Capitolo XI - la questione morale
1992 - 1993: 3
Ma cos'era tangentopoli? Questa a questo punto era la domanda che mi palleggiava nel cervello dopo quello che il Maestro mi aveva detto.
Avevo le idee così chiare ... I buoni magistrati, i cattivi corrotti politici e i cattivi corruttori imprenditori... semplice no? Per una volta era tutto chiaro, ma perché perseverare diabolicum?
Che tra le righe mi volesse far ritornare alla radice di tutti i mali e cioè agli anni 70 o perfino prima, anni 60?
Andai ad intuito, e mi misi a verificare così, a caso, alcuni articoli di metà anni '70 del giornale e trovai ma davvero per caso uno in cui si citava il segretario del PCI Enrico Berlinguer che parlava della cosiddetta "questione morale". Lessi l'articolo e capii che già quasi 20 anni prima c'era chi parlava di finanziamento illecito dei partiti come la norma e che i partiti non potevano sussistere senza finanziamenti provenienti da fonti esterne.
Quindi? qual era la novità sostanziale, visto che media, giornali, giudici già sapevano tutto da tempo biblico?
Allora iniziai a chiedermi quale fosse stata la causa scatenante dell'accanirsi sulla classe politica del tempo proprio in quel momento storico e proprio su alcune particolari forze politiche e politici.
Non avevo una pista da seguire, nessuna idea però una domanda mi frullava nella testa .... ma se tutti i partiti hanno sempre ricevuto finanziamenti illeciti, perché solo la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista erano stati indagati?
Anche il partito Comunista su stessa ammissione del segretario si avvaleva di finanziamenti dubbi, specialmente nelle idilliache regioni rosse che governava da decenni. È altresì vero che il PCI al tempo ormai non esisteva più, scalzato durante la sofferta rivoluzione interna della Bolognina di Achille Occhetto in cui la falce ed il martello furono relegati ad essere marginali nel nuovo logo arboreo del novello PDS (Partito Democratico di Sinistra) e da cui si staccò la costola pseudo nostalgica di Rifondazione Comunista del discutibile compagno Bertinotti.
Tuttavia, il principale Giudice istruttore di quella che fu già dai primi vagiti l'inchiesta "Mani Pulite", Antonio Di Pietro, si badò bene di indagare sull'ex partito Comunista. Tant'è che il tesoriere del partito, il famoso Primo Greganti, fu si ingabbiato per qualche giorno, ma fu repentinamente liberato, cosa che non avvenne invece per gli analoghi personaggi degli altri partiti, che giacquero in carcerazione preventiva per mesi finché non avessero fornito informazioni su eventuali altre tangenti e altri politici coinvolti.
Vediamo di mettere in fila i fatti: ad inizio 1992 e precisamente il 17 febbraio veniva arrestato Mario Chiesa, socialista, presidente del Pio albergo Trivulzio, reo di avere ricevuto mazzette per ben 7 milioni (di lire però... cioè poco più di 3500€) per dare l'appalto delle pulizie dello stesso ospizio.
Ma questo fu solo lo scoperchiare un vaso di Pandora che nascondeva al suo interno un vero e proprio sistema.
A seguire, vennero alla luce tutti gli incredibili intrallazzi di un sistema, quello dei rapporti tra settore pubblico e privato italiano, profondamente malato. Emerse specialmente dal tessuto imprenditoriale lombardo dove a governare regione, province e comuni erano quasi sempre esponenti del partito socialista, di sicuro perché l'inchiesta era partita dalla Procura di Milano. Si svelò un intreccio di appalti pilotati in cui i politici venivano puntualmente oliati per favorire di volta in volta l'imprenditore di turno in una totale assenza di concorrenza ma in una sistematica spartizione della torta pubblica. Non che questo andazzo forse esclusiva della regione lombarda o dei propri esclusivi funzionari pubblici, ma questa malattia era una prassi comune a livello dell'intero paese. Cosa che avrebbe fatto pensare ad una espansione a macchia d'olio dell'inchiesta, per arrivare a colpire davvero proprio tutti i politici ed imprenditori da nord a sud, da est a ovest.
Ed invece, il Di Pietro, ormai divenuto eroe nazionale, invece di espandere l'inchiesta all'intero paese, continuò, alla prova dei fatti, a risalire principalmente solo nella gerarchia del solo Partito Socialista per arrivare ad incastrarne in qualunque modo il segretario Bettino Craxi. Ma perché mi chiedevo io? Perché questo era il bersaglio unico e diretto di questo massacro giudiziario e infatti l'obbiettivo non tanto nemmeno malcelato era proprio quello di cancellare tutta quella che era la politica che fino ad allora aveva governato il nostro paese fino ad allora?
Che fosse figlio di quel fantomatico piano di Rinascita Democratica di cui si era rivelata evidenza circa dieci anni prima?
L'indagine correva standard sui dati quotidiani e sui quotidiani standard con improponibili carcerazioni cautelari che non portarono altro se non a numerosi suicidi di imprenditori e politici che non sopportarono l'onta del pubblico ludibrio. Io invece, memore dell'indicazione del Maestro preferii continuare ad indagare in direzione diciamo parallela per non dire ostinata e contraria, tanto sapevo che lui mi avrebbe comunque coperto.
Ma chi erano i protagonisti di quel Piano di Rinascita Democratica? beh facile, i soliti amici della banda massonica Propaganda 2 (P2) che in quel periodo erano un po' usciti dai riflettori ma che continuavano allegramente ad imperversare con i loro adepti nei gangli del paese italico.
Che anche dietro Mani Pulite ci fosse ancora il venerabile maestro Licio Gelli? Non ne trovai prove evidenti ma scoprii che anche la CIA da lontano aveva provato ad aiutare i giudici di mani pulite favorendo l'eventuale estradizione di socialisti per agevolare i tempi per mettere alla sbarra la classe politica vigente.
Di certo era sicuro che al paese a stelle e strisce il segretario socialista italiano Bettino Craxi era abbastanza inviso come lo stesso Moro lo fu a suo tempo. Ma il meneghino lo era essenzialmente per essersi ribellato al potere atlantico nella questione Sigonella durante il suo mandato da presidente del Consiglio. Ma poi si crede anche perché da sempre il termine "socialista" non è mai piaciuto da quelle parti, e le conseguenze della missione Marjolin(*) citata precedentemente ne fu una prova più che evidente.
Ma questo 1992 era iniziato con qualcosa di unico e rivoluzionario ancora prima che tutto il terremoto tangentopoli si scatenasse. Infatti, era stato ad inizio febbraio che veniva firmato dagli allora 12 membri della Comunità Europea il famigerato Trattato di Maastricht, in cui si posero le basi per l'Unione Europea che abbiamo tenuto in auge per oltre 30 anni tra i cui pilastri vi furono la stabilità monetaria ed inflattiva nonché il mantra della moneta unica.
Io da fervente europeista, ed anche un po' idealista perché figlio della cosiddetta Giovine Europa di mazziniana memoria, ero incredibilmente ed ingenuamente felice. Non ci vollero decenni per capire che l'illusione europea invece era tutt'altro di quello che veniva vista in quei giorni e quel facile entusiasmo si sarebbe trasformato in un incubo soprattutto per i paesi non nordici che si affacciano sul mediterraneo e che avrebbero pagato a caro prezzo l'adesione incondizionata alla setta degli euroinomani, come vennero definiti poi gli europeisti oltranzisti nei decenni successivi fino alla sua inevitabile dissoluzione finale.
La chiosa alla faccenda venne come sempre dalle sagge parole misurate del Maestro:
<<Toso, no xe che vorria farte pensar che xe saria cosa buona esser ladron, si tu sei un politico, e no ghe vojo farte creder che Craxi non sia sta' un furfante, così come tutti gli altri soi coleghi del so partito e de artri partiti. Anca si te sei un gran statista non te poi metter ne le tasche toe i sghei de tuti..., credeme...Solo che no a senso che a pagar sien stai sol quei>>
(*) Vedi capitolo 6
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