Capitolo 1



ISABELLE

L'inizio è sempre oggi.
☾ Mary Shelly


Il traffico di Lansing è l'unica cosa a cui non sono riuscita ad abituarmi, nonostante io mi sia trasferita qui da ben due anni.

La fila che mi ritrovo davanti sembra interminabile e mi compiaccio di aver avuto la prontezza di avviarmi da casa un'ora prima, perché non si sa mai.

Per essere settembre, oggi la giornata è particolarmente calda quindi tiro su le maniche della camicetta bianca che ho scelto per il mio primo giorno di stage alla Void, facendo attenzione a non sgualcirla. Mi preparo per questa esperienza da anni ormai e ora che la vivo deve essere tutto perfetto. Allungo il braccio e pigio sul mio cellulare l'applicazione della musica, avvio la riproduzione casuale e la voce di James Arthur mi accompagna durante il viaggio.
Dopo circa quaranta minuti, finalmente l'impero di Christian Void mi si presenta davanti agli occhi imponente.

Avevo dato un'occhiata su internet ma accidenti, dal vivo è proprio tutta un'altra cosa! È letteralmente il sogno di ogni studente di legge della UOM.

L'edificio è alto, nero ed in stile moderno, quasi un mini grattacielo. Un piccolo spicchio della struttura è costituito esclusivamente di vetrate trasparenti, che permettono di scorgere, oltre alle persone che camminano per i corridoi, anche piantine qua e là e qualche quadro. Prima di uscire dalla macchina mi sistemo il trucco, ritoccando il rossetto nude, e indosso la collana di perle che mi ha regalato mio nonno. Afferro la borsa e mi incammino verso l'entrata.
Da fuori l'ufficio sembra ospitare molta gente, infatti lo si immagina chiassoso all'interno. Con mia sorpresa, però, non appena varco quella soglia, il silenzio regna nell'aria, carica di un'atmosfera unica e indescrivibile.
Mi sembra di essere appena entrata nella legge, quella vera e propria.

Le pareti sono di un bianco panna che di tanto in tanto presenta qualche venatura dorata. Le luci, impiantate nel soffitto, sono accese, nonostante sia giorno, e mettono in risalto il nero opaco della scrivania collocata proprio di fronte alla porta automatica. La testa corvina di una donna spunta per metà, mentre alle sue spalle c'è la scritta Void Legal Group identica a quella fissata all'esterno dell'edificio.

Mi avvicino e la segretaria alza lo sguardo su di me. Dietro i suoi occhiali mi studia dalla testa ai piedi, poi mi rivolge un sorriso che ricambio.
«Buongiorno signorina, come posso esserle utile?»

«Buongiorno. Mi chiamo Isabelle Thompson, sono la nuova stagista della UOM.»

Sfoglia un'agenda, puntando le sue unghie smaltate lungo le pagine.

«Io sono Samantha Gibson, la segretaria. Il signor Void la sta aspettando nel suo studio che si trova alla sommità del palazzo. Se attraversa questo corridoio, sulla destra c'è un ascensore che la condurrà al sesto piano. Queste sono le chiavi del suo ufficio che si trova proprio al di sotto di quello del capo. Nel nostro stabilimento è presente una biblioteca, diversi archivi, semmai avesse bisogno di consultare vecchi casi, e un bar. Spero abbia un buon primo giorno. In ogni caso, se dovesse avere bisogno di qualche informazione, può chiamarmi. Il mio codice è lo 007, le basterà schiacciare il tasto verde del telefono che c'è nella sua stanza.»

Prendo le chiavi «La ringrazio per la disponibilità.»

Annuisce con fare gentile. «Ah, quasi dimenticavo. Sulla sua scrivania la aspettano dei documenti da firmare, comprendenti patti di riservatezza, retribuzione e quant'altro.»

«Grazie per avermelo anticipato, le auguro buon lavoro.»

Mi dirigo verso l'ascensore e attendo di raggiungere l'ultimo piano, in preda al nervosismo. Mi guardo un'ultima volta allo specchio, passando una mano tra i miei capelli. Stamattina ho deciso di fare delle onde non troppo accentuate, per avere un effetto più naturale ma allo stesso tempo un aspetto ordinato. Spruzzo un po' del mio profumo e, non appena si apre la porta automatica, mi guardo intorno.

La zona è quasi spoglia, non fosse per la presenza di alcuni divani, un tavolino in legno e un grande quadro di arte astratta.
Delle voci che provengono dall'unica porta chiusa attirano la mia attenzione nel silenzio più assoluto. Il signor Void deve avere riservato questo piano solo ed esclusivamente per se stesso.

Mi avvicino, indecisa se disturbare o meno.

La signorina Gibson ha detto che l'avvocato più rispettabile di Lansing mi stava aspettando nel suo ufficio, quindi probabilmente risulterei ritardataria e maleducata se mi presentassi in ritardo. I miei tacchi neri producono un piacevole ticchettio sul parquet e la mia mano vacilla non appena si avvicina alla porta. Batto due colpi e, improvvisamente, non sento più nessuno parlare.

«Avanti.» una voce maschile mi invita ad entrare.
Prendo un respiro profondo, raddrizzo la schiena e abbasso la maniglia con sicurezza. Un forte profumo di colonia mi invade le narici e due uomini mi fissano.

Christian Void è in piedi, con indosso una camicia bianca e dei pantaloni blu eleganti. La sua barba curata lo rende un uomo decisamente giovanile e ancora capace di sorprendere, così come il fisico slanciato e più in forma di quello che ci si aspetta da un uomo della sua età. Lo studio è semplice e, proprio come l'esterno, è arredato con il necessario.
Una grande libreria è posta sulla parete opposta della scrivania, mentre delle finestre illuminano l'area particolarmente pulita e ordinata.

Il mio capo, però, non è solo.

I miei occhi ricadono sul ragazzo seduto di fronte a lui. Ha i capelli castano chiaro, quasi biondi, lo sguardo nascosto da un paio di occhiali da sole e una maglia a maniche corte bianca, che mette in risalto i muscoli e i tatuaggi che gli macchiano le braccia. Il suo atteggiamento é scomposto, se ne sta seduto di fronte al pilastro della legge della città con le gambe semiaperte e un'espressione annoiata. Devo aver interrotto una discussione, a giudicare dallo sguardo aspro che gli rivolge il signor Void prima di venirmi incontro.

«Tu devi essere Isabelle.» mi porge la mano.

Gliela stringo, con un sorriso che urla 'sto parlando con il mio più grande idolo'.

«Buongiorno, esatto. Sono molto felice di conoscerla.»

«Il piacere è mio. Dammi pure del tu. Dal momento che lavoreremo fianco a fianco, voglio che ci sia confidenza tra noi.»

«Sono felice di averti qui. Prego, accomodati pure.» mi invita.

Prendo posto accanto al ragazzo che continua a guardare di fronte a lui.
Ora che sono più vicina, mi sembra di vedere, oltre gli occhiali neri, una chiazza rossa  simile ad un livido che contorna l'occhio sinistro.
Probabilmente è un cliente che avrà iniziato una rissa, magari da ubriaco, e ora cerca assistenza legale pur essendo in torto marcio.

«Isabelle, questo è mio figlio. Kylian, ti presento la nuova stagista della Void Legal Group.»

Oh.

Sorpresa, gli porgo la mano e faccio finta di niente quando il biondo non me la stringe ma si limita a farmi un cenno col capo.
«Stavo andando.» borbotta infastidito.
Lo osservo sfilare, con delle gambe atletiche, verso l'uscita, senza dire una parola in più.

Ma che razza di problemi ha questo tipo? Non ha mostrato il minimo rispetto, non stringendomi la mano, ed ora va via senza salutare come si deve un padre come il suo, che lavora così duramente nei tribunali per comprargli quelle scarpe che una persona normale non potrebbe permettersi neanche di sognare?

«Ti chiedo scusa per il suo comportamento, ma è un periodo particolare per lui.» mi rivolge un sorriso imbarazzato.
«Tornando a noi, sei pronta per iniziare a scoprire la legge come si deve e lavorare fianco a fianco? »

«Assolutamente si.» rispondo, fin troppo impaziente di scoprire cosa mi aspetterà.



SPAZIO AUTRICE✍🏻🤎
Ciao Angels! 👼🏼
Vi presento Kylian Void e Isabelle Thompson, i protagonisti di "Serendipity".
Spero vi piaccia, se si lasciate qualche stellina e fatemi sapere cosa ne pensate.
Ci vediamo alla prossima

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