Il sistema della calamita
Luca e Angelino nascevano venti anni fa, gemelli. Gemelli omozigoti e dunque pressoché identici.
Tuttavia, fin dalle prime settimane di vita i loro genitori prima e in seguito ogni loro conoscente, imparò facilmente a distinguerli. Per un qualche sconosciuto motivo, infatti, in ogni circostanza Luca e Angelino vivevano un'esperienza diversa e, quasi sempre, opposta.
Un esempio?
Osserviamoli a un mese di vita, un giorno qualsiasi: i biberon vengono preparati, identici, e i premurosi genitori procedono, un piccolo per uno, a sfamarli.
Bene, quello di Angelino ha la tettarella otturata. Dopo aver strepitato a lungo, fino a farsi rosso per lo sforzo, mamma infine s'accorge del problema, mentre Luca sazio e pacifico già si addormenta.
Prendiamo un altro giorno qualsiasi, a nove mesi. Sgambettano nei girelli, a quello di Angelino si bloccano le ruote, facendolo cappottare. Una settimana dopo gattonano vicini, il cane arriva a precipizio e travolge Angelino, mentre Luca emette gridolini estasiati.
Crescendo già a due, tre anni, Angelino viene dunque subito individuato per i bernoccoli, le sbucciature e le magliette strappate che lo fanno la copia sgualcita del fratello.
Badate bene: non è che, semplicemente, sia sempre stato più maldestro.
È che, ad esempio, se un forte vento strappava via i panni dai fili, quelli che restavano erano quelli di Luca e quelli recuperati tutti macchiati in una pozzanghera erano quelli di Angelino.
Se il gatto saltava sulla cucina e arrivava a mangiare da un piatto già pronto, era quello col pesce di Angelino, perché Luca voleva la carne.
Se una penna scoppiava sulla scrivania, il quaderno che era lì affianco, che si inzuppava nell'inchiostro blu, era quello di Angelino.
In poche parole le piccole innumerevoli sventure che si registrano normalmente in una casa, anziché distribuirsi casualmente ed equamente tra i due, si concentravano su Angelino, con la predilezione del ferro verso la calamita.
Il paragone con la calamita fu elaborato da lui stesso, fin da piccolo appassionato di scienze e con uno spiccato talento per la sperimentazione.
Già a sei anni aveva cominciato i suoi studi sulle loro diversità, partendo dalle bustine di figurine.
Se in una bustina un bambino normale trovava in media quattro carte, Angelino s'era reso conto dopo ripetuti acquisti che la sua ne avrebbe contenute al massimo tre, mentre Luca sistematicamente ne avrebbe trovate cinque più quella extra, serie diamante.
A otto anni, Angelino aveva messo a punto una verifica sperimentale della legge. Aveva chiesto a Luca di scambiare con lui un acquisto su cinque; avrebbero scelto per cinque volte una busta di figurine.
Poi Angelino avrebbe deciso quale coppia scambiare.
Constatarono che Angelino aveva scelto quattro buste semivuote, secondo il solito, e una ottima.
Come pure Luca aveva scelto quattro buste con l'extra e una sola scadente.
Infine Angelino aveva deciso di scambiare la coppia che risultò giusto essere quella fuori regola.
Così si ripristinò l'equilibrio che voleva cinque buste su cinque ottime per Luca e altrettante scadenti per Angelino.
Questo dimostrò, secondo il brillante sperimentatore, che ciò che ancora non avevano neppure deciso era già conosciuto dal destino, che non poteva aggirarsi.
La legge che li voleva legati a sorti opposte era ineluttabile.
Angelino aveva anche teorizzato una spiegazione:
Ogni uomo era, a suo avviso, rispetto agli eventi, una calamita dotata di due poli. Asseconda di come egli si disponesse quotidianamente, il polo rivolto all'esterno attirava la negatività o, piuttosto, la positività.
Lo stesso individuo era potenzialmente fortunato e sfortunato, variando la sorte asseconda dell'orientamento, anch'esso variabile, della sua calamita interna.
Loro però, nati da una sola, stessa cellula, avevano costituito un sistema. Erano in due una calamita sola e ognuno, essendo solo metà sistema, aveva un polo solo: Luca attirava la positività, Angelino, perennemente, solo la negatività.
Finché il loro legame avesse perdurato, quella era la sorte.
"Se una calamita si spezza, ogni parte diventa una calamita nuova, con due poli. Allora basta che noi ci si separi!", aveva ipotizzato Luca, che si sentiva fortemente in colpa per aver preso tutto il buono. Ma Angelino aveva scosso la testa scettico.
Avevano provato, comunque, ma il legame tra loro era evidentemente ben più solido di un frequentare palestre, e più avanti scuole, diverse.
Per qualche anno ancora fecero esperimenti, poi smisero.
Luca era il più ostinato, nei suoi tentativi. Adorato dalle ragazzine tanto quanto dai professori, tentò più volte di favorire il fratello spacciandosi per lui. Ma ogni volta, se agiva per se stesso era un successo, se agiva per Angelino il tentativo naufragava, la ragazzina si disgustava o il compito in classe usciva rovinosamente.
Il sistema era infallibile e riportava sempre le cose nell'equilibrio stabilito alla loro stessa nascita.
Anzi, crescendo le fortune di Luca si facevano più clamorose, come la sventura di Angelino diventava sempre più sciagurata.
A diciassette anni Angelino fu investito da un pirata della strada e finì in coma. Non potendo nulla per il povero compagno immobilizzato in un letto, si riversò su Luca sconvolto ogni attenzione dei loro amici.
Il ragazzo continuò la scuola, nell'abbraccio consolatorio di professori e studenti. Si diplomò col massimo dei voti, vinse una borsa universitaria. Partecipando a un gioco radiofonico vinse una macchina.
Angelino, in ospedale, deperiva.
Un giorno sulla loro città infuriò una tempesta di vento. Uno scricchiolio e un terribile fragore richiamarono alle finestre gli studenti universitari: un vecchio pino spezzato dal vento s'era abbattuto sulla strada, senza fortunatamente far vittime.
Un solo ramo era finito su una macchina in sosta sfondandola senza rimedio, unica danneggiata tra quelle parcheggiate. Luca portò le mani alla bocca, soffocando un grido: "Il sistema!"
Guardando la sua macchina distrutta, seppe che Angelino era morto.
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