Capitolo 4
Bergamo, 1957
Rumore. Era questa la caratteristica degli alloggi dei dipendenti situati appena di fronte le Seterie Silkway: a partire dal mattino non c'era un minuto di silenzio.
Elena Bassi e suo zio Vittorio ormai la consideravano come una sveglia, e questo vociare proveniente dagli appartamenti adiacenti e dalle palazzine circostanti faceva loro compagnia durante la colazione; ormai vivevano da soli dal 1939, quando Anna, madre di Elena e sorella minore di Vittorio, si era innamorata di un militante del partito comunista italiano e se n'era partita con lui senza dare più notizie.
***
Anche quella mattina l'atmosfera era densa di parole.
《Questa è la risata di Agata Dondi: inconfondibile 》commentò Elena, riferendosi alla sua migliore amica, nonché vicina di casa e di telaio alle Seterie.
《E questi sono i passi di Salvatore Grandi, che aspetta che Beatrice Ferrero scenda le scale》aggiunse Vittorio, riferendosi a un altro vicino di casa, addetto alla tintura delle sete e innamorato della collega siciliana di Elena e Agata.
《Ormai li riconosciamo con poco》rise la ragazza: era uno di quei pochi momenti in cui Vittorio la vedeva ridere da quando Maurizio Cristaldi, il figlio maggiore del titolare delle Seterie Silkway, era stato mandato a studiare in collegio ad Amburgo al fine di dimenticare Elena; Bassi sperava che col tempo anche sua nipote si fosse dimenticata del ragazzo, ma lo credeva ogni giorno di meno: l'uomo era infatti convinto che quando si amava veramente una persona non si smetteva mai neanche un minuto e lui lo sapeva bene, quando la buonanima di Clorinda Treves, prima moglie di Lorenzo Cristaldi, aveva scelto quest'ultimo a lui, quando erano tutti giovani migranti.
Ma doveva dare il buon esempio a sua nipote e perciò aveva sempre cercato di soffocare questi suoi sentimenti, anche se con scarso successo.
***
Quella mattina di settembre Elena, appena lei e lo zio uscirono di casa, raggiunse come sempre Agata Dondi: nata a Seriate, era venuta a Bergamo in cerca di fortuna insieme alla sorella maggiore Cecilia, coetanea di Elena, al fidanzato di quest'ultima Antonio Grandi, addetto alla tintura come suo cugino Salvatore.
Aveva gli stessi capelli biondi e occhi azzurri di sua sorella, ma non la sua spigliatezza e la sua modernità; in compenso era estroversa, simpatica e una buona confidente.
《Che fermento stamattina!》osservò la Bassi.
《Sono Cecilia e Antonio. Lui vuole scegliere una data per il matrimonio, lei gli risponde che devono sistemarsi meglio》spiegò la Dondi.
《Il solito, insomma》commentò Elena, mentre più avanti i due interessati parlavano giusto di ciò.
《E dai, Nino, te l'ho detto tante volte. Con le possibilità di adesso altro che matrimonio, neanche il bouquet ci possiamo permettere!》sosteneva Cecilia, sorella maggiore di Agata e impiegata nel reparto di confezionamento degli abiti.
《Ma quando c'è l'amore si riesce a fare tutto!》insisteva lui, un ragazzo moro dagli occhi neri e l'aria onesta.
《Anche io ti amo, ma voglio sognare un po'》continuò lei.
《Basta che questi sogni non ci fanno finire come Salvo...》rispose lui riferendosi al cugino, che era rimasto indietro per fare le poste al portone aspettando Beatrice Landi che scendeva dal sottotetto dove abitava col marito Dario, anche lui ex tintore delle Seterie, che si era ammalato ai polmoni per colpa dei fumi emanati dai coloranti delle stoffe che trattava.
《Ciao, Beatrice!》esordì il giovane di Seriate.
《Salvatore》rispose la giovane siciliana.
Capelli biondo cenere, occhi nocciola, Beatrice Landi in Ferrero aveva un anno meno di Agata, ma ne dimostrava almeno dieci di più: gli stenti, le privazioni e gli straordinari che faceva per pagare le cure necessarie al marito la logoravano ogni giorno che passava.
《Tutto bene? Cioè, volevo dire...》si corresse il ragazzo, accorgendosi della terribile gaffe che le aveva rivolto.
《Nell' insieme sì. Dario è ancora vivo e vegeto》disse subito Beatrice, che raggiunse velocemente Elena, Agata e Cecilia.
《Buongiorno!》la salutarono.
《Salve, ragazze!》ricambiò il saluto lei, sorridendo. Erano le poche persone a cui sorrideva.
《Salvo proprio non molla l'osso, eh?》notò Agata.
《Se non fossi sposata con Dario mi farebbero anche piacere le sue attenzioni. Ma io amo mio marito e faccio di tutto per salvarlo. Mi dispiace solo per Salvo che riceverà una bella delusione 》rispose la siciliana.
《Chi cadrà in piedi sicuro è Maria》affermò Cecilia, mentre accanto a loro passavano appunto Maria De Sanctis, collega della Dondi al confezionamento, e la sua severa madre Virginia, inflessibile capo del reparto dei telai.
Insieme a loro c'era Vittorio Bassi, che con Virginia era amico da molto tempo.
《Mi raccomando, Maria, sorridi e mostrati sicura di te, sei la migliore di tutte!》diceva la donna a sua figlia.
《Lo so da sola》rispose quest'ultima allontanandosi; cresciuta senza padre e con una madre ambiziosa come Virginia, aveva sviluppato un carattere duro e spigoloso e per questo non aveva molte amiche.
《Non so più che fare con lei. È più ribelle di Cecilia Dondi, mi sfugge e mi contraddice sempre》si lamentò Virginia.
《Anche io ho le stesse preoccupazioni per Elena. È che stanno crescendo》spiegò Vittorio.
Tra una chiacchiera e l'altra, tutti quanti arrivarono alla Silkway, nella quale quel giorno regnava un gran fervore a causa dello stesso motivo per cui Vittorio e Virginia erano così nervosi: il ritorno di Maurizio Cristaldi.
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