Capitolo XX-XX


2020: L'anno del contagio 


Perché tutto ad un tratto il ricordo di quell'anno ormai lontano nel tempo, ma ancora così chiaro nella mia memoria? Difficile a dirsi così, all'improvviso. Presumo perché quella situazione contingente avrebbe totalmente condizionato il mestiere di giornalista e cronista da lì in poi, essendo quell'anno stato lo spartiacque per come i media avrebbero gestito le informazioni e la loro modalità di diffusione.

Già prima i media erano tendenzialmente tutti terribilmente allineati nell'informare all'unisono sugli stessi temi, ma da quell'anno ci fu un cambio di rotta irreversibile e come era solito ricordare XXXXX: <<dietro ogni notizia ci devono stare dei razionali certi, documentati e spiegati a dovere, e chi non li ha dovrà invece uscire con un titolo ad effetto, aggiungere qua e la parole esplosive che distraggano l'attenzione di chi la legge (o la ascolta), e qualche  ovvietà presa da altri fatti  conclamati. Così il lettore si  concentra sui dettagli, sui termini e si dimentica di quello che avrebbe dovuto leggere, cioè il  fatto per cui l'articolo avrebbe dovuto essere scritto>>.

Le sue parole illuminanti e profetiche mi diedero come sempre il "LA" per poter interpretare quello che successe, tra l'altro in un brevissimo spazio temporale, in quell'inizio convulso d'anno, fornendomi la chiave di lettura per questo cambiamento di rotta che riguardò essenzialmente 2 aspetti critici che normalmente si verificano nell'ambito dei regimi totalitari:

1: diffondere in continuazione la stessa informazione in maniera ossessiva, intrisa di slogan e parole normalmente usate in tempo di guerra come "lotta", "combattere" "tragedia" "vittime" ... e

 2: condirla con qualche dato parziale, o perlomeno omettere particolari che potrebbero aiutare il lettore o l'ascoltatore a farsi una propria opinione, in particolare omettendo le percentuali numeriche sui dati effettivi dei contagi o dei morti, che statisticamente aiutano a fornire un quadro dell'impatto reale della pandemia che evidentemente, ora lo possiamo dire, ha numeri che, a livello mondiale, è di non molto superiore a quella di una normale influenza tradizionale stagionale. 

In quel 2020, a livello mondiale, ci fu circa  un milione di morti e circa altrettanti l'anno successivo. La famosa Spagnola, un'influenza che colpì il mondo intero un secolo prima dei suddetti fatti, fece circa 15 milioni di morti in 18 mesi ... e, se analizziamo le due pandemie in percentuale, quella del Covid-19, 3 milioni su quasi 8 miliardi di esseri viventi sul pianeta, rappresenta un incidenza di poco più dello 0,03% , mentre quella della Spagnola, su una popolazione di quasi 2 miliardi, sfiorò l'1%. In italia i morti che furono dichiarati tali causa virus furono quell'anno quasi 70.000, e questo dato veniva fornito ed aggiornato quotidianamente da tutti i media all'unisono, incluso quello in cui scrivevo io, omettendo però di dire che ogni anno in italia i decessi erano in quegli anni stati mediamente circa 700.000 all'anno. Quindi i morti Covid furono il 10% dei morti totali che si verificavano annualmente a livello nazionale. E non va dimenticato che chi morì  a seguito di complicanze di patologie cliniche pregresse, se infetto dal Covid, risultava comunque "vittima" del virus, mentre fino a prima di quella pandemia tutti quelli deceduti a seguito di complicanze delle patologie pregresse dovuto ad esempio dalle solite influenze stagionali, era da comunque considerarsi deceduto per la patologia principale e non di influenza. E questo ha influito  notevolmente sui numeri e sulle statistiche prodotte. Altro strano effetto collaterale fu che il sito dell'Istat iniziò ad omettere le informazioni statistiche sulla popolazione attiva (morti versus nati / anno). Per fortuna mi feci questo screenshot relativo ai dati 2019 subito prima che l'ISTAT smettesse di pubblicarli da lì in poi, che riporta come nell'anno suddetto ci furono ben 647.000 morti. 

Ma la considerazione principale che ne deriva è che se i 70.000 morti di Covid-sars2 sono considerati vittime di una strage, allora i 700.000 morti all'anno come avrebbero dovuto essere considerati? Un'ecatombe ? Pulizia Etnica ? Genocidio ? sempre usando termini in linea con lo stile dei media che ho evidenziato prima.  

È vero che usare percentuali e numeri parlando di morti è sempre poco piacevole, e non va dimenticato che dietro ad ogni singolo numero c'è sempre un essere umano, ma sono i numeri e statistiche gli unici razionali che devono permettere a chi governa stati e regioni di prendere le decisioni giuste in tempi in cui le decisioni devono essere assolutamente tempestive. Idem per economisti e nondimeno per la classe medica in particolare riferimento agli esperti in virologia, componenti di quei fantomatici Comitati Tecnici Scientifici che proprio sulla base di questi numeri aiutavano i governanti a prendere decisioni su chiusure e aperture nei vari momenti in cui i contagi sembravano salire o diminuire.... D'altronde come non ricordare quello che XXXXX era solito dire: <<dietro un numero  c'è sempre una verità , dietro un numero non dato c'è sempre una potenziale bugia o truffa e nella maggioranza dei casi anche  per qualche particolare interesse economico>>. 

Da allora in poi si capì che si era entrati in una nuova era in cui il condizionamento di massa non era solo più una cosa perpetrata a spizzichi e bocconi qua e la per il tornaconto di qualche governante o multinazionale, ma era diventato sistematico, continuo e coordinato ed addirittura il tutto perpetrato non localmente in una nazione sola, piuttosto che in un'altra da un qualche potere ottuso e dittatoriale, militare o economico, ma "addirittura" a livello planetario.

La tragedia, per usare uno dei tanti termini abusati in quel periodo fu la fine della libertà di informazione. D'altronde pensai poi anche che questo fu solo il tassello finale di decine di anni di microcondizionamento quotidiano al quale ormai erano state sottoposte almeno 3 generazioni di abitanti del pianeta.

Non dico che non ci sia stato questo fantomatico Virus, come non dico che non sono esistiti tutti quelli a venire (pochi di questa natura e impatto per fortuna, altrimenti non sarei più qui a scrivere ora), ma che il contesto creato a contorno del Virus stesso, lo ha reso un pretesto per fare il primo colossale e grandioso lavaggio del cervello di massa a livello mondo.

Una sostanziale isteria collettiva di informazione, dove i dati non venivano presentati in maniera scientifica, ma per fare clamore, allarmare i malcapitati ascoltatori fino a renderli terrificati e pronti ad assaltare i supermercati, proprio come in quel famoso film di Soderbergh sul contagio globale di un virus, uscito sugli schermi una decina d'anni prima.

Il tutto anticipato da una misteriosa piattaforma online che ben prima del "lockdown", già collezionava i dati dei contagi e li presentava in una dashboard aggiornata quotidianamente, stato per stato, con i dati dei nuovi casi, dei decessi, dei guariti, ma senza mai citare direttamente l'incidenza del virus sui contagiati (% di malati effettivi su contagiati e % di decessi su contagiati). Questo fu un aspetto davvero incredibile, poiché avvenne molto prima che l'Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarasse questa diffusione del virus a livello mondiale essere una "pandemia". Solo oggi penso... ma a chi diavolo sarà venuto in mente di preparare questa piattaforma così in anticipo sui tempi , che si sarebbero di li a poco delineati? A chi ha giovato ? A chi è servita? Ma soprattutto come facevano a sapere con così largo anticipo che sarebbe stata così necessaria e fondamentale per tracciare quanto sarebbe di lì a poco accaduto?

Fu poi davvero incredibile l'accanirsi contro tutte quelle notizie che, in assenza di una causa evidente del disastro che si stava vivendo, scivolavano tra i rivoli dell'informazione istituzionale nel disperato tentativo di fornire una parvenza di causa di quel fantasma denominato "lockdown" che mise di fatto agli arresti domiciliari miliardi di persone e per anni li terrorizzò con il suo spauracchio.

Una notizia mi saltò agli occhi, ma più che la notizia stessa, fu la reazione al suo diffondersi sui social di questo semplice video di qualche anno prima di un TG scientifico specialistico sulla televisione pubblica che forniva dettagli di manipolazioni  avvenute in Cina anni addietro sul ceppo dello stesso Virus. L'isteria collettiva portò a considerare anche un servizio televisivo del servizio pubblico una cosiddetta "fake news", finendo addirittura in prima pagina sui quotidiani. Per fortuna negli anni fu poi chiaro che furono proprio delle sperimentazioni su questo ceppo di Virus SARS che negli anni portarono per motivi non ancora noti alla produzione di quel virus il cui impatto alla luce dei fatti fu letale più a livello economico che in termini di vittime reali.

I fatti dicono che le varie inchieste condotte da quei rari media informativi non allineati portarono  alla luce che vi fu un'intenzione ben precisa nell'iniettare nel mondo questo Virus, da più parti e nazioni, con l'interesse principale di una parte delle multinazionali, principalmente quelle del settore medicale e quelle dell'industria del dato, che durante la fase più critica del 2020 godettero di un inaspettato beneficio che ne fece schizzare in alto i profitti come non mai in 100 anni di storia.

Ora è chiaro che perfino gli economisti più ottusi nel loro insistere nel vedere l'economia come un eterno Bengasi indefinitamente proiettato alla crescita, alla fine dovettero convenire che solo una sana decrescita avrebbe potuto salvare capra e cavoli, cioè il pianeta ed un livello economico globale comunque accettabile.

Il problema fu che la decrescita provocata dal "lockdown" fu così repentina che colpì alcuni settori dell'economia che non si ripresero più, mentre tutto ciò che ruotava attorno al mondo del commercio online, delle new economy, della GIG economy, o dell'industria del dato, finì per averne benefici che le aziende che ne facevano e fanno tuttora parte sono ad oggi le nuove major e corporate  che governano l'intero mondo.  



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