22.


«MEREDITH!»

Udì il suo nome tuonare come un forte lampo, la voce di Allan iniettata di terrore le percosse di brividi tutta la schiena.
Precipitò tra gli arbusti che si rivelarono però suoi nemici, interamente rivestiti di acunei appuntiti, le graffiatono la pelle e si intrecciarono trai suoi capelli.

Non aveva tempo di lamentarsi del bruciore dei graffi, non aveva tempo per slegarsi una ciocca dopo l'altra da quei rovi. Si alzò da terra e cominciò a correre il più veloce possibile, corse più di quanto non avesse mai fatto in vita sua gridando al vento per aiuto.

«Aiuto! Qualcuno mi aiuti!» corse sopportando il dolore della caduta, correva senza voltarsi mai una sola volta indietro.
Il suo sguardo era fisso all'esercito di alberi che sostituievano le persone che lei sperava di trovare, era nel bel mezzo del nulla, il prato e la vegetazione non l'avrebbero salvata da quell'uomo.

Indietro non voleva tornarci, non voleva tornare in quella gabbia che l'aveva tenuta lontana dal mondo, avrebbe fatto di tutto pur di non tornarci, ma le sue gambe già affaticate non le davano speranza.
Improvvisamente il rumore di un motore la costrinse a guardarsi le spalle, non era intenta a farlo ma se non lo avesse fatto non sarebbe stata alimentata ad aumentare la velocità.

Girò la testa e si accorse con terrore che quell'uomo la stava inseguendo con lo stesso furgone con cui l'aveva rapita quel maledetto giorno, quel dannato giorno in cui non attraversò la strada.
Solo la vista di quel furgone bianco dai finestrini oscurati la spaventarono così tanto che proprio come nei suoi incubi, le sue gambe cominciarono a compiere passi strani e confusi, come se fosse condannata a farsi prendere.

Ma si rifiutò di tornare indietro, si rifiutò di farsi prendere per la seconda volta da Allan, si rifiutò di arrendersi.

«Aiuto! Qualcuno mi aiuti! Aiuto!» la sua gola non si sforzò mai così tanto e più gridava, più questa cominciava a farsi stretta e a bruciare, sapeva che c'era nessuno, sapeva che il Dio in cui credeva non l'avrebbe salvata, ma sapeva che non avrebbe mai smesso di correre.

Il suo cuore pompava così tanto che a momenti avrebbe potuto vederlo schizzar fuori dal petto, tuttavia in tal caso non si sarebbe fermata per raccoglierlo.
"Perché raccogliere un elemento così pesante e afflitto?" pensava.
Il suo affanno cresceva come il rumore del motore alle sue spalle, era consapevole del fatto che non lo avrebbe seminato, ma ciò non l'avrebbe fermata, se proprio doveva raggiungerla doveva prima consumare il più carburante possibile.

Piangeva e singhiozzava, non c'era nessuno a tenderle il braccio.
Il furgone era affiancato a lei e così fu costretta a fermarsi per non farsi prendere sotto, anche se in fondo, lo desiderava tanto. Porre fine alla sua sofferenza era in parte un desiderio che bramava.

«Che cazzo stai facendo?»
Sbraitò Allan tagliandole il percorso con il proprio veicolo, la ragazza si fermò e si gettò sulle ginocchia, non le mancava la forza per scappare perché di quella ne aveva ancora molta, ma le mancava la speranza. Senza di quella non avrebbe compiuto nulla.

Gridò terrorizzata strappando con grande frustrazione i fili d'erba dal prato, li strappò con rabbia e violenza, si gettò poi a terra e cominciò a scalciare e strillare.

Pregare di essere lasciata andare sarebbe stato inutile, poteva solo dirgli quanto odio provasse per lui e che bramava ardemente la sua morte.
Ma all'uomo al momento non importava tutto ciò, non c'era tempo per lasciarsi oltraghiare, a lui bastava riaverla con sé in casa.

La speranza con cui era scappata l'aveva ora abbandonata, glielo si leggeva nello sguardo, e Allan approfittandone si avvicinò e con parole dolci le ordinò di non opporre alcuna resistenza e di entrare nel furgone.
Meredith rimase a terra con lo sguardo rivolto al cielo, era una minaccia e non un ordine, ma ormai qual'era la differenza? Alla fine tutti e due i fiumi portavano allo stesso mare.
«Dovevi solo attraversare la strada Meredith, adesso, tutte le strade che prenderai porteranno sempre a me. Non importa quante volte cercherai di scappare, ovunque andarai lì mi troverai. Oh Meri, perché fuggi via da me? Perché ti allontani dall'uomo che ti ama?»

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