17 - Life on Mars?
Life on Mars? - David Bowie
Maggio
Non riesco a stare ferma: prima mi mangio le unghie mentre cammino avanti e indietro sulla banchina, poi cerco di sedermi ma le gambe mi tremano convulsamente. Shane mi guarda incredulo, forse anche divertito.
«Ma io mi chiedo,» faccio io, rivolta a mio fratello «Mai una volta in questo mese ti è mancato Jason così tanto?»
Lui segue la mia camminata e risponde subito: «Mi spiace deluderti ma no. Tu e Peter avete instaurato un forte legame prima di mettervi insieme. Io e Jason siamo ancora in alto mare...»
La sua risposta mi distrae solo per qualche secondo. «Dici che a Peter non dispiaccia il fatto che siamo venuti noi a prenderlo al posto di May?»
Shane sospira, fermandosi e mettendomi due mani sulle spalle: «TU. SEI. PARANOICA.»
Cerco di ridere anche se esce un misto tra un sorriso tirato e una pernacchia. Devo farmi curare, appurato.
Mi asciugo le mani sudate sui pantaloni e mi si siedo, aprendo Tumblr e approfittandone per scrivere due righe:
E non è forse l'attesa,
che rende l'arrivo più bello?
E gli abbracci
più dolci?
E i baci
più veri?
Neppure il tempo di pensarlo, di elaborarlo, di crederci. L'altoparlante annuncia qualcosa: «Il treno in arrivo dall'aeroporto J.F. Kennedy ritarderà di qualche minuto. Ci scusiamo per il disagio.»
La rabbia monta tutta assieme, mentre ringhio qualche insulto come una assatanata. «Brutti treni del cavolo!» è l'ultima frase che riesco a dire prima di darmi una calmata, dopo essermi beccata una brutta occhiataccia dalla signora seduta su una delle panchine.
«Mi scusi, signora, ma sto aspettando il mio fidanzato da quasi quaranta minuti. Non sono pazza, okay?»
Senza neppure ascoltare le sue risposte cerco di tranquillizzarmi un'altra volta, camminando avanti e indietro. "Non sono pazza", tipica frase da pazza.
Continuando a muovermi, estraggo il telefono dalla tasca dei pantaloni e gli auricolari. Riproduzione casuale. Life on Mars? del Duca Bianco. Perfetto direi. Una notifica di Whatsapp mi distrae:
Ehy, stellina. Fra poco sarò in stazione, spero di non trovare traffico al ritorno a casa. Manca poco, non vedo l'ora di abbracciarti ancora!❤
Tranquillo, ti sto aspettando. E, diamine, non pensavo potessi essere così romantico, ma quante volte l'ho detto?
Clicco invio e lascio che la musica occupi tutti i miei pensieri. Guardo il cielo è non vedo nessuna stella, con mio stupore. Lo percepisco come un cattivo messaggio, un cattivo presentimento. Ho sempre avuto questo strano legame con le stelle, partendo dai film - Star Wars dice qualcosa? -, la musica - David Bowie, per esempio - e poi Peter. Non vederle ora, in questo preciso momento, non mi da neppure un po' di conforto. Forse non dovrei badare a queste banalità, non dovrei credere al destino, all'oroscopo o ai "segnali dell'universo". Eppure fino a qualche secolo fa viaggiare nello spazio era un sogno, come potersi vedere anche essendo fisicamente distanti. I supereroi non esistevano e gli Dei rimanevano nel cielo. Dovrei forse ricredermi? Nulla dovrebbe essere scontato quando si tratta di casualità supposte.
Solo in questo periodo sto iniziando a capire il significato di molte cose. Sto iniziando a capire che la vita non può essere scritta solo da noi, ma ogni persona che ci passa vicino, ci tocca, ci vive scriverà la sua frase, la sua pagina, il suo capitolo. Sto iniziando a capire che non dobbiamo lottare contro noi stessi e il nostro destino, perché è una guerra persa in partenza.
Voglio iniziare a muovermi con il cuore e non con la testa. Per una volta staccare tutto e dare retta alla parte di me più sincera e pura. Ma queste nuvole mi fanno dubitare. Che ci sia qualcosa che mi stia sfuggendo? Ne sono più che certa, ma perché pensarci ora? Ho imparato a capire quando bisogna godersi questi momenti: non in attesa che finiscano, ma che ne arrivino di migliori.
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Continuo a canticchiare I love it, quando mio fratello mi tocca una spalla facendomi sussultare. Quando mi sono tolta gli auricolari, lo lascio parlare: «Sta per arrivare.»
Sento una forte stretta allo stomaco e guardo l'ora: 21.45, orario italiano. Lo trovo più comodo del "AM" e "PM".
Sento il rumore del treno in lontananza, mentre il mio respiro si fa corto e le gambe perdono ancora il controllo. Controllo controllo controllo controllo.
Lo spostamento d'aria mi fa indietreggiare, ma non mi smuove dalla posizione rigida che ho assunto. Le carrozze scorrono una dietro l'altra, seguite dal mio sguardo. Aspetto, aspetto, aspetto. Poi le porte si aprono. Gente che scende, chi di ritorno dal lavoro, chi da un viaggio. Una donna e un bambino abbracciano un'altra donna appena scesa, tra le urla del piccino, che dice "Zia! Zia!".
Fiumi di gente sembrano scorrere sotto i miei occhi per qualche secondo. Inizio a pensare che il treno ripartirà senza che Peter sia sceso. Magari si è perso a qualche cambio, oppure è sceso alla stazione sbagliata.
Smetto di ipotizzare teorie apocalittiche quando sento la sua voce che saluta Ned. Mi alzo sulle punte, cercando di scorgerlo tra il gruppo di suoi compagni di classe.
La sua testa fa capolino qualche secondo dopo, e io sorrido. I nostri sguardi s'incontrano e senza neppure rendermene conto gli corro incontro e gli salto in braccio. Le mie gambe si legano alla sua vita, mentre cerco un punto di pelle libero per baciarlo.
«Tu... Qui?» Non rispondo, stringendolo più forte a me. Affondo il viso nell'incavo tra la sua spalla e il collo e inspiro il suo odore, dolce e rassicurante. «Diamine, quanto mi sei mancata.»
Peter riesce a intercettare e baciare le mie labbra, mentre ridacchio e gioco con un ciuffo dei suoi capelli. Ritorno con in piedi per terra - in tutti i sensi -, quando dei cori dal gruppetto di Peter fischiano nella nostra direzione. Qualcuno sta riprendendo con il telefono, ma che m'importa?
Andiamo verso mio fratello mano nella mano e lo becco a ridere sotto i baffi. Rifila una pacca sulla spalla a Peter tra una battutina e l'altra - "Vacci piano, ragazzo. Rimane la mia donnina!" -.
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Durante il viaggio in auto sento che qualcosa non va: Peter guarda fuori pensieroso e corrucciato. Quando provo a chiedergli cosa gli prende, mi liquida con un bacio e un "Niente, sono solo stanco". Ha gli occhi lucidi e arrossati ed è pallido.
Cosa c'è in serbo per me?
SPAZIO MEH:
Mi odierete dopo il prossimo capitolo, sappiatelo.
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