Terzo giorno

Il luogo d'incontro del giorno successivo fu un magazzino abbandonato. Kaz avrebbe voluto optare piuttosto per un tetto, ma visto il casino che era scoppiato la sera prima non era certo che lì sarebbero stati al sicuro.

Non lo era nessun posto. Pekka Rollins aveva dato il via a una rivolta con largo anticipo e Kaz si riteneva fortunato a non essere stato in ufficio quando l'intero Club dei Corvi era saltato in aria: se Rollins avesse avuto Inej a lavorare per lui, era garantito non sarebbe sopravvissuto.

E invece eccolo, al buio del magazzino, in attesa del suo Spettro. Era stato molto vago su dove si sarebbero visti, nel caso qualcuno li intercettasse: lei comunque sapeva dove cercare, Rollins no.

Si mise comodo nell'angolo in cui era e sentì la gamba dolergli. Il massimo di sonno che si era concesso era stata un'ora scarsa di sonno, ma della gente era passata sotto di lui e allora si era costretto a restare sveglio.

Era stanco ma non poteva permettersi di chiudere occhio.

Una botola si aprì su di lui. Kaz fu in piedi, un pugnale in una mano e il bastone nell'altra, ma da lì scese solo una figura minuta che conosceva bene. Tornò a sedersi e disse: «Spettro.»

«Manisporche.» fu la risposta di Inej, che si lasciò cadere davanti a lui. Nemmeno lei sembrava molto in forma.

Dal nulla fece apparire dei panini. «Ho portato la cena di ieri, la colazione di oggi e probabilmente anche il pranzo di oggi.»

«Tutto considerato, probabile che saranno anche la cena.» commentò Kaz prendendo i due che gli vennero offerti. La ragazza fece anche apparire una bottiglia d'acqua che condivisero senza tanti problemi.

Alla fine il ragazzo soffocò uno sbadiglio e disse: «Pagherei per un caffè.»

«Temo quello di non potertelo offrire. Posso offrirti copertura per dormire un po'.»

«Non ti preoccupare, sono apposto.» Era una bugia immensa, ma non contestabile.

«Non dovrei pensarci visto il casino in cui siamo finiti, ma te lo chiederò comunque: tu hai trovato una canzone anche per oggi?» chiese Inej.

«Sì. Dovevo trovare come tenermi sveglio e ho fatto ricerca.»

Il telefono fece luce nel buio come una torcia. Inej strizzò gli occhi.

«Kaz, abbassa la luminosità...»

«La che?»

«La luce, così ti accechi!»

Kaz la guardò (o forse guardò dove sapeva essere), poi lo schermo, infine disse: «Si può abbassare?»

Inej non riuscì a non sorridere a quella frase. Si avvicinò fino ad avere la spalla contro la sua, abbassò la tendina superiore e diminuì l'intensità della luce.

«Non è meglio così?»

Kaz per un momento non rispose, poi sbatté un momento gli occhi e disse: «Ah. Sì, sì, molto meglio.»

Inej si chiese se a distrarlo non fosse stata la sua vicinanza.

Lo osservò cercare il pennino in una tasca e cercare la canzone. La fece partire e abbassò un po' il volume, poi mise in stand-by lo schermo e lasciò che sentissero la musica.

I can hold my breath
I can bite my tongue
I can stay awake for days
If that's what you want
Be your number one

I can fake a smile
I can force a laugh
I can dance and play the part
If that's what you ask
Give you all I am

I can do it
I can do it
I can do it

But I'm only human
And I bleed when I fall down
I'm only human
And I crash and I break down
Your words in my head, knives in my heart
You build me up and then I fall apart
'Cause I'm only human

Inej osservò Kaz mentre la canzone procedeva e quasi le parve di vedere una spaccatura. Un segno di debolezza.

Qualcosa che nessuno avrebbe dovuto vedere.

I can turn it on
Be a good machine
I can hold the weight of worlds
If that's what you need
Be your everything

I can do it
I can do it
I'll get through it

But I'm only human
And I bleed when I fall down
I'm only human
And I crash and I break down
Your words in my head, knives in my heart
You build me up and then I fall apart
'Cause I'm only human

I'm only human
I'm only human
Just a little human

La voce per un momento si disperse. Kaz era immobile e Inej, in un momento di debolezza o di forza, gli strinse una mano. Poco importava che fosse coperta da un guanto.

Lui gliela strinse, ma era difficile capire se si fosse accorto di averlo fatto.

I can take so much
'Til I've had enough
'Cause I'm only human

And I bleed when I fall down
I'm only human
And I crash and I break down
Your words in my head, knives in my heart
You build me up and then I fall apart
'Cause I'm only human

E poi la canzone si spense, lasciandoli nel silenzio. Una seconda canzone partì, ma Kaz azzerò il volume.

Si girò e incrociò lo sguardo di Inej. Fu costretto a distoglierlo e disse: «Temo tra non molto diventerà... molto accurata. Purtroppo.»

«Non è un male essere umani.» disse Inej. «Nessuno è invulnerabile, per quanto fingi non sarai mai intoccabile.»

«In una guerra devi esserlo.»

«Solo se ti intestardisci a fare tutto da solo, cosa che tu fai sempre. Ricorda però Kaz che oggi tornano Jesper e Wylan e loro sono pronti ad aiutarti. Siamo pronti ad aiutarti tutti, anche Nina, anche Matthias, anche io.»

Lui non disse nulla, guardando il buio davanti a sé. Aveva ancora la mano in quella di Inej, come se si fosse ancorato a lei. La ragazza gli strinse la mano lievemente e disse: «Io ci sono, va bene?»

Kaz la guardò di nuovo, ma era come se non sopportasse la sua vista. Nonostante ciò, annuì.

«Sentiamo la mia, di canzone?»

Lui annuì di nuovo e Inej tirò fuori il telefono e si mise a cercare la sua canzone. Sentì Kaz allentare la presa sulla sua mano, forse per permetterle di usare il telefono con due mani, ma lei non ne aveva bisogno e la lasciò dov'era. Fece partire la canzone, che iniziò con dei colpi e una voce femminile lontana a fare da accompagnamento.

Si sentì un "Hey!", poi si iniziò a sentire il testo.

Hey, anyone can get love, anyone can get laid
You know you're home when you find the ones who
Stay, brave enough not to tame, they let you burst into flames
Stroke the coals and they watch you blow, yeah

They're the ones make your trust in the universe
When you're lost and you're left and it's getting worse
They're the ones who you know will get you by

We are all strange
And it ain't never, never, ever gonna change
We are all strange
And it ain't never, ever, never gonna change

Mentre una serie ripetuta di "la-la-la" sostituiva il ritornello, Kaz si ritrovò a guardare Inej con gli occhi spalancati. Quella non era una canzone premeditata: l'aveva messa su apposta in risposta alla sua canzone, come aveva fatto il giorno prima.

"Sai di essere a casa quando trovi coloro che restano". Pensò a Jesper e Inej, che erano con lui da tempo, a Nina, a Wylan, persino a Matthias, che non lo tollerava del tutto ma che nonostante ciò era ancora nel loro gruppo.

La canzone riprese, interrompendo il filo dei suoi pensieri.

Hey, anyone can get paid, anyone can get saved
Everyday I still walk into the
Wild, the only thing I can see, the only real guarantee
Whenever I catch a knowing smile, yeah

They're the ones make your trust in the universe
When you're lost and you're left and it's getting worse
They're the ones who you know will get you by

We are all strange
And it ain't never, never, ever gonna change
We are all strange
And it ain't never, ever, never gonna change

We are all strange
And it ain't never, ever, never gonna change
We are all strange
And it ain't never, never, ever gonna change

Con l'ultima parola la canzone finì. Inej bloccò il telefono, poi lo guardò e sorrise.

Fu l'unico motivo per cui riuscì a tenersi padrone delle sue emozioni. Quel sorriso. Quel sorriso con cui lei l'avrebbe facilmente avuto in pugno.

La voce quando parlò non gli uscì nemmeno spezzata. «Bella canzone.»

Si ricordò delle prime parole della canzone e aggiunse: «Lo credi davvero, che chiunque possa essere amato?»

«Certo, e prima che mi chieda se tu sia incluso, la risposta è sì. Anche se sai essere un idiota quando ti impegni.»

Kaz sorrise, chiudendo gli occhi.

«Vuoi dormire un po'?» chiese Inej a piano.

«Non posso. È pericoloso.»

«E se stessi io di guardia?»

«Resta pericoloso.»

Con uno sforzo che parve costargli più energia di quanta ne disponesse, si rimise in piedi. Lasciò andare la mano di Inej solo in quel momento e solo perché il suo equilibrio era precario.

«Dobbiamo preparare una controffensiva. Dobbiamo cercare Pekka, eludere le eventuali guardie, avere un quartier generale... Oggi tornano Jesper e Wylan. Ne parleremo con loro. Io cerco Pekka, tu informa Nina e Matthias che li terremo aggiornati sul da farsi.»

Inej annuì. «Va bene. Non farti ammazzare.»

«Neanche per idea. Dobbiamo portare avanti il gioco, no?»

Kaz si issò dall'apertura da cui Inej era fuggita e si dileguò, lasciando la ragazza sola.

~•~▪~•~

Canzoni utilizzate:

• Human, Christina Perri

• Strange, LP

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top