17.
Sabato precedente,
la notte in cui è morto Martin
Quel coglione di Martin è venuto al bosco, non è andato da Marlene come mi aspettavo! Sono andata sotto casa della ragazza e ho visto la moto di Bruce, poco dopo è arrivata una macchina, una di quelle che si sono messe in moto non appena sono uscita dopo la festa per seguire Bruce. Damian, il padre del ragazzo, lo ha raggiunto pensando che volesse fare del male a Martin e gli ha detto di piantarla, che non ne vale la pena e di tornare a casa. Quindi ho capito: per Martin è più importante Linda.
Mi sono precipitata al bosco ed eccomi qui, il terreno è bagnato e le mie scarpe da ginnastica sprofondano ma non me ne preoccupo perché la pioggia laverà via i segni.
Sento delle urla, è Martin ed è disperato, quindi mi precipito da lui per dirgli di farsi furbo ma lo trovo in ginocchio, il corpo di Linda tra le mani, senza vita.
L'ha uccisa, così penso.
Quello schifoso ha ucciso la sorella. Non so cosa mi stia accadendo né perché stringo in mano il coltello per tagliare la carne che mia madre ripone sempre al sicuro nel terzo cassetto della cucina. È come se me lo avessero messo in mano in questo momento e so di doverlo usare.
Afferro un ramo dal pavimento e con forza lo schianto sul cranio di quel deficiente, inebriata dal suo urlo sorpreso mischiato al dolore e soddisfatta di vedere la sua calotta cranica cedere sotto alla mia forza: chi è inutile adesso?
Si muove ancora, lascio cadere il coltello e afferro un cordino che è lì per terra, forse l'ha utilizzato per strozzare Linda, o forse fa semplicemente parte della giacca della ragazza. Passo il filo intorno al collo stringendo forte, ripensando alla prese in giro, agli scherni. Tiro le estremità ricordando la faccia dei miei vecchi amici quando ridevano delle battute di Martin.
Poi smette di respirare e lo lascio andare, metto il cordino in tasca e mi accorgo che non mi basta. Raccolgo il coltello dal pavimento e osservo il beniamino della scuola che giace davanti a me, con la faccia in giù, senza vita. Infilzo il suo cervello con la lama e inizio a farlo a pezzi, immersa nel sangue.
Che cazzo ho fatto?
Non riesco a pensare ad altro mentre sotterro Linda. Non so perché, ma secondo me si merita una tomba migliore del fratello, poi mi occuperò di lui e della sua auto.
Crack.
Un rumore alle mie spalle mi fa sobbalzare.
«Ma che cazzo...?» è Arper DJ.
Sollevo la lama insanguinata e lui scappa, poi sento l'inconfondibile motore della Porche avviarsi e infine il silenzio. Lui sa. Lui ha visto.
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