Quarto giorno

Il successivo incontro lo ebbero in una cappella al cimitero. A Inej quel posto non piaceva granché, ma di certo non era il primo luogo in cui Pekka sarebbe andato a cercarli.

Dopo aver tentato di uccidere Kaz facendo esplodere il suo ufficio, Pekka aveva fatto diffondere per tutta Ketterdam dei manifesti da ricercato. La ricompensa per Kaz Brekker era di duemila kruge, che secondo Inej era un prezzo davvero misero. Sufficiente a farlo cercare da molti, però.

Aveva passato il pomeriggio e la sera a raccogliere manifesti e bruciarli. Nessuno l’aveva vista, ma aspettava il momento in cui anche la sua taglia sarebbe apparsa in giro.

Quella notte aveva dormito nascosta nel magazzino in cui aveva incontrato Kaz il giorno prima, non tanto quanto avrebbe voluto ma abbastanza da essere sveglia.

Kaz la raggiunse con un mantello svolazzante sulle spalle e il cappuccio a coprirgli il volto. Se non avesse visto la sua camminata prima di quel momento, probabilmente non l’avrebbe riconosciuto.

«Buongiorno, Kaz.»

Il ragazzo si tolse il cappuccio. Aveva l’aria di aver passato la notte insonne, il che non era così improbabile.

«Hai magari del caffè con te?» chiese facendosi passare una mano tra i capelli.

«Mi dispiace dirtelo ma siamo in un cimitero, non in un bar. Se vuoi però ho dei panini.»

«Me li farò andar bene.»

Kaz spazzò via i suoi a tempo record, tanto che a Inej venne il dubbio in realtà non avesse mangiato nulla il giorno prima. Di nuovo, non era improbabile.

«Qualche novità, al di fuori che ora sono ricercato?» chiese Kaz una volta finito il suo pranzo.

«Jesper e Wylan sono tornati e hanno formato una fortificazione di tutto rispetto attorno alla loro casa. Matthias e Nina sono con loro, manchiamo solo noi. Li ho informati che saremmo passati e che ci saremmo fermati.»

«Ci fermiamo da loro? Non per dire, ma tenere in casa un ricercato non è mai una buona mossa.»

«Pekka non ha ancora messo gli occhi su casa Van Eck. Saremmo al sicuro lì.»

Lui non sembrava convinto, ma non ribatté. Superò invece l’entrata della cappella e si sedette (anzi, crollò a sedere) sul bordo di una statua.

«Non ho avuto il tempo di cercare una canzone. Ne avevo una di riserva, però… Preferirei facessi sentire tu la tua prima.»

Inej annuì e si sedette a gambe incrociate davanti a lui. Studiò un momento la playlist, cercando la canzone più adatta. Alla fine un rumore basso riempì il silenzio e dopo un istante una voce piuttosto bassa iniziò a cantare.

Change,
Everything you are
And everything you were
Your number has been called
Fights, battles have begun
Revenge will surely come
Your hard times are ahead

Best,
You've got to be the best
You've got to change the world
And you use this chance to be heard
Your time is now

Kaz parve assorto mentre sentiva il pezzo, poi la musica parve esplodere nel silenzio (Inej abbassò il volume per evitare di attirare intrusi) e finalmente catturò l’attenzione del ragazzo.

Change,
Everything you are
And everything you were
Your number has been called
Fights and battles have begun
Revenge will surely come
Your hard times are ahead

Best,
You've got to be the best
You've got to change the world
And you use this chance to be heard
Your time is now

Poi ci fu basso, chitarra, batteria, un caos musicale, e poi un piano. Kaz approfittò di quel momento per mormorare: «Mi stai facendo sentire una canzone motivazionale.»

«Mi sembra tu ne abbia bisogno. Hai bisogno di carica, almeno per stare al passo con le ore di sonno che non stai dormendo.»

Kaz non rispose, né sorrise. Non sembrava comunque irritato dalla cosa, era solo stanco.

Poi la canzone riprese, a piano.

Don't
Let yourself down
Don't let yourself go
Your last chance has arrived

Best,
You've got to be the best
You've got to change the world
And you use this chance to be heard
Your time is now

Si udì il caos che avevano sentito anche dopo il secondo ritornello, poi tutto si concluse. Inej bloccò la musica e guardò Kaz, che ricambiò lo sguardo.

«Dopo che tutto questo casino sarà finito, mi sa che accetterò di farmi un po’ di cultura musicale.» disse infine il corvino allungando la gamba malmessa davanti a sé per mettersi più comodo.

«Mi piace che non hai messo la tua vittoria in “se”.» disse Inej con un sorriso. «Hai localizzato Pekka?»

«So dov’è, ma arrivare fin lì non sarà per nulla semplice.»

«Fammi indovinare: è nel suo “quartier generale”?» chiese Inej mimando le virgolette con le dita. Il quartier generale era un palazzetto a tre piani isolato dal resto delle case e facilmente difendibile. Kaz non l’aveva mai degnato di uno sguardo, ritenendolo inutile, ma a posteriori capiva anche lui che come fortezza non era male.

«Sì. Secondo le voci che girano, mi permetterebbe di entrare purché io mi arrenda.»

«Ma tu non lo farai, vero?»

«Per invitarmi a buttarmi in pasto ai volcra dovrebbe sapere i miei punti deboli, e lui ancora non ha capito quali sono.» fece Kaz.

«C’è qualcuno che li ha identificati?»

Lo sguardo che le lanciò il ragazzo era il “dovresti saperlo” più evidente che avesse mai visto.

«Beh, nessuno ci ha ancora minacciato.»

«Lo faranno, se andiamo da Wylan. Mi sono tenuto alla larga apposta.»

«Stasera ci andremo lo stesso, a costo di farti seguire da Wylan mentre suona il flauto tutto il tempo. Ora però passiamo alla tua canzone, sono curiosa.»

«L’avevo sentita ieri notte e me la sono tenuta di riserva. Non ho avuto tutto sto tempo e sta privacy per fare ciò che dovevo.»

«Non ti preoccupare.»

Kaz sfoderò il telefono (come fosse ancora acceso e carico dopo quattro giorni di uso, Inej non lo sapeva proprio), prese la penna e iniziò a cercare. Ci mise un momento, poi trovò la canzone e la fece partire.

Una voce maschile piuttosto alta fu ciò che si sentì per primo. Inej riconobbe la canzone al volo e si sforzò di trattenere un sorriso.

Oh, her eyes, her eyes make the stars look like they're not shinin'
Her hair, her hair falls perfectly without her trying
She's so beautiful and I tell her everyday
Yeah, I know, I know when I compliment her she won't believe me
And it's so, it's so sad to think that she don't see what I see
But every time she asks me "Do I look okay?"
I say

When I see your face
There's not a thing that I would change 'cause you're amazing
Just the way you are
And when you smile
The whole world stops and stares for a while
'Cause girl you're amazing
Just the way you are
Yeah

Her lips, her lips, I could kiss them all day if she'd let me
Her laugh, her laugh she hates but I think it's so sexy
She's so beautiful, and I tell her everyday

Oh you know, you know, you know I'd never ask you to change
If perfect's what you're searching for then just stay the same
So don't even bother asking if you look okay, you know I'll say

When I see your face
There's not a thing that I would change
'Cause you're amazing
Just the way you are
And when you smile
The whole world stops and stares for a while
'Cause, girl, you're amazing
Just the way you are

The way you are
The way you are
Girl, you're amazing
Just the way you are

When I see your face
There's not a thing that I would change
'Cause you're amazing
Just the way you are
And when you smile
The whole world stops and stares for a while
'Cause, girl, you're amazing
Just the way you are
Yeah

E la canzone terminò, senza lasciar spazio a dialoghi interni. Inej si ritrovò che sorrideva.

«Spero non sia come credi io pensi di te.» disse senza riuscire a trattenere una risata.

«Decisamente no, ho fatto l’egocentrico abbastanza con la musica. No, è che quando l’ho sentita… c’erano molte parti che esprimevano ciò che pensavano anche io.»

«Dimmele. Voglio sentirle dalla tua bocca.»

Suonava come un ordine e forse lo era davvero, ma il ragazzo, probabilmente troppo stanco per ribattere con lei, disse: «Sei bella. Sei fantastica. Forse non odi la tua risata, ma è vero che io la trovo stupenda. Ti ho anche già vista… acconciata… ma così al naturale… Sei perfetta.»

Inej ripeté tutte quelle parole nella sua mente almeno cinque volte. Voleva imprimersele nella memoria per sempre, perché era assolutamente certa non le avrebbe mai più sentite uscire dalle sue labbra.

«Credo si senta che non dico spesso quel che penso.» fece Kaz dopo un momento. Inej lo conosceva abbastanza da capire che era imbarazzato.

«Dovresti farlo più spesso, soprattutto quanto fai dei complimenti veri a qualcuno.»

«Colpa della stanchezza.» commentò lui. Per un momento rimase in silenzio, poi tornò in piedi, anche se non sembrava averne voglia.

«Per domattina vedrò di presentarmi da Wylan. Tu vai da loro, almeno sarai al sicuro.»

«E se non ti vediamo arrivare?»

Kaz era sulla soglia quando rispose, lugubre. «Vorrà dire che qualcuno ha incassato la taglia.»

E così scomparve.

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Canzoni utilizzate:

Butterflies and Hurricanes, Muse

• Just the Way You Are, Bruno Mars

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