Intervista con Twelve

* Il Dodicesimo Dottore si trova nel TARDIS insieme a Johanna quando vede arrivare il suo ospite *

Twelve: Benvenuto, fai pure come a casa tua. Intanto presentati, raccontaci tutto quello che vuoi.

J: Il mio pseudonimo letterario è J. Homeless. J. lascia libera la fantasia sul genere del nome, se maschile o femminile e l'ho scelto volutamente perché spesso il genere dell'autore condiziona il lettore circa il contenuto di ciò che andrà a leggere. Preferisco che chi sono non infici la resa e il giudizio verso ciò che scrivo e verso i miei personaggi.Homeless significa senza tetto: l ho scelto perché ho inventato storie e personaggi così diversi tra loro che non mi sento di identificarmi in un genere letterario preciso. Non amo definirmi in alcun modo. Così come mi piace che siano i miei personaggi e i miei lettori. Essere sé stessi, sempre anche e soprattuto se diversi.

Twelve: Piuttosto interessante. Hai qualche passione, Homeless?

J: Oltre alla scrittura e al lavorare senza sosta con l'immaginazione? XDDirei l'arte in ogni sua forma, trovo stimolante cercare il messaggio nascosto nelle cose, in un dipinto come in un libro.E ovviamente non mi faccio mancare la musica. Ho creato tantissimo raccogliendo in una playlist brani di autori sconosciuti ma che mi hanno acceso la lampadina della creatività emotiva.

Johanna: Davvero? Che cantanti ti piacciono?

J: A dire il vero non ho un vero e proprio genere musicale preferito. Ho creato una playlist che mescola di tutto, e che spotify mi suggerisca, così ho scoperto un sacco di artisti sconosciuti ma musicalmente davvero promettenti e concedimi il termine "ispirevoli": Clann (I hold you), Aurora, Altamullan Road, Lake Jones (up here north), Astyria.Tra i "classici": Lady Gaga, Dido, Florence +The Machine, persino i Maneskin.

Twelve: Mia figlia ama molto di più il genere vintage della musica soprattutto i Queen e Michael Jackson.

Jo: Beh, sì, è vero. Li ho pure incontrati. Te hai mai incontrato un tuo idolo?

J: No.

Jo: Io ho intenzione di scrivere un libro. Te hai scritto qualcosa?

J: Più di una cosa. Finita per ora solo una, Il Cappuccio Rosso, una rivisitazione in chiave moderna della favola di cappuccetto rosso. Ma in pentola ne ho altre, tre sul genere fantasy, una commedia e anche un horror. Mi piace sperimentare! E creare personaggi bizzarri e insoliti.Ora sto lavorando su una storia parecchio lunga e articolata, che sarà strutturata in 3/4 libri, il primo si intitola La Rivelazione di Adriel e parla di una ragazza di tredici anni che scopre che suo padre ha degli strani poteri e che anche lei ne è dotata...non so se ti è capitato di leggerne la sinossi sulla mia pagina...

Jo: Purtroppo no, sai com'è? Tra Dalek e Cybermen è tutta una corsa * Ride *. Ma prometto di darci un'occhiata.

Twelve: È interessante quella su Cappuccetto Rosso, ce ne vorresti parlare più approfonditamente?

J: L'idea mi è nata passeggiando nel bosco con il mio cane lupo. Mi son detto: e se il cacciatore odiasse la caccia? E se cappuccetto fosse un bambino che ama ballare ed essere sé stesso? Da lì ho cominciato a scrivere e in un mese la storia è uscita. La nonna di Rosso (così si chiama) è un arzilla vecchina che ama lo yoga, il lupo è saggio e gentile, il cacciatore è vegetariano, la mamma di Rosso è una donna forte e Rosso è vittima di bullismo ma ha un cuore d'oro e una luce dentro che illumina tutti. Il filo della storia è quello originale ma arrivo alla morale affrontando argomenti più attuali, come razzismo, bullismo, differenze di genere anche violenza, rabbia, discriminazione. Il tutto raccontato usando il linguaggio e il tono narrativo tipico di una fiaba a partire dal "C'era una volta..."

Twelve: Un libro con una grandissima morale che dovrebbero leggere tutti i bambini. C'è un periodo storico che ti appassiona?

J: A dire il vero è più per adulti e young adult direi.Periodo storico?? Direi tutto fino al medioevo. Le persone erano ancora appassionate alla scoperta e davano molto più valore ad ogni cosa!

Jo: C'è stato un periodo piuttosto triste della tua vita?

J: Sì, ma come credo nella vita di tutti. Ma devo dire che fortunatamente sono riuscito a girare a mio vantaggio quella sofferenza, mi ha reso più forte, anzi mi ha reso quello che sono adesso, ha tirato fuori il meglio di me. Prima non mi piacevo, ora sono fiero di me stesso.

Twelve: Hai una persona che ami nella tua vita?

J: No, e non seguo il detto chi cerca trova. Se sarà, capiterà l'occasione giusta al momento giusto.

Twelve: Grazie mille per essere stato qui con noi nel TARDIS, spero che l'intervista ti sia piaciuta.

Nota autrice

Ecco l'intervista a un utente molto simpatico che si è prestato per farsi conoscere in questo servizio: JHomeless

Ha scritto una storia molto interessante.

Il punto di partenza è la favola classica di Cappuccetto Rosso, quella che tutti noi conosciamo ma che questa volta di classico ha poco o niente.Troverete i personaggi canonici (la nonna, il lupo, il cacciatore) che per la prima volta però vi daranno un assaggio di quella personalità che nella favola canonica rimane un po' all'immaginazione. Qui la nonna è un'arzilla e tenace vecchina amante dello yoga, il cacciatore è vegetariano e odia la caccia, il lupo è saggio e dal cuore d'oro.E Cappuccetto Rosso? E' un bambino che si chiama Rosso, che in barba al giudizio del villaggio, vuole essere sempre sé stesso anche se così facendo rischia di sembrare troppo diverso dai canoni della società in cui vive.Come tutte le fiabe anche questa è senza tempo nonostante troverete tematiche attualissime. Vi invito a seguire Rosso e il suo amico Cacciatore. Forse alla fine vi spaventeranno più le persone che il Lupo.Finale con morale garantito ;)





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