Capitolo 15



KYLIAN

La ricerca del profumo non segue altre vie che quella dell'ossessione.
☾Colette

Ho perso la verginità a quattordici anni.

Ho scopato con decine di ragazze, di prassi almeno due a sera perché sono esigente.

Ho visto tanti spettacoli, li ho diretti, li ho messi in scena diventandone attore, eppure niente si avvicina a quello che sto guardando in questo momento.

Isabelle ha i capelli infuocati arruffati, una mano nascosta sotto la gonna, l'altra su un capezzolo e un'aria selvaggia, cazzo.

Mi devo trattenere per tenere le mani a posto e avvicinarmi in silenzio.

Ha gli occhi socchiusi, non riesce a vedermi mentre è presa a darsi piacere.

Per me.

«Sul serio pensavi che mi sarei perso uno spettacolo simile, Marte?» le sussurro nell'orecchio mentre percorro con l'indice il suo braccio destro.

Accenna a smettere e un lamento di frustrazione esce dalle sue labbra.

Porto una mano sulla sua e la esorto a continuare, un sorriso mi sfugge quando non si oppone ai miei movimenti.

Riesco a sentire il suo calore pur senza toccarla e, per il momento, mi limito a questo.

La guido, accelerando la sua corsa all'orgasmo.

Mi accerto che la porta sia chiusa alle mi spalle, prima di sfiorare delicatamente con i denti la sua spalla.
Gli ansiti cominciano ad essere più intensi e risuonano nella stanza quando lecco un capezzolo.

«Non serve che tu mi dica il tuo desiderio, so già che lo sto esaudendo» mi assicuro che senta l'erezione che ho nei pantaloni contro il suo culo mentre sposta le sue mani dietro al mio collo, lasciandomi il via libera.

Continuo a lavorare il clitoride mentre lei freme contro la mia schiena ed inserisco un dito.

Sussulta e per un secondo penso di averla sverginata per quanto è stretta.

«Qualcuno ti ha mai fatto questo, Isabelle?»

Lei scuote la testa lentamente in risposta e una scossa arriva dritta al mio cazzo.

«Porca troia» mormoro, accelerando il ritmo.

La sento contrarsi intorno a me e, poco dopo, un rumoroso gemito fuoriesce dalle sue labbra, lasciandola senza fiato.

Si abbandona contro il mio petto e incamera aria con il respiro affannato prima di abbassare la gonna e sistemarsi il vestito.

Mi rivolge uno sguardo strano, prendendosi qualche minuto per elaborare ciò che è appena accaduto.

«I-io... perché l'hai fatto? E come cavolo facevi a sapere che ero qui?» mi inveisce contro.

Prelevo il cellulare dalla tasca, mostrandole la sua storia.
Si porta una mano tra i capelli con fare nervoso e mi dà le spalle, appoggiandosi al lavandino.

«Quello che è appena successo è sbagliato. Io sono...dio, Kevin è proprio qui fuori»

«Calma, Marte. Non ho nessuna intenzione di dirlo al tuo fidanzato.»
Sospira, ancora evidentemente agitata.

«Per ora» aggiungo

«Non è questo il punto. Io non volevo farlo» sbotta
Scoppio a ridere «Cristo, ti stavi toccando davanti ai miei occhi. Ti sei strusciata su di me, implorandomi di continuare al posto tuo.»

«Sai che ti dico? È inutile stare qui a discutere con te, non capiresti comunque. Stammi lontano, Kylian»

Si avventa sulla porta, girando la chiave proprio nel momento in cui un tipo le va incontro.

Mi sembra di averlo già visto, poi faccio due più due.
Lui è il tipo che ho preso a pugni qualche settimana fa perché non voleva farmi superare la fila per parlare con la segretaria.

Chissà perché non mi sorprende che il coglione con cui sta la Rossa è lui.
Perché, voglio dire, devi essere proprio un grande coglione per non prenderla alla prima occasione. Neanche i preliminari, cazzo.

Lascio il bagno anche io ma il damerino non sembra farci caso, come se non fossi appena uscito dal cesso delle donne dopo la sua ragazza.

Torno all'angolo bar, lascio la mancia al cameriere che mi ha servito tre whisky e mi ha guardato osservare il loro tavolo tutto il tempo senza fiatare.
Non ha fatto domande, non ha sbirciato sul mio cellulare e non si è nemmeno mai voltato verso Isabelle, così, per curiosità .

È stato bello godersi la sua faccia mentre riceveva i miei messaggi senza rotture, ha fatto un lavoro esemplare.

Esco dall'hotel e l'aria autunnale rinfresca la mia pelle.

Dopo quello che è successo là dentro, ho solo bisogno di abbassare i miei jeans e liberare l'erezione.

Fortunatamente per me, conosco qualcuno in grado di fare molto di più.

E so anche dove cercare.

𓆙

La Void di notte ha tutte altre vibes.

Resta un edificio imperioso, austero, eppure possiede qualcosa di...tenebroso.

Riesco a vedere Rachel dalla finestra, mentre cammina avanti e indietro per la stanza leggendo dei documenti.
La sua carnagione scura spicca tra il bianco gesso degli interni e quando si inchina di poco sulla scrivania, il mio amichetto lì sotto mi ricorda perché mi trovo davanti l'ufficio di mio padre all'una di notte.

Ero sicuro di trovarla qui.

Victoria mi ha detto che domani lei e Christian terranno un processo importante.
Lui dorme, lei studia la sua parte.
Eppure, sono convinto che non le dispiacerà fare una piccola pausa.

Entro nell'edificio e mi dirigo verso la sua stanza.
Di notte, non essendo prevista la presenza di dipendenti, non c'è nessuno a controllare chi entra e chi esce.

Salgo le scale, passando prima per il bar. Ho bisogno di qualcosa per rinfrescare la mia gola.
Bevo un'insipida Coca-Cola, poi sono pronto all'azione.

Non deve avermi sentito arrivare perché si agita non appena apro la porta.

«Dio, sei impazzito per caso?»

«Hai mezz'ora per me, Rachel?»

Sorride beffarda «Solo mezz'ora?»

Mi cinge le braccia al collo, poi mi bacia sulle labbra.

Prova a condurmi sulla scrivania, ma io ho in mente altro.

Stringo le sue gambe intorno alla mia vita prima di mollarla nell'ascensore.

È una location interessante e, per quanto sia difficile da credere, non ho mai preso nessuno qui dentro.
L'ho sempre pensato come un posto troppo stretto e insignificante. Certo, ha le stesse dimensioni di una doccia più o meno, ma manca l'acqua che amplifica le sensazioni. L'unica cosa eccitante potrebbe essere la presenza di altre persone.

La sbatto contro la parete e mi fiondo sul suo collo, facendole sentire tutta la mia durezza.
Un gemito ha appena il tempo di diffondersi nel piccolo spazio, che l'ascensore si apre, dandoci l'accesso al piano che ho scelto.

E non è uno a caso.

Mi compiaccio quando trovo la porta aperta e accendo la lampada sulla scrivania.

Il suo odore è dappertutto e, come immaginavo, é tutto in ordine.

Posiziono Rachel sul tavolo, spostando qua e là tutto ciò che mi capita sotto mano.

Procede tutto secondo i piani.

Voglio che lo sappia.
Voglio che capisca che ho scopato una sua collega proprio nel suo ufficio.
Voglio che immagini le mie dita entrare dentro un'altra, proprio come ho fatto con lei.
Voglio che si penta di avermi mandato via in quel modo e pensi a me che soddisfo un corpo non suo.

Rachel mi esorta a spingere più a fondo mentre la inclino sulla scrivania e continuo a stropicciare fogli.

Chiudo gli occhi, perdendomi nel profumo che aleggia nella stanza.
Quello della stronza.

Darei oro per vedere la sua faccia quando, domani, entrerà e troverà la sorpresa che le lascerò nel cestino.

Non ha capito con chi ha a che fare e, se ancora non lo desidera, presto mi implorerà di essere scopata ovunque, questo fottuto tavolo compreso.

Osservo le impronte lasciate sul corpo di Rachel e continuo a darle piacere col mio tocco rude.

Viene per la seconda volta non appena anche io sento montare l'orgasmo, così mi tiro fuori da lei, sfilando il preservativo.

Una goccia del mio seme finisce sulla sua sedia e un brivido di perversa elettricità mi assale immaginandola seduta proprio lì, con le gambe accavallate e la gonna che fascia le sue cosce.

Getto il profilattico nel cestino, assicurandomi che sia in bella vista, poi penso ad un altro modo per lasciare il segno.

Mi avvicino all'orecchio di Rachel e fingo di morderla mentre le sfilo un orecchino.
Ne è ossessionata e fortunatamente oggi ne indossa un paio che non passa decisamente inosservato.

È ancora scossa per via del sesso violento ma sono certo che si accorgerà di averlo perso e, quando lo farà, saprà anche dove andare a cercare.

Lo sistemo dietro un portapenne, poi mi stacco velocemente da lei.

Cammino verso la porta sotto il suo sguardo scioccato.

Non sono mai stato il tipo da coccole o effusioni, per questo dopo il sesso preferisco sempre andare via e restare solo.
Le ragazze devono capire che, oltre l'atto fisico, io non potrò mai dargli niente.

Mai.

«Ah, Rachel... salutami Damian quando lo vedi» le faccio l'occhiolino, godendomi la sua espressione.

Pensava di riuscire a fregarci e fare il doppio gioco con entrambi quando, in realtà, sono i Serpenti a condurlo.

Ma questo, forse, l'ha sempre saputo.

𓆙

«Ho bisogno di soldi, Kylian»
Esteban continua a camminare avanti e indietro nella mia stanza mentre io resto nel mio letto.

Ha fatto irruzione nel mio appartamento di prima mattina e non ne vuole sapere di andare via prima di trovare una soluzione al suo problema.

Gli direi di chiedere aiuto a Damian, che con i suoi giri riuscirebbe a rimediare centinaia di dollari in poche ore, ma non posso.

Non posso per lo stesso motivo per cui non fumo erba o sniffo davanti ai suoi occhi.

«Hai un fottuto locale, organizza qualcosa» borbotto, con la voce impastata dal sonno.

«E con cosa? Pensi che alcolici, permessi e quant'altro si paghino da soli?»

Sbuffo sonoramente prima di decidermi ad alzarmi.
«Quanto ti serve?»

«Almeno duemila»

Annuisco «Va bene, te li metto sul conto in mattinata»

«Dobbiamo rianimare il Cruz. Ora che è mio, niente più ragazzini in cerca di droga e, soprattutto, non voglio che circoli alcuna sostanza. Intesi?»

«Non sono io quello che spaccia, Esteban. Parla con Damian ed Olivia e dai una ripulita ai cessi»

«Serve anche un'altra barista, non può esserci solo Laia dietro al bancone.» continua, come un fiume in piena.

«Okay, entro stasera ti porterò anche quella. Altro?»

«Per ora no. Mi faccio un caffè»

«Già che ci sei e hai invaso casa mia di prima mattina, preparane uno per me»

Lascio la stanza, buttandomi sotto la doccia.

Il ricordo di Marte è ancora vivido ma cerco di contenermi mentre mi lavo con acqua gelida.

Devo trovare una scusa per raggiungere l'ufficio e vederla.

Chissà tra quanto troverà il mio regalino, sono sicuro che impazzirà.

Mi avvolgo l'asciugamano in vita e sto per uscire dal bagno quando sento Esteban urlare.

«Ma che cazzo! Come ti è venuto in mente?»

Lo raggiungo in soggiorno, dove lo trovo seduto con il cellulare all'orecchio.

La caffettiera sta per esplodere ed io faccio giusto in tempo a spegnere il gas.
Prendo due tazze, versandocelo dentro, e ne passo una al mio amico.

«Aspettaci, arriviamo il prima possibile» dice, prima di concludere la chiamata.

Dalla faccia pare infastidito, ma mi siedo e attendo che sia lui a parlare.

So quanto sia irritante una carrellata di domande nel momento in cui l'unica cosa che desideri è il silenzio.
È come mettere il dito nella piaga.

«Damian è stato arrestato» annuncia dopo due minuti di silenzio, lanciando il telefono sul tavolo.




SPAZIO AUTRICE✍🏻🤎
Eccoci qui, ragazze. La situazione si sta scaldando sempre di più e il lato perverso del Serpente d'oro inizia a venir fuori. Vi aspetto la prossima settimana per scoprire la reazione di Isabelle ai suoi "regalini" e, soprattutto, la decisione che ha preso riguardo Kevin.
Dite che sarà entrata in quella stanza con lui dopo quello che è successo con Kylian?
Grazie per aver letto, vi aspetto su ig (ilariasbooks_) e tiktok (Ilariastoriess) per contenuti esclusivi.❤️‍🔥

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