Capitolo 60

Quella sera il Caffè del Tasso era particolarmente affollato: ad un tavolo sedevano Cecilia Dondi e Marco Valente, e formulavano progetti per una possibile carriera televisiva di lei.
《Dice davvero quando afferma che ho un viso che buca lo schermo?》domandò lei.
《Mi creda. Con quel suo bel volto riuscirebbe a vendere frigoriferi al Polo Nord!》ammiccò lui.
La ragazza rise amabilmente, forse anche troppo per i gusti di Valerio, che sedeva poco più in là, e aveva trascinato in quell' avventura di spionaggio anche Maurizio, il quale, affranto dalla notizia del fidanzamento di Elena con Gianfranco Rizzieri, e schiacciato dal futuro matrimonio con Sofia, aveva proprio bisogno di distrarsi.
《Non mi piace come le parla. Come le sorride. Come gli sorride lei, di rimando》commentava Mercalli, intercettando tutte le loro mosse.
《Non me lo sarei mai aspettato da te tutto questo amore》disse Cristaldi.
《Non me lo sarei aspettato neanche io da me stesso. Come sai non mi innamoro dai tempi di Emma 》rispose l'uno, riferendosi alla Rengoni.
《Qui andiamo anche oltre, se lo vuoi sapere》osservò divertito l'altro.

                                   ***

A qualche tavolo di distanza, Agata Dondi trovava finalmente il coraggio di dire la verità ad Ernesto Quaranta: era ancora innamorata di Antonio.
《Anche io devo dirle la verità: lo sapevo 》rispose l'investigatore privato.
《E come ha fatto a capirlo?》domandò sbigottita la seriatese.
《Ricordo ancora la serata in cui il signor Grandi, all'epoca ancora fidanzato con sua sorella, venne qui a prendere a pugni il signor Mercalli. Lei era così preoccupata per lui che è stato lì che ho capito che non avrebbe mai tenuto a me come tiene al suo tintore, signorina Dondi 》sorrise Quaranta.
《Lei è un uomo buono, ispettore Quaranta, e spero che un giorno riesca a trovare la donna giusta》affermò la Dondi, sorridendo anch'essa.
Quaranta pensò ad Emma Rengoni, al suo fascino intraprendente, e pensò che Agata avesse ragione.

                                   ***

Nel frattempo, ad un altro tavolo, Ilaria e Paolo pianificavano la loro fuga a Losanna.
《Quando partiamo?》domandò la Del Vecchio.
《Non lo so, ma dobbiamo trovare un momento in cui nessuno possa accorgersi della nostra assenza 》rispose Bianchini.
《Come sai è impossibile, alla Silkway》commentò lei.
《Non è detto. Bisogna solo aspettare, ma non troppo 》la rassicurò lui.
La serata procedette in modo tranquillo per tutti: solo Maurizio continuava ad avere la testa affollata di pensieri, perciò si congedò poco dopo dall'amico Valerio per dirigersi a Villa Lanciani di Vallefiorita: quella sera Sofia era da sola in casa.

                                   ***

Quando la ragazza seppe che era lui, gli aprì di persona.
《Che bella sorpresa, amore!》esclamò.
《Ti è piaciuta?》fece il ragazzo.
《Sì, molto, ma come mai...?》domandò la giovane. 
《Sai, stasera mentre tornavo dal Caffè del Tasso, pensavo al fatto di avere tra le mani la donna perfetta, in gamba, spiritosa e bellissima, e di non essermene mai completamente reso conto》esordì lui.
《E stasera lo hai fatto?》chiese maliziosamente lei.
《Sì, direi di sì 》rispose Maurizio, baciandola. Sofia rispose al bacio e senza esitazione lo trascinò in camera sua. Non aveva mai fatto l'amore prima di allora, ma non intendeva aspettare il matrimonio per concedersi all'uomo che amava.
Fu per questo che, quanto Maurizio entrò dentro di lei, lo accolse senza paura.

                                 ***

Diversi metri più in là, sulla strada per l'entrata sul retro della Silkway, Dario Ferrero aveva deciso di andare a prendere Beatrice all'uscita dal lavoro: era un gesto molto romantico, e i due non si concedevano più molto romanticismo da quando lui si era ammalato.
Era così felice e sereno che quasi non si accorse di quel primo colpo di tosse che gli sconquassò il petto; un grumo di sangue uscì dalla sua bocca e cadde a terra. A quel colpo ne seguì un altro, e poi un altro ancora, fino a che il giovane siciliano non riuscì più nemmeno a reggersi in piedi, mentre il sangue gli colava dalla bocca e gli macchiava la camicia.
Esalò l'ultimo respiro proprio nel momento in cui Beatrice stava uscendo, circondata da alcune colleghe: non appena vide il marito in quello stato gli corse incontro.
《Dario! Ti prego, rispondi!》gridò, chinandosi su di lui e scuotendolo forte, sperando si risvegliasse.
《Ti prego, di' qualcosa, qualunque cosa!》continuò a disperarsi lei, mentre nel suo cuore si faceva strada la terribile consapevolezza che se il marito stava morendo era colpa sua, del suo addio a Pietro Lanciani di Vallefiorita e ai suoi favori.
Ma Dario non rispose più. Lasciava questo mondo illudendosi di avere una moglie fedele.
《Nooooo!》l'urlo di Beatrice tagliò in due l'aria notturna.

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