Capitolo 3 - Il Giovane Holden
Daphne e Leah se ne stavano sedute sotto l'ombra di un albero, sulla riva del lago artificiale alle spalle del dormitorio maschile.
Generalmente gli studenti passavano il tempo lì perché c'erano pochissimi controlli, e nei punti più nascosti potevano fumare tranquillamente.
La sorveglianza del campus era affidata agli studenti dell'ultimo anno, che avevano il dovere di controllare che tutti seguissero le regole.
Regole che in molti avevano imparato ad aggirare.
C'era un linguaggio segreto che solo pochi conoscevano. Facevano parte di un circolo privilegiato, ci si copriva a vicenda.
«Che guardi?» chiese Leah, puntando lo sguardo nella direzione in cui erano rivolti gli occhi di Daphne.
«Il tipo nuovo. Dan. È qui da una settimana, e da quando è arrivato non fa altro che starsene con Hailey...» rispose Daphne, dopo aver fatto un tiro dalla sua sigaretta.
Hailey e Dan se ne stavano a qualche metro da loro, entrambi con la chitarra tra le mani, intenti a suonare e ridere e a fare tutte quelle cose nauseanti da coppiette alle prime armi.
Leah fece una smorfia «Che te ne importa?».
«Dan mi piace. È carino, con quell'aria da piccolo punk ribelle».
Questa volta Leah non disse nulla. Si limitò a pensare che Dan non era affatto carino. Non le piaceva il fatto che Daphne fosse così presa da lui.
Anzi, la cosa le dava davvero fastidio.
«Io li vedo bene insieme, quei due» mormorò, sperando che Dan ad Hailey si innamorassero uno dell'altra al più presto.
«Già, li vedo bene insieme anche io» sbuffò Daphne, schiacciando la sigaretta col piede.
Stava pensando a come conquistare Dan. Lui sembrava totalmente preso da Hailey, e la cosa a Daphne non andava giù.
Non era abituata a perdere, e nemmeno ad essere ignorata da un ragazzo, e più Dan sembrava legare con Hailey, più lei la viveva come una sfida da vincere assolutamente.
Restò in silenzio per un po', ad osservarli, poi legó i lunghi capelli in una coda di cavallo e si alzò da terra, porgendo la mano a Leah per aiutarla a sollevarsi.
«Dove andiamo ora?».
«Da Jason, ho bisogno di fumare un po' d'erba» spiegò Daphne incamminandosi verso i dormitori maschili.
All'entrata del dormitorio c'era Bob, un ragazzone alto e robusto, che si guardava intorno con aria annoiata.
Non appena vide Daphne e Leah avvicinarsi sorrise.
«Guarda guarda, Daphne e il suo cagnolino. Dove andate?».
Daphne si avvicinò a lui, alzando un po' le spalle e giocherellando con una ciocca di capelli. Aveva quel suo tipico sorriso malizioso sulle labbra, quello che sfoggiava davanti ai ragazzi, quando metteva in atto le sue moine da gatta morta.
«Ci lasci entrare un attimo? Devo andare a prendere una cosa da Jason» disse avvicinandosi a lui, mettendogli una mano sull'avambraccio per accarezzare per qualche secondo i muscoli di Bob.
Leah aveva visto quella scena un milione di volte, Daphne faceva la carina, si strusciava contro il corpo di Bob e lui sbavava, eccitato, guardandola come se fosse miele per un orso.
Era proprio così, Bob era grande e grosso e credeva di essere un predatore, ma in quel momento era la preda, e Daphne la cacciatrice. E se solo madre natura gli avesse fornito un po di cervello, oltre ai muscoli e al testosterone, se ne sarebbe accorto facilmente.
Ma Bob era uno dei tanti che non riusciva ad utilizzare la testa, quando il sangue pompava in tutt'altra direzione. Così guardava Daphne con quello sguardo pieno di eccitazione, mentre lei gli stava appiccicata al corpo come colla.
«Che libro devi prendere?» domandò continuando a godersi le moine di Daphne.
La ragazza sorrise ancora «Il giovane Holden. Stasera magari possiamo vederci al lago e leggere insieme» disse, lasciando intendere tutt'altro.
Leah alzò gli occhi al cielo. Che scena patetica, davvero patetica «Allora, andiamo?» chiese spazientita, afferrando la mano di Daphne.
Bob annuì, facendo l'occhiolino a Daphne, lasciandole passare.
Leah e Daphne percorsero il corridoio del dormitorio maschile a passo svelto, dirette verso la camera di Jason.
Leah stava ancora stringendo la mano dell'amica e la cosa le piaceva.
Daphne non aveva mollato la presa, non l'aveva scansata.
Anche quando arrivarono davanti alla porta della stanza di Jason, Daphne bussò con la mano libera, tenendo la destra stretta a quella di Leah.
Bussò uno, tre e due colpi.
Raymond posò le carte di D&D sul pavimento e si alzò per andare ad aprire.
Fece entrare Daphne e Leah e richiuse la porta a chiave.
«Una cagna e la sua cagnetta» disse Jason accennando un saluto con la mano.
Daphne fece una smorfia, sedendosi sul letto di Raymond, lasciando la mano di Leah «Chiamami cagna un'altra volta e ti faccio sputare sangue fino al giorno del diploma» disse seria, poi sospirò, tirando fuori dalla cinta della gonna una banconota ripiegata «Erba, grazie».
Jason annuì, prendendo la scatola della roba da sotto al suo letto. Tirò fuori una bustina d'erba, mentre Raymond prendeva una copia del Giovane Holden dalla scrivania.
Prese i soldi da Daphne, e diede il libro a Jason.
La seconda metà del libro era stata incollata, ed avevano bucato un quadrato nel quale Jason inserì la bustina d'erba. Chiuse la copertina e lo diede a Daphne.
«Tieni... Se vi interessa, ho rimediato dei funghetti».
Daphne sollevò un sopracciglio «Non prendo quella roba. Ma sicuramente Eliza sarà interessata».
Jason sorrise «Beh, puoi dirle di passare quando vuole. Il primo assaggio è gratis».
«Sei davvero tenero nel tuo tentativo di conquistarla con la droga. A pensarci bene, saresti proprio il suo uomo ideale» rise Daphne.
Il volto di Jason sembrò illuminarsi «Dici davvero?» chiese speranzoso.
La ragazza annuì.
Jason stava per chiederle qualcos'altro su Eliza quando la porta della camera si aprì con due mandate della chiave.
«Perché era chiusa a chiave?» domandò Dan non appena fu nella stanza.
Nessuno rispose. Guardò Daphne e la ragazzina inquietante che era sempre con lei «Non è contro il regolamento?» chiese riferendosi ad una delle mille regole che era scritta sul regolamento appeso in ogni camera del dormitorio.
Daphne scrollò le spalle «Non è contro la tua natura punk fregarsene qualcosa delle regole?».
Dan sospirò, posando la sua chitarra in un angolo della stanza. Aveva passato una bellissima giornata in compagnia di Hailey, ed ora non aveva alcuna voglia di discutere con quella specie di Britney Spears.
«Comunque devo studiare per il compito di domani, quindi se non vi dispiace... » disse indicando la porta.
Daphne si alzò dal letto di Raymond, afferrando di nuovo la mano di Leah.
«Se vuoi un consiglio, Bradshaw è fissato con la psicologia dei personaggi» disse prima di uscire dalla stanza.
«Dove andiamo ora?» chiese Leah seguendo Daphne verso l'uscita del dormitorio.
Lei scrollò le spalle, lasciando la sua mano «Io vado nella mia camera. Ci vediamo domani a colazione» disse dirigendosi verso il dormitorio femminile, sull'altro lato del cortile.
Leah sbuffò, accelerando il passo per camminarle affianco «Posso venire anche io?» chiese quasi mormorando.
Daphne alzò gli occhi al cielo. Detestava quando Leah era così appiccicosa «Devo studiare, ci vediamo domani» disse semplicemente, senza nemmeno guardarla.
Leah sbuffò, mentre Daphne entrava nella sua camera, richiudendosi la porta alle spalle.
Nella camera Eliza era impegnata a mettersi lo smalto sulle unghie dei piedi, mentre Hailey, che era rientrata da pochi minuti, se ne stava distesa sul letto a fissare il soffitto con aria sognante.
Aveva passato il pomeriggio a suonare con Dan, ed avevano parlato tantissimo, e si era divertita, e non le sembrava vero.
Dan le piaceva e non poteva dirlo con sicurezza ma credeva che anche lui ricambiasse, ed era una cosa nuova e bellissima, così bella da non riuscire a smetterla di sorridere.
Così bella da riuscire a sopportare anche le conversazioni totalmente inutili delle sue compagne di stanza.
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