3
Mate.
-Perché non si trasforma?-
Sentiva da un pò, ormai, le voci. "Non mi trasformo nemmeno da addormentata, semplice, idioti...anni di pratica."
-Non lo so Alpha.-
-È la prima volta che vedo una cosa simile...-
Seraphin si stava alzando era in una gabbia, ringhiava verso quelle persone.
"catturata come una stupida!" ringhiò fra sé. E poi lo vide. L'alpha era di fronte a lei.
-Non vogliamo farti del male...io...so che lo sai...so che sai di essere la mia mate...-
Lei ringhiò e gli diede le spalle.
-Chi sei?- Sospirò. -Io sono Robert, l'Alpha del branco BlueEyes...-
Lei ringhiò. Lanciandosi sulle sbarre della gabbia. Aveva di nuovo gli occhi rossi e lo fissava con odio.
-Ti libererò solo quando ti rivelerai a me, e mi dirai chi sei....poi sarai libera...-
Gli occhi della lupa tornarono azzurri. E lo fissò a lungo. Poi guardò gli altri dentro quella stanza. E di nuovo lui.
-Uscite!- ordinò Robert.
In pochi istanti rimasero soli. Le aprì la gabbia e le mise davanti alla porta un camice. E si voltò.
-Seraphin...- Una voce quasi angelica uscì da dietro, era stentata, come se non si ricordasse come fare a parlare.
Robert si voltò a guardarla e si fissarono per lunghi istanti. Si studiarono a lungo.
Seraphin non aveva mai visto qualcuno come lui, aveva i capelli quasi bianchi tanto erano chiari, gli occhi erano di uno strano miscuglio, al centro dell'iride erano blu, ma si schiarivano fino a diventare azzurri. Il viso era squadrato con un accenno di barba, i capelli li portava lunghi fin sulle spalle.
-Da quanto sei sola?- le chiese facendo un passo avanti verso di lei, ma lei ne fece due indietro spaventata. Quella reazione lo lasciava perplesso.
Lei alzò le spalle. -In che anno siamo?-
Rob spalancò la bocca sconvolto. -Nel 2019.-
Fece un sorriso tremulo. -Allora sono 15 anni...-
-Hai paura di me?- Le chiese poi con voce bassa e dolce.
-Non mi fido di nessuno...- Seraphin chiuse gli occhi per qualche attimo.
-Chi sono i tuoi genitori?-
Lei sbiancò. -Non è qualcosa che ti riguardi!- ringhiò.
-Sono morti?-
Lei annuì rimanendo in silenzio.
-Quanti anni avevi?-
-12-
-Cazzo...-Rob si passò una mano fra i capelli. -Non voglio farti del male...-
Lei alzò un sopracciglio. -Ah, per questo mi hai fatto sparare?-
-Era un sonnifero, immaginavo...non saresti venuta se te lo chiedevo...-
Lei scosse la testa come se schiarisse le idee. Ringhiò verso la porta, e alcuni istanti dopo entrò un altro uomo che parlò sussurrando nell'orecchio di Rob.
-Calma, non è qui per te, o si è qui anche per te....hai fame?-
Il ringhio si fermò di colpo. E un rossore le prese le guance quando nel silenzio che era seguito si era sentito il suo stomaco gorgogliare.
-Portatemi degli indumenti...- Ordinò all'uomo che uscì veloce, rientrando qualche minuto dopo con una tuta, degli indumenti intimi e una t-shirt.
-Vuoi farti una doccia?- le chiese cercando di farle comprendere, allungò una mano verso di lei.
Lei gliela fissò per lunghi istanti. Poi timidamente si avvicinò con il viso annusandola, per un attimo la vide chiudere gli occhi e posarsi poi la sua mano sulla guancia e strofinarla su. Poi la vide riaprire gli occhi e sbattere le palpebre per alcuni istanti come se quel gesto era qualcosa che venisse dalla lupa.
Rob rimase fermo. Anche se sentiva il suo lupo scalpitare. "MIA, MIA, MIA , MIA" urlava. Doveva tranquillizzarlo, o l'avrebbe spaventata. Dopo qualche istante di indecisione, prese la mano di lui e gli fece un gesto con la testa di assenso.
La accompagnò nel bagno. Lei stringeva fra le mani quegli indumenti. E guardava tutto intorno con quasi terrore. Le mostrò la doccia. E poi si avviò alla porta. La stava per chiudere.
-No! Non la chiudere...-gridò correndo fuori.
Rob fece un respiro profondo. -Ok non la chiudo. E rimango seduto qui fuori va bene?-
Vedeva il suo respiro veloce rallentare. Un piccolo accenno di sì con la testa ed entrò nel bagno.
La sentì ridere sotto la doccia. Rideva forte, cristallina. E si rese conto che non avrebbe più potuto fare a meno di quel suono. Si passò le mani sul viso. Era sconvolto, aveva rinunciato da tempo a trovare la sua compagna. Aveva delle partner di sesso alle volte, ma la mate era qualcosa di diverso. E poi l'aveva sentita, allo stagno, l'aveva sentita, lei era là. Il suo lupo l'aveva riconosciuta, ed era impazzito. Ma lei era scappata, aveva visto solo una macchia nera correre via velocissima. Le erano corsi dietro, ma poi avevano perso le tracce.
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-Come hai fatto, a far perdere le tracce?- Le chiese quando sentì che aveva chiuso i rubinetti.
Lei ridacchiò di nuovo. -Mimetizzazione....- gli rispose.
Sentì il fruscio dei vestiti che indossava. E poi si voltò. La guardò, aveva un corpo tonico, muscoloso, era anche troppo magra. Le allungò di nuovo la mano. -Vieni, andiamo a mangiare. E stai tranquilla, nessuno ti farà del male...-
La vide titubante, guardandogli la mano. Ma Rob attese, sapeva che era un grande atto di fiducia, già prima non si aspettava che glielo concedesse. E lo stupì di nuovo, allungando la mano. La tirò vicino a se.
La vide respirare più veloce. Gli occhi le si scurirono e aveva le labbra lievemente aperte. In un mezzo ringhio la sua voce disse. -MIO!- La sua lupa aveva preso il sopravvento.
Rob le sorrise e la avvicinò a sé ancora di più. E lasciò che anche il suo lupo le parlasse. -Mia!- le ringhiò in risposta. Lei gli posò la fronte sul petto. E lui la strinse posando il viso fra i suoi capelli ancora umidi.
-Andiamo ti porto a mangiare.-
Lei annuì.
Fuori dalla stanza c'erano persone, e la fissavano. Gli teneva la mano ma appena vide che la fissavano si strinse a lui ringhiando.
-Sta calma, sono solo...curiosi...avevano perso le speranze...come me...che il loro alpha trovasse la sua compagna...-
Lei sospirò e si strinse sul suo braccio.
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