EPILOGO. Cinque anni dopo
La luce della luna si rifletteva sull'acqua della piscina in modo spettrale, e un alone di mistero avvolgeva le ombre del giardino, ampliando la sensazione di disagio di Valentina.
Non le piaceva svegliarsi da sola nel cuore della notte. Guardò dietro di sé, in direzione della portafinestra aperta della camera da letto, poi spostò nuovamente lo sguardo sul giardino buio alla ricerca di qualcuno che non riusciva a vedere.
Una folata di vento improvvisa la fece trasalire, indossava solo la sua sottoveste di seta che in casa le consentiva di combattere lo stagnante caldo estivo, ma non le era affatto utile lì fuori contro quella diabolica brezza notturna.
«Stai cercando qualcuno, signora Rocca?»
Quasi le sfuggì un urlo per lo spavento. Si voltò a guardare l'angolo del giardino dal quale proveniva quella voce. «Potresti conoscerlo». La sdraio su cui era seduto non era raggiunta dai raggi della luna, e Valentina riusciva a malapena a vedere la sua sagoma muoversi nell'oscurità. «Credevo avessi avuto un'altra emergenza a lavoro.»
«No, affatto». Lui uscì nel cono di luce, aveva solo i boxer scuri a coprire il corpo snello e forte. «Non riuscivo a prendere sonno.»
«Fa troppo caldo, lì dentro.»
Lei lo vide avvicinarsi lentamente e avvertì l'intensità del suo sguardo scivolarle addosso. Anche se non poteva vederlo, conosceva bene quello sguardo, tanto bene che di colpo anche lì fuori la temperatura divenne torrida. «La bambina dorme?»
«Sì. Il baby monitor è acceso e silenzioso». Lui avanzò ancora e finalmente il suo corpo fu investito dalla luce della luna. Valentina sentì l'eccitazione divampare come fuoco quando vide l'espressione di lussuria dipinta su quel volto perfetto. Si fermò a pochi centimetri da lei e prese in mano una ciocca dei suoi capelli biondi. Il calore e il profumo emanati dalla sua pelle le impedivano di ragionare con lucidità. «Non mi piace svegliarmi senza trovarti al mio fianco.»
«Sei bellissima alla luce della luna», disse lui, ignorando il suo rimprovero. Alzò la mano e le accarezzò il viso, scendendo fino al collo. Il suo tocco delicato si spostò alla spalla e fece scivolare la spallina della sottoveste sul braccio. Il suo volto scese lentamente a baciarle l'incavo del collo e le gambe di Valentina cominciarono a tremare di desiderio. Lasciò che le mani di lui scivolassero sulla sua schiena, sulla morbidezza della seta fino ai suoi glutei, per stringerli dolcemente. «Avevo le mie buone ragioni per alzarmi dal letto.»
Un gemito le sfuggì dalle labbra a quelle parole. Chiuse gli occhi e si lasciò andare, concentrata sul piacere che provava al caldo tocco che si spostava con dolcezza dai suoi fianchi, alla sua pancia, appena appena gonfia di un nuovo frutto del loro amore. Quando raggiunsero il suo seno sensibile, le sfuggì un nuovo gemito. Poi il tocco delle sue mani la abbandonò. Lei aprì gli occhi e, incrociando i suoi, lo vide allontanarsi. Scelse una sdraio a bordo piscina e si distese alla luce della luna piena, le mani dietro la testa e gli occhi rivolti a lei. Valentina ammirò la sua pelle scura, i suoi addominali appena accennati, le sue braccia lunghe e forti.
Si avvicinò con fare sensuale, alzò la sottoveste e si sedette a cavalcioni su di lui. Prese a baciare le sue tempie, il suo viso, morse dolcemente il lobo del suo orecchio destro e sentì che lui tratteneva il respiro. Poteva sentire ogni centimetro della sua erezione premere contro di lei. Mosse i fianchi con dei movimenti impercettibili e sentì il corpo sotto di lei tendersi come una corda. I suoi fianchi si ritrovarono di nuovo nella morsa di quelle mani che la incitavano a muoversi con più insistenza. Le loro labbra si incontrarono e la passione crebbe, senza controllo.
Il sottile strato di stoffa che li separava fu improvvisamente di troppo, i movimenti dei loro bacini così violenti che Valentina raggiunse quasi l'orgasmo. Si staccarono uno dall'altra ansimando e lei si alzò, scivolando via dal suo abbraccio.
Si allontanò lentamente da lui e lasciò che la sottoveste scivolasse ai suoi piedi. «Ti va di fare un bagno?» disse, e senza aspettare la risposta prese la rincorsa e si tuffò in piscina. Lo sentì entrare in acqua pochi attimi dopo.
«Rischio di impazzire con te, Valentina». Le coprì le labbra con le sue prima che potesse replicare ma lei si sottrasse ancora una volta. Si immerse nell'acqua e scese lungo il suo corpo. Accarezzò la sua virilità e la prese in bocca per un lungo attimo, prima di riemergere. Lui la afferrò saldamente per i fianchi e la baciò di nuovo. Lei avvolse le gambe contro il suo corpo e non ci fu più nessun ostacolo tra loro.
Dopo il piacere restarono abbracciati, ansanti. I loro semi ancora custoditi nella calda culla del suo ventre.
«Ti amo. E tu, mi ami?» sussurrò lei al suo orecchio.
«Ti amo anch'io. Con tutto me stesso.»
***
Grazie a tutti quelli che hanno letto o leggeranno questa storia. È stata una delle prime storie che io abbia mai scritto e ho deciso di rivedere leggermente il testo e di aggiungere spezzoni inediti che quando l'ho scritta per la prima volta non ho avuto occasione di inserire. Ora non è perfetta, ma è proprio come l'ho sempre immaginata.
Sicuramente avrete notato che in questo epilogo l'unico nome presente è quello di Valentina. Durante la storia abbiamo visto l'evolversi del suo difficile rapporto con i sentimenti e la sessualità, e alla fine quello che conta è che lei si sia lasciata alle spalle tutto il dolore e la sofferenza, e abbia finalmente raggiunto la serenità. Con chi siete liberi di immaginarlo da soli, lettori e lettrici, ma se vi capitasse di chiederlo a me, vi direi senza dubbio che quell'uomo è Emanuele!
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