Capitolo 40

《Esci stasera?》chiese Anna alla figlia quella sera alle sette e trenta, mentre si preparava.
《Sì. Verrà a prendermi Gianfranco Rizzieri, il nuovo chimico delle Seterie, e andremo a cena a casa di Sofia Lanciani di Vallefiorita, che ha invitato me, lui e Maurizio 》rispose Elena.
《Però, state diventando tutti amici...》osservò la donna.
《Non è come pensi. Il dottor Rizzieri dice che ho talento, mi farà vedere i suoi esperimenti nel laboratorio della Silkway, da domani 》spiegò la ragazza.
《L'importante è che non ti distolga troppo dal tuo incarico col matrimonio della signorina Lanciani di Vallefiorita 》intervenne Vittorio.
《Zio, non mi distoglie da niente. Ma vedi, il dottor Rizzieri è la prima persona ad aver capito che ho un potenziale. Ma ho bene in testa quali sono le mie priorità, non ti preoccupare》rispose Elena.

***

Quando suonò il campanello, Elena salutò la madre e lo zio, uscì di casa e scese le scale.
《Non so se mi abituerò》ammise Vittorio.
《Sta crescendo》sorrise Anna. 《E poi è meglio che si dimentichi Maurizio Cristaldi una volta per tutte. E se la risposta a questo problema è Gianfranco Rizzieri, ben venga quest'uomo》aggiunse poi.
《Mi auguro solo che sia un tipo perbene》replicò il capo del personale della Silkway.
Intanto Elena aveva raggiunto Gianfranco di sotto: lui l'aspettava nella sua decappottabile bianca. Era molto elegante, molto più di quando si era presentato quella mattina alle Seterie.
《Buonasera!》la salutò lui.
《Buonasera, dottor Rizzieri. Sta molto bene in smoking 》rispose lei.
《Anche lei con quell' abito. Il verde le dona 》fece l'uomo, aprendo la portiera dell' auto.
《Grazie》disse educatamente la ragazza, salendo in macchina.
Poi mise in moto e cominciò a dirle: 《Vedrà che stile, Villa Lanciani di Vallefiorita. Anche se un po' troppo imponente per i miei gusti...》
《Da quanto conosce la signorina Sofia, se posso chiedere?》domandò Elena.
《Da una vita. Non mi ricordo neanche quanto. Siamo praticamente cresciuti insieme》rispose Gianfranco.
《Una grande amicizia》commentò la giovane Bassi.
《Anche la sua con Maurizio Crustaldi, per quanto ne so》 replicò Rizzieri.
Elena sbiancò: cosa ne poteva sapere lui di ciò che c'era stato tra lei e Maurizio? Era forse diventata una vicenda di dominio pubblico? O si riferiva alla loro presunta fratellanza?
《Sì, molto bene 》si affrettò a dire lei.
《Il signor Cristaldi e suo zio Vittorio erano compaesani e sono stati migranti insieme. Le vostre famiglie devono essere molto unite...》osservò invece lui.
《Le... Le nostre famiglie, sì... Molto, molto unite 》rispose Elena, tirando un sospiro di sollievo.

***

Quando arrivarono alla Villa dei Lanciani di Vallefiorita, la ragazza capì che Rizzieri aveva ragione: la struttura era bella, ma quello stile classicheggiante era forse un po' troppo imponente.
Suonarono al campanello e aprì loro il maggiordomo, al servizio della famiglia da tre generazioni.
《Gustavo!》esclamò Gianfranco.
《Dottor Rizzieri, signorina...》fece l'uomo.
《Bassi. Elena Bassi》si presentò la ragazza.
《Seguitemi, la signorina Sofia e il signor Cristaldi vi aspettano》rispose Gustavo, guidandoli fino alla sala da pranzo.
《Gianfranco! Elena!》esclamò Sofia, venendo loro incontro. Era molto elegante, nel suo abito azzurro.
《Sofia!》fece il chimico.
《Buonasera, signorina Lanciani di Vallefiorita. Signor Cristaldi》salutò la Bassi. Maurizio assunse un'espressione strana al sentirsi chiamare "signor Cristaldi" proprio da Elena.
《Elena, Gianfranco 》salutò il giovane a sua volta, stringendo la mano ai due ospiti.
《Dai, entrate. La cena sta per essere servita!》annunciò Sofia.
I quattro si misero a tavola, mentre la cuoca di famiglia serviva loro un invitante arrosto con le patate al forno.
《E il resto della famiglia dove sta?》chiese Gianfranco.
《Papà è a cena dai Monteverde, Giulia è a teatro e Pietro fa tardi al lavoro. Come vedete abbiamo casa tutta per noi》spiegò la Lanciani di Vallefiorita mentre cominciavano a mangiare.
《La cena è ottima 》disse Maurizio, per non lasciar trapelare il suo imbarazzo.
《Ho scelto con cura gli ingredienti insieme a Sara, la cuoca. È molto interessante il mondo della cucina》raccontò Sofia.
《Non mi sarei mai aspettato questa tua piega gastronomica!》scherzò Rizzieri.
《Che scemo che sei! La curiosità non ha confini, me lo dici sempre tu!》ribattè sorridendo la giovane Lanciani di Vallefiorita.
《A proposito di curiosità... Elena, è vero che comincerai a lavorare con Gianfranco in laboratorio?》intervenne Maurizio.
《Lavorare... Diciamo che assisterò 》replicò la ragazza, con modestia.
《Assisterà per imparare, e una volta che avrà imparato potrà affiancarmi anche a livello pratico 》rispose il chimico.
《Allora brindiamo alle collaborazioni!》esclamò Sofia, alzando il suo bicchiere di vino rosso.
《Che siano lunghe e durature!》rispose Gianfranco, facendo lo stesso.
《Cin!》si aggiunsero Elena e Maurizio, imitandoli.
Fecero tintinnare i bicchieri e poi bevvero.

***

Le ore passarono liete, mentre al tempo stesso, agli alloggi dei dipendenti della Silkway, Beatrice si preparava ad andare al Grand Hotel del Parco a Stezzano, dove le aveva dato appuntamento Pietro.
Aveva indossato il vestito rosso che lui le aveva regalato, e indossò sopra il cappotto nero buono.
Prese la borsa e si sincerò che Dario dormisse profondamente, anche se non c'era molto bisogno: suo marito ormai passava molto più tempo a dormire che sveglio.
Scese le scale senza fare rumore e attraversò il cortile cercando di non dare nell' occhio, dirigendosi alla fermata dell'autobus che l'avrebbe portata a Stezzano.

***

Quando arrivò davanti all'hotel, per poco non fu tentata di tornare immediatamente indietro: sentiva che stava per fare un grandissimo sbaglio.
Poi però pensò a suo marito, alla sua tosse e alle sue condizioni che peggioravano, ed entrò.
《Buonasera. Il signor Lanciani di Vallefiorita?》domandò alla reception.
《È alla stanza 502. Lei è...?》fece l'addetto.
《Beatrice Landi 》rispose la ragazza, usando il suo cognome da nubile.
《Il signor Lanciani la aspetta》disse l'uomo della reception, facendole strada.
Appena fu sola davanti alla porta, pregò Santa Rosalia prima di bussare, affinché la perdonasse per quello che stava per fare.
Dopo aver fatto il segno della croce bussò. La porta si aprì e davanti a lei comparve Pietro.
《Buonasera, Beatrice!》la salutò, trascinandola dentro.

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