POST SCRIPTUM - Zitta mai

Salve lettori e lettrici di Sette su Dieci,

vi starete chiedendo perché aggiorno questa storia, ormai conclusa da diverso tempo. Ebbene, a seguito di numerose conversazioni che ho avuto nel corso degli scorsi mesi, grazie a questo racconto, ho maturato una riflessione che vorrei condividere con voi.

Se avete letto Sette su Dieci fino in fondo e con attenzione – comprese le parti scritte senza il corsivo, per intenderci – saprete che questa storia non è scritta semplicemente per dare vita a una fantasia erotica, e, qualora lo fosse stata, non cambierebbe assolutamente niente di ciò che sto per dire.

Io non ho mai scritto un racconto horror, ma scrittori e scrittrici di genere horror, aiutatemi a capire se vi sia mai capitato un lettore serial killer che vi scriva per chiedervi uno spunto per il suo prossimo omicidio. No?!

Autori e autrici di fantasy, mai nessuno che vi abbia chiesto come riuscire a trovare l'armadio giusto per arrivare a Narnia? O giallisti, siete mai stati contattati da un poliziotto che vi abbia chiesto aiuto per condurre delle indagini? No, mai? Davvero?! E, voi, scrittori di romanzi rosa, sono certa di poter contare su di voi. Tra i vostri lettori ci sarà sicuramente qualcuno che vi abbia contattati per chiedervi consigli su come far innamorare la propria cotta.

Beh, scusate tutti, voi scrittori di altri generi, ma il primato "delfino curioso" va sicuramente assegnato ad alcuni lettori del mio erotico.

"Scrivi bene, ho visto che le scene del tuo erotico sono così vivide da sembrare vere. Ti va di darmi dei consigli? Sono sicuro che potremmo parlarne insieme."

"Hai descritto le scene di sesso, così bene che credevo fosse un racconto autobiografico. È così?"

"Sai, certe scene io preferisco scriverle nudo. Anche tu?"

"Se posso chiedertelo, se posso eh, ti ecciti quando le scrivi?"

Potrei continuare, e continuare, e continuare ancora ma mi fermerò qui. Uomini all'ascolto – mi dispiace chiamarvi per nome, ma nessuna donna mi ha rivolto queste domande – vorrei che voi capiste che il nome scritto sotto la storia è quello dell'autrice, non di una chat erotica.

La TrixXx non ha ancora aperto i battenti, potete tenerlo nelle mutande ancora per un po'.

Quello che mi fa sorridere di più, cari lettori e lettrici, è che, se solo tali analfabeti funzionali avessero letto questa storia, avrebbero capito che più che un racconto erotico, questo è il racconto di un abuso. Abuso che voi stessi tentate di mettere in atto ogni volta che mi contattate per rivolgermi queste, e altre domande con lo scopo di trastullarvi per dieci minuti  – se vi va bene – davanti allo schermo di un pc.

"Beh, non te lo aspettavi?" Potrebbero chiedersi alcuni di voi. Credo, al pari di tutte quelle ragazze che per il solo peccato di essere nate donne, e magari anche belle, vengono abusate verbalmente – anche qui, se va bene, solo verbalmente – ogni giorno e non se lo aspettano, neanche io me lo aspetto.

Scrivo scene di sesso, e allora? Questo mi dipinge più porca ai tuoi occhi? È un tuo problema, non mio. Da parte mia, te lo assicuro, avrei tante cose da dirti. Cose zozze, violente, maleducate e, no, per niente inerenti al sesso.

Ti fa eccitare ciò che scrivo? Bene, ma al tuo posto, se non riuscissi a controllare l'impulso di scrivere a chi quelle cose le ha scritte, mi farei due domande, amico. Anzi, scrivimi pure, ho il contatto dello zoo di fiducia e sarei felice di passarti il numero, hanno libera proprio la gabbia che fa per quelli come te. Sì, gli esseri viventi che non riescono a controllare i propri impulsi si chiamano così: animali.

Uomini e donne, lettrici e lettori, mi rivolgo a voi, adesso. Educhiamoci al rispetto. Prima di aprire la bocca, di scrivere un messaggio, pensate se ciò che state dicendo o scrivendo sia qualcosa che vorreste sentir dire a voi stessi, o a vostra madre, o a vostro nonno, o al vostro cuginetto.

Usciamo da questo silenzio fatto di vergogna, io ho scelto di non restare zitta. Mai. E tu?

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