1° story
-> Angeli e demoni <-
Prompt: In-story
Categoria: What if
Lunghezza: 1643 parole
Rating: Rosso
Spoiler: Sì
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Era notte e Mik stava girando per la fitta vegetazione senza una meta precisa.
Erano ormai tre ore che l'incontro tra i reali era iniziato e lui alla fine se l'era quasi data a gambe per evitare tutto quel caos e quella concentrazione di nobili.
Si guardò indietro, chiedendosi se qualcuno lo stesse seguendo, ma non vide nessuno. Aveva percepito forse mezz'ora prima dei fruscii dietro di sé, ma non aveva visto nessuno.
Si guardò intorno, agevolato dalla luce della luna. Sebbene fosse parzialmente demone, il dono della vista notturna non lo aveva ottenuto.
Procedendo notò che c'erano delle fonti di luce poco lontano. Non sentì voci, quindi non dovevano essere quelle della festa. L'angelo si avvicinò incuriosito, vedendo quella che aveva l'aria di essere una grotta. Muovendosi tra gli alberi andò esattamente di fronte all'entrata e vide un lungo corridoio che entrava nella montagna.
Guardò incredulo. Aveva appena trovato l'entrata degli inferi sul serio? Possibile?
Fece un passo avanti per andare a vedere, ma una mano afferrò il suo polso e lo strattonò all'indietro. Mik fu preso alla sprovvista e non capì bene cosa accadde. Alla fine si ritrovò inchiodato a terra, il corpo di un ragazzo che ben conosceva su di sé.
«Lux? Che ci fai qui?», chiese sebbene sapesse che era una domanda veramente stupida.
«Questo dovrei chiederlo io a te, pennuto. Da quanto lo sai?».
«Che cosa?».
«Non fare il finto tonto, Mik!», sbottò Lux, l'occhio demoniaco improvvisamente rosso per la rabbia, «Da quanto sai che è qui l'entrata agli inferi?!».
«Quella è l'entrata per gli inferi sul serio, quindi? Non è un'entrata molto maestosa, se non me lo avessi detto tu non avrei pensato fosse davvero quella l'entrata. Mio padre sarà davvero felice di saperlo...».
Non vide il movimento, ma sentì all'improvviso qualcosa di freddo contro la gola.
«Prima che tu possa parlarne con qualcuno ti staccherò personalmente le corde vocali, poi ci penserà mio nonno a divertirti con ciò di te che sarà rimasto», sibilò Lux.
«E tu pensi che ne parlerei sul serio con qualcuno? Dai, levati di dosso, so bene che succederebbe un disastro se dicessi la verità», sbuffò Mik cercando di levarselo di torno.
«Giuralo. Fai un patto con me e giura che non ne parlerai con nessuno».
«Non serve un patto, non sono nato ieri, non dirò dove si trova. Anche perché sono arrivato fin qui a caso, non riuscirei a ritrovare questo posto anche se fosse giorno».
Lux non si mosse e lo fissò in silenzio.
«Non mi fido. Potresti star mentendo, tu puoi farlo».
Mik sbuffò esasperato e disse: «Cosa vuoi, uno scambio equo per poter essere finalmente tranquillo e potermi credere sulla parola?!».
«Mi sembra un'ottima idea. Cosa devo darti in cambio per il tuo silenzio?».
Il biondo non aprì bocca. La sua mente era totalmente vuota, non aveva idea di che chiedere. Non aveva davvero intenzione di dire cos'aveva scoperto, sapeva che razza di prezzo aveva quell'informazione.
Lux si avvicinò e lo guardò negli occhi.
«Potrebbe essere che il tuo corpo abbia scelto senza il tuo consenso», sussurrò muovendosi sul ragazzo quanto bastava per fargli capire di cosa stesse parlando.
«N-No, non serve questo, va bene altro o niente, davvero non dirò nulla su tutto questo», balbettò l'angelo totalmente rosso. Intravide Lux sorridere divertito e arrossì se possibile ancora di più.
«Però è uno scambio equo».
«Eddai, Lux, non c'è bisogno di arrivare a tant-».
La frase fu interrotta dalle labbra del moro sulle sue. Mik fu troppo sorpreso per riuscire a ricambiare, non prima che di sua iniziativa il demone infilasse a forza la lingua nella sua bocca.
L'angelo si lasciò andare, sentendosi improvvisamente più lucido. Con una sola mossa ribaltò le posizioni, ritrovandosi sopra il demone. Si staccò e come vide le mani di Lux muoversi verso di lui si affrettò a prendergliele e immobilizzargliele sopra la testa.
«Hai la tua ultima possibilità di credermi sulla parola, Lux. Da quello che accadrà in caso contrario non potrai più tirarti indietro», disse con un sorrisetto. Era la sua parte demoniaca a farlo parlare, non aveva alcun dubbio a riguardo.
«Lo so bene che tu non parlerai, Mik, ma voglio comunque lo scambio equo. Voglio vedere com'è il lato demone del pennuto che ho davanti».
Lux quasi se ne pentì quando vide il sorrisetto sadico che si formò sul volto del biondo.
In un attimo si ritrovò di nuovo a baciarlo, ma stavolta era l'angelo alla guida. Il demone non sapeva se essere curiosamente elettrizzato o se spaventato dal fatto che non avrebbe avuto il controllo di quello che stava succedendo.
Aveva solo la certezza che Mik era un angelo e quindi in quell'ambito non doveva essere molto esperto.
Mai aveva fatto un pensiero più diverso dalla realtà. L'angelo sapeva il fatto suo, tanto che quando lui lo morse e iniziò a giocherellare con i suoi capezzoli Lux si ritrovò a gemere come una ragazzina in calore.
«Ti ricordo che siamo vicino agli inferi, Lux. Vuoi davvero che qualcuno ci senta?», sussurrò Mik, uno sguardo incredibilmente seducente.
«Tanto finiresti nei guai pure tu», sussurrò Lux in risposta.
L'angelo sorrise lievemente, per poi scendere fino al cavallo dei pantaloni del moro. Senza alcuna difficoltà gli abbassò i jeans e calò il bordo dei boxer, mostrando ad entrambi che il demone si era eccitato ben più di quanto avesse voluto dare a vedere. Con un sorriso soddisfatto il biondo gli prese in mano l'erezione e iniziò a muoversi.
«C-Come... sei un angelo!», fece basito Lux mentre ansimava e odiandosi per quella reazione.
«Già, ma internet prende anche in paradiso», fu la risposta del ragazzo. Il demone lo guardò facendo tanto d'occhi. Non si sorprendeva spesso, ma quelle sorprese si stavano rivelando persino gradite.
Si era sbagliato di nuovo, lo capì quando fu sul punto di venire e Mik si fermò, un sorrisetto sadico sul volto.
«Mik, dannazione, cosa...?!», sbottò Lux, mordendosi la mano per non urlare per il dolore.
Il biondo non rispose e gli tolse totalmente i pantaloni, per poi sistemarsi fra le sue gambe. Si mise in bocca un paio di dita, il che fece capire al moro cosa stava per accadere.
«No, io non sto sotto! Non osa-», iniziò a sibilare, ma fu interrotto da un'intrusione nel suo fondoschiena che lo paralizzò per almeno mezzo minuto.
«Dicevi?», chiese Mik lievemente divertito, spingendo il dito più in profondità e muovendolo. Lux non rispose, non capendo se quello che stava sentendo era dolore o anche qualcosa di diverso.
Il secondo dito gli fece inarcare la schiena con un gemito. Quando le dita si mossero il demone si rese conto che quello che l'angelo stava facendo lo stava eccitando quanto poco prima.
«Dì che mi vuoi, Lux. Dì che mi vuoi dentro di te», sussurrò con un sorrisetto sadico. Il diretto interessato lo guardò, trovandolo stranamente bello. Il fascino del lato oscuro, probabilmente.
Frugò nelle tasche della felpa che aveva indossato fino a quando Mik non lo aveva privato di qualunque indumento avesse addosso e gli lanciò addosso un preservativo. Allo sguardo dell'angelo il demone commentò: «Se proprio devo stare io sotto pretendo almeno di non dover restare con le tue tracce addosso».
L'angelo annuì e si sbottonò i pantaloni e si abbassò i boxer, così da restare vestito ma con l'erezione ben in vista. Si mise il preservativo - Lux rimase senza parole quando vide che gli andava bene sebbene fosse a misura famiglia reale degli inferi - e disse: «Girati».
Il demone obbedì, sentendo poco dopo la lingua dell'altro sul suo orfizio. Buttò la testa all'indietro con un gemito di piacere: doveva essere circa questo che provavano le ragazze quando qualcuno faceva un lavoro di bocca a loro.
Durò poco, sostituito da una presenza decisamente più ingombrante che fece gemere di dolore il ragazzo. Tutta quella lunghezza che aveva visto la stava sentendo pure amplificata e faceva male.
Mik si fermò, aspettando che lui si abituasse. Quando lo sentì meno teso iniziò a muoversi.
Lux non ci provò nemmeno a trattenersi, tanto che l'angelo dovette baciarlo per soffocare i suoi gemiti di piacere per evitare di essere scoperti.
Il biondo rimase ammaliato dalla visione di un Luxifer così indifeso, così incredibilmente sottomesso proprio a lui.
Gli piaceva.
Aumentò la velocità, bel sapendo che non sarebbe resistito a lungo. Del resto però anche il demone doveva ancora sfogarsi, quindi non era un problema.
Riuscì a trovare il punto debole del ragazzo, che cominciò quasi ad urlare di piacere.
«Ehi, contieniti, piccola troietta», sussurrò divertito Mik tappandogli la bocca con una mano e continuando a cercare di colpire quel punto per farlo godere il più possibile.
Vennero insieme un po' di minuti dopo, entrambi pienamente soddisfatti e con il fiatone.
Mik tornò quello di sé non appena si tolse il preservativo, annodandolo e buttandolo momentaneamente a terra mentre si rivestiva. Guardando Lux si sentì avvampare.
«Cosa diavolo ho fatto», sussurrò tra sé e sé.
«Non insultare il nonno davanti agli inferi, non è consigliato», fece il moro aprendo gli occhi e mettendosi a sedere.
«Io non...», incominciò a dire Mik, ma Lux lo fermò con una mano.
«Questo scambio è equo. Non provare a chiedermi scusa».
Il ragazzo ammutolì e osservò il demone rivestirsi lentamente. Quando fu di nuovo vestito tese una mano a Mik e disse: «Ci sai fare, pennuto. Non me lo sarei aspettato da te, ma qualche sorpresa ogni tanto non fa male. Direi però che non è il caso di parlarne o di ripetere, se non è un'occasione specifica. Noi ce ne staremo zitti e buoni, facendo finta che non sia successo nulla. Ci stai, pennuto?».
Mik gli prese la mano, lasciandosi aiutare a rialzarsi.
«Sì, cornuto. Ci sto»
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Spero le storie di queata raccolta vi saranno gradite. A domani con il secondo :3
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