Capitolo 42

Cecilia si precipitò al reparto dei telai alla ricerca della sorella.
《Agata!》esclamò.
《Ceci, che ci fai qui a quest'ora?》chiese la minore delle Dondi, vedendo arrivare sua sorella.
《Mi devi coprire con Antonio, stasera》rispose la maggiore.
《Perché, cosa stai combinando?》domandò Agata, che già sentiva di essere in una posizione complicata nei confronti del giovane Grandi, dopo averlo baciato.
《Ecco, il signor Mercalli mi ha chiesto di accompagnarlo al Caffè del Tasso per convincere il pubblicitario Marco Valente a lavorare per noi》spiegò Cecilia.
《Fammi capire, esci da sola col tuo capo, che si vede lontano un miglio che ti mangia con gli occhi?》fece l'una, sgomenta.
《Uhh... Quanto la fai lunga! Si può sapere che ti costa?》domandò sbuffando la seconda.
《A me niente, ma se la copertura non è convincente, Antonio, anche se è tanto buono, si imbufalisce e verrà a piedi da qui fino al Caffè del Tasso, col fucile, per sparare al signor Mercalli!》le prospettò la filatrice.
《E tu allora farai in modo che la copertura sia impeccabile》sottolineò la segretaria.
《E cosa mi invento?》fece l'una.
《Che ho una terribile emicrania e non voglio essere disturbata per nessun motivo al mondo》rispose l'altra. 《E dì a Elena e Beatrice di confermare questa versione!》aggiunse poi, andandosene di fretta.
《Se le riesco ad incrociare, Elena e Beatrice...》commentò la Dondi a mezza voce, visto che la Bassi era ancora nel laboratorio di chimica con Rizzieri e Beatrice dal giorno prima era distratta e sfuggente.

                                 ***

Poco lontano da Agata e dalle sue congetture, Salvatore stava andando ad incontrarsi segretamente con Giulia Lanciani di Vallefiorita, nel magazzino.
《Ce l'hai fatta a venire...》disse la donna, mettendogli le mani sotto la canottiera.
《Ho dovuto inventare di prendere delle tinture...》rispose lui, sfiorandola a sua volta.
《Ma che bravo, il mio bel tintore bugiardo!》scherzò lei, mordendogli il lobo dell'orecchio.
《A proposito di bugie... Non hai mai paura che ci scopra tuo marito?》fece il giovane Grandi. Ormai si davano del tu.
《Pietro e io abbiamo un patto. Siamo sposati ma ognuno fa vita a sé. Probabilmente anche lui adesso si starà sollazzando con la prima dipendente che gli è capitata a tiro...》commentò Giulia.
Salvatore non disse niente, ma sperò che non fosse Beatrice, come invece temeva dall'inizio.

                                 ***

Dopo l'orario di lavoro, Cecilia si affrettò a tornare a casa per prepararsi ad uscire con Valerio.
Mise un abito rosso bordeaux, dei guanti neri e scarpe con il tacco alto, prese la borsa e uscì, non prima di essersi raccomandata con Agata, rientrata poco dopo, affinché confermasse il fatto che era a casa con l'emicrania.
Valerio venne a prenderla sotto casa con la sua decappottabile.
《È veramente incredibile stasera, signorina Dondi!》esclamò il giovane.
《Grazie, signor Mercalli 》rispose la ragazza.
《A questo punto, Marco Valente, non appena la vedrà, ci dirà di sì senza bisogno che apriamo bocca!》esclamò lui.
《Non faccia lo spiritoso. Secondo me invece è un osso duro 》replicò lei, salendo in macchina.
I due partirono e arrivarono al Caffè del Tasso poco dopo: Cecilia guardò il locale ammirata.
《Non ci è mai entrata, giusto?》fece Valerio.
《Mai. Con Antonio andiamo sempre e solo alla Taverna Colleoni...》sospirò malinconica la seriatese.
《E allora stasera lasci a me l'onore di darle il benvenuto al Caffè del Tasso!》esclamò Mercalli, prendendola sottobraccio.
Lei sorrise e pensò che per la prima volta, quella vita che sognava sfogliando le riviste e i fotoromanzi, per una sera fosse in mano sua.

                                  ***

Ma il suo stupore crebbe quando entrarono: Cecilia pensò di non aver mai visto un posto così elegante.
Valerio la accompagnò ad un tavolo e ordinò una bottiglia di Martini e due bicchieri.
《Ecco, quello lì è Valente!》indicò poi. Marco Valente era un uomo sulla trentina, coi capelli neri a spazzola e grandi occhi azzurri, che rideva e scherzava con i colleghi della televisione.
Valerio e Cecilia si avvicinarono a lui.
《Marco Valente il pubblicitario?》domandò la ragazza. L'uomo si girò e rimase incantato da lei.
《Con chi ho il piacere di parlare?》fece.
《Cecilia Dondi delle Seterie Silkway 》sorrise questa, porgendogli la mano inguantata, che lui baciò.
《E Valerio Mercalli, braccio destro di Maurizio Cristaldi, il proprietario delle Seterie 》si intromise quest'ultimo, ricordando ai due che c'era anche lui.
《E cosa cerca da me Maurizio Cristaldi delle Seterie Silkway?》domandò giustamente Valente.
《Una pubblicità per la sua produzione 》rispose Mercalli.
《Non funzionerà mai. I vostri prodotti si rivolgono ad un pubblico ricercato e selezionato, mentre la televisione ad uno più semplice e vasto》obiettò Marco.
《È proprio questo che intende fare Maurizio. Rendere la moda accessibile a tutti 》spiegò Valerio.
《E per farlo ha bisogno di lei. Abbiamo bisogno di lei》sottolineò Cecilia, guardandolo negli occhi.
Valente ricambiò lo sguardo. Poi, dopo averci pensato su, decretò: 《Voglio conoscerlo di persona, questo innovatore!》
《Allora venga domani mattina alla Silkway. Il signor Cristaldi sarà ben felice di accoglierla 》rispose Mercalli.
I due si strinsero la mano, mentre a qualche tavolo di distanza, una donna dai capelli rosso chiaro e dagli occhi verdi aveva osservato tutta la scena: era Emma Rengoni, giornalista di punta del Messaggero, e non si sarebbe lasciata scappare quello scoop per nulla al mondo.

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