3° story
-> Harry Potter <-
Prompt: Crossover n°. 1
Lunghezza: 1835 parole
Rating: Rosso/nero
~▪~•~▪~
Mik stava guardando il proprio orario, camminando rapido per i corridoi e pregando di non aver dimenticato nulla in camera. Lilith, accanto a lui, stava cercando qualcuno con lo sguardo.
«Si può sapere che stai guardando di così interessante in quell'orario? Sai già che abbiamo erbologia, è dall'inizio dell'anno che abbiamo erbologia questo giorno e a quest'ora e che ce l'abbiamo insieme perché tassorosso e serpeverde hanno insieme erbologia».
«Sto sperando che per qualche miracolo divino cambi», disse il fratello mettendolo finalmente via.
«Tu invece chi stai cercando così attentamente?».
«Eris. La vedo alla terza ora a incantesimi, ma volevo incontrarla anche prima...», disse arrossendo lievemente.
«Accidenti, quella giovane tassorosso deve averti proprio colpita, Lilith! Non ti vedevo così presa da qualcuno da tempo!», esclamò beccandosi in risposta un pugno.
La ragazza fece per rispondere, ma si fermò quando vide qualcuno saltare addosso al fratello e quasi stenderlo.
«Ma che diav-».
«Le parole, caro il mio Mik! Devo dire che mi mancava vedere il mio tassorosso preferito», esclamò una voce all'orecchio di Mik, che si ritrovò subito gli occhi di tutti addosso.
Era da almeno un mese che un ragazzo serpeverde lo aveva preso di mira. Si chiamava Lux e il suo divertimento era far credere a tutti che i due avessero una relazione, mettendo sempre in difficoltà e in imbarazzo il biondo. Imbarazzo che si ripresentò puntuale come un orologio.
«Levati, Lux!», esclamò cercando di respingerlo, ma il moro gli saltò quasi in spalla.
«Lux, lascia in pace mio fratello», intervenne Lilith cercando di staccarglielo di dosso.
«Tuo fratello è il prezzo per cui accetto che tu rivolga la parola a mia sorella, biondina», fece il moro staccandosi da Mik. Lo guardò un momento con un sorrisetto, per poi aumentare il passo e dirigersi verso l'aula di erbologia. I due, rendendosi conto di rischiare di arrivare in ritardo, lo imitarono.
La lezione non si dimostrò particolarmente entusiasmante, essendo puramente teorica - non succedeva spesso, ma talvolta la professoressa decideva di non portarli nella serra e di restare in classe o all'aperto a fare la lezione. L'unica cosa che mandò all'aria la calma della lezione fu un biglietto infilato nella maglietta di Mik da Lux, seduto dietro al biondo.
Il ragazzo lo prese, combattendo contro la voglia di mollargli un cazzotto, e ne lesse il contenuto.
Pare che ci siano delle piante afrodisiache nella serra. Io sono curioso di andare a vederle, tu no?
La voglia di mollargli un cazzotto aumentò. In un mese Lux aveva capito che lui era dannatamente curioso e che a quelle offerte non riusciva a tirarsi indietro.
Lilith lo lesse da sopra la sua spalla e lo guardò con un sorrisetto. Mik ricambiò con uno sguardo disperato.
Alla fine della lezione Lilith disse: «Quindi il mio innocente fratellino ha un appuntamento. Chi lo avrebbe mai detto?».
«Ah sì? Allora tu vedi di fare lo stesso con Eris, per una volta che non c'è il fratello a controllare. Anche se non sono nella stessa casata sono certo che lui la tiene d'occhio», disse Mik facendo un cenno a Lux prima che se ne andasse a pozioni.
Il resto della giornata passò rapida tra ansia e impegni, finché non fu sera.
Mik guardò con ansia l'orologio, aspettando che fossero almeno le nove prima di sgusciare fuori dai dormitori e raggiungere la serra.
Quando l'orario sopraggiunse il ragazzo uscì dalla sala comune dei tassorosso e si diresse furtivo verso il luogo d'incontro. Trovò Lux già lì, un sorriso sulle labbra.
«Sapevo saresti venuto. Curioso, eh?».
«Ogni tanto vorrei picchiarti. Sul serio», disse Mik seguendo il moro nella serra dopo averla aperta con un semplice Alohomora.
I due raggiunsero la pianta citata quella mattina in assoluto silenzio. Non aveva idea di cosa aspettarsi da quella pianta e ciò che si trovò davanti era una pianta umida, dalle cui foglie gocciolava una sostanza torbida non ben identificata.
«So che odi buttarti alla cieca, quindi mi sono pure informato. Questa pianta ha un nome lunghissimo e di poca importanza ed è nota per il fatto che una volta maturata dalle sue foglie gocciola un particolare afrodisiaco molto potente. Sul libro della biblioteca c'era una simpatica nota che diceva che con una goccia già si va fuori di testa», spiegò Lux.
«Capisco. C'è un motivo preciso per cui sei voluto venire a vederla?».
«Per approfittarne», disse con un sorrisetto, facendo lo sgambetto al biondo e inchiodandolo a terra sotto di sé. Sfoderò la bacchetta prima che il biondo potesse impedirlo e sussurrò: «Incarceramus».
Il biondo si ritrovò inchiodato a terra, legato per i polsi e per le caviglie e senza possibilità di liberarsi. La paura lo avvolse, chiedendosi perché diavolo avesse accettato di venire fin lì. Lux era un serpeverde, avrebbe dovuto capire subito che c'era il tranello.
Il moro si alzò e prese sulla punta della bacchetta una goccia del liquido, per poi posarla sulle labbra del biondo, che non poté fare altro se non succhiarla.
L'effetto fu istantaneo. Mik sentì il proprio corpo andare a fuoco, mai prima aveva provato una simile sensazione. Gli sfuggì un gemito, rendendosi conto che aveva bisogno di sfogare quella che identificò a stento come eccitazione.
Provò ad abbassare le mani ma Lux gliele bloccò sopra la testa e gli andò sopra, un sorriso sulle labbra.
«Hai un aspetto meraviglioso, Mik, vorrei poterti ritrarre», disse appoggiando un dito sulle sue labbra.
«L-Lux, ti... ti supplico, ho...», disse a fatica il biondo. Non riusciva a parlare, tutto quello era troppo per lui.
Da perfetto serpeverde quale era, il moro si strusciò sul suo amico, risvegliato dall'effetto afrodisiaco della pianta. Il proprietario inarcò la schiena, la bocca aperta. Aveva bisogno di essere soddisfatto, non ne aveva mai avuto bisogno come in quel momento.
«Vorresti forse qualcosa, angioletto?», sussurrò Lux chinandosi su di lui.
Mik non riusciva nemmeno più a comunicare a parole. Si limitò ad annuire vigorosamente.
«E cosa vorresti?».
Non riusciva a dirlo. Il fuoco che lo aveva preso aumentò improvvisamente d'intensità, facendogli inarcare di nuovo la schiena con un urlo.
«T-Troppo... a-aiuto», balbettò il ragazzo. Non ne poteva più.
«Se vuoi sfogarti, caro il mio biondino, devi dirmi le due paroline magiche».
Non ci pensò nemmeno a dire di no e con tutta la forza rimasta sussurrò: «Ti prego, aiutami».
Lux sorrise e gli abbassò i pantaloni e i boxer, ignorando però totalmente l'erezione del giovane, che era ciò che più richiedeva le sue attenzioni. Si limitò invece a spogliarsi a sua volta e a infilare un dito nel suo fondoschiena. Mik non si lamentò, quasi nemmeno lo sentì.
Sentì solo quando Lux si infilò in mezzo alle sue gambe legate e decise di farlo suo, perché sentì il fuoco che si era impossessato di lui aumentare d'intensità.
Urlò di dolore e di piacere insieme, abbastanza forte da costringere Lux a fare un incantesimo che li isolasse acusticamente dal resto della scuola.
Iniziò a muoversi velocemente, facendo urlare di piacere il ragazzo sotto di lui, che se avesse potuto avrebbe anche parlato, urlando il nome di Lux e supplicando di più.
Perché voleva di più. Aveva bisogno di più di essere scopato come una puttana in calore. Tutti quello che stava facendo non gli bastava.
Poi Lux colpì il punto di massimo piacere, facendo urlare con più forza il biondo.
«Trovato», disse il moro con un sorriso, continuando a colpire in quel punto da quel momento in poi.
Il biondo si trovò presto senza voce per le urla. Sarebbe dovuto essere troppo per lui, ma quell'afrodisiaco aveva reso tutto quel piacere necessario. Ne aveva bisogno o sarebbe potuto impazzire per la sua assenza.
Si sentiva veramente come una prostituta, ma non era mai stato così bene e se fosse stato possibile avrebbe voluto anche più di quello.
Ci volle troppo tempo, dal suo punto di vista, ma alla fine riuscì a venire, senza essersi toccato nemmeno una volta. Fu probabilmente l'orgasmo migliore della sua vita.
L'effetto dell'afrodisiaco finalmente finì, lasciandolo ansimante e distrutto. Guardò Lux, che dal canto suo sembrava altrettanto distrutto.
«Direi che ti sei divertito, o sbaglio?», disse lui con un sorriso stanco mentre con un unico movimento di bacchetta liberava i polsi e le caviglie del biondo.
«Non azzardarti mai più a darmi quella roba», fu l'unica risposta stanca del biondo.
«Considerato che prima di riuscire a farti venire sono venuto io tre volte direi che seguirò il tuo consiglio».
«Accidenti, deve essere sfiancante riuscire a venire con poco così tante volte», fece il biondo provando a mettersi seduto. Il gemito di dolore che ne derivò fece ridacchiare il moro.
Si trascinò in piedi con un aiuto da parte del moro, che con un sorrisetto gli tirò su boxer e pantaloni.
«Ora voglio vedere se ancora riesci a camminare bene», disse alla fine con un ghigno.
La risposta prevedibile fu un no. La camminata di Mik risultò essere robotica in modo esilerante.
«Dannazione, Lux, ti uccido, verrò preso per il culo per l'eternità», borbottò uscendo sorretto da lui dalla serra.
«Sbagliato, sarò io a prenderti per il culo per l'eternità. Quel culo da stasera mi appartiene, ti è chiaro?», disse il moro palpeggiandogli il culo.
Mik gli mollò una testata che gli ruppe di netto il naso, poi con un incantesimo glielo riaggiustò, non dopo avergli strappato però un urlo che aveva come minimo svegliato tutta la scuola.
«E ora vado in camera per conto mio, grazie, mister pervertito», disse mollandolo e andando verso il proprio dormitorio camminando come un idiota. Quella giornata non se la sarebbe mai dimenticata, ne era certo.
***
«Va meglio?».
Mik annuì mentre la sorella metteva via la bacchetta e lo osservava camminare ancora un po' impedito.
«Devo supporre dalla camminata e dalla richiesta di un incantesimo contro il dolore che vi siate divertiti, tu e Lux?», chiese dirigendosi con lui verso la sala grande per la colazione.
«Non me ne parlare, guarda, se non fosse che violerei una ventina di regole come minimo gli avrei spezzato tutte le ossa e non solo il naso», fece Mik camminando il più normalmente possibile, «E tu con Eris?».
«È stato bellissimo e questo ti basti come informazione», disse facendo l'occhiolino furbo, raggiungendo la sala grande.
Mik si sedette accanto ad Eris con nonchalance, mentre Lilith si sedeva accanto a Lux.
La mora lo guardò, imbarazzata e sussurrò: «Non devo chiederti il permesso se volessi fidanzarmi con lei, vero?».
Mik ridacchiò e rispose: «No, non devi. Lilith può fare quello che vuole. Spero che tuo fratello pensi lo stesso, ma tanto non escludo che ne avrete di tempo per liberarvi di lui anche se non fosse accondiscente».
Eris sorrise lievemente imbarazzata mentre Mik le faceva un occhiolino complice e spostava lo sguardo su Lux e Lilith, che stavano chiacchierando. Tirando ad indovinare, sulla nottata appena passata.
Le lezioni rincominciarono, facendo tornare i ragazzi alla solita routine.
Che sarebbe stata presto interrotta, e su quello non avevano alcun dubbio.
E non vedevano l'ora che accadesse.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top