5. Il Nostro tempo di @Omar Tzesuno


 📝Sinossi📝

"In una Parigi che inciampa sull'indomani, un uomo è pronto
a sacrificare tutto per le sue ambizioni.
Quando la sua ricerca lo porta a mettere il naso su un affare più grande di lui, è costretto a lanciarsi in una fuga contro il tempo.
E se in realtà la privacy non esistesse?
E se in realtà il libero arbitrio non esistesse?
Raramente la risposta è dove la stiamo cercando."


✒️Grammatica, Lessico, Sintassi✒️

Ho riscontrato uno stile conciso e schietto, privo d'orpelli. A tratti, potrebbe quasi sembrare troppo scarno, ma è ben integrato con sprazzi di approfondimento, che siano essi ambientali o introspettivi.

Ciò che più salta all'occhio, già segnalato in lettura, è l'uso della virgola prima di "e" congiunzione, molto ridondante. È un chiaro marchio stilistico, ma a volte crea inciampi di lettura nella sua sovrabbondanza. Consiglio dunque una revisione in questo senso, poiché la base di partenza è già molto buona.

Ho notato qualche svista o refuso di poco conto e qualche formulazione bizzarra e artefatta, ma comunque comprensibile. Vi è a volte l'uso dell'indicativo al posto del congiuntivo, che dovrebbe rendere il parlato colloquiale, ma che entra in conflitto con il tono altrimenti abbastanza alto dei dialoghi e sembra quindi una svista. Non lo è, ma suggerirei moderazione nell'inserirlo. Attenzione anche ai dialogue tag a volte di troppo.

Nel complesso, è una storia dalla lettura godibile, che fa della scorrevolezza e dell'immediatezza l suoi punti di forza.


📖Trama📖

La premessa è accattivante e si conferma tale sin dal prologo, con un'ottima gestione della tensione e della suspense e nessuna spiegazione articolata che frena la lettura. Si concentra, piuttosto, sui fatti nudi e crudi e sulla loro concatenazione, in un ritmo che sfocia ben presto in un'area adiacente a quella del thriller, anche se ne ho sfiorato solo la punta dell'iceberg, per ora.

Le questioni morali ed etiche sono molto interessanti e ben presentate, soprattutto dagli occhi molto pragmatici di Cloro, che illustra il progetto della MRMind in modo del tutto asettico e scevro di giudizio positivo o negativo - un personaggio grigio in tutto e per tutto.

Il susseguirsi di eventi è serrato, ma mai caotico e la divisione in capitoli e scene piuttosto brevi aiuta a non perdere mai il filo e a prendere un ritmo di lettura abbastanza rapido. Rinnovo i complimenti per aver saputo gestire in modo semplice ma non semplicistico tutte le spiegazioni di carattere tecnico-scientifico: non è un'impresa scontata, ma non mi sono mai trovata a dover ricercare qualcosa d'incomprensibile, in quanto era già tutto chiaro dal testo.

Vi è una buona gestione tra informazioni occultate e rivelate, che non causano né l'effetto-spiegone né lasciano mai spaesato il lettore o attendono troppo tempo prima di sfruttare gli agganci narrativi precedentemente inseriti. È tutto molto equilibrato e, soprattutto, rispetta la promessa della sinossi nel presentare fin da subito, sebbene non in modo così esplicito data la prospettiva di Cloro, i dilemmi morali di cui fa menzione.

L'unico anello debole, nel complesso, mi sembra il personaggio di Pedro, come ti ho accennato in linea: rivedrei i passaggi relativi al suo coinvolgimento per evitare che la reazione di Cloro nei suoi confronti risulti poco naturale. Anche la discussione e diverbio con Deborah, con Cloro che si impunta in modo quasi infantile, l'ho trovata un po' macchinoso, ma va anche messo nella prospettiva di una situazione molto stressante, quindi non mi è saltato all'occhio in modo drammatico e andrebbe solo limata leggermente.


🫂Personaggi🫂

In questa prima parte, la maggior parte dei personaggi mi ha dato l'impressione di essere più agenti funzionali alla trama che persone in carne e ossa. Fatta eccezione per Cloro Giusto, il protagonista, di cui conosciamo qualche retroscena e la psicologia generale, gli altri sono abbastanza poco incisivi. Per lo più, sono brevemente descritti dalla voce narrante, in modo che il lettore possa farsi un'idea sia del carattere che dell'aspetto fisico, ma non li ho trovati memorabili.

Deborah è quella che spicca di più, anche perché compare abbastanza spesso, ma anche lei mi sembra una figura che serve la trama, piuttosto che portarla attivamente avanti; salvo per il diverbio con Cloro, in cui effettivamente emerge la sua indole più volitiva.

Tutti questi non sono necessariamente difetti, perché è chiaro che il focus della storia vuole essere un altro, ovvero le tematiche controverse trattate e l'attacco subito dalla MRMind - almeno, in questa fase iniziale. In questo caso, trovo sensato che i personaggi siano asserviti alla trama e non viceversa, soprattutto perché è un meccanismo ben gestito, in cui le loro reazioni e comportamenti risultano abbastanza spontanei e naturali, non comandati da qualche mano esterna. Detto ciò, userei comunque più accortezza nel delinearli e dotarli di una voce propria e ben distinguibile, per evitare l'effetto "cartonato" che mi ha colpito in qualche passaggio.

Cloro mi è sembrato forse troppo  in controllo di sé, considerando la mole di problemi che gli si rovescia addosso nel giro di una singola giornata, ma posso anche considerarlo un tratto caratteriale, visto che lui stesso afferma di "macinare internamente" gli eventi. Magari, essendo nel suo POV, mostrerei più spesso e più a fondo questo turbamento che non esterna agli altri, per evitare di renderlo troppo superomistico nel gestire il proprio tumulto interiore; oppure, parlerei più spesso di repressione forzata del turbamento, se vuoi applicare quella caratterizzazione.

Sempre di Cloro, invece, mi è piaciuta molto l'ambiguità morale rispetto alle tattiche di marketing basate sui recettori, affatto etiche, o il suo voler perseguire i test a scapito della sicurezza del paziente. Gli hai donato anche un parte più sensibile, narrando le sue vicissitudini con Enrico e Marilena. Insomma, pur non avendo approfondito in modo particolare, è tutt'altro che un personaggio piatto.

Altro dettaglio che ho apprezzato è la coerenza dei piccoli tic dei personaggi: Deborah che si scansa i capelli, Cloro che soffre di nausea e inappetenza se sotto stress. Sono dettagli, ma contribuiscono a donare sfaccettature verosimili e continuerei quindi su questa strada anche per gli altri personaggi, secondari o meno.


🌳Ambientazioni🌳

Le ambientazioni fisiche sono ridotte all'osso, se non per qualche pennellata descrittiva che dà un minimo di spazialità durante la lettura. Ho avvertito poco Parigi, nonostante la storia sia ivi ambientata e suggerirei di calcare un po' più la mano sulla caratterizzazione cittadina sin dai primi capitoli. L'ho trovata molto ben riuscita nel primo, durante il tragitto in taxi: lì avrei potuto riconoscere di essere a Parigi, così come nella brasserie, ma gli altri ambienti sono molto anonimi e avrebbero potuto essere spazi in una qualunque altra città.

Per farti un esempio concreto: quando Cloro incontra Marilena in un parco, potresti accennare a quale esso sia (per dire, io ho pensato vagamente al Jardin des Tuileries per la menzione del laghetto). Non è essenziale, ovvio, ma dona verosimiglianza alla scena.

Più che di ambientazione concreta, però, mi soffermerei sulla conoscenza e resa dell'ambito di cui si parla, ovvero sanitario-scientifico-informatico-tecnologico, argomenti riguardo ai quali, ho riscontrato molta cura, oltre che un modo chiaro e comprensibile di spiegare ed esporre argomenti complessi anche a chi, come me, è abbastanza digiuno. Soprattutto, veniamo a conoscenza del tutto tramite i dialoghi dei personaggi o tramite pensieri dinamici di Cloro relativi alla situazione; solo in rari casi vi sono spiegazioni esplicite, che non mi hanno però stonato e ho segnalato in un solo caso.

In generale, ho trovato la premessa di questa ucronia ben fatta, specifica ove necessario e non eccessivamente carica di dettagli superflui, anche se avrei speso qualche riga in più per definire gli spazi fisici in cui si muovono i personaggi anche in senso di "contesto mondo" e non solo Parigi. Al contrario, in qualche sezione vi è un focus su dettagli irrilevanti un po' troppo spiccato, che rischia di distogliere dal filo narrativo, come ti ho segnalato in linea nelle scene al ristorante e a casa di Cloro.


🥸Giudizio personale🥸

Un enorme punto a favore della storia, e lo dico da persona che non dà poi troppo peso alla lunghezza dei capitoli, è la brevità di questi ultimi, che causa un effetto domino nel voler assolutamente leggere subito il successivo. A parte questo, ho trovato la scrittura accattivante sin dal principio e, da amante del giallo e del thriller, sono stata subito spinta a voler capire le dinamiche dietro al prologo. Ecco, il prologo può essere considerato un innesco di lettura perfetto che porta a voler proseguire.

Anche avanzando nella lettura, non ho trovato inciampi e, grazie alla chiarezza della narrazione, non ho avuto bisogno di rileggere alcunché per seguire agevolmente la trama, benché abbastanza intricata non tanto nei fatti, quanto negli aspetti tecnici.

Personalmente, preferisco stili più articolati, che si soffermino più a fondo nella psiche dei personaggi, ma trovo che questa scrittura così asciutta si adatti meglio al contesto e a un romanzo di questo genere, che voglia addentrarsi più nel lato scientifico e pseudoscientifico che nell'intimismo.

Oltre a questo, i temi etici trattati e l'approccio del protagonista, uomo dai pensieri e dalle motivazioni spesso affatto condivisibili, sono un ulteriore stimolo a immergersi nella lettura e a porsi interrogativi sulla moralità, appunto, del nostro tempo (titolo direi più che azzeccato). Una lettura stimolante, che intrattiene e che non sacrifica la profondità per la nozionistica pura: l'ho trovata molto godibile ed equilibrata.


🪅Bonus: un estratto dalla storia🪅

"Di tanto in tanto, una foglia si posava in silenzio
sulla superficie calma del lago,
provocando delle onde che si allontanavano
concentriche fino a estinguersi.
A volte onde scaturite da diversi punti si incontravano,
e l'ordine si opponeva al caos.
'Il caos è solo un etichetta
per ciò che non riusciamo ad afferrare.'
[...]
Rimase lì a osservare ancora un po' lo specchio d'acqua
che danzava tra ordine e caos."
[Il nostro tempo di OmarTzesuno]

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