7° story

-> Sogni d'oro <-

Prompt: Tema libero
Categoria: Missing moment
Lunghezza: 1008 parole
Spoiler: Accenni del finale

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Quando Kaz quella sera entrò nell’appartamento di Inej, lo fece come fosse un intruso e non come qualcuno che era stato effettivamente invitato.

Trascorrere una notte insieme. Quella era stata la proposta di Inej e lui aveva accettato. Lo voleva.

E ora che era lì, si sentiva pervaso da una sensazione che di rado sentiva così bene: ansia. Paura, quasi.

Prima che potesse ripensarci e andarsene, Inej fece la sua apparizione dal bagno. Vide Kaz e sorrise.

«Buonasera, Kaz. Accomodati pure.»

Troppo tardi per andarsene. Kaz si tolse quindi il cappotto e lo appese all’attaccapanni, accompagnato dopo un istante dal suo bastone.

Sotto al cappotto indossava gli abiti più semplici che Inej gli avesse mai visto addosso: pantaloni felpati e una maglia a maniche lunghe nera. Lo osservò mentre si toglieva gli stivali e, infine, si sfilava i suoi amati guanti, mettendoli in una tasca interna del cappotto.

«Hai già cenato?» chiese Inej, catturando la sua attenzione. Kaz scosse il capo.

La ragazza sapeva quella sarebbe stata la risposta, così lo invitò a sedersi al tavolo e gli servì una bistecca già pronta. Kaz la osservò, come ricordando solo in quell’istante che Inej sapeva effettivamente cucinare.

Come lui, del resto.

I due cenarono in silenzio, un po’ per la tensione, un po’ perché erano entrambi affamati e non c’era motivo di parlare nel mentre.

Quando finirono, Kaz iniziò già a sentire gli effetti del sonno. Era abituato ad ignorarli e riempirsi di caffè appena iniziavano a farsi sentire, ma stavolta non fece nulla.

«Sei nervoso?» chiese Inej osservandolo.

Kaz le rivolse uno sguardo. Non era certo di voler ammettere che sì, era nervoso, parecchio anche; non solo perché sarebbe rimasto da lei a dormire, ma perché lo avrebbe fatto a barriere abbassate. Niente guanti. Niente bastone. Niente armi, persino.

Sapeva però di poterglielo dire, forse di doverglielo dire. Alla fine mormorò: «Un po’.»

«Sei qui solo per dormire, nulla di cui devi preoccuparti. Giusto per farti dormire più delle tue solite due ore a notte.»

Kaz accennò ad un sorriso.

«Vuoi fare una partita a carte prima di farti recuperare ore di sonno?»

«Potrebbe essere una buona idea.» commentò il ragazzo. Almeno le carte era un terreno di gioco famigliare.

«Rendiamolo più divertente e giochiamo senza barare, che dici? Non ci sono soldi da vincere, quindi non c’è motivo di barare.» disse Inej prendendo un mazzo di carte.

«Mi vuoi proprio togliere il divertimento, così.» fece Kaz mentre lei iniziava a mischiare le carte.

Fu una partita stranamente rilassante. Manisporche si era dimenticato che giocare a carte poteva essere non solo un modo per fare soldi e scommesse, ma anche solo per passare il tempo.

Infine, dopo una o due ore, Inej disse: «Io andrei a letto, che dici?»

Kaz sentì l’ansia tornare forte quanto prima. Cercò di mascherarla, ma apparentemente non ci riuscì; Inej lo osservò e aggiunse: «Di nuovo, solo per dormire. Solo noi due.»

Forse era proprio quello ad agitarlo. Solo loro. Da soli. Nello stesso letto.

Alla fine fece un respiro profondo e annuì. «Mi do una sistemata in bagno e arrivo.»

«Io sistemo le carte.»

Kaz in bagno si sciacquò il volto per darsi una svegliata. Non era in sé, doveva tornare ad essere sé stesso, ma in quel momento gli sembrava impossibile.

Era però davvero un male essere così? Solo Inej lo stava vedendo in quel modo, solo lei conosceva quel lato di lui.

Con un respiro profondo si servì del water e uscì dal bagno, per poi dirigersi nella camera di Inej.

Non era mai stato là dentro, che ricordasse, era stato poco persino nel suo salotto. Era una stanza con poche cose: un armadio, una scrivania, un comodino e un letto decisamente grande.

Si sedette sul bordo sinistro del letto. Sembrava morbido e comodo, ben più del suo; la voglia di stendersi si fece sentire e lui la ascoltò solo per metà, sedendosi con le gambe allungate davanti a lui.

Inej lo raggiunse un momento dopo, i capelli sciolti e vestita con una semplice canottiera e dei pantaloni lunghi. Kaz non riuscì a non guardarla e a non vederla come bella. Incredibilmente bella.

Quando infine riuscì a distogliere uno sguardo (giusto per non sembrare un maniaco, l’unica cosa cattiva che di certo non era), si concentrò ad infilarsi sotto le coperte scure. Un momento dopo, Inej gli si stese accanto e spense la luce, lasciando che le luci esterne creassero una lieve penombra.

Kaz rimase steso a pancia in su per diversi minuti, la testa rivolta ad osservare i lineamenti della ragazza che aveva accanto. Infine si girò dandole le spalle, trovando la posizione più comoda.

La sentì muoversi accanto a lui, poi la sua voce ruppe a piano il silenzio.

«Mi sto per avvicinare. Se la cosa dovesse darti problemi, dimmelo.»

Kaz venne abbracciato da dietro, il che gli fece prendere colore alle guance, fatto celato dalla penombra. Una delle sue mani si mosse per cercare la sua e Kaz istintivamente gliela strinse, senza sentire nulla nonostante il contatto fisico.

Le loro gambe si intrecciarono tra loro. Fu forse ciò che più spiazzò Kaz per via della sua gamba rotta.

Infine sentì il fiato caldo della giovane sul collo. Sentì i suoi capelli solleticargli la pelle. Quasi si aspettò di sentire le sue labbra sul suo collo (e per un istante si chiese cos’avrebbe sentito), ma quello non accadde: il volto della ragazza si era appoggiato sotto il bordo della maglia, senza che ci fosse contatto tra loro in quel punto.

Non era mai stato così vicino a qualcuno come in quel momento. Ricordando le parole di Inej fece per dirle di staccarsi, ma richiuse la bocca appena dopo averla aperta.

Perché fare una cosa simile? Era comodo, si sentiva in un certo senso protetto, era con Inej. Perché chiederle di privarlo di quella strana forma di piacere?

L’ansia che lo aveva consumato per tutta la sera finalmente lo lasciò andare e Kaz riuscì finalmente a rilassarsi.

Quella notte non si svegliò prima dell’alba e dormì, sentendosi al sicuro.

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Volevo scrivere un little spoon Kaz da una vita :')
E con questa storia la raccolta è conclusa!
Spero i racconti vi siano piaciuti. Non era una coppia semplice su cui scrivere, renderli fluffosi rispettando comunque i traumi è stato difficile e non sono certa di esserci sempre riuscita (vedi: 4° story).
Spero comunque vi siano piaciuti :3
Buona continuazione, gente.
No mourners.

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