Capitolo 47
Quella mattina, una giovane donna si aggirava per le Seterie, e la sua presenza suscitò la curiosità di clienti, dipendenti e collaboratori.
Era la giornalista Emma Rengoni che, attratta dalle novità accadute alla Silkway, voleva assolutamente avere il primato sulle notizie.
Ultima di tre figli di una famiglia benestante di Bergamo, era andata contro il volere della famiglia, che la voleva moglie e madre: quando aveva scelto il mestiere giornalistico, suo padre le aveva detto che non sarebbe durata molto in quanto quell' ambiente, nonostante le aperture, era ancora molto maschilista.
Ma lei non aveva gettato la spugna, anzi, era arrivata a ricoprire cariche di prestigio all'interno del Messaggero.
Passionale e spirito libero, aveva avuto diversi uomini e spezzato parecchi cuori, e la sua voglia di visitare la Silkway era stata acuita dal fatto che con le Seterie collaborava Valerio Mercalli, sua vecchia conoscenza.
《Posso aiutarla, signorina?》le venne incontro Ernesto Quaranta.
《Emma Rengoni, lavoro per il Messaggero e sto cercando il signor Cristaldi》rispose la ragazza.
《Ispettore Ernesto Quaranta. Il signor Cristaldi è nel suo ufficio》disse l'uomo.
《Grazie, ispettore 》sorrise lei, dirigendosi verso l'ascensore. Quaranta la seguì con la coda dell'occhio, ricordando poi a se stesso dell'appuntamento di quella sera con Agata Dondi.
***
Casualmente nell'ascensore c'era proprio Valerio, il quale, non appena vide la Rengoni, sbiancò: aveva quindici anni quando provò a conquistare il suo cuore, ma lei lo rifiutò e lui ci rimase talmente male da fare un patto con se stesso, ossia di non innamorarsi mai più.
《Ciao, Valerio》lo salutò la giovane.
《Emma...》biascicò il ragazzo. Tutta la dignità che aveva si stava sgretolando in pochi istanti.
《Vedo che collabori con la Silkway adesso》commentò lei.
《Faccio un favore ad un amico 》replicò lui.
《Maurizio》indovinò Emma.
《Già 》rispose Valerio. 《Tu invece cosa ci fai qui?》chiese poi.
《Sto andando ad intervistarlo proprio in questo momento 》spiegò la giornalista.
《Maurizio non è pronto per un'intervista》tentò di fermarla il giovane.
《Beh, sarà una sorpresa allora!》decretò soddisfatta la Rengoni, uscendo dall'ascensore. Mercalli la seguì a ruota.
***
Intanto Cecilia si era affacciata alla porta dell'ufficio di Valerio, e vedendolo in compagnia di Emma, sentì una strana sensazione allo stomaco.
《Signor Mercalli!》esclamò, richiamando la sua attenzione.
《Signorina Dondi, lei è Emma Rengoni del Messaggero. Emma, lei è Cecilia Dondi, la mia segretaria 》la presentò Valerio.
《Te le scegli proprio carine, come tuo solito 》commentò divertita la giornalista. 《Molto piacere 》aggiunse poi, rivolgendosi a Cecilia.
《Signorina Dondi, potrebbe accompagnare la signorina Rengoni nell'ufficio del signor Cristaldi?》cambiò discorso Valerio, a disagio.
《Certamente 》rispose la Dondi, annunciando la presenza della giornaliera dopo aver bussato all'ufficio di Maurizio, che le fece entrare.
《Buongiorno... Non mi aspettavo un'intervista...》disse spiazzato il giovane imprenditore.
《Nemmeno io l'avevo in programma, ma devo ammettere che la Silkway sta cambiando tantissimo: nuovi soci, nuovi collaboratori, un futuro nella pubblicità... Come sta vivendo tutto questo?》cominciò la giornalista, tirando fuori penna e taccuino.
《Beh... Quando tornai a Bergamo e osai proporre una linea di prodotti più alla portata di tutti, mio padre mi rise in faccia, dicendo che non avremmo più distinto una gran signora dalla sua cameriera. Con la sua morte ho dovuto prendere molte decisioni》rispose lui, mentre la donna scriveva le sue risposte.
《Come mai ha scelto di far entrare i Lanciani di Vallefiorita in società con lei?》continuò Emma.
"Perché Riccardo mi ha costretto, facendomi terra bruciata intorno con gli altri creditori" avrebbe voluto dire Maurizio.
《Perché Riccardo era un vecchio amico di mio padre, e quando la Silkway ha incontrato delle difficoltà, si è subito offerto di aiutarmi》disse invece.
《E con la sua futura moglie Sofia? Sognavate da tempo di sposarvi?》domandò la Rengoni.
"No. Non l'amavo e non l'amo neanche adesso. Ma la donna che amo veramente potrebbe essere mia sorella" immaginò di rispondere il giovane Cristaldi.
《Eravamo amici e col tempo è venuto anche l'amore》mentì spudoratamente, ma tanto bastò per far uscire Emma soddisfatta.
《Non è un addio, ricordati che tornerò 》sussurrò all'orecchio di Valerio, mentre in lontananza Cecilia li guardava torva.
***
Intanto, nell'atrio, Antonio aveva trovato il coraggio di parlare dell'aumento con Vittorio Bassi.
《Un aumento, signor Grandi?》fece Bassi, alzando un sopracciglio.
《Vede... Io e Cecilia stiamo insieme da sei anni e vorremmo sposarci, fare dei figli, andare a vivere in una casa più grande e magari accendere un mutuo... E come sa servono dei soldi...》cominciò il giovane Grandi.
《Immagino... Ma ora voglio fargliela io una domanda, Antonio 》replicò Vittorio.
《Mi dica, signor Bassi 》rispose Antonio.
《Mi ha per caso preso per una banca di mutuo soccorso? Lo sa quanta gente qui dentro ha le sue stesse aspirazioni? Eppure non stanno tutti qui a chiedere favori... Le cose si devono meritare, Antonio!》lo rimproverò il capo del personale.
《Ma signor Bassi...》fece il tintore.
《Niente ma! E non voglio tornare sull' argomento!》concluse Bassi alterato.
Antonio se ne andò mogio mogio.
***
Nel frattempo, al piano di sopra, Cecilia teneva il broncio.
《E dai, Cecilia, te la stai prendendo per Emma? Non dirmi che sei gelosa...》la provocò Valerio, dandole del tu.
《Non sono gelosa! E poi da quando ci diamo del tu?》replicò lei.
《Da quando hai manifestato senza parole il fatto che ti piaccio》disse lui, mettendole due dita sotto il mento e alzandole la testa, cosicché la ragazza fosse costretta a guardarlo.
《Mi perdoni?》insistette.
《Solo se trovi tu la maniera di farti perdonare 》decise lei.
《Stasera al Caffè del Tasso alle nove 》rispose lui.
《Affare fatto 》fece la ragazza, correndo a chiedere a sua sorella di coprirla con Antonio.
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