che ogni qualvolta si arrischiava a spingere portava Chifuyu ad urlare il suo piacere, la lussuria che traboccava dal suo corpo come un fiume. Se ne sentiva calamitato, i suoi occhi che correvano a guardare il suo corpo bianco e rossastro in alcuni punti.
Mikey gli prese un capezzolo tra le dita.
Baji manteneva quel ritmo lapidario che faceva contorcere il giovane su di loro e gli teneva la gola mentre lui a bocca aperta sbavava ad ogni affondo.
«'Fuyu, K-Keisuke…s-sto per…» si sentì biascicare. Chifuyu gli riprese il viso tra le mani, respirando e gemendo a gran voce sulla sua bocca. Era un capogiro che gli strappava il fiato dalla gola e lo gettava in un abisso senza fondo.
Non ce la faceva più. Gli venne dentro con il suo nome sulle labbra e si arrischiò a cingere la lingua di lui con la sua, giocando a quei tocchi delicati a tratti amorevoli.
Chifuyu si muoveva ancora su di lui, le mani di Baji ora gli strizzavano i fianchi.
Si lasciò coccolare da quelle dolci premure. Il biondino ad un certo punto si sollevò dai suoi fianchi, il suo membro scivolò da dentro di lui, il suo seme gli caracollò sulle cosce, imbrattandogliele. Lo aveva dipinto con una parte del suo essere, con una parte del suo corpo e del suo sangue. Aveva il suo liquido lì dentro e il solo pensiero gli fece sussultare il cuore come se avesse preso un dosso.
Arrossì come un tulipano in primavera e volse lo sguardo in basso.
Chifuyu ridacchiò, poi lo prese dal polso e poggiandosi con la schiena contro il petto ampio di Baji, gli prese il polso.
Si lasciò trascinare in avanti, ancora accaldato e ansimante, tenendosi sulle ginocchia.
Chifuyu gli accarezzò i ciuffi biondo grano, poi gli spinse la testa verso il basso. In un primo momento non capì, sollevò gli occhi guardandoli, Baji gli fece un gesto con la lingua.
Avvampò ancora una volta e gettò un'occhiataccia al suo migliore amico e poi obbedì. Spinse il viso tra le cosce di Chifuyu e fece saettare la lingua contro la collatura del suo seme. Il suo sapore amarognolo gli si appiccicò alle labbra, lo ripulì con cura, facendo scorrere la lingua bollente lungo il suo intero coscia, concedendosi un morso lungo quella zona in tensione.
Chifuyu ansimò, ancora eccitato.
Mikey ingioiò tutto senza esitazione seppur il suo stesso sapore non gli fosse piaciuto granché, non disse nulla, né lo fece intuire agli altri due. Forse solo a Chifuyu che non appena lo vide rimettersi alla sua altezza gli riprese il viso e gli succhiò le labbra con dovizia, fino a fargliele diventare purpuree. Gli piaceva il modo in cui lo baciava, gli prendeva un pezzo di sé ad ogni sfioramento delle loro labbra, gli piaceva come il suo essere sempre premuroso lo inducesse a mettere da parte la sua timidezza per dedicarsi a lui.
Nel separarsi lo schiocco risuonò nell'aria come una ventosa. Chifuyu lo guardava con le pupille sgranate, il respiro affannoso.
Mikey al contrario, sentiva una certa sonnolenza strisciare sotto pelle, anche se era certo non sarebbe mai riuscito ad addormentarsi senza il suo Ken-chin.
Si spostò pigramente lungo la parte superiore del letto con l'aiuto di Chifuyu che nonostante il tremore agli arti inferiori lo stava aiutando a sdraiarsi.
«Riposati, riprendiamo quando ti svegli» gli aveva mormorato, poggiandogli un piccolo bacio sulla punta del naso. Le sue labbra erano asciutte e morbide.
Aveva sorriso, le palpebre che sfarfallavano nel tentativo di tenersi sollevate. Aveva sentito il letto inclinarsi sotto il peso degli altri due, Mikey aveva immaginato che stessero continuando.
Gli era sfuggito un sospiro stanco, uno sbadiglio a malapena trattenuto.
Chifuyu aveva urlato qualcosa, ma lui non aveva sentito.
Gli facevano male i muscoli e aveva mal di testa anche se uno strano e insolito senso di compiacimento gli serpeggiava nel petto.
"Continuiamo dopo" gli aveva detto Chifuyu, meglio riposarsi, aveva pensato mentre chiudeva gli occhi.
Il sonno ebbe la meglio.
To be continued...
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