5° story
-> Serenata <-
Prompt: Musica
Categoria: Missing moment
Lunghezza: 1180 parole
Canzone: Can't Help Falling in Love, Elvis Presley
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«Perché ho deciso di fare questa cosa? Niente da fare, mi ritiro, dire ad Aziraphale che mi sono sentito male o cose del genere.»
Anathema acchiappò Crowley per il colletto della camicia ed esclamò: «Neanche per idea, tu stai qui e dopo vai dove devi. Non ti permetteremo di soffrire per altri duecento anni come hai fatto finora.»
Dopo l’apocalisse sventata, molte cose sembravano cambiate; Crowley e Aziraphale si erano finalmente potuti concedere la calma e la pace che si sentivano di meritare, liberi dalle influenze di inferno e paradiso; Adam e i Quelli avevano ripreso ad andare a scuola, a godersi la vita, sebbene talvolta sfruttassero tutti i poteri da anticristo di Adam per imbrogliare e divertirsi; Newt e Anathema, dopo aver dato fuoco alle nuove profezie di Agnes, si erano ritirati a casa della strega a vivere in pace, vicino ai loro amici; infine, Shadwell e Madame Tracy si erano sposati, matrimonio a cui avevano partecipato tutti gli amici di lei e quelli che avevano in comune, ad eccezione di Crowley che in chiesa non poteva entrare se non ballando il tip tap.
Anche Newt e Anathema avevano deciso di sposarsi, e fu proprio a loro che Crowley decise di confidare il suo segreto più oscuro.
«Ti piace Aziraphale? E allora?» Questa era stata la risposta del cacciatore, mentre la strega rideva come una matta su una sedia della cucina.
«Siamo un angelo e un demone!»
«Vi siete staccati dalle vostre fazioni di origine, no? E comunque credevo steste già insieme.»
«Ti sembriamo forse una tenera coppietta?»
«Sì.» avevano risposto in coro i futuri sposi, zittendo per un minuto pieno il demone.
«Aziraphale è al corrente di quello che provi?» chiese alla fine la ragazza asciugandosi le lacrime.
«Io non gli ho mai detto nulla.»
«Quindi non sai neanche se tu piaci a lui.»
«Ho dato per scontato di no, e poi ha problemi con i suoi superiori, se anche gli piacessi non lo direbbe mai ad alta voce. Sono dei fottuti bulli con lui.»
«Dovresti dirglielo, secondo me. Magari non direttamente urlandogli “Ti amo, sposami!”» disse Newt.
«Peccato, era il mio piano.»
«Perché non gli fai un regalo?»
«Non sono bravo con i regali, ha già tutto.»
«Allora cantagli qualcosa. Non nel senso che devi comporre tu qualcosa, dedicagli una canzone già esistente o simili.»
«E che canzone suggeriresti, sentiamo.»
Il ragazzo ci pensò mentre Anathema diceva: «Somebody to Love? Sappiamo quanto ti piacciono i Queen.»
«Non devo cercare qualcuno da amare, Anathema.»
«Good Old-Fashioned Loverboy?» propose Newt.
«Assolutamente no, quella canzone è mia e di Freddie Mercury, non posso dedicarla ad Aziraphale.»
«Tu hai conosciuto Freddie Mercury?!»
«Ci sono! Can’t Help Falling in Love di Elvis Presley! È perfetta per voi!» esclamò Anathema impedendo a Newt di iniziare un interrogatorio su Freddie Mercury.
Crowley non rispose subito; se da una parte avrebbe voluto dedicargli qualcosa dei Queen, quella canzone sembrava a dir poco perfetta.
Aveva così passato le settimane successive ad imparare a cantarla e a suonarla; nel mentre aveva cercato anche canzoni di riserva su Spotify. Ne aveva trovata una che sembrava buona - Lonely Angel di Nostalghia -, ma dare ad Aziraphale dell’angelo solitario, per quanto fosse vero, sarebbe stato cattivo, e poi non descriveva appieno ciò che voleva dirgli. O forse, semplicemente, non voleva impararsi anche quella, soprattutto per i falsetti presenti.
Infine aveva trovato il coraggio di invitarlo ad una cena quasi romantica, alla quale doveva seguire una passeggiata al parco; lui si sarebbe dileguato, per poi riapparire con una chitarra e suonare quella canzone.
Un’ora prima si pentì dell’intero piano, come avete visto, ma dopo essere quasi stato annodato mentre era in forma di serpente decise di andare, spinto a calci in culo da Anathema stessa.
Aziraphale era già lì, a consultare il menù. Alzò lo sguardo solo per sorridere al demone.
«Buonasera, Crowley. Ti vedo pallido, tutto bene?»
«Uh, ah, sì, certo. Benissimo.» rispose in difficoltà Crowley.
«Sicuro?»
«Sì, sicuro.» disse nascondendosi dietro al menù. Sapeva già cosa prendere - spaghetti alla lacrima, piccantissimi -, ma aveva bisogno di calmarsi.
Come si aspettava, Aziraphale prese le crêpes e guardò il demone con sorpresa quando ordinò acqua e non vino. Dal canto suo, Crowley aveva bisogno di essere il più sobrio possibile.
La cena filò liscia come l’olio. Il demone riuscì a rilassarsi, dimenticando il piano che doveva seguire per concentrarsi sull’angelo, su quanto fosse bello, su com’era vestito, sulle sue labbra…
Quando uscirono di lì, i due andarono al parco che c’era davanti al ristorante a fare due passi. Aziraphale osservò le siepi sagomate e gli alberi con meraviglia, poi si girò e si accorse che Crowley non era più al suo fianco.
Iniziò a chiamarlo mentre il terrore si impadroniva di lui. Gli era successo qualcosa? Lo avevano rapito di nuovo? Chi era stato, inferno o paradiso? O era scappato per fargli un pessimo scherzo?
I suoi pensieri divennero così rumorosi che quasi non si accorse del suono di una chitarra. Ci badò solo quando sentì una canzone vera e propria iniziare a prendere forma; seguì la melodia e trovò il misterioso chitarrista.
Crowley. Aziraphale fece per parlargli, ma il demone lo anticipò iniziando a cantare.
Wise men say only fools rush in
But I can't help falling in love with you
Shall I stay?
Would it be a sin
If I can't help falling in love with you?
Like a river flows surely to the sea
Darling so it goes
Some things are meant to be
Take my hand, take my whole life too
For I can't help falling in love with you
Like a river flows surely to the sea
Darling so it goes
Some things are meant to be
Take my hand, take my whole life too
For I can't help falling in love with you
For I can't help falling in love with you
Quando finì di cantare e di suonare Crowley guardò Aziraphale da sopra gli occhiali da sole. Era fermo come una statua, la bocca semiaperta, che lo fissava quasi senza neanche sbattere le palpebre. Agitato come mai lo era stato, si tolse la chitarra e la appoggiò sulla panchina. Si alzò e sussurrò: «Ti prego, non odiarmi.»
Aziraphale parve riprendersi a quelle parole. Sorrise e lo attirò a sé, posando le labbra sulle sue.
Crowley non riuscì a ricambiare per lo shock. Non subito. Quando l’angelo si staccò, sussurrò: «Non sai da quanto lo stavo aspettando, Crowley, ma non sapevo come dirtelo. Ti amo, Crowley.»
Il demone quasi ebbe un infarto a quelle parole, ma alla fine ricambiò un suo secondo bacio, felice come mai lo era stato. Poco lontano, dietro una siepe, Anathema e Newt si diedero il cinque. Il loro lavoro come cupido era finito nel migliore dei modi.
Ci volle meno di una settimana al fidanzamento. Se ne occupò Aziraphale, così da non far svenire di ansia il suo amato, che svenne lo stesso per l’emozione.
Per ovvi motivi non potevano sposarsi, ma non servì. Era come se lo fossero, tutti lo pensavano, e questo per loro bastava ad essere, finalmente, felici.
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Canzone originale:
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