Crimini ecclesiastici 🎃

• Storia -> Crimini ecclesiastici
• Autrice -> Homicidal_Black_Soul
• Genere -> Horror
Recensione di Halloween 🎃

Ciao a tutti! Questa è la recensione di "Crimini ecclesiastici".

Che dire? Sei migliorata su alcune regole rispetto all'ultima storia che ho recensito, il che è positivo; tuttavia, c'è ancora abbastanza da fare per raggiungere una buona padronanza della grammatica, molte regole non sono ancora state acquisite, purtroppo.

Anche in questo caso, temo che la recensione non sarà positiva: c'è ancora abbastanza da migliorare e, proprio per questo, ti invito a non demordere.

Non voglio anticipare altro, direi di iniziare!

– Presentazione grafica –

Prima di tutto, la copertina: l'immagine scelta è più che adatta e le scritte sono organizzate bene, ma non mi ha convinto il font utilizzato, che è abbastanza semplice e non molto leggibile, essendo corsivo.

Il titolo non è né troppo lungo né troppo corto ed è inerente alla storia.

La descrizione va bene, ma ci sono delle imperfezioni dal punto di vista grammale:
– Non va la virgola prima di "desta scalpore", puoi lasciarla se ne metti un'altra anche prima di "avvenuto"
– Va uno spazio tra il nome della città e la parentesi
– Anche qui, prima di "manda" non potrebbe andare la virgola, ma puoi lasciarla se ne metti una anche all'inizio della relativa (prima del "che", insomma)
– "Agente dell'agenzia" stona, i due termini sono cacofonici
– La virgola dopo "non solo" è in più e, in questo caso, non saprei come salvarla

Avrei un appunto anche per il nome della città, ma preferisco farlo nella sezione "trama".

Ad ogni modo, la presentazione grafica va bene, ma va curata di più.

– Trama –

Iniziamo dal nome della città da te scelto; infatti, seppur sia indubbiamente originale l'utilizzo della lingua danese, ti ricordo che siamo negli Stati Uniti, per quale motivo c'è una città con un nome danese lì?

So che si tratta di un luogo immaginario, ma trovo necessaria la coerenza anche dal punto di vista logico.
Il mio consiglio è, quindi, questo: ambienta la storia in Danimarca o, in alternativa, fornisci un motivo plausibile per cui la città abbia quel nome, anche se trovo difficile trovarne uno.

Passiamo alla trama vera e propria: per il momento, non ho moltissimo da dire, anche perché la storia non ha molti capitoli al momento e in quelli che ci sono non succede tantissimo, quindi... il mio giudizio potrebbe essere limitato.

Ad ogni modo, la trama non è male, seppur non sia nulla di troppo nuovo, dato che verte sul classico contrasto tra bene cristiano e male demoniaco.
Hai tentato, giustamente, di creare un'atmosfera lugubre e inquietante, ma ti è riuscito solo in parte: leggendo, non ho mai sentito questa atmosfera, nonostante fosse chiaro che era stato fatto un tentativo.

Passiamo ai personaggi: al momento, non ne ho un'idea precisa, sempre per il numero di capitoli limitato, ma mi sono sembrati abbastanza del genere, per il momento, nel senso che ricalcano i tipici personaggi dell'horror, il che non è negativo, devi solo riuscire a gestire meglio il come "usarli" a favore dell'atmosfera inquietante, di questo ci occuperemo nella parte inerente allo "stile di scrittura".
Non mi posso esprimere molto sulla loro originalità: per adesso, come già detto, non sembrano essere nulla di particolare, ma tutto può cambiare nel corso dei capitoli a seguire, quindi lasciamo loro il beneficio del dubbio..

In conclusione, la trama è buona dal punto di vista del genere, perché è perfetta per sviluppare un horror, ma, proprio perché si basa su tematiche abbastanza comuni, non è del tutto originale.

– Grammatica –

La grammatica non è molto buona, alcune cose sono migliorate, ma ci sono ancora abbastanza errori.

Girano, in questo caso, intorno a punteggiatura, accenti e verbi.

Vediamo tutto nel dettaglio, tenterò di fare il maggior numero di esempi possibili, così da aiutarti di più.

– Punteggiatura

Dunque, direi di iniziare dall'argomento più soft: le virgole tra soggetto e verbo.
Parto dalle basi, in caso non ricordassi: una frase (o proposizione) è composta da un soggetto (che compie l'azione), dal verbo e da vari complementi.

Ora, distinguiamo subito due frasi: quelle in cui soggetto e verbo sono attaccati e quelle in cui tra di loro c'è un complemento.
Nel primo caso, ti è sufficiente prestare attenzione a non inserire la virgola tra i due elementi.

Ti riporto alcuni errori dal tuo libro:

"Casa loro" è il soggetto e "era" è il predicato, quindi non può andare la virgola tra loro.
Le prime volte, se non ti viene naturale non metterla, prova a cercare e riconoscere soggetto e verbo e vedere la loro posizione.

Anche in questo caso, "la causa mortale" è il soggetto e "pare il predicato".
Volendo – e qui arriviamo al secondo caso – puoi far diventare ciò che sta in mezzo un inciso, ponendo, di conseguenza, due virgole.
Di solito, questo si fa per mettere in evidenza un elemento, ma, in questo caso, ti consiglierei di mettere "di entrambi" tra virgole.

Nuovamente, "l'aria" è soggetto e "era divenuta" il verbo.
Anche in questo caso, "dentro quella casa di montagna" può diventare un inciso.

Come sempre, se hai dubbi puoi chiedermi nei commenti o in chat privata. Io passo al prossimo errore, nel frattempo.

Prima ti ho citato gli incisi: ebbene, vorrei parlare anche di questi.
Infatti, si tratta di elementi o frasi che non sono indispensabili per la proposizione, se li togli ha tutto comunque senso.
Essi richiedono di venire circondati da due virgole (una sola, se alla fine della frase c'è il punto, anche se mi sembra scontato).

La maggior parte degli errori negli incisi nel tuo libro è così:

Giustamente, tu hai messo una virgola dopo la subordinata col "nonostante"; tuttavia, una sola virgola dopo non basta, ne serve una anche prima, altrimenti ci si ritrova con una virgola senza significato apparente.

Proseguendo, abbiamo i vocativi.
Il vocativo è un'invocazione a una persona, un animale o una cosa: tutto ciò a cui ti rivolgi è vocativo.
Va circondato da virgole se in mezzo alla frase e, ovviamente, preceduto o seguito da una se è all'inizio o alla fine della proposizione.

Faccio alcuni esempi con le varie cose che possono essere invocate:

1) «Lucia, puoi aiutarmi?»
Ti stai rivolgendo a "Lucia" tramite il suo nome.

2) «Amore mio, come stai?»
Anche in questo caso stai invocando una persona, ma non tramite il suo nome, bensì apostrofandola "amore mio".

3) «Avvocato, cosa ne pensa?»
Nuovamente, stai invocando una persona non tramite il nome, ma, in questo caso, tramite la sua professione.

4) «Bel cagnolino, vieni qui!»
In questo caso, invece, l'entità che stai invocando è un animale e, sì, anche l'aggettivo "bel" fa parte del vocativo.

5) «Speranza, sorreggimi!»
In quest'ultimo caso, l'entità è una cosa astratta, ma sempre un vocativo rimane.

Ricordo, infine, che, come nell'esempio del cane, l'aggettivo che si riferisce a ciò che stai invocando fa parte del vocativo.

Se, nonostante le spiegazioni, ti viene ancora difficile e hai dubbi, non farti problemi a scrivermi.

Passiamo a segni di punteggiatura diverso dalla virgola, iniziando con i tre puntini, per un appunto veloce.
Vanno, infatti, sempre seguiti da uno spazio, a meno che dopo di loro non vi sia un punto di domanda o un punto esclamativo.

Esempi:

1) «Sto bene, sto bene, però... c'è qualcosa che mi tormenta giorno e notte.»

2) «Potrai mai perdonarmi...?»

Ora, eccoci al punto e ai due punti, che utilizzi nel modo sbagliato, purtroppo.

Iniziamo dal punto e virgola, che non va utilizzato con elenchi semplici, per quelli c'è la virgola, ma per elenchi complessi e con più subordinate.

Ti faccio, anche qui, degli esempi:

1) Ho comprato: della frutta, delle patate e dei biscotti.

2) Ho comprato: della frutta, per fare una macedonia; patate, per fare il purè; e dei biscotti, così da poterli immergere la mattina nel latte.

Come vedi, nel primo caso ci sono solo singoli elementi, mentre nel secondo questi ultimi sono accompagnati da delle frasi ed è qui che serve il punto e virgola.

In realtà, nel tuo libro, hai preferito separare i lunghi periodi con dei punti – come nella parte del rapporto dove si descrive la scena del delitto – piuttosto che fare lunghi elenchi con più subordinate, quindi non sarebbe necessario utilizzare il punto e virgola, con questa formulazione delle frasi.
Non appena inizierai a renderle più complesse, ti servirà.

Infine, abbiamo i due punti, dei quali ti vorrei riportare i vari utilizzi con degli esempi, cosicché tu capisca quando puoi usarli:
– In un elenco
Esempio -> Ho mangiato varie cose: una mela, delle noci e uno yogurt.
!) Se l'elenco è formato dal complemento oggetto o dal soggetto di una frase i due punti non vanno utilizzati.
– Quando c'è una conseguenza logica di un fatto
Esempio -> Lo colpii: cadde a terra.

E con la punteggiatura abbiamo terminato. Come vedi, è un po' il tuo punto debole, ma sono certo che riuscirai a migliorare, come hai già fatto, in parte.

– Il periodo ipotetico

Vi sono vari periodi ipotetici, ma a noi interessano quello della possibilità e quello dell'irrealtà.

Il primo si usa per parlare di qualcosa che è possibile accada.
La costruzione è: se + congiuntivo imperfetto, frase col condizionale.
Ad esempio -> Se passassi l'esame, mia mamma mi farebbe un regalo.
A livello grammaticale, questo viene chiamato "periodo ipotetico del secondo tipo".

Passiamo ora, tuttavia, al "periodo ipotetico di terzo tipo", quello dell'irrealtà.
La costruzione è: se + congiuntivo trapassato, frase col condizionale passato.
Ad esempio -> Se avessi passato l'esame, mia mamma mi avrebbe fatto un regalo.

Sebbene nella lingua parlata si faccia, è sbagliato utilizzare il condizionale in entrambi i casi o usare due verbi all'indicativo (non ho riscontrato quest'ultimo nel tuo testo, ma, per completezza, te l'ho scritto comunque).

Non c'entra con gli errori, ma te lo dico comunque: esiste anche un periodo misto, utilizzato quando un qualcosa del passato influenza il presente.
La costruzione è: se + congiuntivo trapassato, frase col condizionale semplice.
Ad esempio -> Se avessi passato l'esame, mia mamma (ora, adesso) mi regalerebbe qualcosa.

– D eufonica

Andrebbe utilizzata solo nei seguenti casi:
1) Incontro di vocali identiche
2) Espressioni cristallizzate, come "ad esempio"

Non va utilizzata se le vocali sono uguali e se la parola inizia con "Vd", in cui "V" sta per vocale, in questo caso la stessa che c'è prima.

– Altro

Iniziamo dai numeri: vanno scritti in lettere, fanno eccezione – tuttavia – date e orari.

"Affinché" regge il congiuntivo, non il condizionale.

"Extraterrestri" va tutto attaccato.

Il "che" va accentato solo quando è sostituito di "perché", "poiché" e "affinché.
Esempio -> «Aiutami, ché non ce la faccio da solo.»

Infine, attenta alle ripetizioni (ce ne sono alcune) e agli errori di battitura (che sono, comunque, pochi).

Non ho altro da aggiungere per la grammatica: c'è un po' di carenza nella punteggiatura e nel periodo ipotetico, ma, per il resto, sei comunque migliorata.
Purtroppo, nel valutare una storia, io devo tenere conto di quello che c'è adesso, non di quello che è migliorato, purtroppo.

– Stile di scrittura –

È migliorato, indubbiamente, se non altro ci sono più descrizioni e un tentativo, seppur non riuscito, di ricreare l'atmosfera tipica di questo genere.

Ciò che ancora manca – e credo sia conquistabile solo con la pratica – è il sapersi destreggiare nel proprio testo e riuscire, modellando ciò che si scrive, a coinvolgere il lettore.
Questo ha a che fare anche con l'inquietudine che vuoi trasmettere: per farla arrivare al lettore, devi andare piano e puntare molto sui dettagli lugubri, rallentando quando necessario per generare suspense in chi legge.

Inoltre, non avere paura di approfondire i vari eventi: l'importante è raccontare ciò che può tenere il lettore incollato alle pagine, senza annoiare, ovviamente.

Parlando di personaggi, la loro caratteristiche è buona, ma, anche qui, serve un po' più di approfondimento sull'aspetto psicologico, soprattutto perché è un horror, dobbiamo sentire ciò che sentono loro, per riuscire a venire coinvolti anche noi nelle loro macabre esperienze.

Ad ogni modo, rispetto ai tuoi altri libri, ti stai indirizzando verso un ottimo stile, devi solo lavorarci ancora un po'.

– Conclusione –

In breve: la presentazione grafica è buona ma migliorabile; la trama è interessante, ma non molto originale e coinvolgente; la grammatica è ancora da migliorare; e lo stile è curato, seppur sia necessario, talvolta, maggior approfondimento.

Senza ulteriori indugi, il punteggio è 5/10: sei arrivata abbastanza vicina, questa volta, alla sufficenza, ma certi errori abbastanza gravi (virgole tra soggetto e verbo e periodo ipotetico sbagliato) mi hanno impedito di alzare di più il punteggio.

In ogni caso, ho notato che stai tentando di migliorare, quindi continua così e vedrai che raggiungerai i tuoi obbiettivi.

Non credo che continuerò a leggere la storia: non mi ha preso molto, a essere sinceri.

Io non ho altro da aggiungere; come sempre, spero che la recensione ti sia stata utile.
Un saluto a tutti, a presto, ciao! :-)

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