Capitolo 52

Non era mai finita tra Emma e Valerio, questo pensava Cecilia mentre aspettava che l'ascensore salisse al piano degli uffici.
Uscì come una furia, le lacrime che non vedevano l'ora di sgorgarle dagli occhi: aveva lasciato il suo storico fidanzato Antonio per un cretino come Mercalli, che cambiava fidanzata così come si cambiano le paia di calzini.
Quasi non si accorse che, proprio in quel momento, Marco Valente aveva aperto la porta del suo studio.
《Signorina Dondi!》esclamò.
《Signor Valente... Mi scusi, non l'avevo vista...》si scusò subito lei.
《Va tutto bene?》domandò lui premuroso.
《Se le dicessi di sì, ci crederebbe?》rispose la ragazza con un'altra domanda.
《No, non ci crederei 》ammise l'uomo.
《E allora le posso confermare che la mia vita è un disastro 》replicò la segretaria.
《Se la può consolare, è proprio dai disastri che nascono le idee migliori》le confidò il pubblicitario.
《È sempre al lavoro sulla pubblicità da mandare in onda al Carosello?》chiese l'una.
《Esattamente, ma mi manca ancora l'ispirazione...》rispose l'altro.
《Sono sicura che sarà un successo. Vedendo i nostri abiti alla televisione, ogni donna, anche la più umile, potrà sognare...》fece la prima.
Il secondo sorrise all'improvviso.
《Signorina, mi ha appena dato un'idea straordinaria!》esclamò.
《Che vuole dire?》domandò stupita Cecilia.
《Ho deciso di organizzare una sfilata come pubblicità per la televisione, cosicché si possano applicare degli sconti sugli abiti, e allora verrà qui molta più gente possibile!》propose Marco.
《È tutto meraviglioso, signor Valente, ma mi lascia un po' perplessa...》confessò la Dondi.
《E come mai?》fece allora Valente.
《Vede, la Silkway si è sempre rivolta ad un pubblico ricercato e selezionato, cosa penserebbero le signore nel vedere le Seterie piene di massaie e casalinghe? E poi dove le troviamo le modelle? Ci stiamo appena riprendendo dall'insolvenza...》ammise lei.
《I tempi cambiano, Cecilia. Il benessere sta diventando alla portata di tutti, ormai. E per quanto riguarda le modelle, sarete voi!》rispose lui.
《Noi?》domandò la segretaria.
《Lei, sua sorella, le ragazze dei vari reparti... Ne servono almeno dieci》disse il pubblicitario.
《Ma nessuna di noi sa sfilare...》obiettò la ragazza.
《Ancora meglio. La vostra genuinità sarà la nostra arma vincente perché è soprattutto alla gente comune che ci rivolgeremo 》spiegò il giovane.
《Lei è veramente un genio, signor Valente!》riconobbe Cecilia.
《E lei una perfetta musa ispiratrice!》rispose Marco.
La Dondi sorrise, per la prima volta quel giorno, ed era merito di Valente.

                                   ***

Nel laboratorio intanto Elena e Gianfranco parlavano del futuro della ragazza.
《Secondo me dovrebbe abbandonare i telai e diventare la mia assistente a tempo pieno, è troppo brava, anzi, sei troppo brava... Scusa se comincio a darti del tu ma ormai ci conosciamo da un po'...》esordì il chimico.
《Hai ragione, diamoci del tu... Ma per quanto riguarda la tua proposta, non so se posso abbandonare di punto in bianco il reparto, le mie amiche, la De Sanctis e i preparativi per il matrimonio della signorina Sofia...》rispose la filatrice, imbarazzata.
《Con Sofia parlerò io, visto che è una mia buona amica, e la signora De Sanctis e le altre non potranno che essere contente per te》sorrise lui.
《Sai sempre trovare una soluzione a tutto...》osservò lei.
《Sono un chimico》ammiccò Rizzieri.

                                  ***

Mentre i due parlavano, davanti al laboratorio passò in fretta Andrea: aveva un appuntamento sul retro delle Seterie, e portava con sé la borsa contenente la refurtiva.
《Ce ne hai messo di tempo...》commentò il tizio che lo aspettava: era alto e magro, coi capelli rossi, gli occhi verdi e l'accento bergamasco.
《Non potevo andarmene via di punto in bianco e per di più con questa borsa, Fabri, avrei destato sospetti 》replicò Andrea. Lui e Fabrizio Conti erano soci nei furti da quando lui era arrivato a Bergamo.
《Non pensavo che fossi diventato un dipendente modello...》lo prese in giro l'altro, guardando dentro la borsa che Esposito gli aveva passato.
《Però, è roba fine... Ci faremo bei soldoni...》commentò.
《Lo immagino, ma non potrà continuare così per sempre; rischierò di essere scoperto, e ho cambiato già un sacco di lavori, senza contare che ho gli occhi di Maria puntati addosso...》cominciò Andrea.
《Ed è carina come mi avevi detto quando ti hanno assunto?》sorrise maliziosamente Fabrizio.
《È bellissima...》confessò il giovane napoletano.
《Bene, allora ti sarà più facile tenerla buona. Sei stato fortunato, puoi unire l'utile al dilettevole!》sdrammatizzò il bergamasco.
《Sì, come no... Quando ci vediamo per i soldi?》domandò Andrea, cambiando argomento. Gli dava fastidio che Conti parlasse così di Maria.
《Appena piazzo la roba mi faccio vivo io... Tu intanto cerca di fare il prossimo inventario》rispose Fabrizio, per poi voltargli le spalle e scomparire in un vicolo.
Esposito pensò che per lui, desiderare una vita diversa, onesta e pulita, fosse un possibile: Fabrizio Conti non lo avrebbe mai lasciato in pace.

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