3° story

-> Harry Potter <-

Categoria: Crossover n°. 1
Lunghezza: 910 parole
Spoiler: No

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Aziraphale stava correndo come non aveva mai fatto. Non era mai stato particolarmente atletico, aveva sempre sostenuto che ci si poteva sempre permettere un po’ di tempo in più per prendere le cose con calma.

Non in quel caso.

Ogni ansito si condensava quasi immediatamente. Era però primavera, i giorni precedenti c’era stato un clima mite, non era assolutamente naturale quel freddo in grado di congelava l’anima.

Del resto avrebbe voluto lui stesso poter tornare indietro, ad Hogwarts, nonostante anche lì fossero tutti in allarme. Un attacco dei dissennatori? Mai successo, non a tutta la scuola, quantomeno.

Non poteva però. Sapeva che Crowley era ancora lì in giro, era uscito di nascosto come il suo solito per fare chissà cosa nel bosco. Non era rientrato, lo avrebbe sicuramente incrociato nei corridoi, magari in uno dei loro soliti punti d’incontro.

Lui però non era apparso, e Aziraphale era uscito per andare a cercarlo, contro tutti i professori che avevano intimato a tutti di non uscire.

“Nessuno sa padroneggiare un Incanto Patronus abbastanza da scacciare tutti quelli che ci sono là fuori, nemmeno noi”, aveva detto la McGranitt.

Non gli importava. Ad Aziraphale non importava nulla, non avrebbe permesso a nessuno di fare del male a Crowley.

Il freddo aumentò, man mano che si avvicinava al laghetto presente nella foresta. Da quel che dicevano tutti, era lì che Harry Potter aveva salvato Sirius Black: Aziraphale non credeva nelle coincidenze, ma aveva la netta sensazione che lo avrebbe trovato proprio lì.

Corse verso il laghetto, rischiando un collasso polmonare tra fatica e terrore.

Raggiunse finalmente la spiaggetta e rimasto paralizzato. Un vero e proprio ammasso di dissennatori era lì, che volava sopra il lago ghiacciato. Ruotavano tutti attorno ad un punto preciso: un ammasso scuro indistinto, rannicchiato su sé stesso. Era lontano da loro, ma Aziraphale distinse dei capelli rossi in mezzo a quell’ammasso nero.

Crowley.

Iniziò a correre verso di lui, accorgendosi sempre di più dettagli più si avvicinava. Crowley era privo di sensi, pallido come un lenzuolo, mentre i dissennatori, uno alla volta, gli succhiavano parti della sua anima.

«Lumos Maxima!», urlò quando fu abbastanza vicini. Dalla bacchetta si sprigionò una luce abbagliante che fece indietreggiare i dissennatori quanto bastava al biondo per raggiungere il rosso e stringerlo a sé.

Respirava ancora, già quello era un buon segno. Lo avevano già baciato? Sembrava di no, lo stavano ancora massacrando fino a poco prima.

Uno dei dissennatori capì che la nuova vittima era più saporita della precedente e si accanì su di lei. Sebbene non fosse una ferita fisica, Aziraphale provò un dolore senza eguali a sentire il dissennatore prendere un pezzo di sé.

Impugnò la bacchetta e cercò di concentrarsi. Gli servivano dei ricordi felici, subito, ma i dissennatori gli impedirono di concentrarsi. Gli fecero riaffiorare ricordi che aveva smesso di considerare con il tempo: suo padre che lo aveva abbandonato perché mago, Gabriel e compagnia che lo avevano infastidito e preso in giro per anni, la solitudine che aveva provato.

Poi sentì una presa sul suo polso. Vide Crowley, cosciente, che lo sguardava, faticando a tenere gli occhi aperti. Socchiuse la bocca, come per dire qualcosa.

Non uscì fuori un solo suono. Aziraphale sentì la rabbia assalirlo: non avrebbe permesso a quegli esseri di ucciderli, di mangiare le loro anime.

Ripensò ai momenti felici con Crowley: le chiacchiere dopo essere stati smistati entrambi in tassorosso, le marachelle combinate insieme come i furti nelle cucine, le risate insieme, quel bacio che Crowley gli aveva dato sotto l’albero in riva al lago nero.

No, non avrebbe permesso a quei mostri di distruggere tutto quello. Si alzò e sollevò la bacchetta, poi urlò: «Expecto Patronum

Una luce accecante uscì dalla sua bacchetta. Non avrebbe permesso a nessuno di toccare Crowley, non più.

La luce divenne più intensa e un serpente uscì dalla bacchetta, accecante come la luce delle stelle e potente come null’altro che fosse mai esistito. Il serpente si accanì contro il dissennatore più vicino, per poi allungarsi e circondare con le sue spire i due ragazzi.

I dissennatori provarono ad avvicinarsi senza successo alcuno. Aziraphale si concentrò su quel bacio che lo aveva fatto sentire davvero felice per la prima volta dopo anni, e la luce si intensificò di nuovo, tanto accecante che anche lui dovette chiudere gli occhi.

I dissennatori se ne andarono, ma non solo quelli che avevano provato a portargli via il suo amato. Gli fu raccontato in infermeria dalla McGranitt stessa, mentre si riprendeva dall’attacco di quei mostri e intanto si prendeva cura di Crowley, ancora privo di sensi: la potenza di quel patronus era stato tale da aver respinto tutti i dissennatori che si trovavano all’interno del perimetro scolastico, rispedendoli indietro da dove erano venuti.

In molti gli fecero i complimenti e gli fecero domande, ma Aziraphale non trovò il coraggio di dire a tutti cosa aveva scatenato un patronus di tale potenza. Solo la McGranitt, la prima arrivata sul posto, aveva capito, vedendo il serpente che li stava proteggendo e vedendo il biondo stringere l’amico tra le braccia.

Da quel momento però quel patronus formidabile divenne leggenda, di cui solo Aziraphale conosceva la versione originale. Crowley ci mese diverse settimane a riprendersi del tutto, grazie all’aiuto dell’amico - anzi, del fidanzato - che gli rimase accanto ogni volta che quelle creature tornavano nei suoi sogni.

Da quel giorno, nessun dissennatore mise più piede ad Hogwarts, nel timore di incontrare di nuovo quella luce felice.

E quel serpente.

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