Apex Alpha

La festicciola con pochi amici, pizza patatine e una serie di film horror da vedere tutta la notte: Jimmy era il suo miglior amico da sempre, si conoscevano dall'asilo, più grande di lui di 2 anni, ma era nata un istintiva simpatia. Poi c'era Paul e George.

-Geo! Leva il tuo testone da davanti lo schermo!!!-Gridò Jimmy lanciando dei popcorn all'amico.

-Presto potresti incontrare la tua Mate...-

Teo alzò gli occhi al cielo. -Jimmy proprio tu che mi fai questi discorsi...dopo che ti sei scopato tutto ciò che respira a scuola?-

L'altro rise. -Avrò tanta esperienza per la mia compagna...-Rise.

-Si come una bagascia...-Borbottò Paul, facendo scoppiare a ridere di nuovo tutti.

-Sai bene che a me di certe cose non mi frega nulla...io vorrei solo poter viaggiare e vedere il mondo...-

-Intanto vai dai tuoi nonni la prossima settimana...magari là incontrerai la tipa giusta....-

-O quella sbagliata...-Ringhiò.

Rimasero alcune ore ridendo e scherzando fra loro.

A letto disteso con le braccia dietro la testa guardava il soffitto, sospirando. La sua vita era così monotona, così piatta. Sempre la stessa gente, le stesse facce.

Quando andava dai nonni, invece, l'aria lo mandava in sollucchero, si beava degli odori, dei boschi, si sentiva al suo posto ed era strano. Quando i nonni lo chiamavano con il suo nome, era come se non gli appartenesse. Là con sua madre aveva fatto molte corse e in quelle corse aveva visto che i suoi occhi erano rossi, essendo dei lupi senza clan, gli fu detto che era normale, era come se fossero tutti degli Alpha. Erano ospiti nei territori dei BlackMoon. Ma non erano soggetti alle leggi di quel branco. Sua madre era una Wolf, suo padre un Soul. Due cognomi anonimi, due persone normali, o meglio due normalissimi licantropi.

Sospirò ancora. Visto che ci sarebbe stato anche suo padre, voleva chieder loro il permesso di poter viaggiare per un periodo, qualche mese, un viaggio in Europa, voleva visitare alcune zone poco esplorate. Parchi nazionali, riserve. Si era sempre sentito come in gabbia, come se non fosse il suo posto. Una sorta di sesto senso, glielo gridava dentro da tutta la vita.


-Hai preso tutto?- chiese per l'ennesima volta sua madre.

-Sì, Ma'- rispose divertito. Sua madre diventava nervosa ed eccitata prima di un viaggio, soprattutto se questo la portava nelle braccia di suo padre. Anche se negli ultimi giorni le era sembrata ancora più nervosa del solito. Aveva imballato più cose, aveva svuotato il suo armadio. Era strano. Era come se non sarebbero tornati più. Guardò sua madre che lanciava un ultimo sguardo alla casa, per poi partire veloce con la sua monovolume verso l'aeroporto.

-Speriamo sta volta che non ci mettano vicino di nuovo a qualche energumeno...-Rise Teo.

Vide sua madre abbassare per qualche attimo gli occhi ed entrare in una delle entrate riservate dell'aeroporto. -Che sta succedendo?- chiese quando si fermarono davanti ad un jet privato da dove ne scesero alcuni uomini che corsero a svuotare la macchina.

-Teo Sali sull'aereo, ne parliamo quando siamo a bordo.- Gli disse in tono autoritario. Un tono che mai aveva usato con lui. Aveva sentito telefonate fatte a ore improponibili del giorno e della notte, in cui usava quel tono, ma mai con lui.

-Mamma!- Teo corrugò la fronte fissando la madre.

-Sali sull'aereo Teo, ora!- ringhiò, le si erano accesi gli occhi di rosso.

Mai prima di allora le si era rivolta così, un basso ringhio gli uscì dalle labbra.

-Teo, Sali sull'aereo, le risposte le avrai dopo.- Una voce tranquilla, che conosceva bene gli parlò vicino.

-Zio Samuel!-

L'altro gli sorrise e gli diede una pacca affettuosa sulla spalla.

A bordo fu sistemato su una delle morbidissime e comodissime poltrone. Mille domande gli affollavano la mente. Dopo una ventina di minuti sentì chiudersi il portellone, arrivare sua madre, Samuel e altri uomini che si misero seduti in attesa di potersi slacciare le cinture.

Teo guardò sua madre furibondo. Era molto arrabbiato.

Ma gli passò tutto quando vide che uno degli ultimi uomini, che si erano seduti dietro, era suo padre. Si sorrisero e si abbracciarono con forza.

-Cosa sta succedendo?- chiese guardando i suoi.

-Meglio che ci sediamo...- poi guardò Samuel. -Sanno già del nostro arrivo?-

L'altro annuì. -Anche il vecchio?-

-Sì, ci sarà.-

-Ok grazie...-

-Dovere Sole.-

Teo corrugò di nuovo la fronte guardando quello scambio di battute, un altro uomo baciò la mano di sua madre -Luna...da tanto...-

-Nut, sempre bello rivederti, si...troppo...ora scusaci, dobbiamo...parlare con Teo...-

L'altro annuì e scomparve alla vista.

Teo incrociò le braccia sul petto.

-Hai idea di come funzioni la gerarchia nei branchi?- Chiese sua madre guardandolo tranquilla.

-Un Alpha, beta, gamma. Delta sono rari di solito sono troppo aggressivi...- rispose in automatico.

-Sole è il compagno di un Alpha femmina, Luna la compagna di un Alpha maschio...- Gli disse suo padre.

Teo lo fissò a lungo.

-Se capita che due Alpha si scelgano come compagni e hanno un figlio, questi diventi un Apex Alpha.-

-Apex Alpha?-

-Un Alpha che può comandare su entrambi i clan dei genitori, venendo riconosciuto come unico Alpha...e ha dei poteri anche sugli Alpha degli altri clan...perché è di una gerarchia piu forte...-

-E quindi? Che sta succedendo?-

-Teo...-Sua madre prese la mano di suo padre preoccupata.

-Io sono Robert BlueEyes, Alpha del mio clan.-

-Io sono Seraphin WhiteWolf, Alpha del mio clan.-

Teo aveva la bocca spalancata.

-Samuel è il mio beta, e Nut il beta di tuo padre...-

-Io...non capisco...-

-Per salvaguardare la tua esistenza, ti abbiamo tenuto nascosto agli occhi del mondo, ogni secondo della tua vita, dalla nascita ad ora, è sempre stata in pericolo. Per proteggerti ti abbiamo nascosto la verità.- Sua madre emise un lungo sospiro. Gli raccontò la sua storia, di come avevano ucciso i suoi, di come era scappata per 15 anni, l'incontro con suo padre, la scoperta di chi fosse lei, la sua nascita, la guerra e la ripresa del suo posto come Alpha dei W.W.

-E visto che mi va stretto, ho per caso un altro nome?-Ringhiò lui.

-In effetti....-Sorrise sua madre. -Theodor è il tuo secondo nome...-

Teo sbuffò alzandosi in piedi nervoso, avrebbe voluto saperle da sempre certe cose, capiva la paura dei suoi, ma, certe cose digerirle tutte insieme, gli faceva venir voglia di mutare e mordere tutti.

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